ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03307

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 270 del 23/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: FUCCI BENEDETTO FRANCESCO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 23/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 23/07/2014
Stato iter:
29/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/07/2014
Resoconto SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 29/07/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 29/07/2014
Resoconto SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/07/2014

SVOLTO IL 29/07/2014

CONCLUSO IL 29/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03307
presentato da
FUCCI Benedetto Francesco
testo di
Mercoledì 23 luglio 2014, seduta n. 270

   FUCCI e SANDRA SAVINO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto risulta da un articolo pubblicato dal quotidiano Il Messaggero Veneto il 18 giugno, la regione Friuli Venezia Giulia, con una lettera inviata il 30 maggio 2014 dal segretario regionale della presidenza, al capo dell'ufficio legislativo del Ministero interrogato, ha formulato l'intenzione di riformare il sistema sanitario regionale, attraverso la fusione tra aziende ospedaliere e territoriali, tramite la concertazione di un percorso da attuare, anche attraverso un eventuale procedimento autorizzatorio che delinei per il livello regionale, tempi e modalità di avvio del nuovo modello organizzativo;
   la lettera prosegue il suindicato articolo, evidenzia come l'iniziativa s'inserisca all'interno di un disegno di legge concertato anche con l'altro Ministero interrogato, a fronte di una normativa nazionale, che stabilisca l'articolazione della sanità in ospedali, aziende territoriali e aziende ospedaliero-universitarie;
   la missiva, successiva all'approvazione delle linee guida, continua il quotidiano friulano, testimonia la necessità di una concertazione con lo Stato fin qui inespressa, la cui novità rischia di tradursi tuttavia se non in uno stop, in un allungamento dei tempi della riforma;
   la suddetta regione inoltre, secondo quanto contenuto nel documento, risulterebbe intenzionata a porre in essere un nuovo modello organizzativo, del proprio sistema sanitario, attraverso riduzioni, accorpamenti ed una nuova rete strutturale degli enti del servizio sanitario regionale;
   a giudizio dell'interrogante quanto suindicato, se fosse confermato, determinerebbe una serie di difficoltà e complessità di funzionamento nell'assetto del servizio sanitario regionale, sia con specifico riferimento alla scelta di accorpare l'azienda territoriale con quella sanitaria, come ad esempio l'unificazione tra istituti scientifici (Burlo e Cro), con gli ospedali ed i servizi territoriali, che in relazione alle dichiarazioni del presidente della regione Serracchiani, la quale, a differenza di quanto in precedenza sostenuto, ha affermato che la riforma sanitaria che intende prevedere sia da intendersi in via sperimentale;
   secondo il parere dell'interrogante a tal fine, l'incertezza di quanto annunciato dal medesimo presidente, risulta tanto contraddittoria quanto paradossale, se si valuta che le intenzioni iniziali di riformare strutturalmente il servizio sanitario, per l'intero territorio regionale erano di prevedere soltanto di 5 aziende ospedaliero-territoriali;
   i ritardi riscontrati anche a livello regionale nell'avviare il processo di riforma annunciato in tre date tutte entro il 15 giugno 2014, a seguito delle conclusioni dei gruppi di lavoro dei tecnici per la revisione dei punti nascita e delle pediatrie, ribadiscono inoltre a giudizio dell'interrogante, sia un evidente stato confusionale nelle decisioni organizzative intraprese in ambito regionale, che delle eventuali decisioni a livello nazionale per la politica sanitaria del Friuli Venezia Giulia e per la quali necessitano i necessari chiarimenti;
   secondo l'interrogante le intenzioni di avviare in maniera sperimentale il nuovo assetto organizzativo e di assistenza della sanità nei riguardi della suddetta regione, di fatto appaiono negative e penalizzanti per la comunità regionale, in considerazione, che la sperimentazione sulla salute che rappresenta una delle tematiche più importante della vita degli individui, anche dal punto di vista normativo –:
   se intenda confermare la necessità d'individuazione del nuovo modello organizzativo del servizio sanitario nei confronti del Friuli Venezia Giulia, e, in senso più generale, se il Ministro interrogato intenda prevedere iniziative normative per derogare a quanto stabilito sia dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 ai sensi del quale, le strutture territoriali, quali il dipartimento di prevenzione o la salute mentale, non rientrano all'interno della sfera delle aziende ospedaliere, in quanto strutture tipicamente del territorio, che da quanto disposto dal decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517 il cui impianto legislativo, non contempla l'accorpamento tra territorio e ospedali.
(5-03307)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 29 luglio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-03307

  Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver posto l'attenzione su una tematica di indiscusso interesse.
  Inizio comunicando che la regione Friuli Venezia Giulia, già con note del 15 aprile e 30 maggio 2014, ha comunicato al Ministero della salute l'intenzione di avviare un nuovo modello organizzativo del sistema sanitario regionale, prevedendo la possibilità di costituire un unico ente sanitario che coniughi le esigenze del territorio, della rete ospedaliera e del contributo al servizio sanitario apportato dalle aziende ospedaliero-universitarie di Trieste e di Udine.
  Tale progetto richiede una sperimentazione gestionale di durata quinquennale e comporta la cessazione degli organi attuali delle citate aziende ospedaliero-universitarie, sostituite dagli organi di nuova nomina.
  Le norme vigenti per le aziende sanitarie locali e per le suddette aziende ospedaliero-universitarie troverebbero, comunque, applicazione, così come i protocolli di intesa, per assicurare l'integrazione tra attività assistenziale, didattica e ricerca.
  Nello specifico, l'iniziativa in esame prevede che le aziende ospedaliero-universitarie «oltre a svolgere le proprie funzioni di assistenza, didattica e ricerca così come disciplinato dalla legislazione vigente, assicurano lo svolgimento unitario e coordinato, sia in sede ospedaliera che territoriale, anche delle funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione, in modo da migliorare il servizio pubblico di tutela della salute, accrescere la qualità dei processi formativi, sviluppare le conoscenze biomediche e l'innovazione tecnologica, nonché valorizzare in modo paritario le funzioni e le attività del personale ospedaliero, del territorio e del personale universitario».
  Il nuovo ente per l'assistenza sanitaria subentrerebbe nell'intero patrimonio dell'azienda per i servizi sanitari; il personale trasferito verrebbe collocato in una pianta organica «a latere» e conserverebbe, fino alla ridefinizione dell'atto aziendale, la stessa articolazione organizzativa esistente alla data della soppressione dell'azienda per i servizi sanitari.
  Al riguardo, questo Ministero osserva che, sotto il profilo della titolarità delle competenze per la costituzione di nuovi enti di organizzazione dei servizi sanitari regionali, il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, dispone che alle regioni spetta la competenza a definire, nel quadro della programmazione sanitaria regionale, «le linee dell'organizzazione dei servizi e delle attività destinate alla tutela della salute, i criteri di finanziamento delle unità sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, le attività di indirizzo tecnico, promozione e supporto nei confronti delle predette unità sanitarie locali ed aziende, anche in relazione al controllo di gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie».
  È noto che, nel vigente assetto normativo (articolo 1 del decreto legislativo n. 502 del 1992) «la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo ed interesse della collettività è garantita nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana, attraverso il Servizio sanitario nazionale (aziende sanitarie) quale complesso delle funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali e delle altre funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali e delle altre funzioni e attività svolte dagli enti e istituzioni di rilievo nazionale...».
  Fatte salve le valutazioni rese, ritengo, comunque, opportuno segnalare che la regione Friuli Venezia Giulia ha correttamente informato, per tempo e in più occasioni, il Ministero della salute circa l'iniziativa che intende avviare.
  Per i profili di competenza, il Ministero ha avviato da settimane un approfondimento tecnico per ponderare gli indiscussi elementi di innovatività connessi al progetto regionale – che potrebbero costituire anche oggettive soluzioni di razionalizzazione del sistema – al sistema organizzativo territoriale del SSN, anche alla luce dei contenuti del nuovo patto per la salute siglato nel corrente mese.
  Tali approfondimenti, considerata la portata innovativa del progetto, sono ancora in corso; mi riservo di informare gli onorevoli interroganti circa gli esiti del predetto approfondimento.

Classificazione EUROVOC:
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