ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00646

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 55 del 17/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: AMODDIO SOFIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/07/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 17/07/2013
Stato iter:
17/09/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/09/2013
Resoconto CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 17/09/2013
Resoconto AMODDIO SOFIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/07/2013

DISCUSSIONE IL 17/09/2013

SVOLTO IL 17/09/2013

CONCLUSO IL 17/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00646
presentato da
AMODDIO Sofia
testo di
Mercoledì 17 luglio 2013, seduta n. 55

   AMODDIO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per la coesione territoriale . — Per sapere – premesso che: 
   con decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1995 è stato approvato il «Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Siracusa-Sicilia Orientale»;
   la legge 9 dicembre 1998, n. 426, «Nuovi interventi in campo ambientale», all'articolo 1 disciplinava la realizzazione di interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, anche al fine di consentire il concorso pubblico;
   l'articolo 1, comma 4, della citata legge 9 dicembre 1998, n. 426, ha individuato tra i siti di bonifica di interesse nazionale quello di «Priolo»;
   il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 10 gennaio 2000, ha approvato il perimetro provvisorio del sito di bonifica di interesse nazionale di «Priolo», e quello del 10 marzo 2006, ha esteso il perimetro del medesimo sito;
   il SIN di Priolo si sviluppa su una superficie di circa 5.815 ettari a terra e circa 10.068 ettari a mare, comprensivi delle aree portuali di Siracusa ed Augusta e la parte a terra include aree private per un totale di circa 1.700 ettari e aree pubbliche per circa 1.300 ettari;
   il SIN di Priolo è ubicato nel territorio dei comuni di Augusta, Priolo Gargallo, Melilli e Siracusa, già dichiarati «Area di elevato rischio di crisi ambientale» nell'anno 1990;
   all'interno del perimetro del SIN sono inclusi: un polo industriale costituito da grandi insediamenti produttivi, prevalentemente raffinerie, stabilimenti petrolchimici, centrali di produzione di energia elettrica e cementerie; l'area marina antistante comprensiva delle aree portuali di Augusta e Siracusa; numerose discariche di rifiuti anche pericolosi; lo stabilimento ex eternit di Siracusa (dove si producevano manufatti in cemento-amianto); le aree umide (Saline di Priolo e Augusta);
   con il decreto ministeriale 18 settembre 2001, n. 468, recante «Programma nazionale di bonifica e ripristino dei siti inquinati» furono assegnate al sito di bonifica di interesse nazionale di «Priolo» risorse pari euro 23.653.725,97;
   la direttiva 2000/60/CE recepita dal decreto legislativo n. 152 del 2006, ha lo scopo di ottenere la graduale riduzione delle emissioni di sostanze pericolose nelle acque per raggiungere l'obiettivo finale di eliminare le sostanze pericolose prioritarie e contribuire a raggiungere valori vicini a quelli del fondo naturale per le concentrazioni in ambiente marino di sostanze presenti in natura;
   l'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, relativo ai «Siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale», disciplina le modalità di intervento in aree contaminate dove attuare programmi ed interventi di riconversione industriale e di sviluppo economico-produttivo;
   il comma 3, lettera e), del citato articolo 252-bis prevede, quali azioni idonee a compensare il danno ambientale, il miglioramento della sostenibilità ambientale degli impianti esistenti sotto il profilo del miglioramento tecnologico produttivo e dell'implementazione dell'efficacia dei sistemi di depurazione e abbattimento delle emissioni;
   con l'articolo 28 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 («Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria»), convertito, con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008, n. 133, è stata prevista l'istituzione dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), con l'attribuzione delle funzioni dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) e dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM);
   l'ISPRA è un ente pubblico scientifico di ricerca non economico vigilato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che fornisce supporto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed alle pubbliche amministrazioni;
