ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09838

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 696 del 21/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 20/10/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 20/10/2016
Stato iter:
26/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/01/2017
Resoconto CESARO ANTIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 26/01/2017
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/10/2016

DISCUSSIONE IL 26/01/2017

SVOLTO IL 26/01/2017

CONCLUSO IL 26/01/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09838
presentato da
PILI Mauro
testo di
Venerdì 21 ottobre 2016, seduta n. 696

   PILI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   sulla collina dei Giganti di Mont ’e Prama nel comune di Cabras è in corso un'azione devastante che vede l'aratura e la piantumazione a vigneti di tutte le aree intorno al primo compendio archeologico che ha portato alla luce le grandi statue;
   il compendio è stato letteralmente circondato da arature e piantumazioni di vigneti, a segnare due aspetti rilevanti: la devastazione di un'area archeologica potenziale e soprattutto quello che appare all'interrogante il tentativo evidente di elevare il valore di quelle aree in previsione di una dichiarata potenzialità archeologica;
   nell'area oggetto dell'attuale campagna di scavi e in quella circostante, circa 40 ettari complessivamente, vi sono prospettive straordinarie per restituire alla conoscenza archeologica e non solo un giacimento monumentale unico nel suo genere;
   un’équipe del laboratorio di geofisica ambientale del dipartimento della facoltà di ingegneria civile, ambientale e di architettura dell'università di Cagliari guidata dal professor Gaetano Ranieri avrebbe rilevato migliaia di potenziali reperti archeologici esterni alla natura dei suoli;
   l'università di Cagliari dispone di un'apparecchiatura modernissima, fatta di sedici georadar, posizionati a una distanza di dodici centimetri l'uno dall'altro che vengono trascinati ad una velocità mai superiore ai venti chilometri orari; una strumentazione che permette di esaminare il sottosuolo da una profondità che va dai cinquanta ai centottanta centimetri; tale strumentazione è in grado di rilevare le anomalie nel sottosuolo, ovvero elementi che non risultano componenti naturali del terreno; nella zona di Mont ’e Prama, sarebbero state rilevate ben 56 mila «anomalie»;
   si tratterebbe di pietre di dimensioni superiori a quelle che si dovrebbero trovare in quell'ambiente con un diametro che supera i quindici centimetri e quindi come tali non «naturali»;
   in quell'area, secondo alcune riflessioni, potrebbe essere individuato il più grande santuario dell'isola di epoca tardo nuragica;
   tutto questo è stato abbondantemente divulgato ad ogni livello con la richiesta di immediata acquisizione di quelle aree;
   non solo non sono state acquisite tali aree, ma le soprintendenze, secondo l'interrogante, non hanno fatto quanto necessario per impedire lo sfruttamento delle medesime;
   è stata consentita l'incontrollata aratura e la stessa piantumazione di quelle aree che impediscono, se non con esborsi rilevantissimi, qualsiasi valorizzazione dell'area archeologica;
   nel 2010 il Ministro dei beni e delle attività culturali pro tempore, su sollecitazione dell'interrogante, decise uno stanziamento rilevante per la valorizzazione dei giganti di Mont ’e Prama definendo un protocollo d'intesa che prevedeva la promozione di un vero e proprio compendio archeologico unitario nell'area del Sinis;
   gli stanziamenti esistenti risultano esauriti;
   in questo quadro deve essere attuato il progetto di musealizzazione all'aperto di quell'area che consenta anche con le nuove tecniche digitali e virtuali di far rinascere in quel contesto il più grande museo a cielo aperto della civiltà nuragica;
   occorre acquistare le aree private e consentire che nessuno possa rivendicare il premio di rinvenimento che sostanzialmente impedisce per mancanza di fondi di attivare nuovi scavi;
   gli archeologi sostengono che una necropoli non giustifichi statue di dimensioni pari a quelle già trovate, a conferma che la Sardegna era una terra di uno straordinario livello culturale con notevoli risorse, e propongono politiche di scambio a livello internazionale;
   con queste ricerche viene riconosciuto il ruolo fondamentale della Sardegna nella storia del Mediterraneo di quel periodo storico –:
   se non ritenga di dover assumere iniziative per stanziare urgenti risorse al fine di acquisire l'intera area oggetto del compendio archeologico, bloccando le speculazioni e individuando, per quanto di competenza, i responsabili di eventuali autorizzazioni ad arature e piantumazioni rilasciate dalle strutture statali competenti;
   se non ritenga di dover dar seguito agli impegni già assunti dallo Stato al fine di promuovere e valorizzare un progetto complessivo di musealizzazione all'aperto che possa fare dell'area una grande attrattiva nel cuore del Mediterraneo.
(5-09838)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 gennaio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-09838

