ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02126

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 171 del 11/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAUSI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/02/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOBBA LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 11/02/2014
GINATO FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 11/02/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 11/02/2014
Stato iter:
12/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/02/2014
Resoconto BOBBA LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 12/02/2014
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 12/02/2014
Resoconto BOBBA LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/02/2014

SVOLTO IL 12/02/2014

CONCLUSO IL 12/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02126
presentato da
CAUSI Marco
testo di
Martedì 11 febbraio 2014, seduta n. 171

   CAUSI, BOBBA e GINATO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il gioco pubblico, nonostante la grave crisi economica, ha conosciuto, in questi ultimi anni, una crescita esponenziale; il comparto rappresenta il 4 per cento del PIL italiano; secondo i dati dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) il valore complessivo delle giocate è aumentato, dal 2008 al 2012, da 47,5 a 88,6 miliardi di euro, determinando un incremento, nell'ultimo quinquennio, di oltre l'86 per cento; tale fenomeno rappresenta la fase finale di un lungo trend positivo che ha visto una crescita esponenziale del settore dal 1990 ad oggi (nel 1990 la raccolta dai giochi pubblici si attestava complessivamente a 5,1 miliardi di euro);
   tra il 1999 e il 2009, i giochi hanno fatto incassare in media all'Erario il 4 per cento sul totale delle imposte indirette e, in termini assoluti, hanno contribuito alle casse statali con una media di 9,2 miliardi di euro all'anno (confronta Simone Sarti e Moris Triventi, «Il gioco d'azzardo. L'iniquità di una tassa volontaria», La voce.info);
   il sostenuto aumento della raccolta non è coinciso con un analogo incremento delle entrate erariali, le quali hanno invece registrato una sensibile contrazione; considerando il dato della raccolta relativo al 2010 (61,4 miliardi), in due anni c’è stato un aumento della raccolta del 44 per cento, a fronte di una diminuzione delle entrate erariali del 7 per cento che per il 2012 ammontano a 8,1 miliardi (mentre nel 2010 ammontavano a 8,7 miliardi e nel 2011 a 8,6 miliardi);
   le ragioni di tale fenomeno deriverebbero dalla decisa diminuzione delle entrate derivanti dai giochi tradizionali (Lotto, Superenalotto e Scommesse) e dal rilevante aumento della raccolta derivante dalle slot machine, dovuto alla introduzione delle Videolotteries (VLT) e dai giochi on-line: tale aumento, stante il livello di tassazione basso rispetto a quello degli altri giochi, non produrrebbe entrate idonee ad assorbire il decremento delle entrate erariali;
   da un confronto sulla tassazione effettiva, calcolata sulla spesa netta, – tecnicamente definita Gross Gaming Revenues (GGR) –, ovvero delle imposte che gravano sull'utile loro al netto delle somme restituite in vincita, emergerebbe che i giochi tradizionali, quali la lotteria nazionale, sono soggetti ad una tassazione più elevata rispetto ad altre forme di gioco: la lotteria nazionale per ogni 100 euro di utile netto pagherebbe 75 euro di tasse; il gratta e vinci 58 euro; il Win for Life 66,5 euro; il lotto 51,6 euro; mentre le slot machines per ogni 100 euro di utile netto pagherebbero 49,6 euro di imposte e le videolotterie 43,5 euro; il gioco on-line risulterebbe, secondo questo schema, tassato ancor meno, al 20 per cento;
   a detta degli operatori, il valore sottotassato, per la categoria di giochi on-line, sarebbe tale in ragione dell'elevatissimo ritorno in termini di vincite ai giocatori, che si attesterebbe al 97 per cento, con la conseguenza che alla filiera (Concessionari + Stato) rimane il 3 per cento della raccolta totale; tuttavia una variazione del valore del ritorno in termini di vincita comporterebbe una migrazione dei giocatori su piattaforme illegali dove avrebbero vincite certamente superiori, con la conseguenza di un'ulteriore riduzione del gettito erariale e una minor tutela dei giocatori in termini di sicurezza;
   a decorrere dal 1o gennaio 2013, la misura del prelievo erariale unico (PREU) sull'ammontare delle somme giocate con gli apparecchi cosiddetti videolotterie (VLT), come da ultimo fissato dal comma 479 dell'articolo unico della legge 24 dicembre 2012, n. 228, (legge di stabilità 2013), è del 5 per cento, con un'addizionale pari al 6 per cento sulla parte della vincita eccedente i 500 euro, mentre per quanto riguarda le cosiddette newslot (AWP) il prelievo, per gli anni 2013 e 2014, è del 12,70 per cento sull'ammontare delle somme giocate e, a decorrere dal 1o gennaio 2015, aumenterà al 13 per cento; la percentuale destinata alle vincite è fissata per legge in misura non inferiore al 74 per cento;
   la determinazione dell'aggio e del compenso verso il concessionario del gioco e gli altri operatori varia, allo stato attuale, a seconda della tipologia del gioco; il disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale, all'articolo 14 prevede, tra l'altro, l'armonizzazione delle percentuali di aggio o compenso riconosciute ai concessionari, ai gestori e agli esercenti secondo un criterio di progressività legata ai volumi di raccolta delle giocate;
   un approccio sistematico ai problemi del settore non può prescindere da un'analisi di dettaglio delle specifiche tassazioni che vengono applicate ai singoli giochi, ai ricavi erariali ed agli introiti che ne derivano, con l'obiettivo di capire quali siano gli interventi di politica fiscale che possano garantire almeno il mantenimento di tale gettito, limitando al contempo, quanto più possibile, i danni derivanti dal gioco d'azzardo ed il pericolo di un massiccio ritorno all'illegalità che ha caratterizzato questo settore fino ai primi anni duemila –:
   quali iniziative intenda porre in essere per recuperare la riduzione del gettito fiscale del settore dei giochi pubblici, a tal fine anche prevedendo di uniformare le basi imponibili sulle quali è applicata l'aliquota, modificando la misura del prelievo erariale unico così da eguagliare l'aliquota applicata agli apparecchi VLT a quella più elevata applicata agli AWP, allineando gli aggi applicati a giochi affini, incentivando i giochi che garantiscano occupazione e maggiori possibilità di effettuare controlli efficaci e prevedendo un incremento delle aliquote sui giochi che creano una maggior dipendenza patologica, quali quelli ad alta velocità di gioco come i giochi on-line. (5-02126)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 febbraio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-02126

