ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08420

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 609 del 19/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: ROSTELLATO GESSICA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 19/04/2016
ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 19/04/2016
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 19/04/2016
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 19/04/2016
CAMANI VANESSA PARTITO DEMOCRATICO 19/04/2016


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 19/04/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 03/08/2016
Resoconto ROSTELLATO GESSICA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/04/2016

SOLLECITO IL 15/07/2016

DISCUSSIONE IL 03/08/2016

SVOLTO IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08420
presentato da
ROSTELLATO Gessica
testo di
Martedì 19 aprile 2016, seduta n. 609

   ROSTELLATO, NARDUOLO, ZAN, NACCARATO, MORETTO e CAMANI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il fenomeno dell'abusivismo e della concorrenza sleale nel settore dell'acconciatura e dell'estetica ha assunto nel nostro Paese dimensioni molto preoccupanti con danni evidenti per la categoria, per i consumatori e per tutta la collettività;
   in passato l'attività abusiva nel settore del benessere era, in primis marginale, in secondo luogo ad appannaggio esclusivo di qualche dipendente/pensionato che per arrotondare lo stipendio svolgeva il lavoro a domicilio. Oggi purtroppo, con una crisi in atto assai pesante, i soggetti che operano senza requisiti e sconosciuti al fisco, sono aumentati vertiginosamente;
   spesso sono ex acconciatori o estetiste che cessano l'attività regolare e continuano a operare abusivamente, allestendo veri d propri negozi in casa o girando con la valigetta, oppure sono dipendenti di saloni che, dopo l'orario lavorativo, eseguono le prestazioni nelle case dei clienti. Diversi, ma altrettanto gravi, sono i fenomeni dei centri gestiti da cittadini di nazionalità cinese che dietro prezzi irrisori, nascondono tutta una serie di irregolarità che devono essere sanzionate e di alcuni centri estetici che si potrebbero definire a luci rosse, che compromettono gravemente l'immagine dell'intera categoria delle estetiste;
   un'indagine fatta da CNA rivela che gli abusivi sono circa un terzo degli operatori sul territorio. L'abusivismo non danneggia soltanto le imprese regolari, ma ha anche un effetto devastante sulla comunità nel suo complesso in termini di «costi sociali». Basti pensare all'ammontare delle tasse non pagate, dei contributi non versati e all'impatto che l'abusivismo ha sui servizi sociali, di cui magari l'abusivo stesso usufruisce a piene mani, perché risultante disoccupato;
   purtroppo, occorre segnalare che vi è ancora poca consapevolezza da parte dei consumatori, del rischio che corrono in termini di danno per la propria salute, quando si affidano a operatori non qualificati (che non hanno l'abilitazione richiesta dalla legge) che non rispettano i requisiti igienico-sanitari e che non sono in grado di offrire garanzie sotto il profilo dei prodotti e delle attrezzature utilizzate;
   è necessario garantire operatori qualificati, rispetto delle norme di igiene e sanità pubblica, aggiornamento continuo sull'uso delle apparecchiature a uso estetico e sull'utilizzo di prodotti cosmetici a norma;
   per contrastare questo comportamento che, nonostante tutte le possibili giustificazioni, genera concorrenza sleale nei confronti delle imprese che operano nella legalità, la CNA sull'intero territorio nazionale ha avviato indagini sul fenomeno e campagne di pubblica sensibilizzazione, rivolte a informare il mercato sui possibili rischi nell'usufruire di servizi offerti abusivamente. CNA ha firmato protocolli d'intesa con sindaci, prefetti, comandi dei carabinieri, guardia di finanza ed enti di vigilanza, si è fatta portatrice di diverse denunce di attività abusive;
   dopo anni di sforzi e di operazioni sinergiche, il fenomeno continua a espandersi. È chiaro che quanto fatto non basta a debellare il fenomeno che necessita assolutamente di un intervento normativo ad hoc a tutela del settore –:
   se il Governo sia al corrente della gravità della situazione espressa in premessa e se non ritenga opportuno adoperarsi, per quanto di competenza, al fine di ridurre l'abusivismo assumendo iniziative, anche normative, per:
    a) ottenere la piena tracciabilità delle merci in modo che i prodotti e le attrezzature professionali siano venduti solo alle imprese e non ai privati e che nelle fiere di settore per professionisti sia vietata la vendita indiscriminata a chi non è in possesso di partita iva o dell'iscrizione alla camera di commercio;
    b) sensibilizzare la clientela a non rivolgersi a operatori abusivi richiamando i rischi cui si va incontro, con particolar riguardo al mancato rispetto delle norme igienico/sanitarie a danno della salute e alla concorrenza sleale nei confronti di chi svolge la propria attività nel rispetto delle regole fiscali, di sicurezza nei luoghi di lavoro e in materia di requisiti igienico-sanitari;
    c) incentivare, anche attraverso il sostegno delle associazioni a tutela della categoria, la creazione di punti di raccolta delle segnalazioni che saranno trasmesse successivamente alle autorità competenti (AUSL, guardia di finanza, ufficio del lavoro);
    d) incentivare l'attivazione da parte delle autorità competenti, di controlli anche in borghese, per acquisire informazioni utili alle attività di repressione dell'abusivismo;
    e) prevedere che la durata del percorso professionale dell'estetista-parrucchiera sia portato dagli attuali due anni a cinque anni di scuola media superiore come previsto per tutti gli altri istituti tecnici, al fine di ottenere il titolo di diploma di scuola superiore, oggi non previsto;
    f) inasprire le sanzioni già previste dalla legge in caso di accertata attività abusiva, al fine di disincentivare sempre più il fenomeno. (5-08420)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 3 agosto 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-08420

