ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05573

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 425 del 12/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 12/05/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/05/2015
Stato iter:
13/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/05/2015
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 13/05/2015
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 13/05/2015
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/05/2015

SVOLTO IL 13/05/2015

CONCLUSO IL 13/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05573
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Martedì 12 maggio 2015, seduta n. 425

   PALAZZOTTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   la popolazione kurda si batte sin dai primi momenti della guerra civile in Siria per la pace e per la costruzione di una società democratica e con uguali diritti per tutti;
   dal novembre 2013 le enclavi curde di Kobane, Afrin e Cizre hanno costituito la regione autonoma di Rojava nel Kurdistan siriano e si sono date una costituzione ed un'organizzazione con delle istituzioni riconosciute dalla popolazione;
   dal settembre scorso la città di Kobane ha vissuto un duro attacco da parte dei miliziani del Daesh; è stata liberata poi dalle forze di autodifesa del popolo kurdo (YPG, YPJ) nel gennaio di quest'anno, che hanno costretto le milizie islamiche ad evacuare la zona;
   la liberazione di Kobane è stata un esempio della lotta al Daesh, tuttavia la città, dopo l'assedio di oltre 130 giorni è pressoché totalmente distrutta mentre le forze di autodifesa continuano ad avanzare per liberare gli oltre 350 villaggi che erano stati conquistati dallo Stato islamico dall'offensiva del settembre scorso;
   la Regione del Rojava e la città di Kobane hanno urgente bisogno di aiuti umanitari ed un impegno concreto della comunità internazionale per la ricostruzione;
   intervenendo in aula alla Camera dei deputati, in risposta all'interpellanza urgente n. 2-00709, il Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro, affermava, tra le altre cose, che: «Per quanto riguarda la regione di Kobane, le precarie condizioni di sicurezza non hanno sino ad ora consentito di svolgere attività umanitarie internazionali. Dunque, è, intenzione della cooperazione effettuare, quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno, operazioni umanitarie anche a beneficio della popolazione civile della regione curdo-siriana (in particolare le altre due enclavi che, sappiamo, formano il Rojava) attraverso trasporti di generi di prima necessità da realizzare in collaborazione con la base di Brindisi dell'ONU o finanziando la realizzazione di iniziative a forte impatto sociale da parte delle agenzie del sistema ONU e della Croce Rossa Internazionale»;
   il Sottosegretario Giro faceva poi riferimento alle risorse aggiuntive già esistenti nel decreto missioni per la realizzazione di tali attività;
   la Regione del Rojava ha bisogno di risorse vitali per l'esistenza, quali acqua, medicinali e generi alimentari e materiali per la ricostruzione, e nonostante gli impegni della comunità internazionale e anche del nostro Paese, di fatto, assistiamo ad un embargo contro la popolazione kurda poiché non ci sono accessi alla regione;
   è urgente l'apertura di un canale umanitario per permettere l'invio di aiuti nella regione del Rojava –:
   quali iniziative il Governo italiano abbia intrapreso e intenda intraprendere per consentire le operazioni umanitarie e l'invio di aiuti alla popolazione curdo-siriana, in particolare nei confronti della Turchia per consentire l'apertura di un corridoio umanitario alla frontiera turco-siriana. (5-05573)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 13 maggio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-05573