   con il decreto ministeriale 28 novembre 2006, n. 308, si è preveduto di affidare ad ICRAM (ora ISPRA), attraverso specifica convenzione, il compito di definire le modalità di caratterizzazione ai fini della bonifica dei siti di interesse nazionale;
   il decreto n. 308 del 2006 all'articolo 2 prevede che «l'individuazione dei soggetti beneficiari nonché le modalità, le condizioni e i termini per l'erogazione dei finanziamenti previsti dal Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale, sono regolamentati mediante il ricorso agli accordi di programma da sottoscrivere fra lo Stato, le regioni e gli enti locali territorialmente competenti;
   l'articolo 5 del suddetto decreto prevede che mediante accordi di programma tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione interessata e l'ISPRA la possibilità, per tutti i siti di bonifica di interesse nazionale, di attribuire ad ISPRA, con le risorse assegnate al singolo sito, l'esecuzione della caratterizzazione e la predisposizione dei progetti preliminari di bonifica;
   l'ISPRA ha eseguito la caratterizzazione del sito;
   i dati dell'inquinamento ambientale del SIN di Priolo ricavati dalle caratterizzazioni eseguite dall'ISPRA hanno rilevato elevati livelli di contaminazione:
    nei suoli: metalli pesanti (arsenico, cromo, mercurio con concentrazioni anche di oltre 1.000 volte il valore limite, zinco, rame, e altro); idrocarburi (con concentrazioni anche di oltre 300 volte il valore limite); composti aromatici (benzene con concentrazioni anche di oltre 500 volte il valore limite); IPA (indenopirene con concentrazioni anche di 28 volte il valore limite); composti alifatici clorurati cancerogeni e non (1,2-dicloropropano con concentrazioni anche di 250 volte il valore limite, 1,2 dicloroetano con concentrazioni anche di 200 volte il valore limite, cloruro di vinile con concentrazioni anche di 40 volte il valore limite); diossine (con concentrazioni anche di oltre 20 volte il valore limite);
   nella falda: metalli pesanti (arsenico con concentrazioni anche di oltre 130 volte il valore limite); mercurio con concentrazioni anche di oltre 50 volte il valore limite, cromo, piombo, antimonio, selenio, nitriti, zinco, e altro); composti aromatici (benzene con concentrazioni anche di 200.000 volte il valore limite, toluene con concentrazioni anche di oltre 1.600 volte il valore limite); alifatici clorurati cancerogeni e non (cloruro di vinile con concentrazioni anche di oltre 24.000 volte il valore limite, tricloroetilene con concentrazioni anche di 2.000 volte il valore limite, tetracloroetilene con concentrazioni anche di oltre 2.500 volte il valore limite, esaclorobutadiene con concentrazioni anche di oltre 440.000 volte il valore limite, 1,1,2,2-tetracloroetano con concentrazioni anche di 7.000 volte il valore limite); alifatici alogenati cancerogeni (dibromoclorometano con concentrazioni anche di oltre 130 volte il valore limite); clorobenzeni (esaclorobenzene con concentrazioni anche di oltre 30.000 volte il valore limite); idrocarburi totali (con concentrazione anche di oltre 800 volte il valore limite);
   nell'area marina: contaminazione dei sedimenti, principalmente da mercurio, idrocarburi C>12 ed esaclorobenzene (HCB), e del biota, con concentrazioni di mercurio determinate nei tessuti di pesci e mitili superiori ai limiti normativi fissati per il consumo alimentare, con conseguente rischio di tipo sanitario;
   nell'area SIN in una ampia fascia di terreno, compresa tra la vecchia linea di costa e quella attuale, costituita da terreno di riporto e materiali di diversa natura (ceneri di pirite, laterizi, mattoni forati, elementi lapidei, suoli con forti odori di idrocarburi) che di fatto costituisce una discarica di rifiuti di natura eterogenea, come evidenziato dalla Conferenza di servizi decisoria del 16 febbraio 2007 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
   nel mese di novembre 2008 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), il Ministero dello sviluppo economico (MiSE), il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), il commissario delegato per l'emergenza bonifiche e la tutela delle acque della regione siciliana, la regione Siciliana, la provincia di Siracusa, il comune di Siracusa, il comune di Priolo Gargallo, il comune di Augusta, il comune di Melilli, l'autorità portuale di Augusta e il consorzio della provincia di Siracusa per la zona sud dell'area di sviluppo industriale della Sicilia orientale sottoscrivevano l'accordo di programma finalizzato alla bonifica e riqualificazione ambientale del sito di Priolo al fine di favorire lo sviluppo del tessuto produttivo che insiste sul territorio del sito di interesse nazionale e la realizzazione dell'hub portuale di Augusta e segnatamente: 1) messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda; 2) bonifica dei suoli e delle falde delle aree pubbliche; 3) bonifica degli arenili e dei sedimenti delle aree portuali e marino costiere; 4) messa in sicurezza e bonifica dei suoli e delle falde delle aree private, in sostituzione e in danno dei soggetti obbligati inadempienti;
