ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03517

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 287 del 10/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: BORDO FRANCO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/09/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 10/09/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 11/09/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03517
presentato da
BORDO Franco
testo di
Mercoledì 10 settembre 2014, seduta n. 287

   FRANCO BORDO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   l'Italia è il primo produttore europeo di riso, la coltivazione è concentrata principalmente nelle regioni Piemonte e Lombardia, nel triangolo Vercelli, Novara, Pavia. Viene inoltre coltivato in provincia di Mantova ed in Emilia-Romagna in particolare nel basso Ferrarese, in Veneto nella bassa Veronese, in Sardegna nella valle del Tirso e in Calabria nella Piana di Sibari;
   nelle principali province risicole, le organizzazioni agricole, Confagricoltura, CIA, con l'adesione delle industrie risiere (AIRI) e delle riserie artigiane (Confartigianato), e Coldiretti sono in stato di agitazione con manifestazioni di vario tipo;
   le manifestazioni hanno lo scopo di richiamare l'attenzione del Governo e delle istituzioni, sul grave problema dell'aumento delle importazioni di riso estero proveniente da agricolture dai costi di produzione decisamente inferiori a quelli europei, infatti nell'ultima campagna di commercializzazione, nell'Unione europea queste importazioni sono aumentate di 100 mila tonnellate, di cui 84 mila provenienti dai Paesi meno avanzati (PMA) e quindi a dazio zero;
   questa situazione si sta riverberando in modo sostanziale sui prezzi di mercato, in dettaglio quelli delle varietà di riso «Lungo B» (indica), quelle che maggiormente e più direttamente subiscono la concorrenza dei risi di importazione in particolare dalla Cambogia. I prezzi sono notevolmente scesi, passando dai 26 euro al quintale dello scorso febbraio, agli attuali 22,5 euro al quintale, cifra che a denuncia dei produttori è insufficiente a coprire i costi di produzione, pur comprendendo l'aiuto diretto proveniente dalla Politica agricola comune, PAC;
   nel 2009-2010 le importazioni di riso coltivato provenienti dai Paesi meno sviluppati (PMS) sono triplicate rispetto al 2008. Nel 2012-2013 tali importazioni hanno superato quelle della Thailandia, che per anni era stata il principale esportatore di riso verso l'Unione europea. Nei primi sette mesi del 2013, su un totale di circa 169.000 tonnellate di importazioni dai PMS, 161.000 tonnellate provenivano dalla Cambogia (il 95 per cento del totale importato dai PMS), di cui 41.000 tonnellate erano già state confezionate;
   la risicoltura italiana rischia di essere fortemente ridimensionata, mettendo in pericolo un vasto territorio e tutta la filiera del comparto, con gravi ripercussioni economiche ed occupazionali, va inoltre riconosciuta la valenza ambientale delle coltivazioni di riso e la loro importanza vitale per il regime delle acque superficiali e sotterranee dell'intera pianura padana. Una risicoltura ridimensionata, esplicherebbe i suoi effetti anche sui consorzi irrigui e sul territorio, in quanto i risicoltori non avrebbero più interesse a mantenere quella rete irrigua che, fino ad oggi, ha salvaguardato il territorio dai dissesti idrogeologici e dalle alluvioni che con sempre maggiore frequenza si manifestano in altre zone;
   ad oggi non si conoscono i dati precisi né sulle importazione, né sulle caratteristiche sanitarie del riso che viene importato;
   in data 1o luglio 2014 l'interrogante ha depositato un testo di risoluzione in XIII Commissione (n. 7-00401) circa l'importazione di prodotti che presentano criticità in merito alla sicurezza alimentare, cui si propone di impegnare il Governo: «a rimuovere il segreto e a rendere pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall'estero, al fine di far conoscere ai consumatori italiani i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri che, in verità, dopo la trasformazione vengono venduti come prodotti made in Italy:
    ad assumere, nel semestre di presidenza italiana, dell'Unione europea iniziative volte a garantire un reale principio di reciprocità con i Paesi terzi con cui sono in essere, e con cui si faranno, accordi commerciali di scambio di prodotti agroalimentari, al fine di applicare gli stessi elevati standard di sicurezza e controlli alimentari con lo scopo di raggiungere, realmente, gli obiettivi prefissati nel “VII Programma d'azione europeo per l'ambiente” – “Vivere bene entro i limiti del nostro Pianeta” – e dagli altri strumenti di politica ambientale dell'Unione europea; a far sì che il sistema dei controlli sulla sicurezza alimentare attivo in Italia possa trovare un'applicazione di reciprocità all'interno dell'Unione europea, a fronte del fatto che i livelli massimi di residui presenti negli agroalimenti dei Paesi comunitari è risultato nove volte superiore al livello italiano»;
   il Regolamento (UE) 978/2012 stabilisce che, a partire dal 1o gennaio 2014, in presenza di aumenti delle importazioni di prodotti esenti da dazi e provenienti da Paesi meno sviluppati che possano «causare o rischiare di causare gravi difficoltà», «i normali dazi della tariffa doganale comune possono essere ripristinati per detto prodotto» (clausola di salvaguardia, articolo 20 del regolamento (CE) n. 738/2008). Il regolamento specifica che se esistono sufficienti elementi provanti al riguardo, «la Commissione avvia un'inchiesta per determinare se è necessario ristabilire i normali dazi della tariffa doganale comune», inoltre il regolamento (UE) 1083/2013 consente l'apertura d'ufficio dell'inchiesta da parte della Commissione qualora vi siano «elementi di prova sufficienti a dimostrare che sono soddisfatte le condizioni di istituzione della misura di salvaguardia di cui all'articolo 22, paragrafo 1, del Regolamento del Sistema delle preferenze generalizzate (SPG);
   a giudizio dell'interrogante, sarebbe necessario:
    assicurare che la Commissione europea si pronunci per l'attivazione della clausola di salvaguardia ai sensi del Regolamento (UE) 978/2012 per istituire un limite quantitativo alle importazioni di riso provenienti dai PMS;
    tutelare la filiera risicola italiana e dei consumatori italiani evitando distorsioni del mercato del riso;
   garantire i necessari controlli sulla qualità e sulla sicurezza sanitaria del riso importato;
   rendere obbligatoria in etichetta l'indicazione dell'origine territoriale del riso;
   rendere pubblici e trasparenti i dati relativi alle importazioni, al fine di garantire la tracciabilità delle produzioni e, da ultimo, per giungere ad accordi di filiera che tengano conto dei reali costi di produzione, della qualità e dei metodi di coltivazione, con lo scopo di addivenire ad una situazione economicamente sostenibile per tutti gli attori coinvolti nella filiera –:
   quali iniziative intende assumere in relazione alle esigenze e ai temi sopraindicati. (5-03517)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

importazione

cerealicoltura

dazi doganali