  Mi riferisco all'interrogazione parlamentare con cui l'On.le Pili, chiede quali iniziative il Ministero intende avviare per garantire la valorizzazione del sito archeologico di Mont'e Prama.
  Intervengo con piacere sul tema del sito archeologico di Mont'e Prama (a Cabras, in provincia di Oristano) poiché consente a questa Amministrazione di proseguire, con l'onorevole Pili, un'interlocuzione, avviata sin dal 2010, che parte dallo scenario generale e arriva agli sviluppi della vicenda, dal rinvenimento delle statue alle diverse campagne di scavo, dal restauro al progetto espositivo e alla realizzazione delle esposizioni nei musei di Cagliari e Cabras, fino alla ripresa dei lavori di scavo durante gli anni 2014-2016 e ai futuri progetti.
  In primo luogo vorrei rammentare che il complesso archeologico di Mont'e Prama, o più precisamente il suo nucleo centrale interessato dagli scavi eseguiti dal 1975 al 2016, ovvero il Foglio 8, mappale n. 1588, è di proprietà della Confraternita del Rosario di Cabras ed è stato dichiarato d'interesse culturale nel settembre del 2015; inoltre un'ampia area circostante è stata recentemente assoggettata a misure di tutela indiretta, ai sensi dell'articolo 45 del Codice dei beni culturali, con provvedimento del 29 novembre 2016.
  In secondo luogo vorrei rendere noto che nel periodo dal 15 novembre al 9 dicembre 2016 la competente Soprintendenza archeologica ha eseguito, per la prima volta, saggi di scavo archeologico nei terreni privati posti a Nord, a Sud e a Ovest del terreno della Confraternita del Rosario di Cabras (ovvero i mappali 1586, 1700, 1709), previa occupazione temporanea ai sensi dell'articolo 88, comma 2, del Codice dei beni culturali. L'intervento, curato dalla Soprintendenza Archeologia della Sardegna, ha comportato una spesa complessiva di 18.500 euro, gravante sui fondi ordinari per l'annualità 2015.
  Ho voluto precisare questa circostanza proprio al fine di dimostrare che è stato nello svolgimento del proprio compito istituzionale che il Ministero ha disposto comunque la verifica della sussistenza di un valore archeologico dei terreni in argomento, poiché le occasionali ricognizioni eseguite dagli anni ’70 in poi non avevano rivelato chiare emergenze archeologiche, come pure le ricognizioni più sistematiche e le indagini geofisiche eseguite nel 2014.
  Si è pertanto proceduto ad eseguire saggi di scavo (in totale sono state scavate nove trincee) al fine di avere elementi di valutazione obiettiva a disposizione.
  Nel dettaglio: le quattro trincee scavate nella vigna a Nord hanno seguito la direzione del supposto prolungamento della necropoli, che nel terreno della Confraternita del Rosario ha un andamento quasi perfettamente rettilineo lungo il margine orientale di una via funeraria. Alcune tombe a pozzetto sono apparse solo nelle prime due trincee; si può ipotizzare che a meno di 10 metri dalla recinzione la necropoli termini, mentre la strada prosegue verso Nord. Anche le sculture sembrano esaurirsi in pochi metri, a giudicare dai pochissimi e piccolissimi frammenti di calcare tenero individuati.
  Quattro trincee sono state scavate a Sud, anch'esse nella direzione del supposto prolungamento della necropoli. In questo tratto sono emerse ancora tombe a pozzetto ed alcune sculture in buono stato di conservazione fino a circa 25 metri dalla recinzione, mentre l'ultima trincea (a 35 metri) sembra segnare una forte rarefazione dei frammenti scultorei, e quindi la probabile estremità meridionale della necropoli. Anche in questo caso, la strada funeraria prosegue verso Sud.
