ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07861

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 574 del 22/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI VITA GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/02/2016
Stato iter:
09/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/03/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 09/03/2016
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/02/2016

DISCUSSIONE IL 09/03/2016

SVOLTO IL 09/03/2016

CONCLUSO IL 09/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07861
presentato da
DI VITA Giulia
testo di
Lunedì 22 febbraio 2016, seduta n. 574

   DI VITA, SILVIA GIORDANO, LOREFICE, GRILLO, BARONI, MANTERO, COLONNESE, LUPO, DI BENEDETTO, NUTI e MANNINO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   molti siciliani, ancora oggi, vista l'inadeguatezza organizzativa e strutturale in molte realtà sanitarie dell'isola, sono costretti a scegliere di emigrare verso altre strutture sanitarie italiane o estere;
   il rapporto Sdo (schede di dimissioni ospedaliere) del Ministero della salute, contenente i dati sulla mobilità sanitaria, passiva (siciliani che vanno a curarsi in altre regioni) e attiva (malati di altre regioni che vengono in Sicilia a curarsi), consegna un dato preoccupante dal quale si evince che ogni anno migliaia di malati siciliani scelgono, invero sempre più spesso, di curarsi in altre regioni;
   in base ai dati, sulla «remunerazione teorica delle prestazioni per regione di ricovero», forniti sempre dal Ministero della salute, è agevole ricostruire anche l'elevato costo di tale fenomeno. Considerata la differenza tra mobilità passiva e mobilità attiva, la regione siciliana si stima abbia perso, ad esempio solo nel 2014, ben 175,4 milioni di euro;
   la regione siciliana ha siglato il piano di rientro dal disavanzo il 31 luglio 2007, il quale prevede una stima di interventi per il recupero del disavanzo sanitario. I piani di rientro sono finalizzati a verificare la qualità delle prestazioni ed a raggiungere il riequilibrio dei conti dei servizi sanitari regionali. Il Ministero, attraverso il SIVEAS (sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria), è impegnato nell'affiancare le regioni nel raggiungere gli obiettivi previsti dai piani;
   in questa sede si intende rilevare una specifica criticità riguardante la sanità siciliana, in particolare con riferimento al trattamento e all'assistenza sanitaria di 3o livello delle patologie cardiache congenite in età pediatrica e per i pazienti, dopo i 18 anni, GUCH (Grown Up Congenital Heart) con patologie cardiache congenite operate e non;
   l'area metropolitana di Palermo è la zona della Sicilia ove avviene il maggior numero di parti e ogni anno, come si evince dai dati forniti dall'Assemblea regionale siciliana per il progetto «Buon Cuore»; nell'Isola nascono circa 500 bimbi con cardiopatie congenite di diversa entità (dati forniti dalla II Assemblea, regionale, siciliana per il «Buon Cuore» del 26 gennaio 2013) di cui oltre 1/3 devono essere sottoposti a procedure chirurgiche o interventistiche entro il primo anno di vita, mentre il 15 per cento in epoca neonatale;
   la vicinanza e i collegamenti fra il centro nascita, i reparti pediatrici ed il centro di assistenza cardiologica di 3o livello sono degli elementi che hanno un peso significativo in un contesto di emergenza/urgenza;
   a partire dal 2010 si è tentato più volte di riorganizzazione l'assistenza cardiologica pediatrica siciliana; i tentativi sono stati seguiti dalla pubblicazione di atti ufficiali dove veniva prevista la realizzazione del centro di III livello a Palermo, presso la struttura di assistenza pediatrica ex CEMI, oggi IS.M.E.P., di cui però si attende la realizzazione da oltre dieci anni;
   il 16 aprile 2004 l'azienda ospedaliera civico di Palermo aveva approvato, infatti, il bando per la realizzazione del Centro di eccellenza materno-infantile C.E.M.I.) sulla scorta di un accordo di programma per il settore degli investimenti in sanità in cui il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze e la regione siciliana concordavano nella realizzazione di tre centri di eccellenza nei settori in cui si registrava una maggiore mobilità extraregionale;
   già in data 18 aprile 2002, Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze e regione siciliana nell'accordo di programma per il settore degli investimenti in sanità concordavano nella realizzazione di 3 centri di eccellenza nei settori in cui si registrava una maggiore mobilità extraregionale, tra cui il centro di eccellenza materno-infantile di Palermo dell'importo complessivo di euro 61.057.879,04, per cui veniva assicurata la seguente copertura finanziaria: quanto a euro 51.316.551,93 dall'articolo 71 della legge n. 488 del 1998, quanto a euro 2.583.244,07 a carico della Fondazione che inoltre provvederà attraverso la partecipazione di partner privati al reperimento dell'ulteriore somma di euro 7.163.755,91 finalizzati all'acquisizione di attrezzature per la ricerca;