  Va premesso che il quesito posto dagli onorevoli interroganti: «quali iniziative intenda porre in essere (il Governo) per recuperare la riduzione del gettito fiscale del settore dei giochi pubblici» si inserisce in un dibattito politico-culturale e, non esito a dire, etico, complesso e controverso, che va oltre le competenze di questa Commissione, ma che non può essere ignorato e che fa da sfondo alle risposte di merito che vengono date oggi.
  La questione, infatti, che si pone è che una politica di recupero delle entrate è sostenuta, principalmente, da un allargamento dell'offerta, che premia il gioco legale in aperto contrasto agli ingenti interessi malavitosi nel settore: ma, al contempo, una politica di riduzione dell'offerta, come sostenuto da molte parti con ragioni che non sottovalutiamo, deve mettere nel conto la riduzione del gettito per il bilancio pubblico. Nessuna delle due opzioni può ignorare le ragioni dell'altra.
  Ciò detto, il disegno di legge «Delega fiscale», approvato, in un testo unificato, dalla Camera e modificato successivamente dal Senato, si trova attualmente presso la Commissione Finanze della Camera per l'approvazione definitiva, che si attende di qui a poco (AC. 282-B).
  L'articolo 14 del disegno di legge contiene un riordino delle disposizioni relative al gioco pubblico.
  In particolare, la norma prevede, inter alia, il «riordino delle disposizioni vigenti in materia di disciplina del prelievo erariale sui singoli giochi», al fine di:
   a) assicurare il riequilibrio del relativo prelievo fiscale;
   b) armonizzare le percentuali di aggio o compenso riconosciute ai concessionari, ai gestori e agli esercenti e le percentuali destinate a vincita (payout).

  Da ciò emerge che l'attuazione della delega fiscale costituirà la sede adatta per un riordino complessivo del settore del gioco pubblico, anche per «recuperare la riduzione del gettito fiscale», uniformando le basi imponibili ed omogeneizzando, ove necessario, gli aggi, come richiesto dagli onorevoli interroganti.
  Per quanto riguarda il contenuto della interrogazione, si precisa quanto segue:
   dalla lotteria nazionale (ad oggi si tratta della sola Lotteria Italia) nel 2013 è derivato un introito erariale di 7,6 milioni di euro su una raccolta di 38 milioni, pari al 20 per cento della raccolta lorda e al 36,07 per cento del margine – Gross Gaming Revenues – (e non al 75 per cento come indicato nell'interrogazione);
   dal gratta & vinci nel 2013 è derivato un introito erariale di 1,5 miliardi di euro su una raccolta di 9,5 miliardi, pari a circa il 16 per cento sulla raccolta lorda e al 27,35 per cento del margine (e non al 58 per cento come indicato nell'interrogazione);
   dal lotto nel 2013 è derivato un introito erariale di 1,2 miliardi di euro su una raccolta lorda di 6,3 miliardi, pari al 20 per cento della raccolta lorda e al 34,81 per cento del margine (e non al 51,6 per cento come indicato nell'interrogazione);
   le cosiddette «slot» sono soggette ad un PREU pari al 12,7 della raccolta a cui si somma lo 0,3 per cento a titolo di canone; considerando che il 74 per cento viene restituito in vincite (payout), l'incidenza fiscale per tali apparecchi risulta pari al 50 per cento del margine (12,7 + 0,3/26). Nel 2013 la raccolta lorda è stata pari a 25 miliardi per un introito erariale di 3,2 miliardi;
   le VLT sono soggette ad un PREU pari al 5 per cento della raccolta a cui si somma lo 0,3 per cento a titolo di canone; considerando che il payout medio di mercato di tali apparecchi è pari all'88 per cento, l'incidenza fiscale è pari al 44,16 per cento (5 + 0,3/12). Nel 2013 a raccolta lorda è stata pari a 22 miliardi per un introito erariale di 1,1 miliardi;
   il gioco online è tassato in misura pari al 20 per cento del margine per alcune tipologie di giochi (v. più avanti).

