ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05062

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 394 del 18/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
LACQUANITI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
CANI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
SENALDI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
IMPEGNO LEONARDO PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
ARLOTTI TIZIANO PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
MONTRONI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/03/2015
Stato iter:
19/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/03/2015
Resoconto MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 19/03/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 19/03/2015
Resoconto BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/03/2015

SVOLTO IL 19/03/2015

CONCLUSO IL 19/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05062
presentato da
BENAMATI Gianluca
testo di
Mercoledì 18 marzo 2015, seduta n. 394

   BENAMATI, MARTELLA, BARGERO, LACQUANITI, TARANTO, CANI, SENALDI, IMPEGNO, ARLOTTI, MONTRONI e TIDEI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   nel mese di dicembre 2014 a seguito delle decisioni adottate dal governo russo la società Gazprom ha ufficializzato l'abbandono del progetto «South Stream», che, nelle strategie industriali, avrebbe dovuto aumentare la sicurezza di fornitura di gas naturale in Europa, attraverso una diversificazione delle rotte di approvvigionamento;
   il progetto «South Stream» avrebbe, infatti, garantito un collegamento diretto, attraverso il Mar Nero, tra Russia e Bulgaria, e dalla Bulgaria versi altri paesi del sud Europa;
   questo progetto nasceva dalla volontà di ridurre i rischi di approvvigionamento, di gas naturale, connesso al transito attraverso altri Paesi non Unione europea, Ucraina in primis, dai profili politici ed istituzionali non stabili;
   in base a quanto dichiarato dal governo russo e dalla società Gazprom, la decisione del disimpegno dal citato progetto avrebbe avuto origine dal mancato supporto, anzi dalla presunta contrarietà della Commissione europea al progetto stesso;
   in verità la Commissione europea ha sempre considerato di «interesse europeo» il progetto «South Stream» coerentemente con quanto realizzato per i paesi del nord mediante il gasdotto «North Stream» quale collegamento diretto tra Russia e Germania attraverso il mar Baltico;
   contestualmente all'abbandono del suddetto progetto, il Governo russo d'intesa con il Governo turco ha dato il via ai lavori preparatori per la realizzazione di una nuova rete di gasdotti denominato «Turkish Stream»;
   tale progetto si pone lo stesso obiettivo dell'abbandonato progetto «South Stream» e cioè realizzare una nuova rotta di approvvigionamento, in grado di bypassare il transito attraverso l'Ucraina;
   per la realizzazione del «Turkish Stream» si utilizzerebbero, tra l'altro, buona parte di progetti e contratti, compresi quelli della posa dei tubi, già sviluppati per «South Stream»;
   a fine dicembre 2014 e precisamente in data 29 dicembre 2014, la società russa Gazprom ha liquidato i principali partner europei del progetto, a partire da Eni, Edf e Winter shall, rilevando le quote detenute dalla società South Stream Transport, acquisendone il controllo esclusivo e impiegandola per la realizzazione della nuova infrastruttura energetica con la Turchia;
   con l'avvio del progetto con la Turchia, la società russa Gazprom ha anche annunciato un cambio di strategie industriali, definito, da molti osservatori economici e politici, di natura epocale;
   tra i principali obiettivi di Gazprom infatti vi sarebbero infatti: a) la indisponibilità ad estendere oltre il 2019, data di scadenza dei contratti vigenti, i transiti di gas attraverso l'Ucraina; b) la volontà di consegnare i volumi di gas oggi in transito attraverso l'Ucraina alla frontiera Turco-Greca, lasciando l'onere della realizzazione delle necessarie infrastrutture di trasporto all'interno della UE ai soggetti dell'Unione; c) la possibilità di indirizzare una parte dei volumi, attualmente diretti in Europa, verso oriente, ed in particolare verso la Cina, alla luce dei recenti accordi siglati;
   tale mutamento di strategie evidenzia il dato oggettivo che l'Europa, nel breve periodo, è destinata a perdere il vantaggio competitivo di essere l'unico mercato accessibile per il gas russo;
   al momento il sistema europeo, ma più di ogni altro, il nostro Paese, non è in grado di disporre di forniture sostitutive del gas russo;
   l'Italia dipende, infatti, per il 40 per cento dei consumi, dal gas russo, ed è l'unico paese a dipendere interamente dalla rotta di transito attraverso Ucraina, poiché Francia, Germania, Belgio, Olanda Rep. Ceca, sono alimentate dal gas russo ma su rotta «North Stream» e «Yamal»;
   a questo bisogna aggiungere che per l'Italia, nel 2019, anno di scadenza del contratto Gazprom, lungo rotta con Ucraina, scade, anche, il contratto di acquisto del gas algerino, Paese che fa registrare ritardi nello sviluppo delle proprie risorse e, quindi, difficilmente, in grado di consentire al nostro Paese, di sopperire all'eventuale crisi della fornitura di gas russo;
   non poca rilevanza assumono poi gli elementi di forte instabilità politica dell'area libica;
   il Tap, con tutte le problematiche ad esso connesse, potrà contribuire solo parzialmente a dare risposte alla necessità di ulteriori fonti di approvvigionamento di gas per l'Italia –:
   quali siano gli orientamenti del Governo in merito a quanto riportato in premessa e quali siano, considerata la rilevanza politica ed economica della questione, le conseguenti iniziative che l'Esecutivo intende attivare, in materia di politica energetica e di infrastrutture del settore, al fine di garantire al nostro Paese la sicurezza degli approvvigionamenti.
(5-05062)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-05062