   il 17 aprile 2015, in occasione del convegno di presentazione dell'ISMEP, l’ex assessore Borsellino dichiarava che per realizzare il nuovo centro di eccellenza pediatrica sono stati stanziati circa 53 milioni di euro di fondi statali, trenta dei quali devono ancora essere trasferiti dal Governo centrale alla regione;
   la struttura ospedaliera del CEMI, in altri termini, doveva costituire, almeno sulla carta, un centro di riferimento per la pediatria nella regione siciliana;
   a fronte di un tale prospettato trasferimento considerevole di fondi statali destinati alla realizzazione di un'opera il cui compimento, in particolare viste le importanti varianti subite dal progetto, si ritiene esser oggi di difficile previsione, l'interrogante non può sottacere la gravità della situazione in cui in generale versa oggi il servizio pediatrico dell'isola;
   l'attuale localizzazione della cardiochirurgia pediatrica presso il presidio ospedaliero «San Vincenzo» di Taormina è stata da sempre definita temporanea (decreto del 3 maggio 2010, n. 1188): invero la gestione delle attività cliniche è stata affidata, sulla base di una convenzione, all'ospedale pediatrico «Bambino Gesù» di Roma, nell'attesa che le attività venissero trasferite presso l'istituto mediterraneo di eccellenza pediatrica (IS.M.E.P.) gestito dall'azienda ARNAS/Civico di Palermo, come stabilito nel decreto del 15 dicembre 2014;
   amaramente non può che constatarsi tuttavia che, nei sei anni trascorsi dal 2010 ad oggi, la scelta di trasferire la Cardiochirurgia pediatrica, seppur temporaneamente presso il presidio ospedaliero «San Vincenzo» di Taormina, la convenzione stipulata con l'ospedale «Bambino Gesù» e il futuro trasferimento dell'attività all'I.S.M.E.P., non hanno per nulla soddisfatto le aspettative dei pazienti né tantomeno giovato alle casse del bilancio regionale;
   il presidio, ospedaliero «San Vincenzo» di Taormina è un ospedale territoriale privo di assistenza pediatrica specialistica. La sede scelta risulta quella meno adatta per il trasferimento di un intero reparto di alta complessità assistenziale di III livello: non sono infatti presenti i reparti di neonatologia con UTIN, la chirurgia pediatrica, la neuropsichiatria infantile e tanti altri reparti pediatrici che sono necessari per fornire l'assistenza adeguata ad un piccolo paziente, spesso, plurimalformato. Le ricadute assistenziali sulle famiglie dei bambini sono innumerevoli e gravi; in poco tempo si sono registrati tanti episodi di assistenza inadeguata o con problematiche di tipo organizzativo e gestionale difficilmente risolvibili;
   il comune di Taormina è decentrato e difficilmente raggiungibile da molte zone della Sicilia. Un viaggio, per esempio, dal centro di Mazara del Vallo a Taormina, costringe le famiglie e il bambino malato ad affrontare un percorso di oltre 800 chilometri, superiore alla distanza che separa Milano da Napoli;
   la pista di elisoccorso di Taormina non è abilitata all'atterraggio notturno. Ciò ha fatto registrare numerosi casi di soccorso per i quali è stato necessario atterrare a Catania o a Messina per poi trasportare il piccolo paziente in ambulanza fino a Taormina con significativa estensione dei tempi di trasferimento;
   la località di Taormina è notoriamente una meta turistica di prestigio e, pertanto, i costi degli alberghi e dei servizi sono elevati rispetto alla norma. Una permanenza prolungata della famiglia per assistere un bambino ricoverato presso la struttura ospedaliera può costare 3 o 4 volte di più del costo medio;
   l'arrivo del personale sanitario dell'ospedale capitolino «Bambino Gesù» è coinciso con l'allontanamento di tutte le figure professionali più esperte che già operavano all'interno del presidio ospedaliero di Taormina, procurando quindi una dispersione di professionalità acquisite, perdita di competenze e una inappropriata dipendenza da figure professionali esterne;
   si sono registrati insufficienti relazioni tra la nuova gestione del centro cardio-chirurgico di Taormina e le altre realtà assistenziali cardiologiche pediatriche siciliane. L'integrazione, assistenziale ed organizzativa è stata parziale e comunque inadeguata. Il ruolo del centro è stato solo «sostitutivo» e non «integrativo» con le strutture già esistenti di assistenza pediatrica;
