ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05572

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 425 del 12/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: GRANDE MARTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2015


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/05/2015 12/05/2015
Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/05/2015
Stato iter:
13/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/05/2015
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 13/05/2015
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 13/05/2015
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/05/2015

SVOLTO IL 13/05/2015

CONCLUSO IL 13/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05572
presentato da
GRANDE Marta
testo di
Martedì 12 maggio 2015, seduta n. 425

   GRANDE, MANLIO DI STEFANO, SPADONI, SIBILIA, DEL GROSSO e DI BATTISTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   Giovanni Lo Porto, un esperto volontario del mondo della cooperazione allo sviluppo, negli ultimi tempi attivo nella ONG tedesca Welt Hunger Hilfe, fu rapito il 19 gennaio 2012 in un'area della regione del Punjab, al confine tra Afghanistan e Pakistan, dove era andato con un collega tedesco, Bernd Muehlenbeck, per prestare assistenza di emergenza alle popolazioni di una zona rurale, la zona di Multan, che era stata pesantemente colpita da alluvioni. Il cooperante tedesco era stato successivamente separato da Lo Porto, per poi essere liberato in Afghanistan, dove è stato rilasciato il 10 ottobre 2014, alla periferia di Kabul;
   come è tragicamente noto, nella tarda serata del 21 aprile 2015 il Presidente degli Stati Uniti ha comunicato al premier italiano che, purtroppo, il connazionale Giovanni Lo Porto e il cooperante americano Warren Weinstein, professore di diritto ed economia dello sviluppo, rapito in Pakistan il 13 agosto 2011, avevano perso la vita a seguito di bombardamenti effettuati il 15 e il 19 gennaio 2015 da velivoli americani a pilotaggio remoto, i cosiddetti droni, in un'area, appunto, a ridosso del confine tra Pakistan e Afghanistan;
   dall'insediamento del Presidente Obama nel 2009, 2464 persone sono state uccise dai droni tra Pakistan, Afghanistan e Somalia tra i quali 314 civili, 454 attacchi (9 volte più del precedente Presidente G.W.Bush) avvenuti non in «zone di guerra»; tra il 2004 e il 2015 sono stati uccisi 200 bambini;
   a parere degli interroganti, vi sono almeno due punti poco chiari nella versione ufficiale fornita dal Governo italiano sull'uccisione di Giovanni Lo Porto nel corso dell'informativa urgente tenuta dal Ministro interrogato il 24 aprile 2015: le ragioni per le quali, mentre l'Italia si impegnava, nel corso del colloquio ufficiale tenutosi alla Casa Bianca il 17 aprile 2015, a rimanere al fianco dell'alleato in Afghanistan, il Presidente Barack Obama non abbia ritenuto di dover condividere con il premier Matteo Renzi ogni passaggio di quanto stava accadendo; ovvero, se invece ciò è accaduto, come mai il premier e il titolare della Farnesina Paolo Gentiloni abbiano poi deciso di negarlo tanto da far ipotizzare una reticenza deliberata o, quantomeno, un tentativo d'insabbiare le responsabilità;
   tra l'altro, secondo il New York Times «i vertici dell’intelligence statunitense ebbero il più alto livello di certezza nel collegare le morti di Weinstein e Lo Porto all'attacco del drone. Obama tolse il segreto di Stato sull'episodio, ma non disse nulla al primo Ministro italiano in visita alla Casa Bianca»;
   occorrerebbe, a parere degli interroganti, istituire una commissione d'inchiesta, unico modo per restituire centralità al Parlamento e per confermare solidarietà alla famiglia e fare luce su quanto realmente accaduto, accertando quella verità che allo stato risulta ancora sconosciuta al Paese;
   inizialmente, per avere certezza che uno dei corpi resi irriconoscibili a seguito dei citati bombardamenti fosse quello del connazionale Lo Porto, era stata ipotizzata l'effettuazione di un esame comparativo del Dna per accertare che si trattasse proprio del suo corpo;
   secondo l'agenzia di stampa DIRE del 28 aprile scorso nella sede del COPASIR sarebbe emerso che a quel momento le forze Usa in Pakistan non avevano rinvenuto il corpo di Giovanni Lo Porto, né resti tali da consentire l'esame del dna. Per cui, di fatto, non c’è stata ancora l'identificazione diretta del cooperante italiano. Secondo la medesima fonte, nella stessa circostanza sarebbe altresì emerso che le forze Usa hanno ricostruito quanto accaduto nell'attacco del drone al compound in Pakistan, arrivando all'individuazione di Lo Porto «con ragionevoli certezze», sulla base degli elementi frutto della ricostruzione stessa;
   peraltro, manca una ricostruzione dettagliata dei vari passaggi che avrebbero portato all'identificazione del corpo dal momento che gli Stati Uniti non avrebbero agenti di terra in Pakistan e di chi abbia recuperato i resti e proceduto all'effettuazione delle analisi;
   anche su questo si sarebbe deciso di mantenere il segreto poiché rimane il dubbio su chi abbia fornito ai servizi segreti statunitensi il reperto per effettuare tale comparazione sul codice genetico e come mai nessuno nel nostro Paese ne sapesse nulla;
   infine, resta la questione non chiarita dei resti del corpo di Giovanni Lo Porto affinché vi si possa dare una degna e giusta sepoltura, come richiesto anche dai suoi genitori –:
   quali chiarimenti intenda fornire in ordine a quanto evidenziato in premessa soprattutto con riferimento a quanto già emerso nelle sedi parlamentari e come il Governo intenda attivarsi affinché venga riportata in Italia e restituita ai familiari la salma del giovane cooperante. (5-05572)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 13 maggio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-05572

