ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05091

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 396 del 20/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: MALISANI GIANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BLAŽINA TAMARA PARTITO DEMOCRATICO 20/03/2015
BRANDOLIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 20/03/2015
ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO 20/03/2015
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 20/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/03/2015
Stato iter:
25/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2015
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 25/06/2015
Resoconto MALISANI GIANNA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/03/2015

DISCUSSIONE IL 25/06/2015

SVOLTO IL 25/06/2015

CONCLUSO IL 25/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05091
presentato da
MALISANI Gianna
testo di
Venerdì 20 marzo 2015, seduta n. 396

   MALISANI, BLAZINA, BRANDOLIN, ROSATO e ZANIN. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   Poste italiane spa è una società a capitale interamente pubblico che gestisce i servizi postali in una condizione di sostanziale monopolio e che garantisce l'espletamento del servizio universale sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, in cui la società si impegna a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste;
   Poste Italiane spa riceve significativi contributi da parte dello Stato nell'ambito della legge di stabilità per consentire agli uffici postali periferici di garantire l'erogazione dei servizi postali essenziali;
   al piano di riorganizzazione previsto dall'azienda dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprile 2015 nell'ambito dell'avviato processo di privatizzazione, e prevede a livello nazionale la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici;
   i servizi postali, in particolare per le famiglie e le imprese, sono fondamentali nello svolgimento di moltissime attività quotidiane, come il pagamento delle utenze, il ritiro del denaro contante da parte dei titolari di conto corrente postale e l'invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze, soprattutto quelle di carattere legale;
   questa razionalizzazione rischia di tradursi in gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti, su territori particolarmente disagiati;
   il suddetto piano di riorganizzazione previsto dall'azienda dispone per la regione Friuli Venezia Giulia la chiusura di 19 uffici, 13 in provincia di Udine (Campeglio di Faedis, Carpacco di Dignano, Ciconicco, Cisterna di Coseano, Goricizza e Pozzo (Codroipo), Ipplis, Lavariano, Ospedaletto di Gemona, Percoto, Perteole, Rodeano Basso, Terzo di Tolmezzo e Toreano di Martignacco);
   in data 22 gennaio 2014 il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni rispondendo a specifica missiva del presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna ha ricordato che con apposita delibera l'Autorità ha «ritenuto opportuno inserire (...) specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono gli utenti che abitano nelle zone remote del Paese (...) ritenendo prevalente l'esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio»;
   la delibera dell'AGCOM n. 342/14/Cons del 26 giugno 2014 ha integrato i criteri elencati nell'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, prescrivendo all'articolo 2 relativo ai comuni rurali e montani, il divieto di chiusura di uffici postali situati in comuni rurali (quelli con densità abitativa inferiore a 150 abitanti per chilometro quadrato), e obbliga altresì Poste Italiane ad avviare con congruo anticipo con le istituzioni locali delle misure di razionalizzazione per avviare un confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale;
   il Ministero dello sviluppo economico in data 12 febbraio 2015, a margine dell'incontro tenutosi tra il Sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, l'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio e il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Angelo Cardani aveva dichiarato che regioni e comuni sarebbero stati coinvolti nel piano di chiusura degli uffici postali e che Poste Italiane avrebbe coinvolto regioni ed enti locali per spiegare come servizi innovativi avrebbero assicurato la tutela del servizio universale per i cittadini;
   il Consiglio di Stato, con la sentenza 1262/2015 depositata l'11 marzo 2015, ha ritenuto fondato il ricorso del comune di Torre Orsaia contro Poste Italiane stabilendo che l'azienda deve garantire un adeguato numero di punti di accesso al servizio su tutto il territorio nazionale comprese le zone montane e rurali;
   quattro mesi fa, il 18 novembre 2014, la regione Friuli Venezia Giulia e Poste Italiane si erano impegnate in un protocollo di intesa per rafforzare il ruolo delle sedi periferiche. Nell'incontro del 17 marzo, convocato dall'Anci e dall'assessore Paolo Panontin, il responsabile delle Poste per il nord est Andriolo ha invece confermato il piano. L'assessore si è perciò impegnato a portare la questione al tavolo nazionale di trattativa, istituito tra la Conferenza delle regioni e Poste Italiane spa –:
   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, che sembra confermare la decisione unilaterale di Poste Italiane senza alcun confronto con il territorio, e se intenda intervenire perché si possa aprire una concertazione tra la direzione di Poste Italiane spa e le amministrazioni locali, garantendo il rispetto dei disposti stabiliti dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. (5-05091)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 giugno 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-05091