   l'assistenza di III livello agli adulti con cardiopatia congenita (i così detti pazienti «GUCH») è stata azzerata. Si stima che i pazienti con tale patologia siano in Sicilia oltre 12.000 e di questi, circa la metà, presenta complessità medio/grave che, in base a tutte le linee guida internazionali, necessitano di regolare follow-up presso centri sanitari altamente specializzati. Prima della stipula della convenzione, il centro di Taormina e quello dell'ARNAS/Civico offrivano un'assistenza di III livello a questi pazienti. La chiusura del reparto di Palermo e l'indisponibilità del reparto di Taormina, che solo negli ultimi mesi ha iniziato ad occuparsi degli adulti, hanno di fatto azzerato l'assistenza ai pazienti al punto da costringerli a recarsi fuori dalla Sicilia nei casi particolari, quali interventi di cateterismo cardiaco o di intervento cardiochirurgico. Il problema diventa particolarmente critico quando l'intervento deve essere assicurato d'urgenza;
   l'obiettivo della convenzione stipulata con l'ospedale «Bambino Gesù» di annullare la migrazione sanitaria è ben lontano dall'essere raggiunto. Come mostrato dal rapporto Sdo, infatti, molti pazienti, una volta operati presso l'ospedale di Taormina, preferiscono spostarsi rivolgendosi ad altre strutture ospedaliere e nel corso degli anni sono in aumento quelli che preferiscono direttamente recarsi oltre lo stretto e rivolgersi a strutture ospedaliere fuori dalla Sicilia;
   proprio nell'ottica della razionalizzazione della spesa sanitaria regionale, in particolare con riferimento agli oneri connessi al rinnovo della convenzione stipulata con l'Ospedale «Bambino Gesù», e più in generale per arginare il fenomeno della migrazione sanitaria, l'interrogante ritiene che la regione siciliana, previa verifica e controllo d'impatto sul piano di rientro regionale da parte del Ministero della salute, dovrebbe valutare di affidare all'I.S.M.E.T.T. di Palermo (Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione) le importanti attività di cardiochirurgia pediatrica e l'assistenza di III livello agli adulti con cardiopatia congenita, date le numerose attestazioni d'eccellenza, premi e riconoscimenti scientifici ottenuti dal centro;
   in particolare, l'Istituto, è già sede di un dipartimento di cardiochirurgia e vedrà ampliati i suoi spazi, in partnership con l'Ospedale Civico di Palermo, a partire dai prossimi mesi in funzione del progetto «Centro Cuore». Pertanto, è dotato di tutte le costose infrastrutture ed apparecchiature che sono necessarie anche per la cardiochirurgia pediatrica; 4 sale operatorie moderne, una sala «ibrida» per le procedure interventistiche ad alto rischio, una sala di emodinamica, un reparto di rianimazione, tutte le diagnostiche radiologiche come risonanza magnetica e TAC, laboratorio di analisi, dotazione dell'apparecchiatura «cuore/polmone» ECMO, oltre ad un centro di simulazione per la formazione e l'addestramento degli operatori sanitari;
   è un'esigenza urgente ed improrogabile il trasferimento delle attività cliniche ed operatorie relative alla cardiochirurgia pediatrica nonché quelle connesse all'assistenza di III livello agli adulti con cardiopatia congenita presso l'I.S.M.E.T.T. in un ambiente sicuro e all'avanguardia rispetto a tante altre realtà ospedaliere, beneficiando dell'eccellente esperienza pluriennale della struttura, così come avvenuto per i trapianti;
   considerati, infine, i dati epidemiologici, l'organizzazione sanitaria dei vari centri siciliani e le linee programmatiche, l'interrogante reputa che la sede più adatta per la realizzazione di un'assistenza di terzo livello di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica debba essere la città di Palermo;
   l'interrogante ritiene che l'ISMETT rappresenti oggi l'unica struttura in Sicilia con la capacità organizzativa di realizzare in tempi brevi una simile realtà –:
   se sia al corrente di quanto esposto in premessa;
   se e quali iniziative, per quanto di competenza e in virtù dell'impegno assunto dal Governo nell'affiancare le regioni nel raggiungere gli obiettivi previsti dai piani di rientro per il recupero del disavanzo sanitario, intenda porre in essere affinché siano salvaguardati i livelli essenziali di assistenza, rispetto ai quali appare fondamentale conseguire l'obiettivo di localizzare a Palermo, in particolare presso l'ISMETT, l'attività cardiochirurgica pediatrica siciliana, in quanto l'area metropolitana di Palermo è la zona della Sicilia ove, statisticamente, si registra il maggior numero di parti all'anno (circa 14.000), anche al fine di ridurre la mobilità sanitaria regionale passiva dei pazienti siciliani e i notevoli disagi ad essa correlati. (5-07861)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 9 marzo 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-07861

