ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01990

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 160 del 27/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: AMENDOLA VINCENZO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 27/01/2014
CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO 27/01/2014


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 27/01/2014
Stato iter:
30/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/01/2014
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 30/01/2014
Resoconto AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 27/01/2014

DISCUSSIONE IL 30/01/2014

SVOLTO IL 30/01/2014

CONCLUSO IL 30/01/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01990
presentato da
AMENDOLA Vincenzo
testo di
Lunedì 27 gennaio 2014, seduta n. 160

   AMENDOLA, QUARTAPELLE PROCOPIO e CHAOUKI. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   da fine novembre 2013 l'Ucraina è teatro di manifestazioni contro la decisione del Presidente Viktor Yanukovich di non sottoscrivere l'accordo di associazione con l'Unione europea e di siglare invece un'intesa economica con Mosca;
   le recenti leggi approvate dal Parlamento ucraino che prevedono pene severe per i partecipanti a manifestazioni non autorizzate e lo status di «agente straniero» per le organizzazioni non governative con finanziamenti esteri sono state la causa di una fortissima reazione da parte delle opposizioni che ha condotto a scontri di piazza;
   il bilancio degli scontri scoppiati nelle strade di Kiev è stato di 5 morti e 300 feriti, tra polizia e manifestanti e sta sollevando critiche a livello internazionale;
   le forze dell'ordine dichiarano di non aver utilizzato armi da fuoco, anche se alcuni dimostranti sostengono che a sparare sarebbero stati i cecchini delle forze speciali Berkut, la polizia anti-sommossa e gli stessi medici confermano l'uso di armi da fuoco;
   a seguito dei questi avvenimenti il Presidente della Commissione dell'Unione europea José Manuel Barroso ha dichiarato: «Siamo scioccati dalle ultime notizie dall'Ucraina, deploriamo nei termini più forti possibili l'uso della forza e della violenza e chiediamo a tutte le parti di astenersi immediatamente e di prendere provvedimenti che aiutino a calmare la situazione»;
   Barroso non esclude — come riportato sulla stampa — il varo di sanzioni contro il regime di Yanukovich. Prosegue rispondendo ai giornalisti: «se c’è una sistematica violazione dei diritti umani, come sparare sui manifestanti pacifici o gravi attacchi alle libertà fondamentali allora dobbiamo ripensare le nostre relazioni con l'Ucraina e forse ci saranno delle conseguenze»;
   il Commissario dell'Unione europea per l'allargamento Stefan Pule si recherà a breve nuovamente a Kiev e anche il Partito socialista europeo ha deciso di inviare una delegazione nella capitale ucraina;
   il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha usato toni duri sostenendo che le nuove norme sono «antidemocratiche e violano le norme dell'Ocse e dell'Ue». L'Unione europea chiede all'Ucraina di porre immediatamente fine agli episodi di violenza che stanno causando vittime nel Paese. L'Ambasciata Usa ha revocato i visti di diversi ucraini. La lista è confidenziale ma sembra essere incluso il nominativo del Ministro dell'interno ucraino e altri funzionari;
   «Ci appelliamo alla comunità internazionale» ha dichiarato il capogruppo del partito di Timoshenko Patria, Arseni Iatseniuk «il regime del presidente Viktor Yanukovich e del partito delle Regioni ha completamente annientato il poter statale in Ucraina. Questo non è niente altro che un rovesciamento dell'ordine costituzionale e una presa di potere nel Paese»;
   il Presidente ucraino Yanukovich, ieri per la prima volta, ha preso dei primi contatti al fine di incontrare i leader delle opposizioni che chiedono elezioni anticipate e il Parlamento ucraino è stato convocato per discutere delle dimissioni del Governo;
   il movimento di protesta che sta scuotendo l'Ucraina in questi mesi nasce dall'aspirazione della maggioranza popolare a riunirsi alla famiglia europea –:
   quali azioni politiche e diplomatiche intenda adottare il nostro Governo nei confronti dell'Ucraina, sia autonomamente che in sede europea al fine di garantire una soluzione politica alla crisi interna di quel Paese nel quadro del rispetto dei principi democratici, dei diritti umani e delle aspirazioni del popolo ucraino.
(5-01990)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 gennaio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-01990

