Legislatura: 17Seduta di annuncio: 653 del 13/07/2016
Primo firmatario: MATARRESE SALVATORE
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 13/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 13/07/2016 MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 13/07/2016 OLIARO ROBERTA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 13/07/2016 VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 13/07/2016 CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 13/07/2016 VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 13/07/2016 FITZGERALD NISSOLI FUCSIA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/07/2016
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 13/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 14/07/2016 Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA RISPOSTA GOVERNO 14/07/2016 Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE) REPLICA 14/07/2016 Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
DISCUSSIONE IL 14/07/2016
SVOLTO IL 14/07/2016
CONCLUSO IL 14/07/2016
MATARRESE, GALGANO, MONCHIERO, OLIARO, VEZZALI, CATANIA, VARGIU e FITZGERALD NISSOLI. —
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
l'Umbria, il cuore verde d'Italia, dopo trent'anni di loschi silenzi, scopre all'improvviso, di avere la sua «terra dei fuochi»;
il dato preoccupante è che la terra dei fuochi dell'Umbria non è in un'area circoscritta attorno a un'unica zona, ma è diffusa sul territorio che risulta, così, profondamente sfigurato;
si trova, infatti, dentro e attorno alle discariche attive e non più attive dalla metà del secolo scorso;
stando ai lavori della commissione di inchiesta sui rifiuti suffragati dai risultati delle analisi compiute dall'Arpa, l'Agenzia regionale di protezione ambientale, in 108 punti dei terreni nelle vicinanze delle discariche è stata accertata la presenza di sostanze altamente inquinanti come fanghi di scarti industriali e trielina;
nella Valnestore si contano, stando almeno alle dichiarazioni ufficiali, quattro milioni di metri cubi di ceneri sotterrate negli anni;
una situazione che, nel corso degli ultimi cinquant'anni, sarebbe finita per danneggiare anche molte falde acquifere della regione: nell'area centrale si conta, infatti, per quanto non accessibile e non visibile dalla strada, ma ben conosciuto dagli abitanti della zona, un «lago nero», dalle acque di color antracite e privo di fauna ittica;
questo è quanto emerge dall'attività della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti che, poco tempo fa, ha fatto tappa nella regione, prima a Terni, poi a Perugia e Orvieto, per fare il punto sulle indagini scattate sulla gestione dei rifiuti in Umbria;
una gestione, tra l'altro, sulla quale potrebbe aver allungato le mani una criminalità di stampo mafioso;
aspetto non trascurabile è poi quello relativo all'aumento di tumori e altre gravi patologie registratosi negli ultimi anni nella regione Umbria, altamente imputabile alla presenza di tali sostanze tossiche sul territorio: nella mappa interattiva del registro tumori umbro di popolazione (Rtup), nel periodo compreso tra il 2004 e il 2011, il territorio compreso tra le frazioni di Pietrafitta e Tavernelle (Panicale) e il capoluogo di Piegaro, per i nuovi casi di tumore, si tinge di rosso;
si tratta di un dato per il quale è al momento impossibile stabilire una correlazione legata a fattori ambientali ma comunque difficile da smentire, perché parla chiaro e forte e si fa largo tra i tantissimi cittadini che, giustamente preoccupati, chiedono certezze per la loro salute;
non bisogna infatti dimenticare che nel novembre 2015 è stata inviata una mail al sindaco di Piegaro, Roberto Ferricelli, nella quale era scritto «Pietrafitta è un paese di 800 persone ed ogni anno abbiamo tra uno e due casi di insorgenza tumore. (...) Ricordiamo tutti le pagine inquietanti della vallata che parlano di emissioni o di gestione di rifiuti con operazioni che hanno modificato anche la morfologia del territorio. Perché non chiediamo e promuoviamo un'indagine? Se poi scopriremo che i dati della vallata sono in linea con la media nazionale staremmo tutti più tranquilli. Se scopriamo che così non è, invece, chiediamo un'indagine sulle possibili fonti nocive»;