  A titolo di premessa vorrei ricordare che sui tragici eventi che hanno portato alla morte di Giovanni Lo Porto il Governo si è espresso in sede parlamentare e, in particolare, nella sede competente in materia.
  Giovanni Lo Porto è stato rapito il 19 gennaio 2012 a Multan, ove, assieme ad un collega tedesco, Bernd Muehlenbeck, operava per l'ONG Welthungerhilfe in progetti di assistenza alle popolazioni locali. Il cooperante tedesco, sequestrato insieme a Giovanni, era stato successivamente separato da lui, per poi essere liberato in Afghanistan, il 10 ottobre 2014, alla periferia di Kabul.
  Nella tarda serata del 22 aprile 2015 il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha informato il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che nel corso di una operazione condotta con droni armati a ridosso del confine tra Pakistan e Afghanistan per colpire alcuni affiliati ad Al Qaeda presenti in un compound, avevano perso la vita anche il cittadino americano Warren Weinstein, rapito in Pakistan il 13 agosto 2011, e il nostro connazionale Giovanni Lo Porto. Secondo quanto riferito dal Governo statunitense non vi era tuttavia alcuna informazione in base alla quale si potesse ritenere che nel compound colpito fossero presenti anche i due ostaggi.
  L'informazione relativa al decesso dei due rapiti è stata fornita al nostro Governo dagli USA solo appena dopo la finalizzazione delle necessarie verifiche condotte da parte statunitense. Tali verifiche si sarebbero infatti protratte per alcuni mesi dal momento dell'attacco e concluse solo il giorno precedente la dichiarazione pubblica del Presidente Obama, data la difficilissima natura dell'area in cui si è svolta l'azione antiterrorismo americana.
  Il governo americano ha informato della morte dei due ostaggi sulla base delle valutazioni effettuate che conducevano a dichiarare con «ragionevole certezza» che tra i corpi individuati sul luogo dell'attacco vi erano anche quelli di Giovanni Lo Porto e di Warren Weinstein. Non risulta tuttavia che il corpo del nostro connazionale sia stato rinvenuto né che sia pertanto stato possibile effettuare alcun esame diretto del DNA, come peraltro già riferito nelle competenti sedi parlamentari.
  Nel premettere che sull'intera vicenda è aperta, come noto, un'inchiesta della magistratura, con la quale è in atto ogni collaborazione relativamente alle circostanze del tragico evento, restano intensi altresì e a tutti i livelli i contatti con le Autorità americane, con particolare riguardo alla necessità di rinvenire la salma di Giovanni Lo Porto, tenendo comunque conto delle difficoltà logistiche dell'area, interamente controllata da gruppi terroristici locali nonché recentemente teatro di continue azioni militari.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

regione rurale

Capo di governo

cittadino