  Per quanto riguarda le iniziative da porre in essere per le problematiche indicate nell'interrogazione, si osserva quanto appresso.

   a) recuperare la riduzione del gettito fiscale.
  In proposito, si precisa che nell'anno 2013 il gettito erariale è risultato superiore a quello del 2012 (+1,64 per cento), a fronte di una raccolta inferiore di quasi 4 miliardi rispetto a quella del 2012 (-4,34 per cento).
  Nonostante ciò, non può farsi a meno di notare che le numerose iniziative poste in essere da regioni e comuni, che hanno emanato normative fortemente limitative per il gioco legale, stanno provocando, nei fatti, una riduzione dell'offerta pubblica e, quindi, una riduzione delle entrate erariali.
  A tale proposito, il disegno di legge delega fiscale prevede la necessità di un confronto con gli enti locali per stabilire regole «trasparenti e uniformi nell'intero territorio nazionale» in materia di autorizzazioni e controlli, con riserva, comunque, allo Stato della definizione del quadro normativo entro cui i governi locali potranno introdurre discipline specifiche che risultino con quello coerenti.
  In caso contrario, la disciplina restrittiva del gioco, prevista a livello locale, non potrà che determinare una contrazione dell'offerta legale e, quindi, una riduzione del relativo gettito erariale.
  Sappiamo che questo punto necessita di un approfondimento, anche alla luce delle posizioni espresse da molti enti locali in ordine alla gestione del territorio.

   b) uniformare le basi imponibili sulle quali è applicata l'aliquota.
  L'esigenza di uniformare le basi imponibili su cui è applicata l'imposta deve tenere conto della diversa tipologia dei giochi e delle relative caratteristiche, sia tecniche sia giuridiche.
  Ad esempio, tra le forme di prelievo che si applicano ai giochi pubblici quello previsto per gli apparecchi da divertimento ed intrattenimento, per le scommesse sportive ed ippiche e per taluni giochi online è riconducibile al sistema della raccolta. Tale sistema si realizza mediante il pagamento di una prestazione commisurata alla raccolta lorda e definita in base ad una percentuale prestabilita; la raccolta delle giocate viene ripartita tra vincite, quota fiscale (PREU o imposta unica) e compenso per gli operatori (concessionari, gestori, esercenti). Nel sistema della raccolta il soggetto passivo d'imposta è il concessionario, cioè l'organizzatore del gioco, che raccoglie per conto dello Stato i proventi del gioco e provvede, con responsabilità diretta ed esclusiva, al versamento delle relative imposte dovute.
  Tale forma di tassazione, in quanto indirizzata sul concessionario/organizzatore, è compatibile con i princìpi comunitari e pienamente aderente al principio costituzionale di capacità contributiva. Ciò non significa che non può essere modificata ma, in tal caso, deve essere garantito lo stesso gettito derivante con il sistema della raccolta.
  Anche per i giochi a «Totalizzatore» (SuperEnalotto e Totocalcio) la base imponibile è data dalla raccolta; tuttavia, per questi giochi l'ammontare della vincita non è nota al giocatore al momento della giocata, essendo definito solo a posteriori sulla base dell'ammontare complessivo del montepremi raccolto e del numero di giocate vincenti.
  Nel lotto lo Stato funge da «banco» e l'introito erariale è dato dalla differenza tra le somme giocate, le vincite ed il compenso spettante alle ricevitorie e al monoconcessionario.
  Uniformare le basi imponibili comporterebbe una sostanziale modifica nel sistema stesso dei diversi giochi, anche di quelli tradizionali, con il rischio di una disaffezione dei consumatori.