   il citato accordo di programma è stato integrato nel mese di marzo 2009;
   l'area industriale della provincia di Siracusa è stato oggetto di altri accordi quadro:
    a) accordo di programma quadro per l'attuazione del «Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo» sottoscritto in data 11 giugno 2004 tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Siciliana, il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze per avviare la realizzazione degli interventi di bonifica e risanamento ambientale nelle aree: dell'ex stabilimento Eternit siciliana spa di Siracusa; della rada di Augusta; della penisola Magnisi; del porto grande di Siracusa; delle discariche pubbliche; Accordo di programma per la «Riqualificazione e la reindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo», sottoscritto in data 21 dicembre 2005 che aveva come obiettivi: la riqualificazione del polo petrolchimico di Priolo-Melilli-Augusta al fine di assicurare l'attrattività e la competitività del territorio; la reindustrializzazione dell'area industriale, attraverso interventi per il consolidamento delle attività produttive esistenti e per promuovere la nascita di nuove imprese che impieghino le produzioni e le infrastrutture, i servizi e le utility presenti nell'area industriale;
    b) 1o atto integrativo all'accordo di programma quadro per l'attuazione del «Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo» sottoscritto in data 23 dicembre 2005 tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Siciliana, il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze, concernente modifiche ed integrazioni di alcuni interventi con relativa rimodulazione finanziaria – alla luce di quanto emerso dalle attività di indagine e progettazione svolte nella prima fase di attuazione dell'APQ sottoscritto nel 2004;
    c) 2o atto integrativo all'accordo di programma quadro per l'attuazione del «Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo» sottoscritto in data 7 aprile 2006 tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione siciliana, il vice commissario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque e il Ministero dell'economia e delle finanze;
   nell'accordo di programma del 2008 era previsto:
    a) che risultava improcrastinabile definire un percorso certo delle attività di messa in sicurezza dell'intero sito;
    b) che l'ammontare complessivo delle attività di bonifica era stimato in euro 774.500.000,00, di cui: euro 194.000.000,00 per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda; euro 454.000.000,00 per le attività di bonifica all'interno della Rada di Augusta; euro 41.500.000,00 per la bonifica dell'area marina esterna alla Rada e antistante il sito industriale di Priolo; euro 78.500.000,00 per gli interventi da realizzare sull'area del porto di Siracusa; euro 2.000.000,00 per interventi di riqualificazione ambientale della struttura demaniale ex-Lazzaretto; euro 2.000.000,00 per attività di valutazione epidemiologica; euro 2.500.000,00 per attività di monitoraggio e controllo;
    c) che le risorse disponibili ammontavano a complessivi euro 106.800.000,00 di cui: euro 50.000.000,00 a valere sui fondi assegnati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con la delibera CIPE del 22 marzo 2006, n. 1; euro 50.000.000,00 a valere sulla programmazione unitaria 2007/2013 della regione siciliana; euro 6.800.000,00 rinvenienti dai ribassi d'asta rispetto alle assegnazioni di cui all'APQ dell'11 giugno 2004 e del Io atto integrativo del 23 dicembre 2005;
    d) che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si impegnava a mettere a disposizione risorse finanziarie pari a euro 50.000.000,00, a valere sulle risorse di cui è titolare nell'ambito della programmazione unitaria 2007/2013, priorità 6 del QSN «Reti e servizi per la mobilità»;
    e) che la regione siciliana si impegnava a mettere a disposizione risorse finanziarie pari a euro 224.000.000,00 a valere sulle risorse afferenti la programmazione unitaria 2007/2013;
    f) quale soggetto responsabile dell'accordo, il direttore generale della direzione per la qualità della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al quale era attribuito il coordinamento e la vigilanza sull'attuazione delle attività e degli interventi indicati nel Programma degli Interventi;