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onorevoli Interroganti, si rappresenta quanto di seguito.
  L'attuale diffusione di fenomeni di esercizio dell'attività professionale secondo modalità illecite è certamente connessa, per un verso, alla prolungata fase di recessione o stagnazione dell'economia, mentre sotto altro profilo emergono dinamiche di prestazione abusiva dei servizi professionali in contesti legati alla insufficiente integrazione, prima di tutto culturale, di fasce dell'immigrazione proveniente da Paesi esterni all'Unione europea.
  Inoltre, le vigenti discipline recate dalle leggi nazionali (rispettivamente: per il settore dell'acconciatura, la legge 17 agosto 2005, n. 174; per il settore dell'estetica, la legge 4 gennaio 1990, n. 1) prevedono disposizioni volte a limitare, secondo con fini peraltro non pienamente definiti, l'esercizio dell'attività professionale con modalità differenti dall'usuale fornitura del servizio all'interno di locali commerciali aperti al pubblico.
  Alla luce delle segnalazioni pervenute ai competenti Uffici del Ministero dello sviluppo economico, emerge una tendenza del mercato verso forme di esercizio delle attività in parola che prescindano interamente dalla disponibilità di locali al cui interno siano esercitate in forma stabile, per rivolgersi invece, verso modalità di fornitura della prestazione professionale esclusivamente presso il domicilio dei clienti.
  Conseguentemente, con nota del 12 febbraio 2016, il Ministero dello sviluppo economico ha espresso alla Presidenza del Consiglio dei ministri, nell'ambito della ricognizione da quest'ultima operata in relazione al Piano nazionale di riforma delle professioni, l'intenzione di avviare una attenta riflessione sull'ipotesi di una parziale riformulazione delle normative in vigore, al fine di rendere la regolazione nazionale più aderente alle esigenze espresse dagli operatori professionali e dalla stessa clientela cui essi si rivolgono, contemperando l'esigenza di una maggiore apertura del mercato con una più efficace delimitazione dei vincoli al legittimo esercizio delle attività professionali in questione.
  In tale contesto, l'introduzione di norme per la «piena tracciabilità» dei prodotti strumentali all'esercizio delle attività professionali in parola, appare difficilmente compatibile con il vigente quadro normativo europeo e, tra l'altro, comporterebbe un irrigidimento del mercato, con inutile aggravio di oneri a carico delle imprese e delle stesse Autorità tenute alla vigilanza ed alla repressione dei fenomeni illeciti.
  Al contrario, appare maggiormente incisiva, seppur non risolutiva, la proposta di intraprendere azioni e campagne di informazione volte a sensibilizzare i cittadini, potenziali fruitori dei servizi resi abusivamente circa i rischi derivanti dal mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie ed in materia di formazione professionale, in caso di fruizione dei servizi da operatori abusivi.
  Il Ministero della salute, sentito al riguardo, ha rappresentato che nell'ambito delle proposte avanzate per la revisione delle professioni di cui si tratta, non si è esclusa l'ipotesi dell'istituzione di un albo con obbligo formativo per gli iscritti, che avvicinerebbe la disciplina dell'esercizio, in particolare, della professione di estetista, ad una professione sanitaria.
  Inoltre, con riferimento alle attività di controllo e di irrogazione delle previste sanzioni da parte degli organi deputati, per quanto gli importi delle sanzioni amministrative possano certamente essere oggetto di un adeguamento, non può non rilevarsi che le concrete modalità di esercizio abusivo dell'attività professionale, in particolare se svolte presso il domicilio del cliente, rendono difficoltosa l'attività di repressione e di conseguente irrogazione delle sanzioni.
  Quanto infine all'auspicato incremento della durata dei percorsi formativi, premesso che l'attuale formazione prevista dalla normativa vigente appare già in grado di determinare un livello professionale degli operatori assolutamente idoneo all'esercizio dell'attività professionale, si evidenzia che lo stesso, se da un lato potrebbe realizzare una condivisibile maggiore professionalizzazione degli operatori, dall'altro rischierebbe di accrescere gli spazi dell'abusivismo e delle condotte anticoncorrenziali, ottenendo di fatto un risultato opposto a quello atteso.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

concorrenza

restrizione alla concorrenza

disputa commerciale