ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05040

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 392 del 16/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: PALMIERI ANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 16/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 16/03/2015
Stato iter:
15/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/04/2015
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 15/04/2015
Resoconto PALMIERI ANTONIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 16/03/2015

DISCUSSIONE IL 15/04/2015

SVOLTO IL 15/04/2015

CONCLUSO IL 15/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05040
presentato da
PALMIERI Antonio
testo di
Lunedì 16 marzo 2015, seduta n. 392

   PALMIERI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   il 10 marzo 2015 alcuni organi di stampa hanno raccontato un episodio discutibile avvenuto a Trieste. Il comune infatti, nelle scorse settimane ha aderito a un progetto, proposto ai bambini di 45 scuole dell'infanzia della città, che mira, si legge in un opuscolo informativo, «a verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e ad attuare un primo intervento che permetta loro di esplicitare e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini anche un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale»;
   nel kit ludico-didattico del «Gioco del rispetto – Pari e dispari», così lo hanno chiamato gli organizzatori, è previsto che i bambini e le bambine possano esplorare i corpi dei compagni, e persino, si legge nel progetto, «riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell'area genitale». Le ideatrici del progetto ci tengono a sottolineare quanto sia «importante confermare loro che maschi e femmine sono diversi in questo aspetto e nominare senza timore i genitali maschili e femminili»;
   fra i giochi proposti, inoltre, c’è anche quello del «Se fossi», nel corso del quale i bambini si travestono con abiti tipici del sesso opposto. «I bambini e le bambine – si legge ancora – potranno indossare vestiti diversi dal loro genere di appartenenze e giocare così abbigliati»;
   alcuni genitori si sono opposti per diversi motivi: il progetto in questione non era stato inserito nel Pof, il piano di offerta formativa, e quindi non era stato prospettato alle famiglie. Così un genitore, accortosi per caso del progetto e contrariato dall'iniziativa, ha inviato una diffida alla dirigente scolastica;
   solo dopo alcuni giorni dalla diffida, la scuola ha deciso di affiggere in bacheca avvisi generici per i genitori circa l'implementazione del gioco. Avvisi che presentavano il progetto per la «sensibilizzazione contro la violenza sulle donne», cosa che a giudizio dell'interrogante non corrisponde, così come si evince dalle stesse parole degli organizzatori sull'opuscolo informativo, al reale contenuto dell'iniziativa;
   sempre solo alcuni giorni dopo la diffida, la dirigente ha fatto esporre un cartello con scritto: «Kit» e una freccia che indica una scatola su un tavolino. Questa doveva essere, probabilmente, la sua attività di informazione alle famiglie circa la valenza educativa del «Gioco» in questione;
   «Ho letto i testi di questo gioco del rispetto, come viene chiamato e sono aberranti», ha spiegato al quotidiano Il Giornale uno dei genitori che si sono schierati contro questo «gioco». «Negano che ci siano discorsi sull'ideologia gender però fanno travestire i maschietti da femmine e viceversa e poi filmano brevi interviste per farli dire come si sentono»;
   posto ciò, appare evidente come in questo caso non si tenti assolutamente di insegnare il rispetto tra le persone, ma di introdurre in maniera subdola l'ideologia del gender fra i minori e di instillare nei giovani alunni l'idea che non esistono maschio e femmina, madre e padre. A rendere ancora più grave la situazione, c’è il fatto che questo «gioco» è rivolto a bambini in età prescolare di appena 3-4 anni –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire il diritto alla libertà di educazione della famiglia e la scelta educativa dei genitori;
   se non ritenga necessaria l'attivazione di una procedura ispettiva al fine di sospendere il progetto. (5-05040)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 aprile 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-05040