   il progetto di bonifica della Rada nella versione aggiornata al giugno 2008, ed approvata in conferenza di servizi del 7 ottobre 2008, secondo la sentenza del TAR di Catania n. 2117/2012 depositata l'11 settembre 2012 appare illegittimo perché:
    a) bonifica della Rada mediante attività di dragaggio dei sedimenti contaminati:
     l'amministrazione non ha svolto alcuna attività di indagine per individuare gli interventi effettivamente necessari alla rimozione dell'inquinamento accertato;
     il progetto ICRAM non è stato preceduto da alcuna analisi di rischio sito-specifica che, consentendo di valutare i rischi effettivi per la salute umana derivanti dall'accertato inquinamento da mercurio, esaclorobenzene ed in parte da idrocarburi, avrebbe consentito una più adeguata individuazione degli obiettivi della bonifica; è stato invece acclarato che non sono esattamente identificate «le modalità di conduzione degli interventi (vale a dire le metodologie), per le quali non sono valutabili, quindi, l'efficacia e l'efficienza; peraltro, non sono individuate e stimate le possibili conseguenze sulle componenti ambientali, per cui non sono valutabili i suoi effetti»;
    a) il progetto riporta solo una illustrazione generale delle tecniche utilizzabili per la rimozione dei sedimenti e conseguentemente non spiega le ragioni della soluzione prescelta, né identifica delle possibili alternative anche in funzione della minimizzazione dell'impatto ambientale;
    b) non risulta possibile «valutare la sostenibilità in termini di costi/benefìci e tempi» del progetto, poiché in esso «non vengono stimati in maniera adeguata né i costi sommari necessari per l'intervento... né i tempi richiesti sia per il completamento dell’iter progettuale che per la sua esecuzione»;
    c) alla data delle operazioni peritali non risultavano eseguiti i test di trattabilità sui sedimenti, per i quali erano stati individuati solo gli obiettivi da perseguire, nonché in maniera generica le modalità di indagine che si intendeva applicare;
    d) invero, a seguito della fase di caratterizzazione dei sedimenti svolta da ICRAM e della riscontrata contaminazione, l'Amministrazione avrebbe dovuto valutare da un lato gli effettivi rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti nelle matrici ambientali, calcolare i valori di intervento e valutare la fattibilità delle opere, approfondendo gli effetti del dragaggio sulle componenti ambientali;
    e) la carenza di istruttoria è evidente anche per quanto riguarda l'analisi dei principali problemi indotti dalle operazioni di dragaggio, quale lo smaltimento delle acque di risulta dalle operazioni di trattamento dei sedimenti ovvero gli eventuali interventi di ripristino e miglioramento ambientale;
    f) inoltre, proprio per la mancata effettuazione di un analisi di rischio sito specifica, non appare ragionevole la previsione che l'intervento debba interessare anche le aree meno contaminate della Rada, atteso che date le dimensioni della Rada stessa sarebbe più ragionevole limitare gli interventi alle sole zone più contaminate;
    g) quanto al progetto di realizzazione delle casse di colmata, la consulenza tecnica pone in evidenza la mancata individuazione della modalità di esecuzione delle vasche, nonché la non coerenza con il progetto di bonifica dei sedimenti, come aggiornato nel luglio 2008, poiché essendo prevista in quest'ultimo la drastica riduzione dei sedimenti da dragare, anche il progetto relativo alle casse di colmata avrebbe dovuto essere adeguato di conseguenza, in modo da considerare il minor volume di sedimento da riversare nelle vasche;
    h) il vizio di carenza di istruttoria risulta confermato altresì dalle dichiarazioni, contenute nella memoria depositata dall'avvocatura il 10 ottobre 2011, di dover ancora formulare, in via definitiva, la scelta circa gli interventi da attuare per la bonifica della Rada («Ora, nella fattispecie, è evidente che la scelta finale dell'intervento più opportuno dovrà essere valutata caso per caso e modulata in funzione della qualità e quantità dei volumi di sedimento contaminati, del regime idrodinamico della Rada, della morfologia dei fondali...» – pag. 8);
    i) in conclusione sul punto, la scelta dell'amministrazione in ordine alle modalità e tecniche da utilizzare per la bonifica dei fondali della Rada non è supportata da adeguata istruttoria e motivazione a fronte del rischio di una dispersione incontrollata di sedimenti contaminati, che potrebbe essere determinata dall'attività di dragaggio e potrebbe vanificare l'opera di risanamento; specie a fronte degli studi prodotti delle società a sostegno delle obiezioni sollevate circa i presupposti della bonifica e le modalità dell'intervento;
