ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03930

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 322 del 31/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: ANZALDI MICHELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/10/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 31/10/2014
Stato iter:
04/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/02/2015
Resoconto D'ONGHIA ANGELA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 04/02/2015
Resoconto ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 31/10/2014

DISCUSSIONE IL 04/02/2015

SVOLTO IL 04/02/2015

CONCLUSO IL 04/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03930
presentato da
ANZALDI Michele
testo di
Venerdì 31 ottobre 2014, seduta n. 322

   ANZALDI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   l'assenza di ricercatori stranieri, o con esperienza internazionale, nelle nostre università, è un indicatore abbastanza evidente della presenza di un problema che riguarda il nostro sistema universitario;
   i ricercatori vengono attratti dalle università dove la remunerazione è più elevata, dove vi sono più finanziamenti per la ricerca, innescando un circuito virtuoso per le stesse università purtroppo in Italia oltre alla famosa fuga di cervelli assistiamo anche alla incapacità di attrarre profili con esperienza internazionale;
   si tratta di un elemento abbastanza anomalo, considerati gli elementi di valutazione adottati dalle università all'estero, infatti ira i criteri di classificazione dell'università, a livello mondiale, un peso considerevole viene data proprio alla presenza di studenti e docenti internazionali, oltre che il numero di articoli scientifici pubblicati;
   uno dei ritardi, quindi, dei sistema universitario italiano nelle classifiche internazionali, come si evince anche da un articolato dibattito a mezzo stampa, è da riscontrare proprio in riferimento al numero dei docenti e degli studenti stranieri;
   per fare un esempio, in data 25 luglio 2014 l'università del Salento, direzione generale, l'ufficio reclutamento, ha pubblicato un bando per la ricerca di 16 posti di professore universitario di seconda fascia;
   in tale bando alla docenza di archeologia vengono assegnati 20 punti per attività svolta in Italia e 4 per attività svolta all'estero; alla docenza di progettazione industriale 13 punti per attività svolta in Italia e 10 all'estero, per meccanica applicata 30 punti per attività svolta in Italia e 10 all'estero, per psicologia clinica 20 punti per attività svolta in Italia e 4 all'estero, per storia delle dottrine politiche 20 punti per attività svolta in Italia e 4 all'estero; per fisica sperimentale 20 punti per attività svolta in Italia e 7 all'estero; per chimica analitica 25 punti per attività svolta in Italia e 3 all'estero;
   in riferimento a questo caso specifico, fatta salva l'autonomia attribuita a ciascun ateneo, complessivamente per tutte le 16 docenze individuate l'esperienza pregressa in Italia vale sempre molto di più di quella svolta nelle università internazionali –:
   se il Ministro sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non ritenga opportuno, anche alla luce di quanto accaduto nel caso dell'università del Salento, intervenire per superare questo gap che contraddistingue il sistema universitario italiano e attribuire una maggiore rilevanza alla attività di docenza svolta nelle università internazionali.
(5-03930)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 4 febbraio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-03930

  L'onorevole interrogante domanda se il Ministro non ritenga opportuno, citando ad esempio una procedura selettiva dell'Università del Salento, intervenire per attribuire una maggiore rilevanza all'attività di docenza svolta nelle università internazionali.
  Più in generale l'onorevole interrogante chiede se il Ministro non consideri conveniente agire per superare il gap che separa il sistema universitario italiano da quelli esteri in termini di numero di ricercatori stranieri o con esperienza internazionale.
  Innanzitutto, si rende opportuno premettere che la norma di riferimento in materia di reclutamento dei professori universitari è rappresentata dall'articolo 18, comma 1, della legge di riforma del sistema universitario (legge 30 dicembre 2010, n. 240).
  Questo, nello specifico, individua i criteri e delinea i princìpi di svolgimento delle selezioni finalizzate ai procedimenti di chiamata dei professori di prima e seconda fascia, disponendo che le singole università provvedano con apposito Regolamento alla disciplina di tale procedura.
  In particolare, il citato comma 1, elenca i requisiti necessari per la partecipazione alla procedimento di chiamata, individuando le seguenti categorie:
   a) candidati che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica nazionale di cui all'articolo 16 della citata legge n. 240 per il settore concorsuale ovvero per uno dei settori concorsuali ricompresi nel medesimo macro-settore e per le funzioni oggetto del procedimento, ovvero per funzioni superiori purché non già titolari delle medesime;
   b) candidati che abbiano conseguito l'idoneità ai sensi della legge 3 luglio 1998, n. 210, per la fascia corrispondente a quella per la quale viene emanato il bando, limitatamente al periodo di durata della stessa;
   c) professori già in servizio, presso altri atenei, nella fascia corrispondente a quella per la quale viene bandita la selezione;
   d) studiosi stabilmente impegnati all'estero in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario in posizione di livello pari a quelle oggetto del bando, sulla base di tabelle di corrispondenza definite con decreto ministeriale (decreto ministeriale 2 maggio 2011, n. 236).