   c) eguagliare l'aliquota applicata alle new slot a quella delle VLT.
  La differenza di payout tra AWP e VLT dipende dalla diversa struttura dei due comparti e dal diverso mercato di riferimento.
  In primo luogo, si osserva che il circuito delle AWP è distribuito secondo un modello organizzativo di mercato basato su un elevato numero di soggetti formato, da un lato, dai proprietari di apparecchi (cosiddetti «gestori»), nell'ordine di circa 4 mila soggetti (taluni di dimensioni estremamente ridotte) e, dall'altro, da esercizi pubblici nell'ordine di circa 120 mila; le VLT, invece, sono collocate in sale riservate di numero molto più contenuto, pari al 5 per cento degli esercizi soprarichiamati. La struttura altamente frammentata e costituita da un grande numero di imprese che caratterizza la rete AWP rende i costi unitari di struttura (per noleggio e cambio macchine, per manutenzione, eccetera) proporzionalmente più elevati rispetto a quelli relativi alla rete delle VLT.
  Inoltre, le VLT sono apparecchi simili alle slot sotto il profilo della tipologia di offerta di gioco, ma con performance più elevate (accettano banconote, erogano vincite massime pari a 5000 euro contro i 100 euro delle AWP; può essere previsto un jackpot, eccetera). Esse consentono scommesse di importo maggiore a fronte di vincite che possono giungere a livelli molto elevati, per cui il legislatore nazionale, a tutela dei giocatori e della fede pubblica, ha ritenuto opportuno assicurare vincite di importo maggiore essendo potenzialmente maggiore l'importo della scommessa, tenuto anche conto della circostanza che il potenziale giocatore delle VLT ha caratteristiche di spesa ed aspettative di vincite diverse (più alte) rispetto a quello delle AWP. Poiché il legislatore ha fissato la misura del payout minimo, lasciando i concessionari liberi di determinare, in regime di concorrenza, la percentuale di vincite effettiva offerta ai giocatori, le aliquote PREU sono state a loro volta fissate tenendo conto delle diverse strutture ed i valori economici espressi dai due comparti.
  Nulla impedisce di modificare il PREU sulle VLT aumentandolo fino al 13 per cento, come sarà quello delle new slot a partire dal 2015, occorre, tuttavia, ben ponderare che tale scelta potrebbe rivelarsi controproducente, nel senso che potrebbe far diminuire in modo sostanziale la raccolta con le VLT.

   d) gioco online.
  Il settore del gioco online può essere distinto in tre tipologie:
   1) giochi comuni effettuati con modalità online (superenalotto, «Gratta & Vinci», scommesse sportive, bingo, eccetera). In tale caso, l’online rappresenta soltanto una modalità alternativa – sebbene soggetta a norme ad hoc – per l'effettuazione dello stesso gioco esercitabile su rete fisica;
   2) giochi di abilità (skill games): si tratta di giochi caratterizzati dalla maggiore prevalenza dell'abilità rispetto alla fortuna (come ad esempio il poker in forma di torneo). Gli skill games possono essere praticati solo su siti online gestiti da soggetti concessionari (tuttavia, è molto diffuso il fenomeno illecito di operatori di gioco non concessionari che utilizzano siti non regolari, i cosiddetti «.com»);
   3) giochi da casinò (roulette, slot, poker cash, slot online).

  Per quanto riguarda gli introiti erariali, si osserva che i giochi tradizionali subiscono la medesima tassazione di quelli fisici (scommesse, superenalotto, gratta & vinci).
  Sugli skill games è, invece, prevista l'imposta pari al 3 per cento della raccolta mentre sui giochi da casinò si applica un'imposta pari al 20 per cento della raccolta netta (raccolta lorda meno vincite).
  Come si è già avuto modo di osservare, nel mondo dei giochi i payout possono essere molto differenti. Generalmente, i giochi online hanno una percentuale di vincita maggiore rispetto a una sala da gioco terrestre in quanto vi è una enorme differenza di costi di gestione tra le due attività.
  Una sala VLT, rispetto ai siti di gioco online, sostiene, infatti, costi molto più elevati (affitto del locale, noleggio degli apparecchi, manutenzioni, personale, eccetera) per cui deve avere un payout inferiore, altrimenti il margine non sarebbe sufficiente per ripagare i costi.
  Una tassazione sostanzialmente più elevata sui giochi online costringerebbe gli operatori a ridurre sensibilmente il payout con la conseguenza che i giocatori si rivolgerebbero al canale illegale (cosiddetto .com) che riconosce payout intorno al 97/98 per cento.
  Questi esposti sono, ovviamente, dati obiettivi ed analitici che consentono al Parlamento di valutare con maggiore cognizione le necessarie scelte che dovranno ispirare una rivisibile politica del settore.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

gioco d'azzardo

gioco

politica fiscale

concessionario

imposta

autonomia amministrativa

base imponibile

ente pubblico

monopolio di Stato