ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00713

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 58 del 23/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: CAUSI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/07/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 23/07/2013
Stato iter:
07/08/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/08/2013
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2013
Resoconto CASERO LUIGI VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 07/08/2013
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/08/2013

SVOLTO IL 07/08/2013

CONCLUSO IL 07/08/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00713
presentato da
CAUSI Marco
testo di
Martedì 23 luglio 2013, seduta n. 58

   CAUSI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   secondo i dati di giugno del supplemento statistico della Banca d'Italia, proseguono le difficoltà di accesso al credito per le imprese;
   in particolare, la quota di imprese che segnalano un peggioramento delle condizioni di finanziamento si è attestata al 26,9 per cento e la quota di coloro che ritengono che la posizione di liquidità nei prossimi tre mesi sarà insufficiente è al 25,6 per cento;
   la relazione del Governatore della Banca d'Italia dello scorso 31 maggio, riporta un rallentamento dei prestiti alle imprese ad iniziare dalla seconda metà del 2011, contraendosi di circa 60 miliardi di euro da dicembre 2011, per le difficoltà delle banche di raccogliere liquidità sui mercati internazionali; nei primi quattro mesi del 2013 la riduzione dei flussi di credito alle imprese si è inasprita nuovamente;
   sempre secondo il Governatore della Banca d'Italia, nella seconda metà del 2011, quando le tensioni hanno riguardato il mercato dei titoli di Stato, si è innescato un circolo vizioso tra le condizioni del debito pubblico, delle banche e del credito e dell'economia reale: l'anno scorso l'attività economica si è contratta del 2,4 per cento e anche quest'anno si chiuderà con un forte calo dell'attività produttiva e dell'occupazione;
   in risposta all'interrogazione, presentata alla Camera, relativa alle somme destinate a famiglie ed imprese da parte delle banche che hanno utilizzato i finanziamenti straordinari della Banca centrale europea del dicembre 2011 e del febbraio 2012, il Governo ha affermato che le attuali condizioni di accesso al credito da parte di imprese e famiglie non sono facili e che ciò è dovuto anche al quadro macroeconomico e all'andamento congiunturale che ha avuto un impatto negativo sulla domanda di credito e ha peggiorato la percezione del rischio da parte delle banche; in assenza delle azioni intraprese dalla BCE, a fronte dell'inaridimento del mercato finanziario internazionale, la restrizione creditizia sarebbe stata di gran lunga superiore per le famiglie e le imprese;
   il rilancio dell'economia italiana non può prescindere dalle piccole e medie imprese, che rappresentano una componente importante in termini di produttività e occupazione e per tale verso è necessario intervenire sostenendone gli investimenti attraverso un miglioramento dell'accesso al credito;
   il decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, attualmente all'esame del Parlamento – cosiddetto decreto «del fare» – ha previsto alcune misure a favore delle imprese; in particolare: a) sono ampliate le possibilità di accesso al credito per le piccole e medie imprese, mediante una parziale riforma delle regole di accesso al Fondo di garanzia; b) è stato individuato un meccanismo incentivante in base al quale, presso la gestione separata della Cassa depositi e prestiti, viene costituito un plafond che fornisce provvista alle banche per la concessione di finanziamenti alle imprese che intendono effettuare investimenti per il rinnovo dei macchinari e degli impianti ad uso produttivo; c) sono previsti finanziamenti per 150 milioni di euro per i contratti di sviluppo aventi ad oggetto programmi nel settore industriale e agroindustriale; d) è previsto un contributo alla spesa per attività di ricerca industriale nel limite del cinquanta per cento della quota relativa alla contribuzione a fondo perduto disponibili a valere sul Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR);
   l'intervento di rafforzamento del Fondo di Garanzia, seppur prezioso, non sembra sufficiente, nell'attuale quadro macroeconomico, a sostenere il rilancio degli investimenti ed è auspicabile agire anche in altre direzioni;
   il decreto-legge 22 giugno 2013, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, cosiddetto Decreto Sviluppo del 2012, ha previsto la possibilità, per le piccole imprese, di emettere prestiti obbligazionari liberandole da una serie di vincoli quantitativi, qualitativi e fiscali che in passato ne avevano di fatto inibito l'utilizzo; tuttavia, a distanza di circa un anno dall'entrata in vigore della norma, sembra essersi concretizzata una sola emissione di «mini-bond», anche se sono nati alcuni nuovi fondi chiusi destinati alla sottoscrizione dei nuovi strumenti di debito delle piccole e medie imprese;
   è quanto mai necessario intervenire in questa fase al fine di promuovere la nascita di fondi specializzati in questa direzione; la Cassa depositi e prestiti potrebbe in tal senso diventare un attore importante in questo campo, favorendo lo sviluppo di tale mercato –:
   quanti siano i nuovi intermediari finanziari accreditati dalle autorità di vigilanza per agire sul mercato dei nuovi strumenti di debito delle imprese e se non ritenga utile un intervento della Cassa depositi e prestiti per fare crescere più velocemente questo mercato. (5-00713)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 7 agosto 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-00713

