ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02794

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 228 del 14/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: PISANO GIROLAMO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 14/05/2014
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2014
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2014
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2014
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2014
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2014
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2014


Commissione assegnataria
Commissione: V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 14/05/2014
Stato iter:
04/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/06/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 04/06/2014
Resoconto PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/05/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 29/05/2014

DISCUSSIONE IL 04/06/2014

SVOLTO IL 04/06/2014

CONCLUSO IL 04/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02794
presentato da
PISANO Girolamo
testo presentato
Mercoledì 14 maggio 2014
modificato
Giovedì 29 maggio 2014, seduta n. 236

   PISANO, BARBANTI, CARIELLO, RUOCCO, CANCELLERI, VILLAROSA, PESCO, ALBERTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
al fine di collocare i titoli di Stato nel mercato primario, il Ministero dell'economia e delle finanze ricorre a due tipi di asta:
a) asta competitiva in termini di rendimento per i BOT;
b) asta marginale senza prezzo base per i titoli a medio-lungo termine (BTP, CCT, CTZ);
l'asta competitiva, in uso per i titoli a breve scadenza, prevede che ogni richiesta degli operatori abilitati venga aggiudicata al rendimento proposto dai medesimi. Ogni partecipante può formulare fino ad un massimo di 3 richieste, purché differenziate nel rendimento di almeno un centesimo di punto. Non sono ammesse richieste prive dell'indicazione del rendimento ovvero con rendimento negativo o nullo. La richiesta minima deve essere pari a 1,5 milioni di euro, mentre quella massima è pari al quantitativo offerto in asta;
l'asta di tipo competitivo prevede che le richieste di ciascun partecipante vengano aggiudicate al rendimento da quest'ultimo proposto fino ad esaurimento del quantitativo offerto in asta. In primo luogo, vengono soddisfatte le domande ai rendimenti più bassi e poi in ordine crescente le altre. Una volta aggiudicati i quantitativi, secondo quanto stabilito con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, ciascun intermediario deve garantire alla clientela privata che sottoscrive i titoli in asta l'applicazione del prezzo medio ponderato risultante dalla stessa asta. Tale prezzo medio ponderato di sottoscrizione in asta, affinché non si scosti dai rendimenti in linea con il mercato, viene calcolato all'interno di un range compreso fra un rendimento minimo accoglibile, mai negativo, (o rendimento di salvaguardia) e un rendimento massimo accoglibile (o rendimento di esclusione) che, calcolati durante l'asta stessa in base a formule predefinite, impediscono così l'immissione di richieste speculative;
l'asta marginale è la modalità d'asta utilizzata per il collocamento dei titoli a medio-lungo termine. Essa prevede che i richiedenti siano aggiudicatari tutti allo stesso prezzo, detto «prezzo marginale» che viene determinato soddisfacendo le offerte partendo dal prezzo più alto fino a quando la quantità domandata non è pari a quella offerta. Il prezzo dell'ultima domanda che rimane aggiudicataria – ossia il prezzo meno elevato tra quelli offerti dai partecipanti rimasti aggiudicatari – determina il prezzo marginale e rappresenta il prezzo di aggiudicazione valido per tutti gli operatori assegnatari. Dal 2008 la determinazione del prezzo d'aggiudicazione e della quantità avviene secondo un meccanismo discrezionale in base al quale la quantità emessa di titoli non è stabilità a priori, ma è compresa tra un ammontare minimo ed un massimo annunciati con comunicato stampa alcuni giorni prima dell'asta. In particolare le nuove modalità sono entrate in vigore, per ciascuna tipologia di titoli, secondo le seguenti scadenze: dall'ottobre 2008 per i BTP e i CCT, dal gennaio 2010 per i BTP euro e dal dicembre 2011 per i CTZ. L'ammontare collocato è determinato escludendo le offerte formulate a prezzi ritenuti non convenienti sulla base delle condizioni di mercato. Ciascun operatore può formulare sino ad un massimo di 5 offerte, ciascuna ad un prezzo diverso e per un importo non inferiore a 500.000 euro di capitale nominale. Ciascuna offerta non deve essere superiore all'importo in emissione; eventuali offerte di ammontare superiore verranno accettate limitatamente all'importo medesimo. Nel caso in cui le offerte al prezzo marginale non possano essere totalmente accolte, si procede al riparto pro-quota, con i necessari arrotondamenti;
