ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00685

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 56 del 19/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: FIORIO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/07/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 19/07/2013
Stato iter:
23/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/10/2013
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 23/10/2013
Resoconto FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/07/2013

DISCUSSIONE IL 23/10/2013

SVOLTO IL 23/10/2013

CONCLUSO IL 23/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00685
presentato da
FIORIO Massimo
testo di
Venerdì 19 luglio 2013, seduta n. 56

   FIORIO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei . — Per sapere – premesso che:
   sono presenti da tempo, nei mercati mondiali e nei Paesi dell'Unione europea, i cosiddetti wine kit: prodotti che promettono, con semplici polveri, di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco, Verdicchio e Montepulciano;
   in data 17 luglio 2013 l'Interpool ha bloccato la vendita di wine kit nel Regno Unito: si è trattato del primo intervento di cooperazione di polizia internazionale a tutela del made in Italy;
   secondo le denunce di alcuni media e delle associazioni agricole italiane questi wine kit vengono prodotti soprattutto in Canada ed in Svezia; molte confezioni fanno esplicito riferimento alla produzione italiana, ad un marchio di qualità tutelato dall'Unione europea, e promettono in soli cinque giorni di ottenere in casa vini tipici per i quali vengono addirittura fornite le etichette da apporre sulle bottiglie;
   Coldiretti ha stimato che, solo nei paesi europei, almeno venti milioni di bottiglie di «pseudo» vino vengano ottenute attraverso wine kit;
   anche il Commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos, in risposta ad una interrogazione parlamentare sul tema, ha affermato che «la Commissione è stata informata delle pratiche commerciali a cui si fa riferimento nell'interrogazione e, durante l'ultima riunione del Comitato di gestione dell'Ocm unica, ha provveduto a informare le delegazioni degli Stati membri che tali pratiche violano le norme in materia di etichettatura nel settore vitivinicolo stabilite dalia legislazione europea. La Commissione ha precisato che i prodotti in questione non possono essere commercializzati utilizzando una denominazione di origine protetta (Dop) o un'indicazione geografica protetta (Igp), nemmeno attraverso una semplice evocazione del nome. Gli Stati membri devono adottare tutti i provvedimenti necessari a prevenire l'uso illecito del nome di una Dop o di un'Igp ritirando dal mercato tali prodotti»;
   tale pratica illecita rischia di compromettere l'immagine e la credibilità dell'intero settore vitivinicolo italiano. Un prestigio conquistato nel tempo grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio;
   il vino è infatti uno dei maggiori settori produttivi italiani: rappresenta il 20 per cento dell’export agroalimentare nazionale per un fatturato oltreconfine di 4,7 miliardi di euro;
   il made in Italy agroalimentare registra un danno medio di circa 60 miliardi di euro l'anno per colpa dell'invasione mondiale di prodotti contraffatti (soprattutto quelli a denominazione certificata), mentre made in Europe arriva a 100 miliardi;
   nel caso degli alimentari la distribuzione di prodotti contraffatti assume aspetti ancora più gravi dal momento che la vendita avviene, nella maggior parte dei casi, all'insaputa dell'acquirente;
   politiche maggiormente efficaci ed incisive contro la lotta alla contraffazione, sia a livello nazionale, che comunitario, sono state richieste dalle associazioni italiane di categoria. Per la Coldiretti sono una «priorità anche per chiedere più trasparenza a livello internazionale dove i prodotti alimentari italian sounding, sviluppano un fatturato di 60 miliardi di euro pari al doppio del valore delle esportazioni del prodotto originale»; per la Cia è necessario non solo «intensificare ancora la rete dei controlli e inasprire le sanzioni» ma «anche creare una task-force in ambito Ue per contrastare le falsificazioni alimentari» –:
   quali iniziative urgenti intendano assumere i Ministri interrogati per contrastare con efficacia il commercio dei wine kit; citati in premessa;
   se non ritenga opportuno intervenire in sede europea, per promuovere la creazione di un task-force per contrastare, a livello internazionale, le falsificazioni alimentari. (5-00685)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 ottobre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-00685

  Per quanto riguarda la questione dei wine kit, mi preme innanzitutto sottolineare che, sin dallo scorso anno, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha portato all'attenzione della Commissione europea il caso della commercializzazione, sia nel territorio del Regno Unito che del Regno di Svezia, di kit per bevande denominate «vino» ed evocative di vini italiani DOP (Frascati, Valpolicella, Chianti, Montepulciano d'Abruzzo, ecc.).
  Il Comitato tecnico di controllo nel settore vitivinicolo, operante presso il Ministero, ha immediatamente interessato le autorità britanniche e quelle svedesi, sollecitandone l'intervento per ottenere il ritiro di tali prodotti palesemente fraudolenti.
  Contemporaneamente è stata informata la Commissione europea che, in occasione della riunione del Comitato di gestione OCM unica-vino del 29 gennaio scorso, ha chiesto alle delegazioni presenti, rivolgendosi in particolare al Regno Unito e alla Svezia, di riferire sulle iniziative adottate per contrastare il fenomeno dei wine kit, ciò nella considerazione di ritenerne opportuno il ritiro dal mercato in quanto, secondo la definizione della competente Direzione generale per la salute dei consumatori, prodotti aventi una composizione poco chiara anche se di non dimostrata dannosità.
  Preciso, infine, che, nella citata riunione comunitaria, il delegato rappresentante del Regno Unito ha definito i wine kit una vera e propria usurpazione delle denominazioni di origine protetta italiane ed ha confermato la piena volontà di cooperare al contrasto di tale fenomeno fraudolento con misure forti ed adeguate.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

denominazione di origine

traffico illecito

viticoltura

commercializzazione

contraffazione

etichettatura

legislazione

Unione europea