  Va chiarito, prima di tutto, che il «Gioco del rispetto – pari e dispari» è un progetto del Comune di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia, proposto a 18 scuole paritarie comunali dell'infanzia che, nella loro autonomia, stanno valutando, sentite le famiglie e i rispettivi Consigli scolastici, l'eventuale adesione.
  Nel novembre 2014, infatti, la Giunta comunale ha approvato questa iniziativa, presentata da un'associazione del territorio e proposta, già dal 2013, da un team di lavoro multidisciplinare che vede la partecipazione anche dell'Università degli Studi di Trieste. Il progetto ha ottenuto il contributo della Regione nel 2013 quale miglior progetto della sua categoria per la realizzazione delle pari opportunità tra donna e uomo ed è stato già positivamente sperimentato nell'anno scolastico 2013/2014 in 4 scuole dell'infanzia statali.
  Le preoccupazioni manifestate, se pur condivisibili, dalle notizie acquisite, non appaiono riguardare la sfera di competenza «procedurale» del progetto che, invece, testimonia un coinvolgimento delle istituzioni a più livelli, comunale e regionale, e delle scuole paritarie che, autonomamente e collegialmente, sentite le famiglie, sentito il Consiglio della scuola, ne decidono la partecipazione.
  Sulla base delle informazioni assunte dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia, l'iniziativa rientra, infatti, nell'autonoma determinazione di ciascuna scuola paritaria comunale.
  Il progetto si propone di fornire agli insegnanti della scuola dell'infanzia elementi teorici e strumenti pratici per lavorare con i bambini sui temi della parità e del contrasto alle discriminazioni.
  Alla luce degli elementi acquisiti risulta che il progetto prevede che, dopo la fase di formazione degli insegnanti, l'iniziativa sia presentata dagli stessi docenti ai rispettivi collegi, cui è demandata la decisione di proseguire nel percorso educativo intrapreso. Là dove si decida di dar esecuzione, è prevista la convocazione di una riunione con tutti i genitori, che potranno scegliere se aderire o meno. Ai bambini che non parteciperanno al progetto la scuola offrirà attività alternative.
  Il progetto viene inoltre sottoposto al Consiglio della scuola. Solo alla fine di questo «iter» l'iniziativa potrà prendere avvio.
  Inoltre, per quanto concerne il materiale didattico predisposto, secondo gli elementi informativi acquisiti, si precisa che il kit è composto di un fascicoletto di Linee guida, di un secondo fascicoletto di schede di gioco e, soprattutto, di 11 tavole in cartone raffiguranti persone e animali con brevi storie, più 24 tessere di cartone raffiguranti ciascuna una persona di sesso maschile o una persona di sesso femminile, nei rispettivi abbigliamenti professionali o sportivi o della vita familiare.
  Alla luce delle informazioni di cui si dispone, il progetto appare, quindi, coerente con le Indicazioni nazionali emanate dal MIUR, considerato che alla scuola viene riconosciuto il compito di promuovere la piena formazione della personalità degli alunni e di valorizzarne l'identità personale nell'ambito del processo educativo, così da evitare ogni forma di discriminazione.
  Più in generale, si evidenzia come, secondo le «Indicazioni per il Curricolo» emanate dal MIUR, la scuola deve «...perseguire costantemente l'obiettivo di costruire un'alleanza educativa con i genitori, relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni finalità educative».
  Per quanto concerne «Il diritto alla libertà di educazione della famiglia e la scelta educativa dei genitori» si precisa che, attraverso l'emanazione delle Linee di indirizzo recanti «Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa» diramate il 22 novembre 2012, il MIUR ha inteso sottolineare l'importanza della partecipazione dei genitori nella vita scolastica, sia negli istituti statali che paritari di ogni ordine e grado, trasformandola da mera presenza negli organi collegiali ad autentica cooperazione alla progettualità e ai processi formativi.
  Da qui scaturisce, quindi, l'obbligo per tutte le istituzioni scolastiche di dare piena attuazione agli indirizzi succitati introducendo modalità organizzative che favoriscono un maggiore coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica, investendoli della corresponsabilità educativa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

fanciullo

gioco