ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04311

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 351 del 17/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 17/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/12/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 17/12/2014
Stato iter:
18/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/12/2014
Resoconto ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 18/12/2014
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 18/12/2014
Resoconto ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 18/12/2014

SVOLTO IL 18/12/2014

CONCLUSO IL 18/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04311
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Mercoledì 17 dicembre 2014, seduta n. 351

   PELLEGRINO e ZARATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   in un articolo del 25 novembre 2014, pubblicato sul Foglietto della ricerca (usirdbricerca.info), un settimanale dell'Unione sindacale italiana, il professor Enzo Boschi, che è stato per 12 anni alla guida dell'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia – INGV, ha denunciato che il medesimo INGV non avrebbe dato alcun parere di natura sismologica, che è una sua indubbia e indiscussa competenza, per la redazione del rapporto «Criteri per la localizzazione del Deposito Nazionale delle scorie nucleari», prodotto dall'Ispra, ente di ricerca vigilato dal Ministero dell'ambiente;
   nell'articolo, il professor Boschi dichiara: «se risultasse vero, non sarebbe solo gravissimo sul piano metodologico ma sarebbe un motivo imprescindibile per rendere inaccettabile a priori il rapporto dell'Ispra e la scelta del sito che ne conseguirebbe. Qualunque esso sia!»;
   nell'articolo suddetto si legge inoltre: «nel gennaio scorso il Direttore Generale dell'Ispra scrisse ai Presidenti del Cnr, Ingv, Iss, Enea e Igm per avere, credo entro la fine di aprile, un parere tecnico sulla questione della localizzazione del sito per il deposito sicuro delle scorie nucleari attualmente «sparse» nel Paese. In questa delicatissima operazione non sarebbero stati coinvolti i sismologi dell'Ingv, benché siano indubbiamente gli esperti più quotati al mondo sulla sismicità italiana, oltre ad essere i più numerosi. La cosa, se vera, appare paradossale visto che la questione sismologica è senza alcun dubbio la più critica nella scelta del sito e nella sua caratterizzazione. È quella che maggiormente suscita preoccupazioni, perplessità e opposizioni fra la gente. La risposta Ingv alla richiesta dell'Ispra sarebbe stata affidata ad un singolo ricercatore, indubbiamente simpatico e gentile, ma con esperienze sismologiche non acclarabili (...)»;
   un articolo del Il Resto del Carlino del 10 dicembre 2014, dal titolo «La discarica delle scorie nucleari? Il test terremoto può attendere», viene ripreso e approfondito l'articolo del professor Boschi;
   l'articolo riporta come l'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia non ha dedicato una sola riga alle caratteristiche sismiche che dovrà avere l'area deposito nazionale di smaltimento delle scorie radioattive a bassa e media attività. «In effetti – come riporta l'articolo – il parere dell'Ingv, meno di due facciate sulle 23 della Guida tecnica numero 29 elaborata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del ministero di via Cristoforo Colombo a Roma, affronta solo tre punti. Sostiene che debbono essere escluse le aree “vulcaniche attive e quiescenti” indicate dalla Protezione Civile, sollecita che siano “ulteriormente valutate quelle secondarie” e chiede di “effettuare sull'area di indagine un monitoraggio areale di radiazione gamma atto a definire il livello di background di radioattività naturale”. Punto. Nel delineare il secondo criterio di esclusione delle aree inadatte al deposito della “spazzatura nucleare”, quello sul rischio di terremoti, l'Ispra è quindi costretto a richiamarsi alle “norme tecniche per le costruzioni” che sono ora in vigore.»;
   l'ente non può fare a meno di precisare che mancano “dati e informazioni storiche omogenee per l'intero territorio nazionale” sull'accelerazione di picco, ossia sul parametro che misura l'intensità dei sismi. Dovrebbe invece essere calcolata per un intervallo di 2475 anni fra due scosse della stessa entità. Nel Deposito dovrebbero finire tutte le scorie nucleari sparse nel Bel Paese;
   il volume complessivo dei residui sarebbe compreso fra 60 mila e 90 mila metri cubi, un piccolo palazzo dello sport. È il materiale a bassa e media intensità prodotto dalle centrali nucleari smantellate dopo il referendum del 1987 o da attività industriali e ospedaliere. Quelli ad alta intensità, i più pericolosi, dovranno essere accolti, scrive l'Ispra, in una “specifica struttura” collocata nello stesso impianto. Per il momento si trovano in Francia e in Gran Bretagna, ma dovranno tornare in blocchi vetrificati fra il 2019 e il 2025. L'investimento minimo previsto è di 1,2 miliardi di euro. L'operazione sarà affidata alla Sogin e dovrebbe concludersi in otto anni»;
   l'articolo conclude con un'affermazione del professor Boschi che sottolinea come «la risposta dell'Ingv dimentica qualunque analisi delle strutture sismo genetiche, diffuse ovunque nel territorio nazionale, che costituiscono il punto più critico di tutta l'operazione». «È vero – rincara – che è disponibile la Mappa di Pericolosità Sismica, ma per una infrastruttura tanto delicata sono imprescindibili studi molto più approfonditi» –:
   quali iniziative si intendano intraprendere alla luce delle considerazioni esposte in premessa, e se non si ritenga indispensabile avviare, studi di sismicità ben più approfonditi ai fini dell'individuazione del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari. (5-04311)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 18 dicembre 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-04311

