ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/09080

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 647 del 05/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO SANDRA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 05/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SECCO DINO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/07/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 05/07/2016
Stato iter:
28/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 28/07/2016
Resoconto SECCO DINO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 28/07/2016
Resoconto ZANETTI ENRICO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 28/07/2016
Resoconto SECCO DINO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 06/07/2016

DISCUSSIONE IL 28/07/2016

SVOLTO IL 28/07/2016

CONCLUSO IL 28/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-09080
presentato da
SAVINO Sandra
testo di
Martedì 5 luglio 2016, seduta n. 647

   SANDRA SAVINO e SECCO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   nella seconda metà del 2015, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza sono state costrette ad azzerare il valore delle proprie azioni poiché non trovavano sottoscrittori disposti ad acquistarle;
   a dicembre 2015, infatti, Veneto Banca aveva fissato il prezzo di recesso delle azioni a 7,30 euro, obbligando, di fatto, gli azionisti che avessero voluto venderle a perdere l'81 per cento del valore di ogni azione (solo ad aprile il valore era 39,50 euro); di seguito la Banca Popolare di Vicenza (i cui vertici risultano indagati per aggiotaggio) ha fissato il prezzo di recesso: 6,30 euro il 90 per cento in meno rispetto ai 62,5 euro a cui le azioni erano state collocate fino all'anno precedente;
   per questi due istituti di credito, l'Esecutivo non ha emanato alcun provvedimento legislativo, né tanto meno ha previsto rimborsi per i clienti e per gli azionisti che, nella maggior parte dei casi, hanno perso i propri risparmi;
   difatti, il decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, recante «disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione», che è stato approvato presso la Camera dei deputati in data 29 giugno scorso, con l'ennesimo voto di fiducia, non ha fatto menzione alcuna dei risparmiatori e azionisti dei predetti istituti di credito;
   da notizie in possesso degli interroganti, la direzione per gli aiuti di Stato della Commissione europea, avrebbe avuto un ruolo decisivo nel richiedere che il valore dei crediti esigibili fosse abbattuto a quasi un quinto del valore iniziale, con la conseguenza di una stima sbagliata che ha prodotto severi effetti nel sistema, portando ad una condizione che vedeva «esacerbare la tensione sul settore del credito e innescare crolli in Borsa»;
   tale episodio si configura, secondo gli interroganti, come una ingerenza da parte della stessa direzione della Commissione europea e una perdita di sovranità dello Stato italiano;
   nell'aprile 2014, Vincenzo Consoli, all'ora amministratore delegato di Veneto Banca, ha ceduto la sua abitazione di Vicenza – una villa palladiana nel cuore della città – a un fondo patrimoniale intestato a se stesso e alla moglie. Una scelta volta a proteggere il patrimonio di famiglia da possibili future azioni giudiziarie;
   oltre al dottor Consoli, vi sarebbero circa un centinaio di persone, tra consiglieri di amministrazione, sindaci e revisori dei conti, coinvolte nello scandalo delle banche popolari;
   vi sarebbe, altresì, il dottor Gianni Zonin, ex presidente della popolare di Vicenza, altro grande istituto cooperativo del Nordest, sotto le indagini della magistratura, con decine di migliaia di soci che hanno visto sparire quasi per intero il loro investimento, che ha ceduto le sue proprietà ai figli; verso il Presidente Zonin e gli altri responsabili della «decadenza» non si è potuto procedere legalmente grazie al voto contrario dell'Assemblea che detiene la maggioranza azionaria (gran parte degli amministratori in carica che in teoria dovrebbero gestire il rinnovamento, sono stati nominati ai tempi della Presidenza Zonin e hanno avallato e sostenuto la disastrosa gestione della banca negli anni passati);
   il 7 luglio 2016, l'assemblea dei soci tornerà a riunirsi per rinnovare il consiglio di amministrazione e, forse, l'azione di responsabilità, nei confronti del dottor Zonin verrà posta all'ordine del giorno, creando così una vera rottura con il passato;
   per la sostituzione del consiglio di amministrazione di Veneto Banca, invece, è dovuta intervenire la vigilanza della Banca centrale europea, che nei mesi scorsi ha richiesto un ricambio completo nelle file degli amministratori, con le eccezione di quelli nominati di recente, quale il Presidente Bolla e il consigliere delegato Cristiano Carrus;
   da ulteriori notizie in possesso degli interroganti, la Banca Popolare di Vicenza ha 118.000 soci e ha valore di 62,5 euro per azione, possedendo circa 6 miliardi di capitale dell'Istituto; detta quotazione ha rappresentato la massima raggiunta, ridotta nel 2015 a euro 48, poi nel 2016 euro 6,3 e infine agli attuali 0,10 centesimi: il capitale di 6 miliardi si è ridotto a 10 milioni di euro;
   a giudizio degli interroganti, la situazione in cui versano i correntisti, gli azionisti, i vicentini e gli investitori tutti non è più sostenibile; è notizia della settimana scorsa un pensionato di Montebello Vicentino (VI), Antonio Bedin, si è suicidato, sembra, per aver perso tutti i risparmi (circa 500.000 euro); è dunque improcrastinabile che vengano adottati tutti gli opportuni provvedimenti affinché la situazione sia celermente risolta prima che vi siano altre persone disperate a compiere gesti estremi –:
   quali orientamenti intenda esprimere il Ministro interrogato, in riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per risolvere le annose problematiche che hanno colpito l'istituto di credito Vicentino e Trevigiano;
   per quali ragioni il Governo abbia preferito sostenere solo taluni istituti di credito sofferenti a discapito di altri, causando così a giudizio degli interroganti notevole disparità di trattamento tra i cittadini, risparmiatori e azionisti delle une e delle altre banche. (5-09080)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 28 luglio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-09080

