ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08977

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 640 del 22/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 22/06/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 22/06/2016
Stato iter:
23/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 23/06/2016
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 23/06/2016
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 23/06/2016
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/06/2016

SVOLTO IL 23/06/2016

CONCLUSO IL 23/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08977
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Mercoledì 22 giugno 2016, seduta n. 640

   PAGLIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   con il decreto-legge n. 183 del 2015, il cui contenuto è confluito nella legge di stabilità 2016, è stata avviata la procedura di risoluzione per quattro banche italiane, ovvero la Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, la Banca Marche, la CariChieti e la Cassa di Risparmio di Ferrara;
   questo ha significato il conferimento delle attività in sofferenza ad una «bad bank», di tutte le altre ad una «banca ponte» fino alla cessione, e l'azzeramento del valore di 2 miliardi di azioni e 1 di obbligazioni subordinate;
   la scelta di percorrere la via della risoluzione fu motivata con l'adozione della direttiva BRRD, che tuttavia avrebbe avuto effetto solo dal 1o gennaio 2016, e soprattutto con l'opposizione della Commissione europea, che avrebbe considerato aiuto di Stato l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi per la ricostituzione del capitale sociale degli istituti in difficoltà;
   venne allora citata una corrispondenza fra Governo e Commissione, e venne richiamata in particolare la comunicazione 2013/C 216/01, con la quale l'Unione europea dichiarava inammissibile qualunque intervento pubblico che non prevedesse preliminarmente l'azzeramento del valore di azioni e obbligazioni subordinate;
   si sostenne che l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi appartenesse appunto alla categoria degli interventi vietati, nonostante una comunicazione non abbia valore normativo e nonostante questo raccolga capitale da privati, anche se per obbligo di legge;
   in queste ore, dopo un lungo commissariamento, è stata individuata una soluzione per Cassa di Risparmio di Cesena, che prevede l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi per una ricapitalizzazione tramite aumento di capitale di euro 280 milioni di euro;
   in questo contesto si produrrà un sostanziale azzeramento del valore delle azioni storiche, che passeranno da 19 euro del 2014 a 10-80 centesimi, e la proprietà passerà al Fondo, che ne gestirà la cessione ad altro operatore del settore;
   all'assemblea dei soci del 28 giugno 2016 sarà tuttavia proposta l'assegnazione di warrant gratuiti nel numero di 4 o 5 per ogni azione agli attuali azionisti al valore di 50 centesimi, da convertire poi eventualmente in azioni nei prossimi 5 anni;
   si produrrà così la soluzione proposta da molti anche per gli azionisti delle 4 banche sottoposte a risoluzione e che il Governo ha sempre rifiutato di adottare;
   è comunque evidente come si renda possibile nel giugno 2016, dopo la piena entrata in vigore della direttiva «BRRD», ciò che non si volle considerare nel novembre 2015, ovvero l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi, la tutela piena degli obbligazionisti, la corresponsione di warrant agli azionisti –:
   quale sia la posizione del Governo sulla questione e sulla base di quali presupposti sia stata assunta, atteso che potrebbe determinarsi una palese disparità di trattamento, in assenza di novità normative significative, fra le quattro banche avviate a risoluzione e Cassa di risparmio di Cesena. (5-08977)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 giugno 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-08977

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'On. Giovanni Paglia pone quesiti in ordine all'intervento del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (FITD) per la ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio di Cesena.
  Al riguardo, la Banca d'Italia ha precisato che, nel caso della Cassa di Risparmio di Cesena, il sostegno del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (FITD) avviene attraverso uno schema di intervento cui aderiscono le banche consorziate su base totalmente volontaria.
  L'attivazione di tale meccanismo non presuppone alcuna autorizzazione da parte delle Autorità Pubbliche, essendo solo subordinata alla libera determinazione degli Organi preposti alla gestione dello schema. Gli interventi in questione sono, quindi, esclusi dall'ambito di applicazione della disciplina in materia di aiuti di Stato, in quanto sono basati sulla volontarietà dell'adesione delle banche.
  Le risorse finanziarie necessarie agli interventi dello schema volontario sono raccolte presso le sole banche che decidano di aderirvi e rappresentano una dotazione aggiuntiva ed autonoma rispetto alla contribuzione (ordinaria e straordinaria) dello schema obbligatorio; dette risorse, quindi, confluiscono in un fondo separato da tutte le altre attività del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e dotato di un autonomo sistema di governance.
  La Cassa di Risparmio di Cesena, dal 9 febbraio 2015 al 24 luglio 2015 è stata sottoposta ad accertamenti ispettivi, che si sono conclusi con risultanze sfavorevoli, in conseguenza del permanere di carenze nei sistemi di governo e controllo e dell'elevata rischiosità creditizia, con impatti significativi sulla situazione economico-patrimoniale.
  Contestualmente ai rilievi ispettivi, è stata consegnata alla banca la lettera di situazione aziendale, nella quale si chiedeva tra l'altro di: 1) accelerare la ricerca di un partner bancario con cui realizzare un progetto di integrazione; 2) effettuare un'aggiornata valutazione dell'intero portafoglio crediti; 3) predisporre un piano di progressivo smobilizzo degli attivi deteriorati; 4) realizzare un adeguato aumento di capitale, alla luce dei risultati di bilancio 2015 e delle possibili perdite da cessione dei crediti non performing.
  La banca, anche in considerazione dell'elevato ammontare di crediti deteriorati in portafoglio, non è riuscita a individuare una soluzione di mercato che consentisse il successo del richiesto aumento di capitale, necessario per la messa in sicurezza dell'intermediario.
  La Cassa di Risparmio di Cesena ha dovuto, pertanto, richiedere un intervento dello schema volontario del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi mediante sottoscrizione di un aumento di capitale per un importo quantificato in euro 280 mln, dopo una due diligence effettuata dal fondo stesso. Detto intervento, deliberato a metà giugno, è ancora in corso di realizzazione e mira ad assicurare il ripristino dei requisiti patrimoniali di vigilanza, a supportare il piano di ristrutturazione e rilancio aziendale, a beneficio del sostegno al tessuto economico locale.
  Con riferimento allo specifico quesito posto nell'atto parlamentare in esame, la Banca d'Italia ha precisato che lo schema volontario risultava di fatto non operativo al momento dell'avvio delle misure di risoluzione avverso le quattro banche.
  Infine, secondo quanto espressamente previsto dallo Statuto del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi, detto schema può operare solo a favore delle banche aderenti, nei confronti delle quali la Banca d'Italia abbia adottato misure di intervento precoce ovvero abbia dichiarato lo stato di dissesto o il rischio di dissesto; è richiesto, altresì, che sussistano concrete prospettive di risanamento della banca e, nel caso in cui sia stato dichiarato il dissesto o il rischio di dissesto, che la Banca d'Italia – ricorrendone le condizioni – abbia disposto il burden sharing (riduzione/conversione degli strumenti di capitale in capitale primario di classe 1).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

aiuto di Stato

banca