  Ringrazio l'onorevole Palazzotto per aver riproposto questo tema e colgo l'occasione per fornire qualche aggiornamento rispetto alla risposta che ho fornito lo scorso ottobre in Aula Camera. Purtroppo, come tutti sapete, la situazione in Siria è tuttora a dir poco drammatica. Da parte nostra, stiamo però dando il nostro fattivo contributo. Stiamo infatti finalizzando un importante trasporto umanitario che – nonostante le difficoltà di accesso che potete immaginare – mira a dare una risposta concreta alle esigenze della popolazione nella regione di Rojava in Siria. Con il supporto logistico del Deposito dell'ONU di Brindisi e con la collaborazione dell'ONG «Un Ponte Per ...» la Cooperazione ha finanziato l'invio di un convoglio di beni umanitari diretto all'area di Hassakè, che si trova appunto nella regione del Rojava. Il carico è costituito da kit sanitari di emergenza per il trattamento di patologie derivanti da traumi e per la medicina di base in grado di assicurare assistenza medica ad una popolazione di 10.000 persone. Tramite il sostegno di «Un Ponte per...» (che utilizzerà personale locale), si procederà alla distribuzione dei beni in centri sanitari gestiti dalla Mezzaluna Rossa curda ed in partenariato con quest'ultima, in alcuni ospedali pubblici della regione e nel campo profughi Newroz di Derik. In tale operazione sarà coinvolto anche il nostro Ufficio consolare di Erbil – in raccordo con le Autorità della regione autonoma del Kurdistan iracheno – che assicurerà tutto il necessario sostegno ai fini del disbrigo delle pratiche doganali per l'attraversamento della frontiera fra Iraq e Siria.
  Si stima che, una volta completate le procedure logistico-burocratiche, il carico di aiuti, del peso di circa 8 tonnellate e del valore di circa 100.000 euro, possa partire entro le prossime 2-3 settimane. Nuovi trasporti potranno essere realizzati in futuro tenendo conto delle richieste e dei bisogni delle popolazioni beneficiarie, dell'evoluzione delle condizioni di accesso e sicurezza nelle aree di destinazione e beninteso – delle disponibilità finanziarie della Cooperazione Italiana.
  Per quanto riguarda l'apertura e l'accessibilità dei valichi, di fronte al continuo deteriorarsi del quadro umanitario, riteniamo che sia necessario ampliare il loro numero al fine di consentire l'invio di convogli umanitari dell'ONU. Questa posizione viene da noi espressa con forza in tutti i competenti consessi internazionali, da ultimo a Ginevra lo scorso 12 maggio, nell'ambito del Consiglio Diritti Umani, in occasione delle riunioni tecniche in vista della revisione semestrale del rapporto sulla Siria. La ribadiremo qui a Roma, in occasione del Board annuale del World Food Programme (avrà luogo il 25 maggio).
  Permangono tuttora restrizioni turche al transito verso le zone della Siria a prevalenza curda sebbene, da parte turca, sia stato reso utilizzabile in alcune occasioni il valico di Qamishli (nell'estrema propaggine orientale della Siria) controllato dal Governo siriano e legalmente accessibile ai convogli delle Nazioni Unite per consentire il passaggio di convogli umanitari. Purtroppo la fruibilità di tale passaggio dipende dalle condizioni di sicurezza e soprattutto dai rapporti politici tra il governo turco e il PYD, il Partito dell'Unione Democratica. Il PYD persegue un'agenda politica di autonomia regionale che non è del tutto in linea con gli obiettivi della coalizione delle opposizioni siriane (SOC). Il PYD ha legami organici con il PKK, che è ancora considerato un'organizzazione terroristica a tutti gli effetti sia in Turchia che in Europa ma è al tempo stesso l'attore sul terreno più efficace nella lotta a Daesh in Siria.
  Oltre alle operazioni di assistenza umanitaria transfrontaliere, il Governo turco (tramite la Mezzaluna Rossa e AFAD) continua a mantenere attiva una forma di assistenza umanitaria transfrontaliera denominata «zero-point», che utilizza 10 ulteriori valichi di frontiera terrestri per la consegna di aiuti al confine direttamente a destinatari civili in Siria (prevalentemente ONG locali). Secondo alcune fonti, da parte turca si starebbero valutando anche autorizzazioni per singole operazioni di consegna di aiuti umanitari tramite il valico di Kobane.
  Segnalo infine che Ankara già svolge un'importante azione di assistenza umanitaria ai rifugiati dalla Siria. Dall'inizio dell'ultima crisi, la Turchia ha accolto circa 200.000 rifugiati provenienti dall'area di Kobane (dati UNHCR). Complessivamente ospita sul suo territorio circa 1,7 milioni di rifugiati siriani. Di questi solo 250.000 sono alloggiati in campi attrezzati, mentre gli altri hanno trovato sistemazioni presso parenti/conoscenti in aree urbane periferiche, creando non poche frizioni con le locali comunità turche.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasporto merci

impatto sociale

sistema delle Nazioni Unite