ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07097

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 529 del 25/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: PINNA PAOLA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 25/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 25/11/2015


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/11/2015
Stato iter:
26/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/11/2015
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 26/11/2015
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 26/11/2015
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/11/2015

SVOLTO IL 26/11/2015

CONCLUSO IL 26/11/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07097
presentato da
PINNA Paola
testo di
Mercoledì 25 novembre 2015, seduta n. 529

   PINNA e GALGANO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   già da qualche anno, episodi legati a ’ndrangheta e camorra si legano a doppio filo con il territorio umbro: l'ultima denuncia rappresenta l'ennesima conferma della presenza sempre più forte delle cosche nella regione;
   protagonista della vicenda è Michele Inserra (giornalista del Quotidiano del Sud e autore di importanti servizi per il programma «Storie vere» di Rai Uno) che, nel mese di marzo 2015, ha subito minacce e pesanti intimidazioni a Terni;
   Inserra (che, nel frattempo, ha presentato su quanto accaduto un esposto alla procura di Reggio Calabria che potrebbe aver poi trasmesso il fascicolo a quella ternana) si trovava in Umbria, dove stava effettuando una inchiesta sulla ’ndrangheta nei pressi dell'abitazione di una famiglia calabrese che vive nella provincia suddetta;
   la sua presenza non è stata assolutamente gradita: il giornalista è stato infatti invitato ad andare via «con minacce tangibili, intimidazioni, gesti abbastanza chiari e parole inequivocabili» pronunciate «da un uomo appartenente ad una nota famiglia di ’ndrangheta» di Reggio Calabria residente nella città umbra, dove è stato arrestato anche un altro famoso ’ndranghentista, Carmelo Gallico, noto come «il poeta» a capo, (secondo alcune sentenze) della omonima cosca di Palmi;
   Inserra si è occupato per anni di camorra, prima di dedicarsi ai fatti di ‘ndrangheta. Eppure, gli episodi recenti che hanno riguardato l'Umbria (a Temi, in particolare, l'arresto di un dipendente pubblico in odore di camorra e lo smantellamento di un centro odontoiatrico considerato dagli inquirenti un'attività per il riciclaggio di denaro sporco della ’ndrangheta) sembrano aver lasciato sorpreso anche lui;
   i tentacoli delle organizzazioni mafiose sempre più spesso si allungano verso la regione: il fenomeno è impressionante, tenuto conto che il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei carabinieri ha arrestato negli ultimi nove anni qualcosa come 400 persone coinvolte in traffici di droga che transitavano su Perugia;
   l'allarme è suonato quindi da un pezzo e il problema risulta conosciuto, come del resto ha spiegato nei mesi scorsi (durante la presentazione del rapporto antimafia presentato a Tuono sul Trasimeno) Salvatore Calleri, presidente della fondazione Antonino Caponnetto, mettendo in guardia le istituzioni su una situazione nel complesso «sottostimata»;
   secondo il rapporto, in Umbria sono presenti gruppi camorristici (come il clan Di Caterino, Ucciero, Schiavone, Terracciano, Gallo, Magliulo, Fabbrocino),’ndranghetisti (come il clan Pollino, Mancurso, Molè, Bellocco, Farao Marincola, Morabito), nonché mafiosi come Carini e Palermo;
   sono stati rilevati anche gruppi laziali di «mafia capitale», gruppo della Magliana, Sacra Corona unita e gruppi stranieri di albanesi, colombiani, nigeriani, rumeni, nordafricani e cinesi;
   Calleri ha spiegato che, sempre più spesso l'Umbria viene scelta da sodalizi mafiosi (il cui fatturato è stimabile tra i 2 e i 3 miliardi di euro) in cerca di «tranquillità», che sul territorio riescono più facilmente nelle svolgimento di attività criminose, tenuto conto, inoltre, che la crisi economica (e la conseguente perdita di posti di lavoro) che attanaglia ormai da svariati anni la regione non incoraggia certo un clima di legalità, favorendo il radicarsi dei fenomeni mafiosi –:
   se non intenda approfondire quanto denunciato in premessa, nonché adottare, per quanto di competenza, rapide ed efficaci iniziative al riguardo, al fine di evitare che in Umbria continuino a proliferare le attività portate avanti dalle organizzazioni criminali. (5-07097)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 novembre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali)
5-07097
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

soppressione di posti di lavoro

traffico di stupefacenti