ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02740

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 223 del 06/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: LIUZZI MIRELLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2014
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2014
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2014
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2014
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2014
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2014


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/05/2014
Stato iter:
07/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/05/2014
Resoconto LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 07/05/2014
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 07/05/2014
Resoconto LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/05/2014

SVOLTO IL 07/05/2014

CONCLUSO IL 07/05/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02740
presentato da
LIUZZI Mirella
testo di
Martedì 6 maggio 2014, seduta n. 223

   LIUZZI, NICOLA BIANCHI, CRISTIAN IANNUZZI, DE LORENZIS, DELL'ORCO, PAOLO NICOLÒ ROMANO e SPESSOTTO. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   l'Agenda digitale è una grande visione di digitalizzazione e modernizzazione del Paese volta allo sviluppo di competenze e infrastrutture digitali, per migliorare l'efficienza dei processi e la qualità della vita dei cittadini alimentando opportunità di conoscenza, culturali, sociali ed economiche;
   l'Agenda digitale europea, pone la banda larga come una delle sette iniziative chiave della strategia Europa 2020, prevedendo tra i suoi obiettivi: banda larga di base per tutti entro il 2013 e accesso a reti di nuova generazione (velocità pari o superiori a 30Mbps) per tutti i cittadini europei entro il 2020;
   secondo l'ultimo rapporto del servizio studi della Camera dei deputati 5 marzo 2014 dei 55 adempimenti considerati presenti nei decreti-legge n. 83 del 2012, n. 179 del 2012, e n. 69 del 2013 ne sono stati adottati solo 17. Mentre per quelli non adottati per ben 21 risultano scaduti i termini;
   non risulta essere mai stata utilizzata la procedura prevista dall'articolo 13, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, del decreto-legge n. 69 del 2013, in base alla quale, per accelerare l'adozione dei provvedimenti attuativi previsti da quattordici specifiche disposizioni del decreto-legge n. 179 del 2012 si consente, per i regolamenti governativi, la loro adozione su proposta diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e non dei ministri proponenti previsti (comma 2-bis) e per i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, e per i decreti ministeriali la loro adozione su proposta del Presidente del Consiglio anche in assenza del concerto dei ministri previsti (comma 2-ter e 2-quater);
   come risulta dall'ultima valutazione della Commissione europea di giugno 2013 sul raggiungimento degli obiettivi posti dall'Agenda digitale, l'Italia è all'ultimo posto per quanto riguarda la diffusione della banda larga ad alta velocità;
   l'agenda digitale italiana prevedeva il completamento di copertura della banda larga (almeno 2 (megabit) entro il 2013. ma la situazione attuale appare molto lontana dagli obiettivi prefissati;
   il rapporto «Achieving the Objectives of the Digital Agenda for Europe (DAE) in Italy: Prospects and Challenges», cosiddetto Rapporto Caio, commissionato dalla Presidenza del Consiglio a Francesco Caio, J. Scott Marcus e Gerard Pogorel presentato il 30 gennaio 2014 ha dimostrato, da un lato l'insufficienza degli investimenti privati per il raggiungimento degli obiettivi di copertura sopra indicati e, sotto altro profilo, ha sottolineato la necessità di adottare misure volte ad ottimizzare gli investimenti pur nel rispetto delle norme per gli aiuti di Stato e della concorrenza fissati al livello di Unione europea;
   l'Italia ha programmato circa 1,3 miliardi di euro per tecnologie dell'informazione e della comunicazione, dei quali 100 milioni di euro sono previsti per la banda larga. Il rapporto strategico sui fondi strutturali più recente ha rivelato che solo il 47 percento del totale è stato destinato a progetti e che solo il 5 percento di quanto destinato è stato effettivamente speso per la banda larga;
   il quadro descritto è stato di recente confermato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che presentando i risultati dell'indagine conoscitiva «(...) sul settore dei servizi internet e sulla pubblicità online» (allegato A alla delibera 19/14/CONS del 21 gennaio 2014) che ha rilevato come il tasso di penetrazione di internet Sulla popolazione italiana sia tra i più bassi in Europa; infatti, la rete viene utilizzata solo dal 52 per cento della popolazione;
   la recente pubblicazione del documento di economia e finanza (DEF) non ha contribuito a chiarire la situazione e gli intendimenti del Governo in materia di Agenda digitale;
   le iniziative sull'Agenda digitale, infatti, non fanno parte né delle «proposte strutturali», né delle «misure immediate» proposte dall'esecutivo che sembra voler proseguire, a detta degli interroganti le fallimentari politiche seguite dai propri predecessori sia in termini di governance che in termini di risorse (insufficienti) disponibili per la realizzazione dell'Agenda digitale italiana in sintonia con gli obiettivi proposti a livello europeo;
   in particolare, sul fronte degli investimenti il quadro appare frammentario e francamente sconfortante. Si annunciano gare di Consip per 10 miliardi di euro destinati alla digitalizzazione della pubblica amministrazione non si indica da quali fonti si liberano tali risorse; insufficienti appaiono poi le risorse destinate per il «piano nazionale banda larga» (appena 120 milioni di euro nel 2014), mentre sconcertante appare la posizione assunta sul «piano strategico banda ultralarga» rispetto al quale, considerando il fallimentare avvio nel 2013 (si veda la situazione della Basilicata rispetto alla quale, come rilevato dal Governo, non sono state presentate offerte di cofinanziamento da parte di privati) è necessario un deciso cambio di rotta –:
   quali risorse addizionali e in quanto tempo, si intendano destinare per la realizzazione degli obiettivi dell'Agenda digitale concordati in sede europea e nazionale, con particolare riferimento agli interventi per la realizzazione della banda larga e ultralarga. (5-02740)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 7 maggio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-02740