  In via preliminare, segnalo che il Ministero della salute non ha ancora potuto esaminare il provvedimento definitivo di riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana, poiché la regione non ha provveduto, ad oggi, alla trasmissione dello stesso.
  Solo a seguito della trasmissione di questo documento, il Tavolo per il monitoraggio dell'attuazione del regolamento sugli standard ospedalieri provvederà a verificare il soddisfacimento del fabbisogno assistenziale della regione, le cui strutture ospedaliere dovranno erogare prestazioni con elevati standard qualitativi e di sicurezza per i pazienti.
  Ciò premesso, evidenzio che, con riferimento alla riorganizzazione della rete di specialità pediatrica, la Regione Siciliana ha adottato il Decreto assessorile 17 gennaio 2014 recante «Riorganizzazione della rete pediatrica: riorganizzazione posti letto CEMI ed ARNAS P.O. Di Cristina di Palermo».
  Successivamente, la Regione Siciliana ha comunicato l'intendimento di istituire, presso l'Azienda di Rilievo Nazionale di Alta Specializzazione (ARNAS) «Civico» di Palermo, l'Istituto Mediterraneo per l'Eccellenza Pediatrica (ISMEP), nonché completare l'Ospedale pediatrico «Di Cristina» di Palermo.
  Con l'istituzione dell'ISMEP, che di fatto sostituisce il Centro di Eccellenza Materno Infantile (CEMI), la regione ha previsto che i servizi assistenziali, afferenti all'attuale Ospedale pediatrico «Di Cristina» e al costruendo nuovo Ospedale dei Bambini, siano integrati in un unico percorso di cure assistenziali complementari.
  Il Ministero della salute ha fornito il proprio nulla osta, a condizione che non ci fossero modifiche in termini di posti letto e che tali decisioni fossero poi riprese nel redigendo Programma operativo 2016-2018.
  Al proposito, segnalo che il predetto intervento risulta, tuttavia, ancora in fase istruttoria e che, pertanto, non è certo che l'ISMEP possa essere funzionante già dal 2018.
  In merito alla possibilità, auspicata dagli Onorevoli interroganti, di affidare le funzioni di cardiochirurgia pediatrica all'ISMETT di Palermo, rappresento che, fermo restando il rispetto degli standard previsti in materia di bacini di utenza (istituzione di una unità di Cardiochirurgia pediatrica ogni 4-6 milioni di abitanti; dal che consegue che la regione Siciliana, avendo una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, dovrebbe presentare una sola Unità Operativa Complessa di cardiochirurgia pediatrica) su cui vigilerà il Dicastero della salute, spetta esclusivamente alla Regione Siciliana assicurare l'effettiva operatività del servizio cardiochirurgico pediatrico presso la struttura che, secondo le valutazioni della medesima Regione, sia meglio in grado di assicurare la massima assistenza dei pazienti.
  Da ultimo, segnalo che l'Assessorato della Salute della Regione Siciliana ha comunicato che, nelle more del riordino della rete ospedaliera, sta provvedendo ad assicurare l'assistenza ai pazienti affetti da cardiopatie congenite in età adulta, mediante l'interessamento dell'ARNAS «Civico» di Palermo, presso cui sarà attivata una apposita Unità (GUCH UNIT) che si avvarrà del supporto dell'ISMETT di Palermo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pediatria

spese sanitarie

malattia