ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02974

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 243 del 11/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: LENZI DONATA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/06/2014
Stato iter:
12/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/06/2014
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 12/06/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 12/06/2014
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/06/2014

SVOLTO IL 12/06/2014

CONCLUSO IL 12/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02974
presentato da
LENZI Donata
testo di
Mercoledì 11 giugno 2014, seduta n. 243

   LENZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   da notizie di stampa (corriere salute del 14 maggio 2014) si apprende che il pubblico ministero di Trani nominerà un pool di esperti per decidere se l'autismo possa essere posto in correlazione con il vaccino trivalente;
   tale indagine, avviata da due mesi, ha preso spunto dalla denuncia di due famiglie di bambini autistici;
   il presupposto di tale iniziativa giudiziaria è lo studio del medico inglese Anfrew Wakefieid, pubblicato nel 1998 su Lancet e poi ritirato dalla rivista in quanto fraudolento;
   la trasmissione televisiva «le iene», nella puntata del 28 maggio, ha ripreso con vari servizi il tema ulteriormente propagandando i rischi delle vaccinazioni;
   gli operatori sanitari segnalano ulteriori diminuzioni delle vaccinazioni anche in conseguenza della diffusione di paure di danni mentre si afferma l'idea che le malattie contro cui è necessario vaccinarsi siano già debellate;
   in realtà la minor copertura vaccinale ha già provocato una recrudescenza di alcune patologie, tra cui si segnala il caso verificatosi nella città di Bologna dove, nel giro di qualche giorno nel mese di maggio, si sono sviluppati circa 100 casi di morbillo. Ciò che ha colpito in questo frangente, non è stato solo l'alto numero dei contagiati, ma anche la loro tipologia;
   tra coloro che sono stati colpiti infatti, solo una ventina sarebbero bambini, mentre gli altri sono tutti compresa tra i 25 ed i 44 anni, in buona parte studenti di medicina presso l'ateneo bolognese. Questa tracciatura dei casi è stata possibile a causa del ritmo giornaliero di nuovi contagi. Secondo i medici che stanno monitorando la situazione, la colpa sarebbe da ascrivere totalmente alle mancate vaccinazioni. Il vaccino contro il morbillo non rientra in quelle obbligatorie previste dalla legge e la mancata sottomissione da piccoli, può portare ovviamente a contrarre la patologia da adulti, con conseguenze spesso più gravi rispetto a quando tale malattia esantematica si affaccia in età infantile;
   come attestato dal recente allarme lanciato dall'Oms è in ripresa anche la poliomielite in Guinea equatoriale, in Etiopia, in Israele, in Nigeria, in Pakistan, in Somalia e in Siria;
   nell'attuale contesto globale in cui ciascuno è potenzialmente un cittadino del mondo, nessuno può ritenersi al sicuro dal contagio se la patologia non è stata debellata in ogni parte del mondo; tutto ciò comporta rischi per la salute pubblica –:
   quali urgenti iniziative intenda assumere per accertare la dimensione del fenomeno sommariamente evidenziato in premessa, al fine di contrastare la diffusione di questo genere di informazioni e iniziative fuorvianti, senza alcun presupposto scientifico, che possono compromettere la salute della popolazione e determinare un grave allarme sociale. (5-02974)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-02974