  L'Italia è il terzo mercato europeo per il gas naturale, con un consumo di circa 62 miliardi di mc nel 2014 ed una dipendenza dall'import per circa il 90,0 per cento. La produzione nazionale di gas, dopo alcuni anni di aumento, è infatti calata a circa 7,1 miliardi di metri cubi anno, mentre avrebbe ancora prospettive di incremento.
  Dei circa 56 miliardi di metri cubi importati, 26,1 miliardi di metri cubi, equivalenti a circa il 44 per cento della domanda italiana, provengono fisicamente dalla Russia.
  Il progetto South Stream, con una capacità del gasdotto di 63 miliardi di metri cubi all'anno, non era previsto che portasse gas aggiuntivo all'Italia ma che continuasse a fornire i volumi attuali attraverso una nuova rotta, aumentando la diversificazione delle rotte e quindi la sicurezza delle forniture rispetto al transito in Ucraina.
  Il Turkish Stream, progetto di gasdotto che parte dalla Russia verso la Turchia attraversando il Mar Nero, prevedrebbe la realizzazione di 4 linee per un totale di 63 miliardi di mc l'anno. Il volume di gas che sarà consegnato al confine tra Turchia e Paesi della UE è stimato in 47 miliardi di mc in quanto 16 miliardi di mc, che sarebbero trasportati con la prima linea, sarebbero destinati al mercato turco. Il progetto potrebbe essere verosimilmente sviluppato per fasi successive con una seconda linea che potrebbe raggiungere l'esistente interconnessione fra Turchia e Grecia per ulteriori 16 miliardi di mc.
  In funzione dell'ulteriore numero di linee che saranno costruite si potrà valutare se realmente la Russia e GazProm intenderanno non estendere, oltre il 2019, i transiti di gas attraverso l'Ucraina.
  Preme evidenziare che il sistema italiano degli stoccaggi di gas risulta essere particolarmente efficiente, essendo considerato a livello europeo quale «best practice», e capace di stoccare, a regime, quantità significative: circa 11,4 miliardi di mc di stoccaggio commerciale e circa 4,6 miliardi di mc di stoccaggio strategico, ciò che permette al Paese una autonomia importante anche nei momenti di crisi.
  Nello specifico, il Governo sta ponendo in essere una serie di azioni che sintetizzo:

  diversificare le fonti e le rotte del gas, a mezzo di gasdotti (il TAP ne è un concreto esempio) e rigassificatori GNL. Il TAP potrà portare in Italia fino a 10 miliardi di metri cubi nel 2020, aumentabili a 20 successivamente. Tali primi volumi di gas azero corrispondono a quanto abbiamo importato nel 2014 da Algeria o Libia e al 40 per cento circa di quanto importiamo attualmente dalla Russia;

  continuare con lo sviluppo delle fonti rinnovabili, dato che già nel 2014 abbiamo raggiunto, con sei anni di anticipo, l'obiettivo comunitario del 17 per cento assegnato all'Italia;

   promuovere ulteriormente l'efficienza energetica;

   implementare le infrastrutture di interconnessioni gas ed elettricità in Europa, per rendere il sistema energetico europeo più liquido e flessibile, anche per consentire l'utilizzo, senza problemi di rete, della sempre maggiore quota di rinnovabili variabili nella produzione di elettricità;

   rendere più liquido ed accessibile il mercato di GNL con nuovi fornitori, modernizzando le infrastrutture già esistenti nonché costruendo nuovi rigassificatori;

   sviluppare una politica di ricerca e coltivazione di gas sostenibile nel Mediterraneo orientale e nel Nord Africa, promuovendo l'esportazione di questa risorsa verso l'Europa;

   infine, incrementare la produzione nazionale sia di petrolio che di gas in modo sicuro per l'ambiente, come da implementazione della Direttiva europea offshore (Direttiva 2013/30/EU of European Parliament and of the Council of 12/06/2013 on Safety Offshore Oil and Gas Operation).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

approvvigionamento d'energia

distribuzione commerciale

diritto commerciale