ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08995

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 641 del 24/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 24/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELILLA GIANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 24/06/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 24/06/2016
Stato iter:
06/09/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/09/2017
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 06/09/2017
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/06/2016

DISCUSSIONE IL 06/09/2017

SVOLTO IL 06/09/2017

CONCLUSO IL 06/09/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08995
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo di
Venerdì 24 giugno 2016, seduta n. 641

   ZACCAGNINI e MELILLA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   l'Aifo, l'Associazione Italiana Frantoiani Oleari, ha appena raggiunto un accordo con la grande distribuzione affinché l'olio di frantoio arrivi sugli scaffali dei supermercati con una precisa etichetta distintiva;
   in data 20 maggio 2016 il quotidiano «La Repubblica» pubblicava un articolo a firma di Rosaria Amato, dal titolo «L'olio di frantoio arriva al supermercato» nel quale si descriveva come: «[...]Siamo noi il vero made in Italy» «Dalla prossima campagna accanto ai vari oli “da olive europee” debutterà dunque l'etichetta dell'olio extravergine artigianale di frantoio, pensata per rendere chiaro sugli scaffali dei supermercati le caratteristiche del prodotto. Del progetto si discute il 20 e il 21 a Montefiascone (Viterbo), in occasione del Congresso che celebra i 20 anni dell'Aifo. “Abbiamo una tavola rotonda con i rappresentanti della Gdo (grande distribuzione organizzata, ndr.) per definire meglio le condizioni. Non vogliamo scontrarci con i produttori industriali, vogliamo soltanto che le differenze siano chiare e che il consumatore sia libero di scegliere consapevolmente”, dice il presidente di Aifo Piero Gonnelli. La definizione di olio extravergine d'oliva è davvero troppo poco, afferma l'Aifo. “Le condizioni igienico sanitarie, il sistema di controlli e i costi di produzione in molti Paesi dai quali importiamo olio – osserva Gonnelli – sono profondamente diverse rispetto a quanto avviene in Italia”. E di quest'olio importato in Italia ne arriva molto: nel 2015, 599.600 tonnellate per un valore di 1,8 milioni di euro, il 22,6 per cento in più rispetto al 2014, con un aumento del 245 per cento rispetto all’import dalla Tunisia, seguita da Marocco e Grecia. “Noi frantoiani – conclude Gonnelli – siamo il baluardo dell'olio Made in Italy, siamo gli unici a produrlo utilizzando soltanto materia prima nazionale e metodi tradizionali che assicurano un alimento buono e sano. Chiediamo pertanto una normativa che riconosca la centralità dei frantoi nella filiera produttiva dell'olio, che faccia chiarezza sulla provenienza e consenta ai consumatori di distinguere il prodotto artigiano dei nostri frantoi rispetto al resto della produzione”»;
   l'olio artigianale vale il 26 per cento del mercato, ma la distribuzione in effetti rappresenta il punto debole della produzione dei frantoi, che stenta ad arrivare in modo comodo al consumatore. E un'etichetta dettagliata certo giustificherebbe ampiamente le differenze di prezzo: un olio extravergine con olive di provenienza straniere al supermercato può costare anche 5 euro, ma un olio extravergine di frantoio, assicurano i produttori, non può costare meno di 8 euro al litro. In Italia esistono quasi 5000 frantoi, con 43 marchi dop e igp. La maggioranza si trova in Puglia, seguita da Calabria, Sicilia, Toscana e Campania. I produttori aspirano a uscire definitivamente dalla «nicchia», sottolinea il direttore Aifo Giampaolo Sodano: «Non solo non funziona, ma crea un indebito vantaggio ai prodotti speculativi dell'industria che, sfruttando le virtù e le qualità dei prodotti artigianali, ne hanno capitalizzato gli aspetti qualitativi, assumendone spesso i connotati, e vincendo la partita sul piano economico»;
   la presenza dell'annata di produzione o campagna olearia, è garanzia che l'olio che stanno consumando proviene solo da olive spremute quell'anno, escludendo quindi olio vecchio. Inoltre, non applicandosi l'obbligatorietà alle miscele di oli comunitari, l'anno di produzioni sarà probabilmente molto più legato al mondo della produzione che non a quello dell'imbottigliamento e dell'industria olearia –:
   se il Ministro interrogato reputi opportuno fare proprie richieste dell'Aifo, l'Associazione italiane frantoiani oleari, affinché l'olio di frantoio arrivi sugli scaffali dei supermercati con una precisa etichetta distintiva e trasparente per evitare inganni e frodi a danno dei consumatori e delle aziende;
   se il Ministro interrogato non reputi opportuno farsi portavoce, in sede europea dell'esigenza che la legislazione, per quel che concerne l'etichetta degli alimenti, si orienti verso modifiche che siano il più possibile chiare ed esplicative, sia per tutelare i prodotti artigianali made in Italy, sia per incentivare un consumo consapevole rispettando il diritto dei cittadini ad essere informati. (5-08995)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 settembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-08995

  Premetto che questo Ministero attribuisce da sempre al settore della produzione e della commercializzazione dell'olio una rilevante importanza, trattandosi di una delle produzioni di qualità più rappresentative del Made in Italy. La trasparenza dell'etichetta e la massima informazione del consumatore sono due assi centrali dell'azione di questo Ministero e le iniziative che vanno in questa direzione meritano un lavoro di approfondimento in sede nazionale e europea.
  Ricordo poi che in armonia con la normativa comunitaria di settore, la designazione dell'origine che indica uno Stato membro o l'Unione corrisponde alla zona geografica nella quale le olive sono state raccolte e in cui è situato il frantoio in cui l'olio è stato estratto. Pertanto, sia l'olio extravergine di oliva, che quello vergine, per potersi fregiare dell'origine italiana devono essere obbligatoriamente ottenuti da olive prodotte e molite in Italia.
  Per entrambe le tipologie di olio, l'operatore può riportare l'indicazione dell'annata in etichetta solo quando il 100 per cento del contenuto dell'imballaggio proviene da tale raccolta secondo la normativa comunitaria vigente.
  Rilevo altresì che in Italia è attivo il «registro telematico degli olii» che gli operatori della filiera olearia sono obbligati a detenere per ogni stabilimento e deposito e nel quale vengono annotati le produzioni, i movimenti e le lavorazioni sulle olive, la sansa e gli olii d'oliva, indipendentemente se di origine estera o nazionale.
  Tale registro è incardinato nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) e, dunque, costituisce un sistema di tracciabilità omogeneo e puntuale della filiera olearia.
  Infine, in aggiunta al recente aggiornamento del sistema sanzionatorio in armonia con la normativa europea, tengo a precisare che l'ispettorato Centrale della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) è costantemente impegnato a garantire il rispetto delle regole nell'ambito della filiera produttiva, per salvaguardare produttori e consumatori dall'eventuale commercializzazione di alimenti contraffatti o falsamente etichettati come «italiani».
  Di qui la collaborazione avviata con l'Agenzia delle Dogane e il Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, che consente di ottimizzare l'attività di monitoraggio dei flussi di introduzione dei prodotti agroalimentari provenienti da paesi terzi per evitare fraudolente commercializzazioni di alimenti falsamente dichiarati «italiani».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

produzione artigianale

protezione del consumatore

denominazione di origine