ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06731

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 507 del 21/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 21/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 21/10/2015
Stato iter:
22/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 22/10/2015
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 22/10/2015
Resoconto MORANDO ENRICO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 22/10/2015
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/10/2015

SVOLTO IL 22/10/2015

CONCLUSO IL 22/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06731
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Mercoledì 21 ottobre 2015, seduta n. 507

   PAGLIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il 10 febbraio 2015 la dottoressa Maria Cannata, direttore generale del Ministero dell'economia e delle finanze è responsabile del debito pubblico, audita presso la Commissione finanze nell'ambito di un'indagine conoscitiva sui cosiddetti contratti «derivati», ha dichiarato che i contratti derivati sottoscritti dal Ministero dell'economia e delle finanze presentavano al 31 dicembre 2014 un mark-to-market stimato in 42 miliardi di euro;
   la valutazione di uno strumento derivato è definita in termini tecnici «mark-to-market» e consiste nell'attualizzazione dei flussi futuri stimati in funzione delle attuali condizioni di mercato;
   una corretta valutazione nella gestione dei derivati può essere effettuata soltanto correlando il costo sostenuto per i contratti al costo sostenuto per gli interessi sul debito sottostante, e poiché il costo dei derivati tipicamente sottoscritti dal Ministero dell'economia e delle finanze cresce quando scendono i tassi di interesse, e diminuisce quando gli stessi crescono, il risultato conseguito grazie ai derivati è di contenere il costo della gestione del debito in un perimetro ragionevolmente pianificabile;
   per tali ragioni, per la gestione del debito pubblico questa è una condizione cruciale: nel lungo periodo il vantaggio del contenimento della fluttuazione del costo, grazie alla protezione dall'aumento dei tassi, è superiore all'eventuale beneficio di una riduzione temporanea dei tassi di interesse; il mark-to-market, pertanto, è il valore attuale dei flussi futuri e, pertanto, risente anche delle prospettive dei tassi a breve termine, ossia dal livello dei tassi attesi impliciti nella curva swap corrente, che, a sua volta, dipende anche dall'inclinazione della curva swap stessa;
   secondo un allarme lanciato nei giorni scorsi dall'associazione Unimpresa, in uno studio che descrive i pericoli derivanti dal peso della finanza speculativa in Italia, sia nel settore pubblico sia nel settore privato, le perdite potenziali in derivati sarebbero pari a quasi il 10 per cento del prodotto interno lordo del Paese, registrando un aumento di 2 miliardi e mezzo dei titoli altamente speculativi con un incremento dell'1,66 per cento rispetto al 2014;
   più precisamente, secondo l'analisi dell'associazione, basata su dati della Banca d'Italia a giugno 2015 il totale dei derivati in perdita valevano 160,3 miliardi di euro e corrispondevano al 9,80 per cento del prodotto interno lordo che a fine 2015 si dovrebbe attestare a 1.635,4 miliardi; nel dettaglio, le imprese registrano derivati in perdita per 8 miliardi, le banche per 114,07 miliardi, le assicurazioni e i fondi pensione per 5,7 miliardi, lo Stato centrale per 31,3 miliardi e le amministrazioni territoriali (comuni, province, regioni) per 1,1 miliardi; a giugno 2014 l'ammontare degli derivati in perdita era a quota 157,6 miliardi pari al 9,75 per cento del prodotto interno lordo che nel 2014 si è attestato a 1.616,3 miliardi; nel dettaglio, le imprese registravano derivati in perdita per 7,5 miliardi, le banche per 109,3 miliardi, le assicurazioni e i fondi pensione per 5,4 miliardi, lo Stato centrale per 34,2 miliardi e le amministrazioni territoriali (comuni, province, regioni) per 1,1 miliardi –:
   quali siano, con riferimento al periodo 2015-2016, i contratti derivati in scadenza, e se con riferimento a questi siano state effettuate rinegoziazioni o apposte proroghe di scadenza, quali siano le controparti interessate dagli stessi, quale sia il loro valore attuale di mark-to-market, e quali i relativi risultati positivi o negativi. (5-06731)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 ottobre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-06731

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'On. Giovanni Paglia pone quesiti in ordine ai contratti derivati sottoscritti dal Ministero dell'economia e delle finanze, in scadenza nel periodo 2015 e 2016.
  Con riferimento agli anni 2015 e 2016, il nozionale delle operazioni in scadenza, per le quali sono terminati o cesseranno obblighi di pagamento nel biennio indicato, ammonta complessivamente a circa 16.609 milioni di euro.
  Più in dettaglio, nell'anno 2015 sono scadute le seguenti posizioni:
   quattro Interest Rate Swap, per un nozionale di circa 4.034 milioni di euro;
   otto Cross Currency Swap, per un nozionale di circa 7.558 milioni di euro.

  Per quanto riguarda l'anno 2016, invece, i derivati in scadenza hanno un valore di mercato pari a circa 254 milioni di euro positivo per il Tesoro e sono tre Cross Currency Swap, per un nozionale complessivo pari a circa 5.018 milioni di euro.
  Inoltre, nel periodo in considerazione, rientrano le date di esercizio di due clausole di estinzione anticipata: una a novembre 2015, relativa a un Interest Rate Swap con nozionale pari a 200 milioni di euro e valore di mercato leggermente positivo e l'altra a marzo del 2016, relativa a un Interest Rate Swap con nozionale 2.000 milioni di euro e valore di mercato negativo per circa 849 milioni di euro.
  Delle posizioni in scadenza nel 2015 e 2016, solo un Interest Rate Swap e due Cross Currency Swap sono stati in passato oggetto di ristrutturazione nell'ambito dell'ordinaria gestione del portafoglio di strumenti derivati.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto interno lordo

tasso fluttuante

pensione complementare