ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06239

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 474 del 03/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: GRANDE MARTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/08/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 03/08/2015
Stato iter:
26/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/01/2016
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 26/01/2016
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 03/08/2015

DISCUSSIONE IL 26/01/2016

SVOLTO IL 26/01/2016

CONCLUSO IL 26/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06239
presentato da
GRANDE Marta
testo di
Lunedì 3 agosto 2015, seduta n. 474

   GRANDE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   secondo recenti dichiarazioni del presidente ucraino Poroshenko, rese in un'intervista alla tv 1+1 (ripresa dall'agenzia interfax), Kiev avrebbe firmato contratti finalizzati all'importazione di armi – anche letali – con undici paesi, i quali tuttavia non risultano essere menzionati nell'intervista, come del resto non è specificato quali, fra questi, abbiano sottoscritto accordi per l'eventuale invio delle armi in questione;
   lo stesso presidente, tra l'altro, non ha esitato ad annunciare la necessità di ricorrere a tali misure da parte di Kiev, soprattutto nell'eventualità di una nuova offensiva russa, ipotesi, questa, in cui l'Ucraina sarebbe appunto nella condizione di avvalersi immediatamente tanto delle armi letali quanto, di riflesso, di provocare una nuova, massiccia ondata di sanzioni dirette contro l'aggressore;
   altresì Poroshenko si è mostrato molto fiducioso riguardo la possibilità che Ue, Usa e altri Paesi sostengano ancora l'Ucraina nella sua battaglia finalizzata a difendere, almeno formalmente, la sovranità e l'integrità territoriale anche attraverso l'utilizzo di armi laddove necessario;
   volendo essere obiettivi, la possibilità che Kiev venga messa nelle condizioni di dotarsi di «armi letali» per combattere la ribellione nei territori dell'est Ucraina porterebbe inevitabilmente a registrare una netta impennata dei già ampi contrasti esistenti tra le potenze occidentali e la Russia;
   non è un caso, infatti, che proprio il presidente USA Barak Obama sia stato esortato a stanziare, dal prossimo anno e per i successivi tre, un miliardo di dollari destinati agli aiuti militari, ne che la stessa Washington, che pure garantisce il proprio appoggio, si sia dichiarata, almeno fino ad ora, contraria ad avallare le contromisure prospettate dal presidente ucraino;
   tuttavia l'amministrazione americana risulta divisa ed assai sotto pressione rispetto ad una questione tanto importante quanto delicata: proprio il nuovo segretario alla difesa, Ashton Carter, durante un'audizione al congresso ha affermato di essere «molto incline» ad appoggiare le scelte di Poroshenko;
   contrari, invece, sono gran parte dei governi europei, i quali giustamente temono che la crisi possa aggravarsi a tal punto da divenire fuori controllo e giungere, quindi, a conseguenze estreme facilmente prevedibili per chiunque;
   lo stesso Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, durante la XI Conferenza degli ambasciatori tenutasi alla Farnesina, è voluto intervenire mettendo in luce, nuovamente, quali fossero gli ideali su cui si fonda la nostra Repubblica: pace, umanità e crescita sociale, proseguendo sulla necessità di porre in essere le fondamenta per un nuovo ordine mondiale, caratterizzato e soprattutto fondato sui principi rispettosi della persona umana e delle comunità;
   è evidente, quanto l'Ucraina abbia bisogno di una soluzione negoziata del conflitto perché in ogni caso la necessità primaria è che le armi, da ambo le parti, si depongano, non che ne vengano acquisite di nuove –:
   se l'Italia sia fra gli undici Stati menzionati da Poroshenko per l'importazione di armi cosiddette letali e, nell'ipotesi in cui fosse fra questi, quali siano le quantità e la tipologia delle armi con cui il nostro paese si appresterebbe a contribuire;
   se le armi eventualmente messe a disposizione dell'Ucraina siano state cedute a titolo gratuito oppure vendute.
(5-06239)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 26 gennaio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06239

  Ringrazio l'onorevole Interrogante per avermi dato la possibilità di chiarire la posizione del Governo italiano in merito alla presunta vendita di armi all'Ucraina. Innanzitutto, vorrei sottolineare che l'Italia non è fra i Paesi che, secondo quanto affermato, avrebbero assicurato forniture militari a Kiev.
  Sin dal 2014, le evoluzioni della crisi in Ucraina hanno fortemente sconsigliato, pur in assenza di un bando all'esportazione di armamenti, di procedere ad autorizzazioni alle forniture commerciali di armi e materiale offensivo, nella convinzione che un eventuale utilizzo improprio potesse contribuire a una escalation delle ostilità.
  Il Governo italiano ha sempre sostenuto che la soluzione della crisi ucraina dovesse necessariamente passare attraverso la strada del dialogo e della soluzione concordata, piuttosto che trovare un esito sul piano militare. In tale contesto, sosteniamo con convinzione gli sforzi portati avanti dal quartetto di Normandia (Francia, Germania, Russia ed Ucraina), con la mediazione dell'OSCE in seno al cosiddetto «gruppo trilaterale di contatto» (con Mosca e Kiev ed all'uopo ampliato a rappresentanti dei gruppi separatisti), al fine di trovare una soluzione di compromesso nell'interesse del Paese e dell'intera Europa. Tale architettura negoziale è stata peraltro alla base delle intese di Minsk del febbraio 2015, la cui piena attuazione costituisce al momento l'unica piattaforma di compromesso possibile. I risultati finora raggiunti in tale ambito, grazie agli sforzi congiunti del quartetto normanno e dell'OSCE, sono positivi e importanti e confermano la nostra convinzione che il sentiero intrapreso sia quello giusto e che sia necessario sostenerlo con convinzione e coerenza.
  Il Governo italiano continuerà pertanto a incoraggiare le parti affinché si giunga tempestivamente ad una soluzione sostenibile e duratura del conflitto in corso, che tenga debitamente conto delle legittime aspirazioni delle minoranze d'Ucraina nel rispetto della integrità territoriale del Paese e contribuisca alla ripresa economica del Paese, nel quadro delle attività e delle iniziative a tal fine decise sia in ambito UE che nel contesto del G7.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto

capo di Stato