ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08075

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 587 del 10/03/2016
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/12356
Firmatari
Primo firmatario: LOMBARDI ROBERTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/03/2016
Stato iter:
17/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/03/2016
Resoconto BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 17/03/2016
Resoconto LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/03/2016

DISCUSSIONE IL 17/03/2016

SVOLTO IL 17/03/2016

CONCLUSO IL 17/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08075
presentato da
LOMBARDI Roberta
testo di
Giovedì 10 marzo 2016, seduta n. 587

   LOMBARDI, COMINARDI, CIPRINI, TRIPIEDI, DALL'OSSO e CHIMIENTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   la cessione di Alitalia da C.A.I. (Compagnia Aerea italiana srl) a S.A.I. (Società aerea italiana spa), che ha rilevato il marchio e gli asset operativi della ex compagnia di bandiera e si è resa azionista per consentire l'ingresso di Etihad Airways nel capitale, ha portato con sé il licenziamento di migliaia di dipendenti, tra cui anche soggetti appartenenti alle categorie protette, già impiegati in misura inferiore rispetto alle quote obbligatorie prescritte dalla legge n. 68 del 1999;
   in base a quanto emerso finora, nella stragrande maggioranza dei tribunali, nell'ambito dei centinaia di ricorsi presentati, la quasi totalità dei licenziamenti è stata definita illegittima, in quanto operata in spregio delle norme sui criteri di selezione, sulla tutela delle categorie protette e sul rispetto formale delle procedure;
   in tal modo, Alitalia-Sai, oltre a non rispettare le norme e a non ottemperare alle sentenze che impongono la reintegra dei lavoratori, manifesta secondo gli interroganti una particolare indifferenza rispetto alla funzione di integrazione sociale che svolge il lavoro per persone disabili, i quali così vengono lasciati a casa; il comparto aereo è in costante crescita economica e industriale, il che indurrebbe a pensare che l'operazione condotta dalla compagnia aerea abbia scaricato sulla collettività il prezzo delle ristrutturazioni aziendali, dato che, oltre ai licenziamenti, Alitalia ha posto in essere generose elargizioni di ammortizzatori sociali, a danno della spesa pubblica e del futuro di migliaia di lavoratori espulsi dalla produzione, talvolta riassunti con salari da fame e senza tutele o, addirittura, sostituiti da precari a più basso costo e senza diritti, condannati a 60 mesi di «stagionalità» prima di essere stabilizzati;
   con ordinanza del 15 gennaio 2016, il tribunale di Roma ha disposto la reintegra di cinque lavoratori, dichiarando la nullità del licenziamento intimato da Alitalia nel 2014, in quanto motivato dalla cessione di azienda e dunque vietato dall'articolo 2112 del codice civile e dall'articolo 4 della direttiva 2001/23/CE: il licenziamento di migliaia di lavoratori, infatti, non può essere giustificato con la necessità del buon esito di cessione dell'azienda, la quale, peraltro, dovrebbe avere come scopo proprio la salvaguardia dei rapporti di lavoro ceduti a un nuovo soggetto in grado di conservarli; l'accordo sindacale su cui si basano i licenziamenti è dunque illegittimo, in quanto contrario alla legge e al diritto dell'Unione europea;
   inoltre, Alitalia ha proceduto a nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato, a dimostrazione del fatto che gli esuberi non erano necessari: a giudizio degli interroganti sono stati licenziati i dipendenti più costosi e assunti dipendenti con condizioni lavorative inferiori e minori tutele;
   è chiaro che questo è stato realizzato, secondo gli interroganti, attraverso aggiramento delle norme che, però, la «riforma Fornero» e il Jobs Act, in molto casi, hanno permesso –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e dell'uso che Alitalia sta facendo degli strumenti messi a disposizione dal Jobs Act che, invece di dare luogo a nuovi posti di lavoro, determinano una preoccupante «guerra» tra licenziati, cassintegrati e nuovi assunti senza tutele di sorta;
   se, considerata l'ingente mole di ricorsi pendenti, il Ministro interrogato non reputi necessario intraprendere ogni iniziativa di competenza sul piano politico al fine di dirimere le controversie insorte, in accordo con le organizzazioni sindacali coinvolte nella vicenda;
   se non ritenga opportuno intervenire al fine di evitare che Alitalia Sai scarichi sulla collettività i costi della ristrutturazione aziendale, attraverso un'applicazione ad avviso degli interroganti, illegittima, della normativa finalizzata al sostegno del reddito dei lavoratori espulsi dal processo produttivo;
   se il Ministro non pensi che sia necessario assumere iniziative per contrastare in modo chiaro una prassi come quella testé descritta che si sta diffondendo in misura sempre maggiore e via via più preoccupante nell'ambito delle relazioni industriali. (5-08075)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 17 marzo 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-08075

  Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo in ordine alle vicende occupazionali di Alitalia-Società Aerea Italiana (SAI).
  A tale proposito, Alitalia ha reso noto che gli esuberi di personale sono riconducibili alla situazione organizzativa di Alitalia-Compagnia Aerea Italiana (CAI) e non all'operazione che, successivamente, ha coinvolto Alitalia SAI.
  Alitalia CAI si trovava in regime di sospensione dagli obblighi occupazionali previsti dalla legge n. 68 del 1999 in conseguenza dell'attivazione degli ammortizzatori sociali prima delle procedure di licenziamento collettivo concordate in ambito istituzionale.
  Alitalia ha altresì precisato che i licenziamenti collettivi, che hanno anche riguardato trentadue lavoratori appartenenti alle categorie protette, sono stati effettuati nel rispetto della normativa e dei criteri concordati con le organizzazioni sindacali.
  La medesima società ha reso noto che la maggioranza dei provvedimenti adottati dal tribunale di Civitavecchia hanno confermato la legittimità della risoluzione dei rapporti di lavoro.
  Il Tribunale di Roma, invece, con ordinanza del 15 gennaio scorso, ha disposto la reintegrazione di cinque lavoratori nei confronti della cessionaria Alitalia SAI, dichiarando la nullità del licenziamento collettivo, intimato da Alitalia CAI. In tale caso il Giudice procedente ha ritenuto che il licenziamento, giustificato dalla cessione di azienda, era stato disposto in violazione dell'articolo 2112 del codice civile e dell'articolo 4 della direttiva 2001/23/CE. Avverso tale ordinanza pende attualmente giudizio di opposizione. Il medesimo Tribunale ha accolto, con la stessa motivazione, un analogo ricorso, disponendo però la reintegrazione nei confronti della cedente Alitalia CAI. Si fa presente, inoltre che in altre occasioni i giudici del Tribunale di Roma hanno accolto i ricorsi dei lavoratori, anche in sede di opposizione, con altre argomentazioni, dichiarando l'illegittimità dei licenziamenti intimati e condannando, tuttavia, Alitalia CAI al solo pagamento di un'indennità risarcitoria. Quanto ai licenziamenti impugnati da lavoratori appartenenti alle categorie protette, un unico ricorso è stato iscritto e accolto dal predetto Tribunale, che ha reintegrato il lavoratore presso la cessionaria Alitalia SAI, sotto il profilo della violazione della quota di riserva normativamente prevista.
  Alitalia SAI ha reso noto inoltre che nel rispetto della normativa vigente, sta completando l'iter di attivazione di una convenzione, con decorrenza 2017, volta a consentire gradualmente le coperture dei posti riservati alle categorie dei disabili.
  Infine, Alitalia SAI ha reso noto che anche grazie a nuovi investimenti, di aver proceduto ad assunzioni con contratto a tempo indeterminato in conformità alla normativa vigente e agli accordi sottoscritti in materia, nel rispetto dei diritti di precedenza in capo al personale collocato in mobilità.
  Ciò posto, in relazione a quanto evidenziato dall'interrogante ricordo che con il Jobs Act i licenziamenti sono diminuiti. Infatti, nel 2015 i rapporti di lavoro cessati a causa di un licenziamento sono stati 841.781, con un calo dell'8,14 per cento rispetto al 2014. La diminuzione più consistente riguarda l'ultimo trimestre in cui si sono registrati 42.487 licenziamenti in meno rispetto all'ottobre-dicembre del 2014 con un calo pari al 14,9 per cento.