   la sentenza sopra citata annulla le prescrizioni relative alla bonifica della Rada mediante attività di dragaggio dei sedimenti contaminati;
   Barrieramento fisico della falda lungo la linea di costa per il contenimento delle acque di falda:
    per avere l'autorità prescritto una misura la cui realizzabilità è stata affermata in assenza di qualsivoglia indagine tecnica che ne dimostri l'idoneità al conseguimento dello scopo, nonché la compatibilità dal punto di vista idrogeologico; adeguata istruttoria e motivazione erano tanto più necessarie se si considera che le società presenti sulla rada hanno rappresentato di avere realizzato, o di avere in corso di realizzazione, i progetti di contenimento delle acque di falda così come approvati dal MATTM, e fondati prevalentemente su un barrieramento di tipo idraulico, anche se non esclusivamente (Syndial ha realizzato un barrieramento fisico lato mare per 4 km circa);
    l'opera sarebbe quasi impossibile da realizzare in alcune zone (a nord del Vallone della Neve), dove la presenza di rilevanti spessori di materiale litoide renderebbe impossibile l'immorsamento della barriera, non rinvenendosi un substrato impermeabile neppure a profondità superiori a 180 metri, sicché la barriera fisica non darebbe garanzia di arginare la falda inquinata impedendone il trasferimento in mare, e potrebbe creare problemi di carattere idrogeologico;
    la circostanza che gli elaborati esaminati non consentissero di accertare «l'efficacia/efficienza» della barriera idraulica, non giustificava l'adozione di una misura così impattante come il barrieramento fisico, ma comportava la necessità di approfondire in via istruttoria la tenuta della barriera idraulica e gli effetti delle alternative, comparando le diverse tecnologie applicabili e valutando i costi ed i benefìci ambientali attesi, prima di prendere una decisione;
    quanto sopra anche in considerazione che il marginamento fisico è un intervento molto invasivo, che determina modifiche permanenti al naturale flusso ed andamento della falda e che rende di fatto impossibile il ripristino delle condizioni originarie naturali dell'acquifero anche una volta raggiunti gli obiettivi di bonifica;
    allo stato, la prescrizione sull'obbligo di realizzare un contenimento fisico della falda inquinata si è rivelata illegittima, in quanto non supportata da alcuna motivazione tecnica o da alcun accertamento istruttorio;
   la provincia di Siracusa oltre ad avere subito rilevanti ed accertati fenomeni di inquinamento delle falde, delle aree a terra e dell'area mariana è oggetto di ulteriori altrettanto rilevanti fenomeni di inquinamento dell'aria ed in tal senso l'interrogante ha depositato un'interrogazione scritta ancora non esitata;
   nello stato di attuazione del piano d'azione della coesione datato marzo 2013 il Ministro per la coesione territoriale è affermato che:
    a) per le bonifiche del sito di interesse nazionale PRIOLO la regione ha assicurato che sono in corso di individuazione gli interventi per il sito di Priolo con l'estensione di iniziative all'intera area di Augusta con ulteriori risorse (60 milioni a disposizione della struttura commissariale che vanno ad aggiungersi ai 50 previsti);
    b) per le bonifiche non è pervenuta documentazione utile all'avvio dell'istruttoria per la stipula dell'APQ;
   il fabbisogno complessivo per le bonifiche del SIN di Priolo ammonta a euro 774.500.000,00, di cui:
    euro 194.000.000,00 per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda;
    euro 454.000.000,00 per le attività di bonifica all'interno della Rada di Augusta;
    euro 41.500.000,00 per la bonifica dell'area marina esterna alla Rada e antistante il sito industriale di Priolo;
    euro 78.500.000,00 per gli interventi da realizzare sull'area del porto di Siracusa;
    euro 2.000.000,00 per interventi di riqualificazione ambientale della struttura demaniale ex-Lazzaretto;
    euro 2.000.000,00 per attività di valutazione epidemiologica;
    euro 2.500.000,00 per attività di monitoraggio e controllo;
   nel 2008 le risorse economiche per eseguire gli interventi sopra descritti, ammontavano a complessivi euro 106.800.000,00 (derivanti dal II atto integrativo all'Accordo di programma quadro sottoscritto in data 7 aprile 2006), di cui euro 50.000.000,00 della regione siciliana che aveva mantenuto il vincolo della disponibilità finanziaria pari a euro 50.000.000,00 originariamente imputata al POR 2000/2006 – misura 1.15. ed euro 50.000.000,00 a valere sui fondi assegnati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con la delibera CIPE del 22 marzo 2006, n. 1 a valere sulla programmazione unitaria 2007/2013 della regione siciliana ed euro 6.800.000,00 rinvenenti dai ribassi d'asta rispetto alle assegnazioni di cui all'APQ dell'11 giugno 2004 e del I Atto integrativo del 23 dicembre 2005;
