Legislatura: 17Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Primo firmatario: ZANIN GIORGIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SCANU GIAN PIERO PARTITO DEMOCRATICO 16/12/2015 BOLOGNESI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 16/12/2015 BOLDRINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 16/12/2015 FUSILLI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 16/12/2015
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 16/12/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 17/12/2015 Resoconto ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 17/12/2015 Resoconto ROSSI DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA) REPLICA 17/12/2015 Resoconto ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 17/12/2015
SVOLTO IL 17/12/2015
CONCLUSO IL 17/12/2015
ZANIN, SCANU, BOLOGNESI, PAOLA BOLDRINI e FUSILLI. —
Al Ministro della difesa
. — Per sapere – premesso che:
in Friuli Venezia Giulia, a 26 anni dalla caduta del Muro di Berlino, restano le macerie di quella che doveva essere la «fortezza» per difendere l'Italia dall'avanzata del nemico comunista, 400 beni demaniali inutilizzati e abbandonati al degrado: vecchie caserme, polveriere, poligoni, postazioni dei battaglioni d'arresto, alloggi per i militari;
la cessione da parte del Demanio militare del patrimonio dismesso è iniziata nel 2001 con il decreto legislativo n. 237, seguita nel 2007 dal decreto legislativo n. 35 e nel biennio 2012/2013 da numerosi decreti interdirettoriali;
come già emerso il 23 giugno 2015 durante la presentazione, avvenuta alla Camera, del libro «Fortezza FVG. Dalla guerra fredda alle aree militari dismesse», tali spazi possono diventare un'opportunità anche per contenere il consumo di suolo, in linea con le indicazioni europee per lo stop entro il 2050, e le infrastrutture possono offrire spunti per una proposta turistica alternativa, come avviene in Nord Europa lungo la «European green belt», quella linea che segue l'ex cortina di ferro;
in tema di emergenza profughi, la prefettura ha individuato l'ex Caserma Monti come hub per la provincia di Pordenone, ovvero centro di prima accoglienza e smistamento dei profughi nella Destra Tagliamento;
in particolare, la scelta è ricaduta sul sito che ospitava le camerate, ovvero una palazzina dotata di 4 camerate di otto posti l'una per un totale complessivo di 64 letti, che in caso di emergenza possono comunque essere ampliati per arrivare a 70, e zona docce. Al piano inferiore della struttura risultano presenti una sala da pranzo, una sala comune, una cucina da allestire e alcune stanze da adibirsi ad ufficio, sala di identificazione della questura e ambulatorio con una piccola astanteria;
da quanto è dato sapere attraverso i quotidiani locali, la scelta è ricaduta su tale struttura in quanto risultava l'unica proprietà che l'Agenzia del demanio fosse disposta, in questo momento, a cedere e risulta che il Governo abbia stanziato più di 400 mila euro per la ristrutturazione dello stabile, di cui una parte verrà messa a disposizione per la nuova sede dei vigili del fuoco di Pordenone;
la struttura si trova in stato fatiscente e pertanto richiede ingenti interventi: infatti, secondo quanto affermato dal prefetto di Pordenone a fine settembre 2015, occorreranno tre mesi per realizzare il centro di accoglienza per i profughi, mentre un anno per completare le pratiche e definire la progettazione della nuova sede dei vigili del fuoco di Pordenone;
sul territorio pordenonese sono presenti 20 alloggi militari non più utili alla Difesa, situati rispettivamente in via Montereale 17, Via Marconi 18 e Via Rotto 3, che risultano inseriti nel piano di vendite per complessivi 3.000 alloggi e ancora invenduti;
i suddetti alloggi si trovano in condizioni migliori della Ex Caserma Monti e, per il loro recupero, sarebbero necessarie minori somme di denaro pubblico –:
se, in considerazione dell'andamento negativo delle aste e della contestuale presenza di un'emergenza abitativa per l'accoglienza dei profughi sul territorio di Pordenone, il Ministro ritenga possibile adoperarsi per escludere gli alloggi citati in premessa dal piano di vendite con il procedimento dell'asta pubblica, favorendone una cessione in blocco al comune e concordandone il valore e le modalità di cessione. (5-07219)
In linea con gli obiettivi di contenimento della spesa del Governo, il Ministro della Difesa ha avviato un processo di dismissione, valorizzazione e trasferimento ad altri Enti pubblici del patrimonio immobiliare della Difesa, allo scopo di ridurre le spese di gestione nonché contribuire alla riduzione del debito pubblico.
Per raggiungere tale risultato, il Ministero deve necessariamente utilizzare le risorse derivanti anche dai processi di valorizzazione di infrastrutture come caserme, opere difensive, depositi, ritenute non più necessarie ai fini istituzionali, a cui si aggiungono le unità abitative da dismettere.
La Direzione dei Lavori e del Demanio è l'organo tecnico della Difesa che coordina la vendita dei 3.022 alloggi inseriti nell'elenco degli alienabili perché non più utili ai fini istituzionali, fra cui sono inclusi i 20 alloggi in argomento.
Tanto chiarito, nel merito della questione posta relativa alla possibilità di «escludere gli alloggi citati in premessa dal piano di vendite con il procedimento dell'asta pubblica, favorendone una cessione in blocco al comune», si rende noto che, per quanto sopra esposto, il Dicastero incontrerebbe non poche difficoltà ad individuare ulteriori alloggi da porre in alienazione, oltre a quelli già individuati ed inseriti nell'elenco citato; ma si assicura la disponibilità ad individuare, d'intesa con l'Agenzia del Demanio, un'eventuale modalità alternativa di cessione diretta all'Amministrazione Comunale, purché dai suddetti immobili derivino comunque le risorse richieste previste dalla legge.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):comunismo
aiuto sociale
protezione civile