ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00974

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 74 del 10/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: BUSIN FILIPPO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 10/09/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 10/09/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 10/09/2013
Stato iter:
11/09/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/09/2013
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
RISPOSTA GOVERNO 11/09/2013
Resoconto CASERO LUIGI VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 11/09/2013
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 11/09/2013

SVOLTO IL 11/09/2013

CONCLUSO IL 11/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00974
presentato da
BUSIN Filippo
testo di
Martedì 10 settembre 2013, seduta n. 74

   BUSIN e MOLTENI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   a metà agosto 2013 è entrato in vigore l'ennesimo strumento di contrasto all'evasione fiscale messo a punto dall'Agenzia delle entrate, il cosiddetto «redditometro», che, incrociando numerose banche dati, prenderà di mira tutti i soggetti che evidenzieranno una discrasia tra i redditi dichiarati in Italia e le spese effettuate;
   in particolare, lo strumento utilizzato dall'Agenzia delle entrate per stanare gli evasori attraverso il monitoraggio del reddito in base ai consumi, prevede che gli accertamenti scattino ogni qual volta verrà misurata una spesa superiore del 20 per cento rispetto alle entrate denunciate;
   lo strumento così concepito dimostra ancora una volta la scarsa comprensione e l'assoluto disinteresse dell'apparato burocratico di questo Paese per le realtà territoriali specifiche del Nord, in particolare per il fenomeno tipico dell'arco alpino del frontaliera;
   si tratta di migliaia di lavoratori che da sempre varcano il confine del Paese quotidianamente per lavorare nei Paesi confinanti, apportando un importante contributo economico alle aree dove ogni sera fanno ritorno; nell'attuale situazione di gravissima crisi economica ed occupazione, i frontalieri, arrivati a quasi 60.000 nell'ultimo anno, svolgono anche una funzione calmieratrice su un mercato del lavoro nazionale in preda alla disoccupazione e agli ammortizzatori sociali;
   per contro, l'Agenzia delle entrate fa finta che il fenomeno non esista, senza nulla avere imparato dalle precedenti negative esperienze connesse alle pratiche burocratiche, citando a titolo esemplificativo quelle più eclatanti relative allo scudo fiscale che avevano vessato assurdamente i frontalieri, benché nulla avessero a che vedere con la movimentazione di ingenti capitali a scopo elusivo;
   è insito nel nuovo redditometro il rischio che i frontalieri, che percepiscono redditi all'estero ed effettuano, consumi in Italia, con un contributo netto al buon andamento della nostra economia, vengano invece puntualmente vessati come se fossero evasori, chiamati a subire verifiche e a dovere rendere giustificazioni, subendo costi e tempi della burocrazia più degli altri cittadini, con una evidente ed ingiusta disparità di trattamento;
   i frontalieri, in particolare quelli che si recano in Svizzera, sono obbligati a percepire i redditi su un conto estero, e sono tassati interamente alla fonte; non hanno nulla a che fare con gli evasori, dunque, e non hanno margine di scelta ma sono vincolati dalle leggi del Paese in cui lavorano, leggi certamente note all'Agenzia delle entrate e più volte riportate alla sua attenzione;
   l'ottusità dell'Agenzia, che non ha fino ad oggi adottato atti specifici e di buon senso volti a non aggravare di oneri burocratici ingiustamente i lavoratori frontalieri, pare dunque colposa;
   la possibilità, prevista dall'Agenzia, di giustificare la provenienza estera dei propri redditi appare comunque subordinata ad una richiesta dell'Agenzia e dunque ad un onere aggiuntivo per i frontalieri, che si concretizzerà come minimo nella predisposizione di appositi moduli o documentazione rafforzata rispetto a tutti gli altri cittadini –:
   in che termini il Governo intenda applicare anche ai frontalieri le nuove regole sul redditometro, ovvero se intenda emanare celermente una circolare esplicativa o altro provvedimento di propria competenza atto a chiarire il caso di specie, senza inutili e ingiusti gravami a carico dei lavoratori frontalieri. (5-00974)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 11 settembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-00974

  Con il documento in esame gli Onorevoli interroganti chiedono chiarimenti in merito all'applicazione delle regole del rinnovato strumento dell'accertamento sintetico (cosiddetto «nuovo redditometro») ai lavoratori frontalieri.
  Al riguardo, l'Agenzia delle entrate riferisce quanto segue.
  Preliminarmente, l'Agenzia precisa di prestare particolare attenzione alla peculiare realtà dei lavoratori «frontalieri», che quotidianamente si recano all'estero ed in particolare di coloro che sono residenti nei comuni italiani della cosiddetta «fascia di frontiera» con la Svizzera.
  Infatti, mentre per la generalità dei lavoratori frontalieri il reddito da lavoro dipendente è determinato sulla base di retribuzioni convenzionali stabilite con decreto annuale dal Ministero del Lavoro, i redditi da lavoro dipendente dei residenti nella «fascia di frontiera» con la Svizzera, in base all'accordo bilaterale del 3 ottobre 1974, sono imponibili esclusivamente in tale Paese, e, conseguentemente, esonerati dai relativi obblighi dichiarativi.
  Tuttavia, l'Agenzia segnala che, fino all'anno d'imposta 2011, non è stato possibile individuare lavoratori frontalieri, che risiedono nelle zone di frontiera (in particolare con la Francia, Austria e San Marino) il cui reddito è determinato sulla base di retribuzioni convenzionali stabilite con decreto annuale dal Ministero del Lavoro. Ciò in quanto non era previsto un codice per l'indicazione del reddito frontaliero in sede di dichiarazione mod.730 o Unico, al quale si applica la franchigia fino a euro 8.000 (volta appunto a mitigare l'imposizione fiscale e a disincentivare il trasferimento della residenza nel Paese limitrofo dove prestano la propria opera).
  Diversamente, a partire dalla dichiarazione dei redditi prodotti nel 2012 (mod. UNICO e 730 del 2013) è stato introdotto un codice ad hoc («codice 4 – redditi di lavoro dipendente prestato, in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto, all'estero in zone di frontiera ed in altri Paesi limitrofi da persone residenti nel territorio dello Stato») che evidenzia il peculiare status di lavoratore frontaliero ai quali si applica la predetta «retribuzione convenzionale».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Svizzera

evasione fiscale

lavoratore frontaliero

regione di frontiera