   nell'accordo di programma la realizzazione delle bonifiche era suddiviso in due fasi;
   gli interventi indicati nell'accordo di programma con fase 1 erano immediatamente attivabili in quanto disponevano della necessaria copertura finanziaria e dovevano essere realizzati entro 4 anni dalla data di sottoscrizione dell'accordo;
   gli interventi indicati nell'accordo di programma con fase 2 non erano immediatamente attivabili in quanto non disponevano della necessaria copertura finanziaria;
   nell'accordo di programma era previsto che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, programmazione unitaria 2007/2013 si impegnava a rendere disponibili risorse per euro 224.000.000,00, la Regione Siciliana mediante la programmazione unitaria 2007/2013 euro 224.000.000,00 e le ulteriori risorse mediante le transazioni con soggetti privati presenti nel sito per euro 219.700.000,00;
   nell'accordo di programma il «Responsabile dell'Accordo» era individuato nel direttore generale della direzione per la qualità della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare al quale era attribuito il coordinamento e la vigilanza sull'attuazione delle attività e degli interventi indicati nel programma degli interventi;
   nella Delibera del 3 agosto 2012 n. 87 del CIPE avente ad oggetto il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC). Programmazione regionale delle residue risorse del FSC a favore del settore ambiente per la manutenzione straordinaria del territorio, sono previste risorse per euro 50.000,00;
   da quanto sopra esposto è di tutta evidenzia che:
    a) al di là della mera sottoscrizione degli accordi di programma, allo stato la progettazione e l'esecuzione della bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo è ben lungi dall'essere stata avviata per quanto di competenza delle amministrazioni pubbliche;
    b) l'istruttoria della progettazione della bonifica dell'area marina e di quella antistante era inadeguata sotto il profilo istruttorio;
    c) nonostante gli impegni presi dai Ministeri e dall'amministrazione regionale nell'accordo di programma del 2008, non sono state previste ulteriori risorse per realizzare la bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo;
    d) nonostante fosse stato previsto nell'accordo di programma del 2008 l'improcrastinabilità di definire un percorso certo delle attività di messa in sicurezza dell'intero sito, ad oggi il percorso risulta tutt'altro che definito;
    e) l'emergenza ambientale del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo è un fatto acclarato che incide non solo e soprattutto sulla salute dei cittadini che vivono nell'area citata ed in quella circostante, ma anche sull'economia atteso che non è stato avviato nessun percorso reale di riconversione industriale e che qualsivoglia investimento sul territorio risulta precluso dalla mancata esecuzione della bonifica;
    f) ad oggi le bonifiche sembrano ancora una chimera;
    g) l'inerzia delle istituzioni ha trasformato l'emergenza ambientale in emergenza sanitaria;
    h) allo stato i procedimenti di bonifica delle aree inquinate hanno provocato numerosi contenziosi penali e amministrativi, molti dei quali tuttora in corso;
   i fenomeni di emergenza ambientale non sono diminuiti e nel corrente anno il 18 aprile 2013 è stata registrata a mare una vasta chiazza rosso scuro causata da liquido rossastro che fuoriusciva copiosamente da un pozzetto industriale di ispezione; un'altra gravissima emergenza «mare rosso», si ebbe a Priolo nel gennaio 2003 che finì sotto inchiesta della magistratura;
   in data 1o giugno 2013 il quotidiano regionale «La Sicilia» ha riportato che Legambiente ha presentato un esposto per la mancata bonifica di due aree che, insistono nel sito di bonifica di interesse nazionale e che non sono state bonificate;
   in data 20 giugno 2013 il quotidiano regionale «La Sicilia» ha riportato che la procura della Repubblica di Siracusa ha disposto il sequestro di due aree site nel sito di bonifica di interesse nazionale per 30 ettari per la presenza di cenere di pirite incustodita e che secondo quanto previsto nell'accordo di programma dovevano essere bonificate per eliminare proprio la citata sostanza;
   in data 2 luglio 2013 il quotidiano regionale «La Sicilia» ha riportato l'esistenza di tre filoni di inchiesta sull'inquinamento del petrolchimico ed aventi ad oggetto le bonifiche della area sito di bonifica di interesse nazionale;