  Proprio un anno fa con la nuova disciplina del cosiddetto contratto a tutele crescenti, applicabile ai nuovi assunti, è stato ribadito che il contratto a tempo indeterminato costituisce la forma ordinaria di contratto di lavoro. La nuova disciplina ha consentito di assorbire, la maggiore parte, della nuova domanda di lavoro mediante l'utilizzo di contratti a tempo indeterminato, abbattendo le forme di precariato più diffuse (contratto a termine, lavoro accessorio, co.co.co. e co.co.pro.) e garantendo le tutele proprie di tale tipologia contrattuale. A tale proposito i numeri indicano che nel quarto trimestre del 2015 l'aumento dei contratti a tempo determinato è di oltre il 100 per rispetto allo stesso periodo del 2014 (371.519 in più). Nell'intero 2015 sono stati attivati 2.346.101 nuovi contratti a tempo indeterminato con un aumento del 43,5 per cento sul 2014 (+711.620 assunzioni stabili). Inoltre, i dati Istat sull'occupazione a gennaio, indicano un aumento degli occupati pari a settantamila unità rispetto a dicembre 2015 e di 299.000 unità rispetto a gennaio dello scorso anno. Pertanto, dopo anni difficili dal punto di vista occupazionale, il bilancio della riforma del lavoro è molto positivo e indicativo di un cambiamento netto nel sistema socio-economico del Paese.
  A ciò si aggiunga che l'Istat ha rivisto il dato del PIL al +0,8 per cento, mentre la stima provvisoria indicava un +0,7 per cento. La sostanza è che l'Italia, dopo tre anni di calo consecutivo, torna a vedere il segno più davanti alla dinamica del prodotto interno lordo. L'Italia è ripartita e sebbene sia presto per considerare conclusa la lunga fase di stagnazione della nostra economia, è arrivato il momento di guardare al futuro con sempre più ottimismo. Sono tutti segnali forti a dimostrazione che il Paese è in grado di ribaltare positivamente i numeri della crisi. Certo come sono, che per cogliere appieno i segnali non più timidi di ripresa occorra la collaborazione attiva di tutte le istituzioni e le parti sociali, abbandonando una volta per tutte i risentimenti del passato.
  Il Jobs Act, inoltre, opera in stretta sinergia con le disposizioni della legge di stabilità per il 2015 e 2016 che introducono significativi sgravi contributivi proprio per agevolare le assunzioni a tempo indeterminato.
  Ricordo inoltre, che con il Jobs Act è stato rivisto il sistema delle integrazioni salariali prevedendo una maggiore compartecipazione contributiva da parte delle imprese utilizzatrici. È prevista, infatti, l'applicazione di un contributo addizionale a carico delle imprese che presentano domanda di integrazione salariale non più commisurato all'organico dell'impresa, ma connesso all'effettivo utilizzo del trattamento (cosiddetto meccanismo del «chi usa di più paga di più»).
  Rispetto al passato, è preclusa la possibilità di un utilizzo prolungato delle integrazioni salariali in assenza di prospettive di ripresa dell'attività aziendale.
  Ricordo, infine, che la concessione degli ammortizzatori è subordinata alla verifica della effettiva sussistenza dei presupposti previsti dalla normativa vigente che prevede anche specifici accertamenti da parte degli uffici territoriali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nel 2015, infatti, sono state effettuati circa 3.000 accertamenti in materia di cassa integrazione guadagni, anche in deroga, e di contratti di solidarietà.
  Da ultimo, nell'evidenziare che la questione segnalata non può che trovare una compiuta definizione sul piano giudiziario, non posso che garantire la disponibilità del Ministero che rappresento a monitorare la vicenda occupazionale dei lavoratori di Alitalia e la disponibilità ad intervenire, per quanto di competenza, laddove emergessero eventuali problematicità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento

trasporto aereo

licenziamento abusivo