prima delle riforma del meccanismo d'asta marginale, il sistema previgente prevedeva – al fine di evitare che il prezzo di aggiudicazione risultasse influenzato negativamente da domande non in linea con i prezzi di mercato – che venisse calcolato il prezzo di esclusione (PE), al di sotto del quale le domande non venivano prese in considerazione. Tale PE corrisponde al prezzo medio ponderato della prima 1o metà del quantitativo in emissione nell'asta diminuito di 200 punti base;
l'esame dei meccanismi di asta – soprattutto quelli a carattere non competitivo – in uso presso le principali economie dell'Unione europea, evidenziano l'utilizzo di sistemi differenti rispetto a quelli attualmente vigenti nel nostro Paese. Nel caso della Germania, ed esempio, le aste per i Bund, Bobls, Schaetze e Bubills sono regolate dal Governo federale tedesco ai prezzi offerti da ciascun intermediario abilitato e non ad un prezzo uniforme. Le offerte a prezzi al di sopra del prezzo più basso accettato vengono assegnate in pieno, mentre le offerte a prezzi al di sotto del prezzo accettato più basso non sono accolte. Le offerte proposte nelle aste non competitive sono assegnate al valore medio dei prezzi offerti ponderato con le relative quantità e non al prezzo marginale più basso. In Austria un ammontare pari al 15 per cento del valore dell'emissione di titoli negoziata nelle aste competitive è messo a disposizione dei partecipanti per la presentazione delle offerte non competitive. L'assegnazione dei titoli viene eseguita al valore medio dei prezzi vincenti nelle aste competitive. Nel sistema francese, gli operatori abilitati possono partecipare ad aste non competitive ove vengono negoziati titoli per un ammontare limitato che sono sistematicamente ceduti a un prezzo uniforme pari al valore medio dei prezzi scontati nelle aste a carattere competitivo;
se si adotta un'ottica più allargata, analizzando la diversa composizione dei meccanismi di asta in uso nei Paesi OCSE, si evince, come evidenziato dal rapporto dell'OECD (Blommestein, Hans J. (2009), New Challenges in the Use of Government Debt Issurance Procedures, Techniques and Policies in OECD Markets, Financial Market Trends – OECD, vol. 2009/1.), la prevalenza dei sistemi basati sui prezzi multipli o misti rispetto a quelli basati sui prezzi uniformi. Desueto resta, tuttavia, il ricorso al meccanismo dell'asta marginale su cui si basa il sistema italiano delle aste non competitive;
i Paesi Osce che utilizzano il sistema a prezzi multipli sono: Australia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Portogallo, Spagna, Svezia; i Paesi che utilizzano il sistema a prezzi uniformi sono: Danimarca, Finlandia, Grecia, Italia, Corea, Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti; i Paesi che utilizzano entrambe i sistemi sono: Canada, Repubblica Ceca, Islanda, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Polonia, Repubblica Slovacca, Turchia (fonte: Blommestein, 2009 – OECD). Il meccanismo dell'asta spagnola comprende elementi sia uniforme che prezzi aerei –:
quale sia la serie storica delle quantità e dei prezzi, espressi in valuta corrente, dei titoli allocati, con le due differenti tipologie di asta – competitiva e marginale – con dettaglio delle singole offerte ricevute ed aggiudicate, a partire dall'anno 2008, evidenziando, relativamente alla seconda tipologia, le eventuali minori entrate sofferte dallo Stato a causa dell'utilizzo del sistema del prezzo marginale rispetto a quello del prezzo medio ponderato, anche al fine di comprendere le motivazioni che sono alla base del peculiare metodo di allocazione non competitiva in uso presso il nostro Paese. (5-02794)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 4 giugno 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione V (Bilancio)
5-02794