   in data 28 giugno 2003 il quotidiano regionale «La Sicilia» ha riportato che è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa per accertare le responsabilità e per capire come mai del piano di bonifica non sembra esserci traccia; nell'articolo di giornale è anche affermato che sarà la magistratura a fare luce sul «buco nero» che sembra aver inghiottito cento miliardi stanziati dalla regione e dallo Stato;
   nell'ultimo mese sono intervenuti sulla questione delle bonifiche del sito di bonifica di interesse nazionale Priolo tutti i soggetti sociali (Sindacati – Confindustria) ed istituzionali (enti locali, presidente della regione siciliano) chiedendo un immediato intervento del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare –:
   se sia a conoscenza della problematica esposta e quali immediati interventi intenda adottare in relazione a quanto rappresentato in premessa;
   se e quando sia stata disposta una verifica dello stato di attuazione dell'accordo di programma del 2008 e quali siano stati gli elementi di verifica forniti dal responsabile dell'attuazione dell'accordo di programma del 2008;
   se e come siano state utilizzate le risorse disponibili ammontanti a euro 106.800.000,00;
   se e quali interventi di bonifica siano stati eseguiti tra quelli previsti nell'accordo di programma del 2008;
   se il progetto di bonifica della Rada di Augusta sia stato riformulato eliminando le illegittimità statuite dal TAR di Catania n. 2117/12 depositata l'11 settembre 2012;
   se sia intenzione del Ministro interrogato disporre un'ispezione amministrativa per i fatti riportati dal quotidiano «La Sicilia» ed oggetto di accertamento della procura della Repubblica di Siracusa specie per il presunto «buco nero» delle somme a disposizione del Ministero per la realizzazione delle bonifiche;
   se dal marzo 2013 ad oggi il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia trasmesso al Ministro per la coesione territoriale la documentazione utile richiesta per la stipula dell'APQ;
   se sia intenzione dei Ministri interrogati impegnare i rispettivi Ministeri e le amministrazioni locali a rilanciare i programmi di bonifica del sito di bonifica di interesse nazionale di Priolo in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse per realizzare dopo oltre 18 anni dalla dichiarazione di area a rischio ambientale: la bonifica e la riqualificazione ambientale del sito di Priolo al fine di favorire lo sviluppo del tessuto produttivo che insiste sul territorio del SIN e la realizzazione dell'hub portuale di Augusta; il «Progetto di risanamento delle aree contaminate finalizzato allo sviluppo sostenibile nel sito di interesse nazionale di Priolo»; la «Riqualificazione e la reindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo», perché si realizzi: la riqualificazione del polo petrolchimico di Priolo-Melilli-Augusta al fine di assicurare l'attrattività e la competitività del territorio; la reindustrializzazione dell'area industriale, attraverso interventi per il consolidamento delle attività produttive esistenti e per promuovere la nascita di nuove imprese che impieghino le produzioni e le infrastrutture, i servizi e le Utilities presenti nell'area industriale;
   se si intenda valutare l'opportunità di costituire un tavolo permanente fra Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero per la coesione territoriale, il Ministero dello sviluppo economico, la regione siciliana, l'autorità portuale di Augusta e le istituzioni locali del SIN di Priolo per assicurare la riqualificazione economica dei siti industriali contaminati la cui valorizzazione risulta strategica sia per la tutela dell'ambiente, della salute e per l'economia nazionale. (5-00646)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 17 settembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-00646

  Con riferimento alle problematiche ambientali relative al Sito di Interesse Nazionale di Priolo, di cui all'interrogazione n. 5-00646 presentata dall'On.le Amoddio, è utile premettere che la caratterizzazione di molte aree ha coinvolto Aziende private ed Autorità competenti in una intensa attività che ha inevitabilmente prolungato le fasi iniziali dell'iter di bonifica. Infatti, mentre l'ISPRA ha realizzato la caratterizzazione dell'area marina della Rada di Augusta, delle aree umide Saline di Priolo, di Augusta e di Siracusa, tutte le elaborazioni finalizzate alla bonifica delle aree ricadenti all'interno del SIN di Priolo, invece, sono state realizzate da parte di Aziende proprietarie e/o conduttrici, ciascuna per le aree di propria competenza.