  1. Vorrei innanzitutto segnalare come il Governo italiano e, in primis, la Ministro Bonino segua con costante attenzione le evoluzioni della crisi in Ucraina, anche attraverso il nostro Ambasciatore a Kiev. Fin dall'inizio dei disordini abbiamo espresso fortissima preoccupazione per le possibili degenerazioni violente della protesta, che hanno causato numerosi feriti e vittime fra i manifestanti e fra le forze dell'ordine. Sia a titolo nazionale, che nel più ampio contesto dell'Unione europea, l'Italia ha lanciato appelli al Governo ed alle opposizioni in Ucraina, affinché sia posta fine agli scontri e si ristabilisca un clima di reciproca fiducia, avviando un dialogo inclusivo per una soluzione condivisa e sostenibile della crisi nel paese.
  2. In tale prospettiva, su istruzione del Ministro Bonino, il Vice Ministro Dassù ha ricevuto lo scorso 24 gennaio l'Ambasciatore d'Ucraina, al quale ha fatto stato dell'apprensione di parte italiana per le derive violente della crisi, reiterando l'invito al Governo di Kiev ad assicurare il diritto di libera espressione e di manifestare pacificamente. In tale ottica, abbiamo accolto con soddisfazione l'abrogazione della maggior parte dei provvedimenti in materia di ordine pubblico varati lo scorso 19 gennaio, che rischiavano di penalizzare fortemente il diritto di associazione e di manifestazione, così come l'approvazione, ieri sera, della legge che concede l'amnistia ai manifestanti arrestati durante le proteste, avvenute a partire dal 27 dicembre scorso, a condizione che i manifestanti liberino gli edifici governativi occupati. Al contempo, non abbiamo mancato di invitare le opposizioni a non far prevalere sentimenti di radicalismo al loro interno, considerando con spirito costruttivo le aperture offerte del Presidente Yanukovych.
  3. Il Governo sostiene, inoltre, con convinzione la continuazione degli sforzi dell'Unione europea, a partire da quelli del Commissario europeo Štefan Füle, appena rientrato dall'Ucraina, e dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera Ashton, che martedì sera è tornata a Kiev per nuovi incontri con il Governo e le opposizioni. Abbiamo inoltre, in raccordo con i nostri partner comunitari, manifestato piena disponibilità ad appoggiare iniziative di facilitazione del dialogo tra l'attuale dirigenza ucraina e i movimenti di opposizione che l'UE, in coordinamento con OSCE e Consiglio d'Europa, sta valutando in queste ore. Riteniamo infatti necessario evitare che un Paese importante come l'Ucraina, che due mesi fa era addirittura in procinto di firmare l'Accordo di Associazione con l'UE, valichi pericolosi crinali che possano condurlo alla disgregazione. Resta infatti ancora forte al momento il rischio di frammentazione e di spaccature. Esacerbare violenza e risentimento equivarrebbe, per l'Ucraina, a neutralizzare irrimediabilmente i progressi compiuti sulla via dell'integrazione economica con l'Unione europea.
  4. Intendiamo dunque continuare a lavorare in tutte le sedi per un costruttivo coinvolgimento di quegli attori internazionali che siano in grado di offrire un concreto contributo per l'avvio di una soluzione negoziata e sostenibile. La Ministro Bonino ne ha ampiamente discusso con i colleghi europei in occasione dell'ultimo Consiglio Affari Esteri del 20 gennaio, che ha adottato delle conclusioni che richiamano il Governo ucraino al pieno rispetto del diritto di riunione e alla libertà di stampa esercitati in modo pacifico, invitando al contempo ad indagare sugli atti di violenza compiuti e assicurare i responsabili alla giustizia. Lo stesso Presidente del Consiglio, ieri a Bruxelles assieme alla Ministro Bonino e ad altri Ministri per l'incontro con i Vertici della Commissione Europea, ha fatto stato della grande preoccupazione che c’è per quanto sta avvenendo in Ucraina, esortando a lavorare intensamente perché le porte dell'Europa restino aperte per l'Ucraina e affermando che la violenza e la repressione non sono la strada. Non manchiamo e non mancheremo inoltre di evocare gli sviluppi in Ucraina anche nei contatti bilaterali con esponenti dei Governi dei Paesi più direttamente interessati. A questo riguardo, segnalo che il Vice Ministro Dassù è a Mosca per consultazioni bilaterali con il Vice Ministro russo Meshkov.
  5. Quanto infine alla possibilità di sanzioni, evocata dall'onorevole interrogante, riteniamo necessario ricorrere a cautela e ponderazione. Da un lato, infatti, le sanzioni non paiono una soluzione alla più impellente urgenza del momento, quella di porre fine alle violenze e agli scontri di piazza. Dall'altro esse comportano il concreto rischio di isolare il Paese, allontanando quella prospettiva di associazione politica ed integrazione economica con l'UE – nell'ambito del Partenariato Orientale – che tutti, alla vigilia del Vertice di Vilnius del 28 novembre scorso, eravamo pronti a sostenere.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Ucraina

crisi politica

diritti umani

relazioni internazionali

partito politico