  In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare, il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge del 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS recante «Punti di accesso alla rete postale: modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane» ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, attraverso l'introduzione di specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Si auspica, quindi, nel rispetto delle esigenze dell'utenza, la massima concertazione tra Poste Italiane e le amministrazioni locali. Tale impegno è stato, peraltro, evidenziato anche durante l'incontro del 12 febbraio scorso avuto con l'amministratore delegato di Poste Italiane ed il presidente dell'AGCOM.
  Su richiesta del Ministero, Poste Italiane, con lettera del 7 aprile 2015, ha accettato di sospendere l'attuazione del piano di razionalizzazione, originariamente prevista per il 13 aprile 2015, al fine di garantire un maggior coinvolgimento degli enti locali e dei loro amministratori, in modo da tener effettivo conto delle esigenze dei cittadini, con particolare attenzione alle fasce più deboli, e delle specificità dei territori. L'azienda si è inoltre impegnata a spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale a tutti i cittadini.
  In un incontro, avuto lo scorso 23 giugno 2015, con l'amministratore delegato di Poste Italiane, il presidente di AGCOM, il presidente della Conferenza delle Regioni ed il coordinatore dei piccoli comuni di ANCI, il Ministero ha potuto verificare gli effetti dell'utile e costruttivo dialogo avviato tra la società Poste ed i rappresentanti di regioni e comuni, che ha portato alla rimodulazione degli interventi inizialmente previsti da Poste tra chiusure e razionalizzazioni. È emersa peraltro la disponibilità delle parti in gioco a proseguire un percorso coordinato nella modernizzazione dei servizi ai cittadini mantenendo una attenzione particolare ai presidi in territori a rischio desertificazione.
  Ciò premesso, per quanto concerne, in particolare, il territorio friulano Poste Italiane ha precisato che, rispetto ai 334 uffici postali retail attualmente operativi, di cui 35 aperti anche il pomeriggio, e ai 3 uffici Poste Impresa, sono stati inseriti nel Piano 19 interventi di chiusura e 7 interventi di rimodulazione delle giornate di apertura.
  Nel territorio regionale sono presenti, altresì, 163 sportelli automatici ATM, dei quali 161 attivi 24 ore.
  In Provincia di Udine a fronte dei 181 uffici postali retail al momento attivi, di cui 17 aperti a doppio turno e di 1 ufficio Poste Impresa, sono stati inseriti nel Piano 13 interventi di chiusura e 4 interventi di rimodulazione oraria. Nello stesso territorio provinciale sono presenti 81 sportelli automatici ATM, tutti attivi 24 ore.
  In ogni caso, Poste Italiane ha assicurato che tutti gli interventi inseriti nel Piano risultano essere pienamente rispettosi della normativa sopra menzionata e che l'attuazione degli stessi avverrà solo dopo aver completato il dialogo avviato con le istituzioni locali.
  La predetta società ha ribadito, infine, che i suddetti interventi non implicheranno alcuna criticità gestionale, mantenendo gli attuali livelli di servizio senza generare alcuna problematica occupazionale.
  Per completezza di informazione si rappresenta che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sentita al riguardo, ha evidenziato che, al fine di consentire una valutazione più puntuale dell'impatto del suddetto Piano sulla popolazione locale, nonché l'eventuale individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, l'articolo 5 comma 1 della citata delibera n. 342/14/CONS ha previsto l'obbligo di notifica preventiva ai sindaci dei Comuni interessati almeno 60 giorni prima della data prevista di attuazione dell'intervento.
  La stessa Autorità ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

servizio postale

regione rurale

servizio universale