  Con specifico riferimento all'Università del Salento, occorre precisare che nell'esercizio della propria autonomia regolamentare, essa ha emanato, con decreto rettorale n. 698 del 2014, un apposito regolamento per la disciplina delle chiamate dei professori di ruolo di prima e di seconda fascia specificando, in linea con il contenuto del citato articolo 18, i soggetti ammissibili alle procedure, le tipologie di reclutamento e la necessità da parte dei Dipartimenti universitari coinvolti, di indicare le specifiche esigenze didattiche e/o di ricerca che giustificano la proposta di copertura del posto, con riferimento esplicito e analitico alla sostenibilità e all'efficacia dell'offerta didattica ed alla produttività scientifica del settore concorsuale.
  L'articolo 5 del suddetto regolamento, in relazione al contenuto della proposta di chiamata, specifica i criteri di valutazione cui deve attenersi la commissione giudicatrice, elencando, tra gli altri, gli indicatori della produzione scientifica riconosciuti ed utilizzati a livello internazionale, l'attività didattica svolta in Italia e l'attività di docenza e di ricerca prestata all'estero.
  Coerentemente con il dettato normativo e regolamentare, con decreto rettorale n. 771 del 2014, l'Università ha bandito le procedure di chiamata per la copertura di 16 posizioni per lo svolgimento delle funzioni di professore di ruolo di seconda fascia, in diversi settori concorsuali, traducendo le esigenze specifiche dell'ateneo in punteggi attribuiti ai candidati in relazione alle competenze rispondenti ai profili richiesti.
  Con riferimento alla specifica questione sollevata dall'onorevole interrogante relativa all'apertura internazionale delle nostre università e, in particolare, ai criteri fissati dal bando dell'Università del Salento, occorre svolgere alcune considerazioni.
  Innanzitutto, si ricorda che il summenzionato articolo 18, comma 1, introduce, quale requisito di accesso alla selezione, il conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale.
  Ciò implica che il candidato risultato idoneo abbia superato un iter di valutazione, completamente nuovo rispetto a quello previgente, fondato su indicatori di produzione e parametri che attribuiscono necessariamente peso anche alle esperienze internazionali.
  In proposito, il decreto ministeriale n. 76 del 2012, agli articoli 4 e 5, nel fissare i criteri e i parametri di valutazione dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche per l'attribuzione dell'abilitazione alle funzioni di professore di prima e di seconda fascia, individua, ad esempio, tra i criteri rilevanti, la collocazione editoriale dei prodotti scientifici presso editori, collane o riviste di rilievo nazionale o internazionale e considera, ai fini della valutazione dei titoli presentati dai candidati, la partecipazione a progetti di ricerca internazionali e nazionali, nonché la direzione di enti o istituti di ricerca di alta qualificazione internazionale, la qualità della produzione scientifica valutata all'interno del panorama internazionale della ricerca, gli incarichi di insegnamento o ricerca presso atenei e istituti di ricerca esteri e internazionali (cosiddetto fellowship).
  Occorre inoltre evidenziare che l'articolo 8, comma 1, lettera d), del regolamento di Ateneo, in linea con quanto disposto dal citato articolo 18, comma 1, prevede la partecipazione ai bandi di selezione degli «studiosi stabilmente impegnati all'estero in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario in posizione di livello pari a quelle oggetto del bando, sulla base di tabelle di corrispondenza definite dal Ministero con decreto ministeriale 2 maggio 2011, n. 236».
  Quanto poi ai criteri di selezione specifici indicati nel bando universitario ed ai punteggi espressi, riconosciuta esplicitamente l'importanza dell'attività didattica all'estero, nel bando in questione l'Ateneo ha espresso le proprie esigenze relative a specifiche competenze didattiche in Italia.
  La presenza di un punteggio più elevato per l'esperienza didattica nella realtà italiana ha una duplice motivazione. In primo luogo, il sistema universitario italiano è, per quanto riguarda la didattica un sistema estremamente maturo e di elevato livello qualitativo. In secondo luogo, vanno ricordate la grande opera di riassetto dell'organizzazione didattica, la profonda revisione dell'organizzazione, dei metodi di insegnamento, della gestione dei corsi di studio.
  Infine, è opportuno evidenziare che, ad eccezione della differenza di punti attribuita all'attività di docenza svolta in Italia e all'estero, tutte le altre funzioni specifiche richieste dall'Ateneo, valutano analogamente le attività svolte in Italia con quelle poste in essere in altri Paesi, riconoscendo sempre un valore aggiunto a prodotti e collaborazioni internazionali.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gara d'appalto

studente straniero

universita'