  Con l'interrogazione in Commissione n. 5-02794 l'On. Pisano ed altri chiedono di conoscere la serie storica delle quantità e prezzi delle aste – competitiva e marginale – tenute dal Tesoro dal 2008, con dettaglio delle singole offerte ricevute ed aggiudicate, evidenziando le eventuali minori entrate per lo Stato derivanti dall'uso dell'asta marginale anziché quella competitiva.
  Al riguardo, si fa presente il Ministero dell'economia – Dipartimento del Tesoro offre i titoli a breve termine (BOT) con il sistema dell'asta competitiva, detta anche asta a prezzi multipli, a mezzo della quale ogni operatore assegnatario corrisponde il prezzo/rendimento dallo stesso offerto. È stabilito che alla clientela finale i BOT siano assegnati ad un unico prezzo, il prezzo medio ponderato, indipendentemente dal prezzo dovuto al Tesoro dall'intermediario; ciò garantisce l'uniformità di trattamento alla clientela utile al buon collocamento dei titoli stessi.
  I titoli a medio-lungo termine sono, invece, offerti con il sistema dell'asta marginale, con il quale ogni operatore paga lo stesso prezzo, che corrisponde a quello a cui la domanda e l'offerta, quest'ultima fissata dal Tesoro all'interno di un intervallo annunciato tre giorni prima dell'asta, trovano equilibrio (clearing price).
  Ormai da diversi anni, a seguito di una progressiva assimilazione, per tutti i titoli a medio-lungo termine il prezzo marginale non deriva in maniera automatica dal punto di equilibrio tra la scheda domanda dei partecipanti e un'offerta fissa prestabilita dal Tesoro, ma dalla decisione di quest'ultimo circa la quantità esatta da collocare sul mercato anche al fine di garantire che il prezzo marginale dell'asta non si discosti significativamente dai valori espressi nel mercato secondario, obiettivo questo che in un contesto di crescente volatilità dei mercati difficilmente potrebbe essere conseguito offrendo un quantità fissa come avveniva prima dell'inizio della crisi finanziaria internazionale culminata con il fallimento della Lehman Brothers nel settembre del 2008.
  Nell'interrogazione vengono citati i sistemi d'asta adottati da vari paesi; in particolare, ogni paese adotta il sistema d'asta a prezzo uniforme con proprie specificità (inclusi il Regno Unito e gli Stati Uniti). Trattasi di paesi con mercati delle obbligazioni molto sviluppati e quindi paragonabili a quello italiano che, a seguito anche all'elevata dimensione del debito pubblico, da molti anni rappresenta un riferimento internazionale per il segmento obbligazionario.
  Prendendo in esame l'ultimo rapporto sul debito pubblico dei paesi dell'area OCSE («OECD Sovereign Borrowing Olutlook 2014»), si evince una sostanziale parità tra i due sistemi d'asta per i titoli pubblici: dei 32 paesi che riportati nel rapporto OCSE, 21 adottano il sistema a prezzo singolo e 23 a prezzi multipli, con un terzo dei paesi circa che li impiega entrambi. Dallo stesso rapporto si desume che per fronteggiare la crisi quasi nessun paese è ricorso ad un cambiamento della metodologia d'asta e quei pochi che hanno anche scelto questa strategia, come Irlanda o Polonia, lo hanno fatto introducendo l'asta marginale in sostituzione di quella competitiva.
  Peraltro, la letteratura teorica sul disegno ottimale delle aste (optimal auction design) giunge alla conclusione che l'identificazione di un sistema ottimale per il venditore è strettamente dipendente dalla tipologia del bene in offerta (divisibile o indivisibile, reale o finanziario, ecc.), dal grado di asimmetria informativa tra il venditore e gli acquirenti e tra gli acquirenti stessi, dal fatto se la vendita sia una tantum o un evento ripetuto, nonché da una serie di altri aspetti che caratterizzano la specificità di ogni singolo caso.
  Esistono, tuttavia, alcuni risultati standard di questa letteratura, secondo cui per chi offre un bene divisibile in asta, il sistema dell'asta a prezzo uniforme, inteso come prezzo marginale, andrebbe preferito per i vantaggi che esso presenta rispetto al sistema dell'asta competitiva a prezzi multipli. Il motivo è basato sul fenomeno della «winner's curse», che si può tradurre come «maledizione del vincitore». Il vincitore dell'asta può aver ragione di rammaricarsi di aver avuto successo in quanto ha probabilmente sopravvalutato il bene acquistato; per timore di ciò, può essere indotto a fare offerte a prezzi inferiori a quella che è la propria valutazione del bene. Tutti gli operatori partecipanti ad un'asta sono consapevoli di questo rischio e tenderanno a calibrare le proprie offerte al ribasso. Nell'asta a prezzi multipli, in cui ogni aggiudicatario paga il prezzo dallo stesso offerto, questo fenomeno si verifica in pieno, mentre nell'asta a prezzo uniforme si riduce significativamente.
