Legislatura: 17Seduta di annuncio: 632 del 26/05/2016
Primo firmatario: SANGA GIOVANNI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO 30/05/2016 NICOLETTI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 30/05/2016
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 26/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 14/07/2016 Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE) REPLICA 14/07/2016 Resoconto SANGA GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/05/2016
APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 07/06/2016
DISCUSSIONE IL 14/07/2016
SVOLTO IL 14/07/2016
CONCLUSO IL 14/07/2016
SANGA, ZAMPA, NICOLETTI. —
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
. — Per sapere – premesso che:
Ali Mohammed al-Nimr è stato condannato in Arabia Saudita alla decapitazione, alla crocifissione e alla putrefazione del corpo in pubblico, per aver partecipato nel 2011, durante la cosiddetta Primavere arabe – quando aveva solo 17 anni, ad una manifestazione contro il Governo;
Al-Nimr è in prigione dal febbraio 2012 e, è stato condannato, in via definitiva nel settembre 2015, per vari reati, tra cui la sommossa, l'incitamento alla rivoluzione contro il re dell'Arabia Saudita e il possesso d'armi. Secondo quanto appurato dalle organizzazioni non governative internazionali che si sono interessate al caso, il processo non ha garantito i diritti minimi dell'imputato, al ragazzo è stato negato un avvocato e lo stesso al-Nimr ha ammesso di aver subito torture;
in base a convenzioni internazionali, il Governo saudita non può condannare a morte un ragazzo che ha compiuto i reati di cui è accusato quando aveva meno di 18 anni poiché ogni sentenza che impone la pena di morte a minorenni al momento del reato, nonché la loro esecuzione, è incompatibile con gli obblighi internazionali a cui anche l'Arabia Saudita ha aderito, soprattutto in considerazione del fatto che proprio nel mese di giugno 2015 l'ambasciatore saudita Faisal bin Hassan Trad è diventato presidente del gruppo consultivo del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite;
nonostante il nuovo ruolo nell'ambito dell'Onu, la situazione dei diritti umani in Arabia Saudita resta ancora molto lontana dagli standard del diritto internazionale: l'Arabia Saudita è il Paese con il più alto numero di violazioni dei diritti umani accertate da organi internazionali indipendenti, tra cui l'Onu stesso, nonché il Paese che detiene il record mondiale di esecuzioni capitali;
il caso di Al-Nimr ha smosso l'opinione pubblica internazionale che chiede, attraverso una vera e propria mobilitazione, sia istituzionale che sociale, l'annullamento della condanna a morte;
Ali è figlio di un attivista politico e nipote dello sceicco Nimr Baqr al-Nimr, un membro del clero sciita, anche lui condannato a morte nel 2014 per aver assunto la guida del movimento di protesta dell'est del Paese, dove la maggioranza sciita si oppone alla politica della casa regnante sunnita –:
quali iniziative il Governo intenda intraprendere nelle sedi internazionali e nei rapporti diplomatici bilaterali con l'Arabia Saudita per dissuadere le autorità saudite dall'eseguire la sentenza di condanna, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali a tutela dei minori. (5-08799)
L'Italia segue da sempre con attenzione la situazione dei diritti umani in Arabia Saudita e continua a sostenere le iniziative volte a incoraggiare progressi in materia di diritti umani, con particolare riferimento alle aree di azione prioritarie del nostro Paese, quali l'abolizione della pena di morte.
L'Italia solleva il tema dell'uso della pena di morte sia nelle occasioni di incontro bilaterale con le autorità saudite, sia nelle opportune sedi multilaterali, in linea con l'impegno del nostro Paese per la promozione di una moratoria universale della pena di morte. Si tratta di un impegno che ci spinge a lavorare insieme con i nostri partner con approccio costruttivo e inclusivo, per assicurare un sempre più ampia ed efficace tutela dei diritti umani, nel rispetto degli obblighi internazionali esistenti.
Ricordo che, in occasione del secondo ciclo della Revisione Periodica Universale cui l'Arabia Saudita si è sottoposta nell'ottobre 2013, il nostro Paese ha raccomandato l'attuazione di una moratoria delle esecuzioni capitali (raccomandazione di cui il Paese ha preso nota) e il rafforzamento della trasparenza e pubblicità dei processi giudiziari che possono portare ad una condanna a morte (raccomandazione accettata).
Sul caso specifico menzionato dall'Onorevole interrogante, ricordo che Ali Mohamed Al-Nimr, figlio di un dignitario della provincia sciita di Qatif, è stato arrestato nel 2012, quando aveva 17 anni, nel corso di manifestazioni antigovernative. Al-Nimr è stato condannato a morte nel maggio 2014 e in via definitiva nel settembre 2015.
A tale riguardo, vorrei rassicurare che la Farnesina, anche attraverso la nostra Ambasciata a Riad, continua a seguire la vicenda in stretto coordinamento con le Rappresentanze diplomatiche degli altri Stati membri UE e con la delegazione dell'Unione Europea in loco. Con i partner europei siamo anche impegnati a definire in maniera coordinata le modalità di intervento più opportune, sia sul caso di Ali Al-Nimr che di altri casi di particolare sensibilità.
Ricordo che su questa vicenda, l'Italia ha anche sostenuto con convinzione i passi informali compiuti da parte dell'UE presso le autorità saudite, finalizzate ad acquisire elementi aggiornati sulla situazione di Al-Nimr e ad auspicare una soluzione positiva della vicenda.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):diritti umani
pena di morte
militante politico