ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05914

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 451 del 30/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: GHIZZONI MANUELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 30/06/2015
Stato iter:
17/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/03/2016
Resoconto TOCCAFONDI GABRIELE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 17/03/2016
Resoconto GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/06/2015

DISCUSSIONE IL 17/03/2016

SVOLTO IL 17/03/2016

CONCLUSO IL 17/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05914
presentato da
GHIZZONI Manuela
testo di
Martedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

   GHIZZONI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   la maggior parte delle accademie statali di belle arti, come anche molte altre istituzioni statali dell'alta formazione artistica e musicale, hanno sede in edifici, demaniali e non, le cui spese di manutenzione e gestione sono state per decenni a carico delle amministrazioni provinciali, sulla base di un parallelismo con la situazione delle scuole medie superiori;
   la legge 21 dicembre 1999, n. 508, ha istituito il sistema dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM) attribuendo alle istituzioni AFAM personalità giuridica e autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa e finanziaria;
   a seguito della legge n. 508 del 1999 le istituzioni AFAM sono entrate definitivamente a far parte del sistema della formazione post-secondaria, adottando anche il modello dei due livelli di titolo, uno triennale e il successivo biennale, introdotto in quegli stessi anni nel sistema universitario;
   del resto l'articolo 2, comma 3, della legge n. 508 del 1999 fa espressamente riferimento alla legge 9 maggio 1989, n. 168, che è quella con cui le università avevano avuto riconosciuta l'ampia autonomia prevista dalla Costituzione, mentre gli articoli 5 e 6 estendono alle istituzioni AFAM le norme sull'edilizia e sul diritto allo studio valide per le università;
   sulla base dell'articolo 2, comma 7, della legge n. 508 del 1999 è stato emanato il decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2003, n. 132, recante i criteri per l'autonomia statutaria, regolamentare e organizzativa delle istituzioni AFAM;
   il decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 2003, pur confermando l'autonomia amministrativa, finanziaria e contabile delle istituzioni AFAM, non entra però nel merito della questione della gestione e manutenzione delle loro sedi;
   in mancanza di altri interventi normativi si è aperto da tempo un lungo e difficile contenzioso tra alcune amministrazioni provinciali e le istituzioni AFAM del relativo territorio, le prime chiedendo di potersi spogliare dei compiti e delle spese relative alla manutenzione e gestione delle sedi delle istituzioni AFAM lasciandoli a carico delle istituzioni e dei loro bilanci, le seconde facendo rilevare che i fondi ministeriali annui di dotazione, già esigui, e le unità di personale amministrativo non sono stati mai adeguati ai nuovi compiti amministrativi e contabili eventualmente loro spettanti, come la stipula e il pagamento dei contratti delle utenze fondamentali (luce, acqua, gas, telefono), per cui risulta loro impossibile assumersi il carico della manutenzione e gestione delle sedi;
   in un caso particolare, che ha visto opposti la provincia di Sassari e il conservatorio statale di musica «Luigi Canepa» di Sassari, si è infine pronunciata la Corte di cassazione, con sentenza n. 19287 depositata il 12 settembre 2014, stabilendo che la provincia non doveva più farsi carico delle spese di funzionamento del conservatorio;
   a seguito di tale sentenza molte amministrazioni provinciali, in fase conclusiva di esistenza, hanno richiesto alle istituzioni statali AFAM del loro territorio, in estensione di giudicato, di intestarsi tutte le utenze, di assumere a proprio carico tutte le spese di manutenzione e anche di rimborsare le spese effettuate negli anni precedenti;
   a titolo di esempio, la città metropolitana di Firenze, subentrata alla provincia di Firenze, dapprima con lettera n. 25034 del 14 gennaio 2015 e successivamente con lettera n. 218163 del 24 aprile 2015, ha chiesto all'Accademia di belle arti di Firenze il rimborso di 441.771,92 euro, per le utenze di energia elettrica, acqua, gas e telefono a decorrere dal 15 novembre 2011;
   l'Avvocatura distrettuale dello Stato di Firenze, interpellata dall'Accademia, ha risposto che la richiesta della Città Metropolitana di Firenze è legittima e pienamente rispettosa del dato legislativo per cui suggerisce all'Accademia di procedere senza indugi al pagamento delle somme dovute, eventualmente concordando una rateizzazione;
   nessuna risposta è invece pervenuta all'Accademia da parte del Ministero in risposta alle lettere inviate il 23 gennaio e il 16 febbraio 2015;
   la somma richiesta all'Accademia, ancorché permanga il dubbio che sia realmente dovuta soprattutto per quanto riguarda la decorrenza dal 15 novembre 2011, è totalmente al di fuori della disponibilità del bilancio dell'Accademia che riceve dal Ministero un contributo ordinario annuale di funzionamento pari a circa 105.000 euro;
   l'Accademia ha comunque provveduto a riorganizzare il suo bilancio, anche aumentando la contribuzione studentesca, in modo da poter farsi carico di tutte le spese di funzionamento a partire dal primo gennaio 2015;
   l'Accademia di belle arti di Firenze è la più antica del mondo (fu fondata da Giorgio Vasari e Michelangelo Buonarroti) e conta circa 100 professori e 1.200 studenti, di cui oltre un quarto stranieri attratti dalla sua fama e dalla storia artistica straordinaria del nostro Paese –:
   come i Ministri interrogati intendano procedere per evitare che le istituzioni statali AFAM per le quali le province stanno procedendo al recupero delle spese sostenute per il funzionamento, alcune delle quali hanno tradizioni prestigiose e internazionalmente riconosciute, si trovino a dover improvvisamente rimborsare ad altre amministrazioni pubbliche spese pregresse di entità molto rilevante che metterebbero in estrema difficoltà i loro già problematici bilanci fino a far ipotizzare la necessità di sospendere ogni attività. (5-05914)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 17 marzo 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-05914