  Il 5 maggio 2014, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che la recente re-introduzione e diffusione di poliovirus selvaggio è «un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale». A seguito di tale dichiarazione, il Ministero della salute italiano ha pubblicato la circolare «Aggiornamento delle raccomandazioni di immunoprofilassi in relazione alla protratta emergenza immigrati dall'Africa settentrionale ed al rischio di reintroduzione di poliovirus in Italia».
  Il rischio della comparsa della poliomielite in Europa è considerato reale anche dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC).
  L'Italia fino ad ora ha mantenuto una elevata proporzione di soggetti vaccinati (la vaccinazione è obbligatoria per i nuovi nati dal 1968) e, grazie a questa, è stata in grado di rimanere indenne anche da altre epidemie geograficamente vicine (es. Albania nel 1996).
  È di primaria importanza mantenere elevate coperture vaccinali, non solo per ridurre il rischio di re-introduzione, ma per arrivare all'obiettivo mondiale di eradicazione della poliomielite, dopo di che si potranno sospendere le vaccinazioni, come è già successo per il vaiolo.
  Anche per il morbillo e la rosolia congenita l'Italia ha sottoscritto con l'OMS il piano di eliminazione e futura eradicazione.
  Il vaccino contro il morbillo è disponibile da oltre 40 anni e ha un elevato profilo di sicurezza. Grazie alla vaccinazione il morbillo è stato eliminato in molte nazioni, tra cui la Finlandia, Cuba, Messico, Sud Corea e Australia.
  Anche se attualmente circa il 90 per cento dei bambini di un anno di età viene vaccinato con una dose di vaccino antimorbillo (ma vi sono aree con valori molto diversi dal 71,5 per cento al 96,7 per cento), negli anni 80 e 90 la proporzione di bambini vaccinati è stata molto bassa e pertanto sono presenti nel nostro Paese sacche di persone ormai adulte, ancora suscettibili al morbillo, alle quali è necessario orientare attività supplementari di vaccinazione.
  Va a questo punto osservato che la presenza di una possibile associazione causale tra vaccinazione con il vaccino MPR e autismo è stata estensivamente studiata, e nessuno degli oltre 20 studi condotti negli ultimi 13 anni ha confermato che possa esserci una relazione causale tra vaccino MPR e autismo. Inoltre, gli stessi autori del primo studio inglese che aveva lanciato l'allarme, hanno successivamente ritirato le loro conclusioni e dichiarato che i dati presentati erano insufficienti per stabilire una eventuale relazione causale, e nel 2010 la nota rivista medica «The Lancet», che aveva pubblicato lo studio sopra citato nel 1998, ha formalmente ritirato tale articolo.
  A ciò aggiungasi che la possibile relazione tra vaccini MPR e autismo è stata ampiamente analizzata da un gruppo indipendente di esperti negli USA (Institute of Medicine), il quale, sulla base di una approfondita revisione degli studi clinici e epidemiologici esistenti, ha concluso che le evidenze disponibili respingono l'ipotesi di una relazione causale.
  Ciò premesso, è di primaria importanza raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali.
  La principale motivazione per cui alcuni genitori sono restii a fare vaccinare i loro bambini è la ridotta percezione del rischio delle singole malattie, ritenute inesistenti o relativamente «benigne». Decenni fa, quando decine di migliaia di bambini e adulti contraevano malattie come il vaiolo, la difterite, la polio, l'offerta di vaccinazione veniva accolta positivamente. La presenza di un'offerta capillare e gratuita, garantita dall'obbligo, è stato un potente fattore di lotta alle disuguaglianze, offrendo gli stessi diritti alla prevenzione ai bambini nati in ogni parte del nostro Paese.
  La sicurezza dei vaccini non veniva messa in discussione, perché le persone avevano più paura delle malattie stesse, che di possibili effetti collaterali dei vaccini.
  Attualmente, la ridotta percezione della gravità della malattia e l'aumentato timore dei rischi della vaccinazione, stanno determinando un terreno fertile in cui si amplificano le voci dei gruppi contrari alle vaccinazioni.
  In questo contesto è stato annunciato (La Stampa, mercoledì 21 maggio 2014) che la Procura di Trani avvierà un'indagine epidemiologica per verificare l'eventuale correlazione fra autismo e vaccini e che tale valutazione sarà affidata a un pool di esperti (un medico legale, un neurologo e un neuropsichiatra infantile). La decisione della Procura di Trani segue la sentenza del Tribunale ordinario di Rimini (2012) che aveva riconosciuto, in base al parere di un esperto perito, che tale relazione sussiste, in controtendenza rispetto alle valutazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, delle Autorità Sanitarie Nazionali e di tutte le società scientifiche nazionali ed internazionali che si occupano di questo problema. Tali situazioni, ampiamente riprese dai media, amplificano l'errata percezione di pericolosità dei vaccini e, certamente, contribuiscono a ridurre la credibilità scientifica delle istituzioni scientifiche, che possono essere messe in discussione da un «pool di esperti».
  Per contrastare queste errate tendenze, siamo convinti che anche la comunità medica deve fornire informazioni accurate e bilanciate sui rischi delle malattie e i rischi e benefici delle vaccinazioni, partendo dal presupposto che ogni bambino ha diritto ad essere protetto da malattie potenzialmente molto gravi.
  Per quanto riguarda le iniziative del Ministero della salute, si segnalano:
   il Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2012-2014, approvato con Intesa Stato-Regioni nel febbraio 2012, ha tra gli obiettivi elencati: progettare e realizzare azioni per potenziare l'informazione e la comunicazione, al fine di promuovere l'aggiornamento dei professionisti sanitari e per diffondere la cultura della prevenzione vaccinale come scelta consapevole e responsabile dei cittadini;
   anche la bozza di Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, attualmente in fase di confronto con le Regioni e Province Autonome, all'interno del «Macro Obiettivo 9 – Ridurre la frequenza di infezioni/malattie infettive prioritarie», prevede, tra le strategie da implementare a livello regionale:
    comunicazione per la popolazione generale e specifici sottogruppi;
    formazione per gli operatori sanitari sulla priorità di prevenzione identificate;
   e, tra gli obiettivi, quello di «Pianificare strategie di comunicazione del rischio finalizzate alla corretta gestione e informazione sui vaccini e sulle malattie infettive prevenibili mediante vaccinazione».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

malattia

vaccinazione

rischio sanitario