ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07547

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 556 del 27/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: COMINARDI CLAUDIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 27/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2016
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 27/01/2016
Stato iter:
04/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/02/2016
Resoconto BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 04/02/2016
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 27/01/2016

DISCUSSIONE IL 04/02/2016

SVOLTO IL 04/02/2016

CONCLUSO IL 04/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07547
presentato da
COMINARDI Claudio
testo di
Mercoledì 27 gennaio 2016, seduta n. 556

   COMINARDI, TRIPIEDI, CHIMIENTI, CIPRINI, DALL'OSSO e LOMBARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il fondo di previdenza del clero secolare e per i ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla religione cattolica è stato istituito presso l'INPS ai sensi dell'articolo 1 della legge 22 dicembre 1973, n. 903, con lo scopo di concedere agli iscritti una pensione di vecchiaia, di invalidità nonché una pensione ai superstiti e viene alimentato dai contributi degli iscritti e dal contributo dello Stato italiano;
   come riportato dal quotidiano online « liberoquotidiano.it», articolo del 19 luglio 2015, dal titolo «Inps, “Fondo clero” in rosso: le pensioni dei preti ci costano 2 miliardi di euro», emerge che all'esito dell'operazione trasparenza, denominata «Porte Aperte», risulterebbe costantemente in passivo il «fondo clero», che eroga la pensione a circa 13.788 sacerdoti, con un disavanzo patrimoniale di oltre 2,2 miliardi di euro che sarebbe coperto dalla fiscalità generale. Inoltre, secondo l'articolo, lo sbilancio del fondo del clero fra il 2002 e il 2015 sarebbe cresciuto da 56 a 115 milioni di euro;
   in merito all'alimentazione del Fondo di previdenza del clero e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica, gli interroganti evidenziano che, ai sensi degli articoli 6 e 21 della legge n. 903 del 1973, il fondo sarebbe alimentato dal contributo annuo obbligatoriamente dovuto da ogni iscritto nonché dal contributo dello Stato italiano che, con decreto del 7 ottobre 2014 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è stato aumentato, a decorrere dal 1o gennaio 2013, da euro 7.693.286,34 a euro 7.924.084,93;
   alla luce delle disposizioni richiamate, gli interroganti intendono evidenziare come l'attuale disciplina normativa regolatrice del Fondo di previdenza del clero non possa ritenersi sostenibile all'interno del sistema previdenziale italiano, considerato che i contributi previdenziali e i trattamenti pensionistici sono rispettivamente versati e riconosciuti in misura fissa. Inoltre, la legge n. 903 del 1973 non sembrerebbe tenere conto della differenza tra i contributi effettivamente versati e la complessiva quota di risorse necessaria per far fronte alla concessione e l'erogazione dei trattamenti pensionistici in favore degli iscritti a tale Fondo, determinando un gravoso disavanzo per le casse dell'Inps e dello Stato italiano –:
   se il Ministro interrogato non intenda evidenziare i motivi che hanno comportato il deficit del Fondo di previdenza del clero sopra riportato e, di conseguenza, se non ritenga urgente e doveroso adottare le iniziative necessarie al fine di modificare l'attuale regime previdenziale a cui sono sottoposti gli iscritti al Fondo, abrogando il contributo dello Stato italiano di cui all'articolo 21 della legge n. 903 del 1973, anche al fine di salvaguardare il sistema previdenziale italiano. (5-07547)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 febbraio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-07547

  Con riferimento all'atto dell'onorevole Cominardi ed altri concernente la situazione finanziaria del Fondo di previdenza per il clero secolare e per i ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica, voglio ricordare che tale Fondo, disciplinato dalla legge n. 903 del 1973 e dall'articolo 42 della legge n. 488 del 1999, eroga esclusivamente prestazioni previdenziali: pensione di vecchiaia, di invalidità e ai superstiti.
  Il Fondo si distingue per la sua particolare natura, essendo compatibile con l'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti e con altre forme di previdenza sostitutive di quest'ultima o che ne comportino l'esclusione o l'esonero.
  Tuttavia, le pensioni a carico del Fondo non sono cumulabili, nella misura di un terzo del loro importo, con le pensioni a carico dell'assicurazione generale obbligatoria e con quelle a carico dei fondi sostitutivi, esclusivi o esonerativi della stessa ai sensi dell'articolo 18 della legge n. 903 del 1973: le somme non cumulabili sono trattenute a cura dell'Inps e devolute al Fondo stesso.
  Segnalo, altresì, che il contributo da versare, a differenza delle assicurazioni obbligatorie – nelle quali è commisurato ad un'aliquota percentuale della retribuzione o del reddito – è determinato in misura fissa, annualmente stabilita con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sulla base dell'aumento percentuale che ha dato luogo alle variazioni degli importi delle pensioni.
  Faccio presente, inoltre, che è prevista una misura minima per tutte le pensioni a carico del Fondo e che per il calcolo della pensione di vecchiaia non trova applicazione né il sistema contributivo, né il retributivo o misto.
  Evidenzio che, per la sua particolare natura, il Fondo non è stato interessato dalle riforme previdenziali che hanno riguardato l'assicurazione generale obbligatoria e gli altri fondi previdenziali.
  Per quanto concerne la situazione finanziaria del Fondo, l'INPS ha reso noto che nonostante il rapporto iscritti-pensionati sia superiore all'unità (1,45 nel 2015), la gestione è costantemente in passivo, avendo riportato risultati economici annuali negativi compresi tra 56 e 115 milioni di euro nel periodo 2002-2015 e un disavanzo patrimoniale di oltre 2 miliardi di euro nel 2015. La ragione risiede fondamentalmente nello squilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate (nel 2015 il rapporto contributi/prestazioni è stato di 1 a 3).
  Pur tenendo conto degli attuali squilibri della gestione in argomento, voglio sottolineare che un'eventuale abrogazione del contributo a carico dello Stato previsto dall'articolo 21 della legge n. 903 del 1973 risulterebbe del tutto asistematica rispetto all'assetto normativo complessivo che è caratterizzato, come già detto, da una particolare specificità.
  Pertanto, prendendo atto di quanto evidenziato dagli onorevoli interroganti, faccio presente che eventuali interventi modificativi andranno valutati tenendo conto del complesso assetto normativo connesso nonché dell'importo dei trattamenti liquidati dal Fondo in favore dei soggetti iscritti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pensionato

sicurezza sociale

condizione di pensionamento