ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01120

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 90 del 03/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: CAUSI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 03/10/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 03/10/2013
Stato iter:
03/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/10/2013
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 03/10/2013
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 03/10/2013
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 03/10/2013
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/10/2013

SVOLTO IL 03/10/2013

CONCLUSO IL 03/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01120
presentato da
CAUSI Marco
testo di
Giovedì 3 ottobre 2013, seduta n. 90

   CAUSI e TARANTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   con i comunicati diffusi nella giornata del 24 settembre 2013, è stata data notizia delle modifiche intervenute nell'accordo parasociale tra gli azionisti di Telco. Tali modifiche si sostanziano nella diluizione della partecipazione dei soci italiani e nella concessione al socio Telefonica, a decorrere dal 1o gennaio 2014, di un'opzione call sull'intero pacchetto delle azioni con diritto di voto di Telco: con le modifiche all'accordo parasociale, si avvia, dunque, il percorso per l'assunzione da parte di Telefonica del controllo di Telco e, conseguentemente, del ruolo di azionista di riferimento del gruppo Telecom Italia; fermo restando che il Gruppo resterà comunque – come ha sottolineato il Presidente di Telecom, dottor Franco Bernabè, in apertura della sua audizione del 25 settembre presso il Senato della Repubblica – una società quotata con circa l'85 per cento del capitale sul mercato, incluse le azioni di risparmio;
   quanto è accaduto suscita stupore: perché gli azionisti di Telco hanno ritenuto di procedere senza avvertire l'esigenza di qualsiasi preliminare, e sia pure informale, informativa al Governo su un'operazione nella quale sono in gioco anche rilevantissimi interessi pubblici generali; entra, cioè, in gioco il ruolo strategico della rete delle telecomunicazioni per il presente ed il futuro del nostro Paese: sia sotto il profilo delle esigenze della difesa e della sicurezza, sia sotto il profilo delle ricadute sul versante occupazionale e sull'avanzamento dei processi di innovazione tecnologica e digitale tanto cruciali per l'agenda italiana della competitività; al riguardo, non può non essere sottolineato che l'esigenza di un preventivo chiarimento sui contorni e le prospettive dell'operazione non sia stata avvertita né dal gruppo Telefonica, né – ed ancor più stupisce – dai soci italiani di Telco, che pure sono attori di primissimo piano del nostro sistema economico-finanziario e che, del resto, in più di una circostanza, non hanno essi stessi mancato di sottolineare il proprio ruolo sistemico;
   il dottor Bernabè, nell'audizione già richiamata, ha ricordato gli elevati livelli di debito che gravano sul gruppo Telecom e che sono anzitutto il risultato della storia societaria dei suoi assetti di controllo, sottolineando che, per affrontare la sfida dell'evoluzione del settore delle comunicazioni elettroniche, occorrerebbe, invece, un nuovo ciclo di investimenti fondato su una più solida situazione patrimoniale; altrettanto rilevanti sono i livelli di debito che gravano sul gruppo Telefonica e, inoltre, sono note le sovrapposizioni, in America Latina, tra le attività di Telecom Italia e quelle di Telefonica: peraltro, il perfezionamento dell'operazione Telco dovrà acquisire la preventiva autorizzazione delle Autorità antitrust di Argentina e Brasile, ed è altamente probabile che da tali Autorità verrà la richiesta di vendita delle attività Telecom, poiché sommando, questa con quelle di proprietà Telefonica, in quei mercati, si superano le soglie anti-trust previste dalle normative di quei Paesi;
   sul piano industriale, quindi, l'acquisizione di una posizione dominante di Telefonica in Telecom rischia di produrre la vendita delle attività sudamericane del gruppo italiano, e cioè di quelle che hanno la migliore redditività e le più interessanti prospettive di crescita, per la natura di quei mercati e del grado di sviluppo socio-economico di quei Paesi;
   il decreto-legge n. 21 del 2012, ha riformato i poteri speciali che il Governo può esercitare in presenza di minaccia di grave pregiudizio per le società, di qualsiasi assetto proprietario, e quindi anche private, operanti nei settori strategici della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le società che comunque possiedano asset strategici nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni come «le reti e gli impianti, ivi compresi quelli necessari ad assicurare l'approvvigionamento minimo e l'operatività dei servizi pubblici essenziali, i beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale»;
   i nuovi poteri speciali – «golden power» – si fondano su una filosofia nuova e diversa rispetto a quella della «golden share», già oggetto di procedura comunitaria d'infrazione: una filosofia «di tipo oppositivo e prescrittivo, e solo in ultima istanza interdittivo» con «un ambito di applicazione di tipo oggettivo»;
   il che si traduce in una possibilità d'intervento da parte del Governo, a tutela degli interessi nazionali, con modalità «adeguate e proporzionali» alle minacce: dalle condizioni prescrittive all'acquisto di partecipazioni al veto di adozione di delibere da parte degli organi societari fino all'opposizione all'acquisto di partecipazioni, esercitabile nei confronti di qualsiasi soggetto per i settori della difesa e della sicurezza nazionali, ma soltanto nei confronti di soggetti esterni all'Unione europea negli altri settori;
   soprattutto, quel che vale la pena di sottolineare è che la filosofia del «golden power» si presenta scevra da ogni astratto, fuorviante e comunitariamente incompatibile rinvio alle presunte ragioni del «nazionalismo» economico, scegliendo piuttosto la via dell'oggettivazione giuridica ed economica del concetto degli interessi strategici nazionali;
   tuttavia, il regolamento previsto dal decreto-legge n. 21 sul settore delle telecomunicazioni non risulta ancora emanato, pur essendoci notizia, negli ambienti tecnici e degli addetti ai lavori, che una bozza dettagliata sarebbe già pronta fin dal mese di marzo;
   per parte sua, poi, il Presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha osservato – in sede di audizione presso il Senato – che, decorrendo dal 1o gennaio del 2014 l'opzione call in favore di Telefonica, eventuali modifiche alla disciplina dell'offerta pubblica di acquisto adottate entro il 31 dicembre del 2013 – non avrebbero effetti retroattivi sulla vicenda Telco;
   come è noto, il riferimento va, al riguardo, agli approfondimenti in corso circa la possibile riduzione della vigente soglia di possesso del 30 per cento del capitale di una società quotata quale condizione che obbliga chi consegue una simile partecipazione a lanciare una pubblica offerta di acquisto, al medesimo prezzo, sul 100 per cento delle azioni societarie;
   nel caso Telco, dunque, la prospettiva del suo controllo da parte di Telefonica, che deterrà così il 22,4 per cento delle azioni del gruppo Telecom Italia, non comporta, a regole vigenti, obbligo di offerta pubblica di acquisto. Resta così escluso il 78 per cento circa dell'azionariato dai valori offerti dal gruppo spagnolo ai soci italiani della stessa Telco, cioè circa il doppio delle quotazioni correnti delle azioni di Telecom –:
   perché il Governo non abbia adottato il regolamento di attuazione dei poteri speciali previsti dal decreto-legge n. 21 del 2012 nel settore delle comunicazioni e se intenda velocemente approvarlo, e se intenda eventualmente intervenire anche tramite iniziative volte a modificare la disciplina sull'offerta pubblica di acquisto.
(5-01120)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2012 0021, TELECOM ITALIA

EUROVOC :

offerta pubblica di acquisto

commercializzazione

industria delle telecomunicazioni

politica industriale

processo tecnologico

rete di trasmissione