l'indagine è stata fatta, tutto il territorio è sotto inchiesta e coperto da segreto istruttorio, ma trapela un primo allarmante risultato: è stata rilevata una quantità di arsenico di 19,8 microgrammi per litro quando il limite consentito è, invece, pari a 10 ed ecco perché, dopo apposita segnalazione di Arpa e Usl, il comune di Panicale ha vergato l'ordinanza che fissa il divieto di uso potabile del pozzo degli impianti sportivi di Tavernelle, impianti che insistono su un deposito di ceneri da carbone provenienti dalla centrale di La Spezia che furono mischiate a quelle della lignite bruciata nella centrale-Enel di Pietrafitta;
dell'ex centrale Enel di Pietrafitta, inoltre, non restano che ruderi e degrado: quando è stata dismessa è stata acquistata dalla Valnestore Sviluppo con l'idea di creare un polo di eccellenza sulle energie rinnovabili;
oggi, di quel progetto, non rimane più nulla: palazzine in crollo, edifici in degrado ed è ancora visibile l'area dove venivano stoccati i rifiuti speciali e pericolosi;
si è sicuramente di fronte a chiari indizi di come questo territorio è stato sottoposto a fortissimi rischi ambientali, senza un definitivo riassetto dei luoghi al termine di quelle attività, con potenziali pericolosi effetti sulla salute;
si moltiplicano, dunque, le sottoscrizioni del comitato «Soltanto la salute» voluto con vigore dai cittadini e pronto a mettere in campo anche analisi private sullo stato dell'ambiente del Valnestore per rivendicare i diritti delle persone colpite da gravi patologie e per evitare il diffondersi del tasso tumorale –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere, anche per il tramite del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, per avviare, tempestivamente, analisi approfondite al fine di comprendere l'esattezza dei confini di questo grave danno ambientale e, soprattutto, al fine di provvedere alla messa in sicurezza dei siti danneggiati, così da restituire al territorio l'immagine di alto pregio ambientale che le appartiene.
(5-09148)
Lo scorso aprile, il personale del Corpo Forestale dello Stato di Città della Pieve ha effettuato un sopralluogo congiunto con Arpa Umbria e i Vigili del Fuoco di Piegaro, al fine di effettuare una campagna di indagini e prelievi sulle matrici ambientali, che ha individuato un'area dove è evidente la presenza di rifiuti e di cenere grigia e di un fosso di scolo di acque dalla colorazione rossastra.
Sono state condotte anche indagini documentali ed è emerso che nel territorio della Valnestore, ceneri provenienti dalle centrali Enel di Pietrafitta e di La Spezia sono state usate come materiale da rilevato nel Campo Sportivo intercomunale e nella zona industriale «La Potassa», del comune di Piegaro.
La Procura della Repubblica Perugia, a maggio 2016, a seguito di denuncia, ha delegato il N.O.E. di Perugia a svolgere specifiche verifiche con ARPA Umbria, e ASL Perugia.
Dalle indagini tecniche sono emersi elementi riconducibili all'avvenuto utilizzo di vari terreni agricoli per lo smaltimento di ceneri di combustione e altre tipologie di rifiuti in corso di classificazione e quantificazione, non ricompresi tra quelli censiti e quindi mai assoggettati alle previste procedure di salvaguardia ambientale. È emerso, inoltre, il superamento delle «CSC» per i parametri: «selenio», «vanadio», «boro», «floruri», «cod», «nichel» e «nitrati», riguardo le ceneri rinvenute; «arsenico», «ferro» «solfati» e «manganese», per le acque sotterranee prelevate da due pozzi ubicati in Panicale e Piegaro.
I terreni oggetto di accertamento, allo stato adibiti alla coltivazione di colture arboree, ricadono nel Comune di Piegaro, già di proprietà dell'ENEL S.p.A., e attualmente riconducibili alla società «Valnestore Sviluppo S.r.l.», nonché a privati cittadini residenti nell'area.
Il 15 giugno 2016, il N.O.E. di Perugia ha dato esecuzione al Decreto di Sequestro Preventivo d'Urgenza emesso, dalla Procura della Repubblica di Perugia con riferimento ai terreni individuati e ai due pozzi sopra indicati. L'Autorità Giudiziaria ha ipotizzato – al momento contro ignoti – oltre al reato di disastro ambientale colposo, anche quello di adulterazione di sostanze alimentari colposa, disponendo l'affidamento in custodia giudiziale dei beni in sequestro ai Sindaci dei Comuni di Piegaro e Panicale.
Si precisa, inoltre, che l'ARPA Umbria e l'ASL di Perugia stanno svolgendo le operazioni di carotaggio e salubrità delle colture menzionate, nonché delle matrici ambientali e alimentari che interessano la zona. In tale contesto, il N.O.E. di Perugia è impegnato nelle fasi di vigilanza rispetto alle modalità di raccolta e stoccaggio provvisorio delle colture, da assicurare in attesa del completamento delle indagini analitiche.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):sostanza tossica
gestione dei rifiuti
agente inquinante