  Il DEF dedica nella sezione III del programma Nazionale di riforma numerose pagine al Piano nazionale banda larga e banda ultralarga, descrivendoli minuziosamente, quali principali misure per ridurre gli squilibri nazionali.
  Tramite il DEF, quindi, il Presidente del Consiglio ha dichiarato che lo strumento con cui l'Italia raggiungerà questi ambiziosi obiettivi è quello in fase di attuazione, autorizzato, come noto, dalla Commissione europea.
  Un regime di aiuto, compatibile dunque con gli orientamenti comunitari relativi all'applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga. Anche la Commissione Trasporti e Poste e Telecomunicazione, il 16 aprile scorso ha dato parere favorevole al DEF osservando, fra le altre cose, l'opportunità di evidenziare al Governo la priorità di sostenere adeguatamente la piena attuazione dei Piano nazionali della banda larga e della banda ultralarga ed operare per il conseguimento degli obiettivi previsti dall'Agenda digitale europea.
  I dati riportati e i finanziamenti citati non sembrano corrispondere a quanto stanziato in questi anni: il Piano Nazionale Banda Larga ha già completa copertura finanziaria e, pertanto, non sono necessari ulteriori risorse nazionali nel 2014 (bensì solo parte del cofinanziamento regionale a carico, per l'appunto delle Regioni). Entro i prossimi 12 mesi, infatti, il 100 per cento dei cittadini potrà avere il servizio di connettività di base: da 8,5 milioni di cittadini in digital divide a inizio Piano, infatti, ora sono in fase di copertura anche gli ultimi 2 milioni di cittadini ancora non raggiunti dalla banda larga.
  Il Piano Strategico Banda Ultralarga è un Piano di successo, che ha riscontrato anche l'adesione delle Regioni italiane: sono già state investite importanti risorse nelle regioni Calabria, Puglia, Campania, Molise. Un progetto sperimentale per la banda ultralarga è già partito nelle province di Monza e Varese. Successivamente saranno attivati interventi a Concorezzo, in Val di Sabbia ed in Sicilia. Simili modalità saranno concordate con tutte le altre Regioni al fine del raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale utilizzando risorse sia europee che nazionali quali il fondo di sviluppo e coesione recentemente approvato.
  In Basilicata, invece, il bando è andato deserto, dimostrando che il mercato non è interessato a investire nemmeno se incentivato con finanziamenti pubblici a fondo perduto. Una prova in più della necessità dell'intervento pubblico. Il Piano Strategico Banda Ultralarga, infatti, prevede 3 modelli di intervento che variano le modalità di partecipazione dei soggetti privati: se come è accaduto in Basilicata, il privato non è disposto a cofinanziare il piano, allora è previsto l'impiego del modello di intervento diretto (pubblico-pubblico) finalizzato alla posa dell'infrastruttura a banda ultralarga. Una volta completato l'intervento una gara selezionerà un soggetto concessionario che si impegna a offrire l'accesso passivo e a cedere i diritti di uso delle infrastrutture realizzate agli operatori TLC che collegheranno i clienti finali al servizio di connettività di nuova generazione.

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