  In altri termini, la riflessione teorica suggerisce che i comportamenti dei partecipanti all'asta, in quanto agenti razionali, sono completamente endogeni rispetto alle regole dell'asta a cui si apprestano a partecipare. In questo senso, i partecipanti modificano le loro strategie in modo da minimizzare il costo dell'aggiudicazione e le regole dell'asta determinano le caratteristiche della loro funzione obiettivo (che non è altro che il costo da minimizzare).
  Con riferimento specifico ai titoli di Stato, questa considerazione è stata alla base della proposta del noto economista premio Nobel Milton Friedman per cui esistono dei chiari vantaggi ad adottare il prezzo uniforme al fine di indurre offerte più aggressive, ridurre l'eventualità di collusione tra gli operatori e quindi conseguire maggiori vantaggi per il Tesoro.
  In proposito, si possono trovare verifiche empiriche, di comparazione tra i meccanismi dell'asta a prezzo uniforme rispetto a quella a prezzi multipli, alcune delle quali dimostrano la superiorità della prima per l'emittente (es. «Uniform-Price Auctions: Update of the Treasury Experience» di Malvey P.F. e Archibald CM per il Tesoro statunitense del 1998), altre non rilevano differenze significative e altre, infine, propendono per un giudizio inverso.
  L'asta a prezzo uniforme si presenta congeniale per grandi e frequenti emittenti, come l'Italia e gli Stati Uniti, che vogliano creare le condizioni per una partecipazione il più possibile ampia e assidua da parte di una grande varietà di operatori, attenuando il disincentivo derivante dal rischio di offerte non ben calibrate, che può scoraggiare, in particolare, gli intermediari più piccoli e/o meno sofisticati.
  Nel caso del Tesoro italiano, quindi, la scelta del sistema d'asta con prezzo uniforme per tutte le emissioni di titoli a medio lungo termine appare pienamente in linea con la pratica di molti altri paesi OCSE, inclusi quelli con mercati maggiormente avanzati, e con la riflessione teorica sviluppata sul tema. Peraltro, proprio la scelta di associare questa tipologia d'asta con i titoli a medio-lungo termine risulta essere pienamente coerente con la conclusione che la winner's curse è più significativa per beni la cui valutazione è più difficile, in quanto sono proprio i titoli a medio-lungo termine che, essendo caratterizzati da una maggiore volatilità, tendono a dare luogo ad una dispersione dei prezzi d'asta superiore a quella riscontrata per i titoli a breve termine e di conseguenza a maggiori rischi per gli operatori, rendendo quindi maggiormente efficiente l'asta marginale.
  Per quanto riguarda il riferimento contenuto nell'interrogazione, ossia utilizzare a posteriori l'esito di un'asta per stimare quali sarebbero stati i risultati – e dunque gli impatti sul bilancio dello Stato – se si fosse applicata una diversa metodologia, si ritiene che tale ipotesi contraddice il fatto che il comportamento dei partecipanti si adatti alla metodologia d'asta proposta. Voler trarre delle conclusioni utilizzando dei dati che derivano dalla scelte dei partecipanti effettuate in base ad una determinata tipologia d'asta, per applicarli ad un'altra tipologia d'asta, risulta completamente fuorviante sia dal punto vista teorico che applicato.
  Va, comunque, sottolineato come, a prescindere da riflessioni teoriche e analisi empiriche relative ad altri paesi, l'attuale sistema d'asta abbia consentito al Tesoro, anche nelle fasi di maggiore tensione sui mercati, di finanziarsi a condizioni sempre sostanzialmente coerenti con i livelli espressi dal mercato secondario nella fase di chiusura dell'asta relativamente ai titoli oggetto del collocamento. Tuttavia, coerentemente con un approccio seguito su numerosi altri aspetti della gestione del debito pubblico, il Ministero dell'economia e delle finanze continuerà a monitorare l'evoluzione dei mercati anche al fine di verificare che le tipologie d'asta adottate continuino a garantire gli attuali standard di efficienza e ad intraprendere eventuali cambiamenti ove questi si rendano necessari.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

armonizzazione dei prezzi

buono del Tesoro

protezione del consumatore

sicurezza d'approvvigionamento

differenza di prezzo