  Con l'interrogazione immediata in Commissione l'onorevole Savino ed altri chiedono chiarimenti riguardo alla situazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
  Al riguardo, la Banca d'Italia, sentita in proposito, ha preliminarmente osservato che riferimenti in merito alla situazione delle due banche venete e sull'azione di vigilanza svolta dalla Banca d'Italia possono essere desunti dall'audizione tenuta dal Governatore Visco il 16 aprile 2016 presso la 6a Commissione permanente (Finanze e Tesoro) del Senato della Repubblica, nell'ambito dell’«Indagine conoscitiva sulle condizioni del sistema bancario e finanziario italiano e la tutela del risparmio, anche con riferimento alla vigilanza, la risoluzione delle crisi e la garanzia dei depositi europee», nonché dalla Nota tecnica trasmessa, lo scorso 15 aprile, alla Commissione d'inchiesta istituita dal Consiglio Regionale del Veneto per indagare sui fatti che hanno coinvolto il sistema bancario regionale.
  Con riferimento in particolare alla Banca Popolare di Vicenza gli esiti degli accertamenti ispettivi effettuati dalla Banca Centrale Europea nel corso del 2015, mediante un team ispettivo della Banca d'Italia e aventi ad oggetto la gestione e la governance dei rischi di mercato e i profili connessi con l'operatività in azioni proprie, hanno evidenziato diffuse criticità.
  Tali criticità hanno comportato riflessi negativi sotto il profilo patrimoniale (quali la derecognition di una parte significativa del patrimonio legato al fenomeno delle «azioni finanziate» e l’impairment delle quote di alcuni fondi nei quali la banca aveva investito parte del proprio portafoglio), già registrate nella relazione semestrale al 30 giugno 2015 e nel bilancio di esercizio 2015.
  In relazione agli esiti degli accertamenti ispettivi, la BCE ha chiesto formalmente alla banca, ai sensi degli articoli 10 e 16 del Regolamento UE del Consiglio n. 1024/2013, del 15 ottobre 2013 (cosiddetto «Framework Regulation») la trasmissione, tra l'altro, di un piano di rafforzamento patrimoniale volto a riportare i coefficienti patrimoniali al di sopra del livello minimo richiesto nell'ambito della decisione sul capitale. Il Piano presentato dalla Banca Popolare di Vicenza comprende la realizzazione di un aumento di capitale, la trasformazione in società per azioni e la quotazione in Borsa.
  In data 5 marzo 2016 l'Assemblea degli azionisti della banca ha deliberato la trasformazione in società per azioni, un aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro e la quotazione in Borsa delle azioni (tramite un'operazione di Initial Public Offering, IPO).
  Il 26 marzo 2016 l'Assemblea degli azionisti ha ritenuto di non adottare l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori della banca ai sensi dell'articolo 2393, comma 2, codice civile.
  L'intero aumento di capitale deliberato dal Consiglio di Amministrazione, nell'esercizio della delega conferitagli dall'Assemblea Straordinaria della Banca Popolare di Vicenza il 5 marzo 2016, è stato sottoscritto in data 29 aprile 2016 da parte di Quaestio Capital Management SGR spa, promotrice del fondo di investimento alternativo mobiliare di tipo chiuso denominato «Atlante». Per effetto di tale sottoscrizione, il Fondo Atlante detiene una partecipazione nel capitale della Banca pari al 99,33 per cento. È stato in tal modo realizzato il rafforzamento patrimoniale previsto nel piano e richiesto dalla BCE. La mancata costituzione di un adeguato livello di flottante non ha reso possibile la quotazione in Borsa. Il 7 luglio 2016 si è svolta l'Assemblea degli azionisti che ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale.
  Con riferimento a Veneto Banca lo scorso 24 giugno si è chiusa l'offerta globale avente ad oggetto le azioni di Veneto Banca, con la realizzazione dell'aumento di capitale per 1 miliardo di euro deliberato dal Consiglio di Amministrazione, nell'esercizio della delega conferitagli dall'Assemblea Straordinaria di Veneto Banca nella seduta del 19 dicembre 2015.
  L'aumento di capitale è stato sottoscritto pressoché integralmente dal Fondo Atlante, che detiene ora, per effetto di tale sottoscrizione, una partecipazione nel capitale della Banca pari al 97,64 per cento. La mancata costituzione di un adeguato livello di flottante non ha reso possibile la quotazione in Borsa.
  È stato in tal modo realizzato il rafforzamento patrimoniale previsto nel piano richiesto dalla BCE; il nuovo assetto proprietario darà avvio a un processo di modifica degli assetti di governante che si realizzerà con il ricambio degli organi sociali, previsto entro settembre 2016.
  La Banca d'Italia ha precisato che, come emerge anche dal comunicato stampa diffuso dall'intermediario lo scorso 28 giugno, Veneto Banca ha convocato per il prossimo mese di settembre l'assemblea dei soci, al fine di deliberare in merito all'esperimento dell'azione di responsabilità, mentre risulta prevista per il prossimo 8 agosto l'assemblea per la nomina dei nuovi organi sociali.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

fissazione dei prezzi

banca popolare

credito legale