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'onorevole Causi, nel far riferimento alle misure a sostegno delle imprese contenute nel decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 (cosiddetto decreto Sviluppo 2012), chiede al Governo di assumere iniziative per promuovere il mercato dei cosiddetti «mini-bond» nonché di valutare l'opportunità di un contributo della Cassa depositi e prestiti per favorire lo sviluppo del medesimo mercato.
  Al riguardo, sentita anche la Banca d'Italia, tramite la Segreteria del comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, si fa presente che l'emanazione dell'articolo 32 del decreto Sviluppo del 2012 persegue l'obiettivo di favorire lo sviluppo di un segmento del mercato dei capitali che può rafforzare la struttura finanziaria delle imprese italiane rendendole meno dipendenti dal credito bancario.
  In tale prospettiva, è stata prevista la possibilità per le piccole e medie imprese di emettere cambiali finanziarie e obbligazioni senza sottostare agli ordinari vincoli alla raccolta del risparmio fra il pubblico da parte di società non bancarie, nonché sono state introdotte alcune specifiche agevolazioni fiscali. Gli strumenti sono riservati alla sottoscrizione di investitori professionali. In talune ipotesi l'emissione deve essere assistita, in qualità di sponsor, da un intermediario (banca, impresa di investimento, società di gestione del risparmio, SICAV) il quale mantiene nel proprio portafoglio, fino a scadenza naturale, un ammontare minimo dell'emissione.
  L'investimento negli strumenti in questione da parte delle banche e degli altri intermediari finanziari vigilati dalla Banca d'Italia, come anche l'assunzione del ruolo di sponsor nei casi in cui ciò sia previsto, non è soggetto ad autorizzazioni o altre forme di accreditamento dell'Autorità di vigilanza. Le banche e gli altri intermediari vigilati, rientranti nella categoria degli investitori professionali, possono quindi liberamente investire in detti strumenti, nel rispetto della generale disciplina prudenziale a presidio della stabilità e della sana e prudente gestione.
  Per quanto riguarda, invece, l'eventuale ruolo della Cassa depositi e prestiti, la Segreteria del comitato interministeriale per il credito ed il risparmio ha precisato che, considerato lo speciale statuto legislativo di questo intermediario, per abilitare lo stesso a investire in strumenti della specie potrebbe rendersi necessaria una specifica disposizione di legge.
  Sulla questione Cassa depositi e prestiti S.p.A. ha comunicato di seguire da tempo l'evolversi del mercato del credito alle PMI, anche in relazione al deleveraging delle banche dovuto principalmente ai requisiti di patrimonializzazione imposti da Basilea 3.
  In relazione alle manifestate esigenze del Paese, Cassa depositi e prestiti ha strutturato e avviato due strumenti di supporto al sistema finanza-impresa: il Plafond P.M.I, per far fronte alla carenza di liquidità del sistema bancario, e il Fondo italiano d'investimento (Fii) per facilitare la patrimonializzazione delle imprese con fini non speculativi.
  I due strumenti sono ormai a regime e pienamente operativi:
   oltre 63.000 aziende beneficiarie indirettamente, circa 300 banche convenzionate, 78 per cento degli sportelli bancari raggiunti e l'intero territorio coperto per il Plafond PMI;
   investimento diretto in oltre 30 PMI e indiretto in 14 Fondi Equity per Fii.

  Dall'uscita del Decreto Sviluppo del 2012 Cassa depositi e prestiti ha incontrato informalmente vari promotori di Fondi di debito, Italiani e internazionali, promossi da Sgr, banche e manager del capital Market.
  Attualmente la citata società sta monitorando le varie iniziative (6 in tutto) e verificando il proprio eventuale coinvolgimento.
  Si soggiunge che il consiglio d'amministrazione di Cassa depositi e prestiti nella seduta del 31 luglio 2013 ha approvato le linee strategiche del piano industriale 2013-2015 per il Gruppo cassa depositi e prestiti. All'approvazione definitiva del Piano, nei suoi dettagli, provvederà il Consiglio nella riunione prevista per il 1o settembre prossimo.
  Nell'arco temporale del piano, il Gruppo cassa depositi e prestiti intende contribuire all'attuazione delle politiche industriali del Paese, attraverso l'erogazione di credito per investimenti pubblici, infrastrutture e imprese e investimenti nel capitale di rischio diretti (reti energetiche e altri asset strategici), e indiretti (tramite il Fondo italiano di investimento e il Fondo strategico italiano), finalizzati a supportare la crescita dimensionale e lo sviluppo internazionale di Cassa depositi e prestiti e imprese di rilevanza strategica.
  Si prevede, infatti, di mobilitare risorse a favore dei «motori sani» dello sviluppo economico, dei quali fino a 48 miliardi di euro a supporto della crescita e dell'internazionalizzazione delle imprese e alla valorizzazione di asset strategici per il Paese.
  In particolare mediante la piena attivazione delle sinergie con SACE e SIMEST sul fronte dell'export e dell'internazionalizzazione delle imprese, s'intende rafforzare l'utilizzo degli strumenti esistenti per il sostegno all'economia (Plafond PMI) e la promozione dell'impiego efficiente degli strumenti di credito agevolato gestiti per conto dello Stato, e fornire un impulso all'attivazione di investimenti con nuovi strumenti quali, ad esempio, un Plafond per le Reti di impresa.
  Inoltre, attraverso specifici interventi finalizzati all'allargamento del perimetro di attività del Gruppo, nel triennio potrebbero anche essere mobilitate ulteriori risorse, fino a 15 miliardi di euro, a favore di altre iniziative, tra le quali i nuovi prodotti di export finance e internazionalizzazione, plafond per imprese di media dimensione, plafond «macchinari, impianti e attrezzature», strumenti per favorire l'accesso al credito delle imprese quali mini-bond per PMI e cartolarizzazioni di prestiti alle imprese.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CASSA DEPOSITI E PRESTITI ( CDP )

EUROVOC :

credito industriale

aiuto alle imprese

politica di sostegno

mercato finanziario

finanziamento dell'impresa

finanziamento dell'industria