  In relazione a quanto prospettato dall'On.le interrogante, si fa presente che nel 2015 sono stati rivisti in maniera significativa i criteri di riparto dei finanziamenti alle Istituzioni AFAM, al fine di valorizzare la qualità dell'offerta e dei percorsi di studio di ciascuna di esse. In tal senso, con decreto interministeriale n. 904 del 17 novembre scorso si è stabilito che una quota significativa delle risorse destinate al funzionamento di Accademie e Conservatori, complessivamente pari, in tale esercizio, a euro 12.711.985, venisse distribuita secondo indicatori premiali individuati in base al numero di studenti iscritti ai corsi di livello accademico, al livello di internazionalizzazione in relazione sia agli studenti stranieri iscritti che alla mobilità in ingresso e in uscita nei programmi Erasmus, alla numerosità dei corsi erogati, nonché alle politiche per il diritto allo studio.
  Anche per quanto riguarda i fondi destinati alla realizzazione di interventi di edilizia e per l'acquisizione di attrezzature didattiche e strumentali di particolare rilevanza, complessivamente pari nel 2015 a euro 4.069.705, il decreto ministeriale n. 602 dell'11 agosto scorso ha previsto parametri di valutazione delle istanze presentate maggiormente oggettivi e stringenti, al fine di ottimizzare l'assegnazione delle risorse disponibili.
  Inoltre, il Ministero ha condotto nel corso del 2015 un'apposita rilevazione presso le Istituzioni AFAM tesa a fornire un quadro conoscitivo completo della situazione degli immobili utilizzati dalle stesse, al fine di verificarne in particolare il titolo di proprietà, le dimensioni e la tipologia degli spazi, la descrizione delle caratteristiche e dello stato degli immobili, il costo della gestione.
  Si ricorda poi lo stanziamento di 4 milioni di euro annui a partire dall'anno 2016, introdotto dall'articolo 1, comma 173, della legge n. 107 (cd. Buona Scuola), per contributi pluriennali destinati al rimborso delle rate di ammortamento di mutui per interventi di edilizia di tali Istituzioni. È in corso di definizione il decreto MIUR-MEF che stabilirà le modalità attuative di tale norma, che consentiranno alle Istituzioni AFAM di disporre delle risorse necessarie per ottenere spazi adeguati alle esigenze delle attività e degli studenti.
  Con riferimento ai rapporti tra Istituti AFAM e Province e in particolare agli oneri di manutenzione e gestione delle sedi utilizzate dagli Istituti, si fa presente che questo Ministero non può assumere, allo stato dell'arte, alcun impegno relativamente al finanziamento di tali oneri.
  È perlomeno dubbio, allo stato attuale ritenere che siano venuti meno gli obblighi relativi a tali oneri da parte delle Province ai sensi della legge n. 23 del 1996, tenuto anche conto che l'attuazione del processo di riforma previsto dalla legge n. 508 del 1999 non è stato ancora completato e che non è possibile affermare che sussiste una completa equiparazione tra Università e Istituzioni AFAM.
  Di tale avviso è anche l'Avvocatura generale dello Stato che sul punto si è espressa rinviando al Ministero la valutazione circa l'opportunità di sollecitare una più approfondita rimeditazione dell'orientamento già espresso dalla Corte di Cassazione con una sentenza (n. 19287) del 2014 in base alla quale i Conservatori dovrebbero farsi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici in cui è fissata la loro sede, nell'ambito delle risorse trasferite dal MIUR.
  L'ammontare delle risorse disponibili nel bilancio del Ministero per le Istituzioni AFAM non consentirebbe in alcun modo di far fronte al finanziamento dei predetti oneri. Pertanto, ove il sopraindicato chiarimento dell'attuale quadro normativo dovesse effettivamente stabilire il venir meno degli obblighi delle Province ai sensi della legge n. 23 del 1996, un simile esito non potrebbe, allo stato, determinare alcun incremento dei trasferimenti a favore delle Istituzioni da parte del Ministero.
  È, comunque, intenzione del Ministero affrontare, nell'ambito del più ampio quadro di riforma delle Istituzioni AFAM, anche questa rilevante questione. Non si può, tuttavia, sottovalutare il fatto che la soluzione concreta richiederebbe uno stanziamento aggiuntivo di rilevante dimensione rispetto alle attuali disponibilità ministeriali.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

spese di funzionamento

formazione professionale

norme per l'edilizia