  In data 4 giugno 2014, l'ISPRA ha emanato la Guida Tecnica n. 29 contenente i criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti radioattivi a bassa e media attività finalizzata all'avvio delle procedure di localizzazione e costruzione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi.
  Sono stati introdotti, fra gli altri, criteri di esclusione riguardanti le aree vulcaniche attive o quiescenti, le aree contrassegnate da sismicità elevata e le aree interessate da fenomeni di fagliazione, nonché criteri di approfondimento riguardanti la presenza di manifestazioni vulcaniche secondarie e la presenza di movimenti verticali significativi del suolo in conseguenza di fenomeni di subsidenza e di sollevamento (tettonico e/o isostatico).
  La Guida Tecnica nell'indicare i succitati criteri di approfondimento stabilisce che la loro applicazione dovrà avvenire attraverso indagini e valutazioni specifiche da attuarsi nel corso del processo di localizzazione.
  Ai fini dell'emanazione dei criteri, l'istituto ha svolto una consultazione coinvolgendo CNR, ENEA, INGV, ISS, Istituto Geografico Militare per ricevere eventuali motivate proposte di modifica.
  L'ISPRA ha ritenuto di sottoporre la Guida Tecnica anche ad un processo di revisione internazionale condotto da esperti dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA).
  Le osservazioni ricevute non hanno evidenziato punti di criticità in relazione ai criteri adottati in merito alla pericolosità sismica.
  Va altresì evidenziato che il processo di localizzazione del deposito si svolge con modalità iterative, caratterizzate da livelli di approfondimento successivi e via via più dettagliati. Una volta individuate le aree potenzialmente idonee, sui siti che saranno selezionati sulla base delle dichiarazioni di interesse formulate dalle amministrazioni locali, saranno svolte indagini molto dettagliate per tutti gli aspetti geomorfologici, idrogeologici, antropologici e naturalistici.
  Le aree preliminarmente individuate come potenzialmente idonee, ove confermate di interesse ai fini delle localizzazione del Deposito, verranno quindi sottoposte a specifiche indagini ed approfondimenti, su tutti gli aspetti di rilevanza evidenziati dai criteri, e pertanto anche dal punto di vista della pericolosità sismica.
  È pertanto evidente, come anche indicato dagli interroganti, che nelle fasi del processo di localizzazione dovranno essere svolti studi di sismicità specifici ed approfonditi sui siti di interesse, nonché approfondite verifiche di resistenza sismica delle strutture del Deposito.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scorie radioattive

gestione dei rifiuti

deposito dei rifiuti