  Infine, una trincea è stata scavata a Ovest del terreno della Confraternita del Rosario. Essa ha rivelato il prolungamento rettilineo, per almeno 4 metri, del lungo muro nuragico messo in luce nell'estate 2016, che prosegue ulteriormente verso Nord-ovest senza poter precisare il limite settentrionale.
  Al termine dei lavori, la Soprintendenza ha restituito ai proprietari e alle normali attività agricole i terreni interessati dai saggi di scavo, preannunciando l'estensione delle aree da assoggettare a dichiarazione d'interesse culturale.
  Infatti i terreni in argomento sono stati spietrati e arati ininterrottamente da tempo immemorabile fino ad oggi. A Ovest e a Sud prosegue la tradizionale cerealicoltura con arature a bassa profondità, mentre a Nord il vigneto di recente impianto interessa uno spessore di humus superficiale perfino più sottile dello strato solcato dalle precedenti arature, come è stato rilevato nei descritti saggi di scavo. Non è superfluo infine ricordare che il terreno della Confraternita del Rosario, recintato a cura e spese della Soprintendenza archeologica nell'anno 2015, è stato arato per l'ultima volta nel 1977.
  Mi riferisco ora al protocollo d'intesa siglato l'11 dicembre 2011 tra la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna, la Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano, la regione Sardegna e il comune di Cabras che prevedeva la realizzazione del Sistema museale di Mont'e Prama con sedi espositive a Cagliari e a Cabras e un centro di documentazione a Sassari. Tutti gli interventi previsti sono attualmente in corso.
  Sul terreno, la Soprintendenza ha appena concluso, oltre ai saggi di scavo nei terreni privati sopra descritti, anche una grande campagna di scavo e sistemazione del nucleo centrale del sito (il terreno della Confraternita del Rosario), finanziata con fondi ARCUS (maggio 2015-ottobre 2016). Per la prossima primavera è previsto l'inizio di una nuova campagna triennale di scavo finanziata dalla Fondazione di Sardegna, che sarà condotta congiuntamente dalla Soprintendenza e dall'Università di Sassari sulla base della convenzione approvata dalla Direzione Generale Archeologia a febbraio del 2016. La Fondazione di Sardegna ha finanziato anche un programma triennale di ricerche dedicate alla protezione, conservazione e restauro del sito archeologico e alla sua organizzazione per la futura fruizione, che saranno svolte da due dipartimenti della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari col coordinamento della nostra Soprintendenza.
  In conclusione, è ora possibile iniziare a definire gli sviluppi futuri di un grande progetto per Mont'e Prama, a cominciare da un piano di acquisizione dei terreni privati che dovrà essere basato su informazioni precise e su realistici programmi di esplorazione e valorizzazione. Al momento il comune di Cabras ha avviato un'iniziativa tendente a permutare i terreni privati di Mont'e Prama con terreni comunali dislocati in altre aree. Anche la Regione Autonoma della Sardegna ha avviato un piano di acquisizione. I nostri Uffici sul territorio, ovvero la Soprintendenza e il Segretariato regionale, stanno a loro volta valutando la proposta di intervento dello stesso Ministero.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

archeologia

sito storico

preparazione del terreno