  Il rischio sanitario connesso alla contaminazione nell'area marina ed al consumo alimentare dei pesci e di mitili non è stato considerato rilevante, come si evince anche dalla perizia del CTU nominato dal Tribunale Amministrativo regionale di Catania del 16 febbraio 2009.
  In merito alle fasce di terreno, dove sono stati abbancati materiali di riporto di varia natura, oggi qualificabili come rifiuti, si precisa che:
   1. su tali aree insistono strutture industriali attive (edifici e impianti);
   2. la loro rimozione, pertanto, comporterebbe la sospensione di tutte le attività industriali presenti e lo smantellamento delle sopra citate strutture con costi elevatissimi a fronte di un'elevata complessità tecnica.

  Riguardo al Progetto di bonifica dei fondali della Rada di Augusta, si precisa che:
   1. la caratterizzazione della Rada, eseguita dall'ICRAM (oggi ISPRA), su indicazione dell'amministrazione ha permesso di distinguere le varie classi di pericolosità dei sedimenti presenti sul fondale;
   2. il primo Progetto di bonifica dei sedimenti della Rada di Augusta è stato approvato dalla Conferenza di Servizi decisoria del 20 dicembre 2007, a seguito della la fase di caratterizzazione disposta da questo Ministero, che preveda la rimozione di 18.000.000 di mc;
   3. il secondo Progetto di bonifica dei sedimenti della Rada di Augusta è stato approvato dalla Conferenza di Servizi decisoria del 7 ottobre 2008, a seguito della 2a fase di caratterizzazione di dettaglio disposta sempre da questo Ministero, con una nuova volumetria di sedimenti da rimuovere pari a 13.300.000;
   4. l'Analisi di Rischio non è stata elaborata in quanto non esiste ad oggi un Protocollo operativo ufficiale per la matrice sedimenti marini;
   5. questa Amministrazione ha messo a disposizione del perito tecnico d'ufficio nominato dal Tribunale amministrativo di Catania tutti i dati tecnici relativi alle 2 fasi di caratterizzazione;
   6. la perizia del CTU ha disposto la rimozione dei soli sedimenti pericolosi per una volumetria pari a 1.000.000 mc e, pertanto, questa Amministrazione sta elaborando un'ulteriore revisione del Progetto di bonifica sulla proposta di dragare e rimuovere solo i sedimenti definiti pericolosi.

  La richiesta di marginamento fisico era conseguenza del fatto che gli interventi realizzati dalle Aziende private e protrattisi nel tempo non avevano mostrato una riduzione sensibile della contaminazione.
  Relativamente alla mancanza di un chiaro e programmato percorso di riconversione industriale, la Conferenza di Servizi decisoria del 25 agosto 2007 ha approvato il Progetto di bonifica dei suoli per aree industriali dismesse per circa 185 ettari e a tutt'oggi risulta che non è stato riconvertito alla produzione industriale alcuno dei suddetti 185 ettari.
  In ordine alla verifica dello stato di attuazione dell'Accordo di programma del 2008, si evidenzia che, così come previsto dall'articolo 7 del decreto ministeriale n. 468/2001, il Commissario Delegato per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque della Regione Sicilia predispone, con cadenza annuale, il monitoraggio finanziario delle risorse stanziate a favore del SIN di Priolo con indicazione degli interventi finanziati, dei relativi impegni e delle spese sostenute. Tale monitoraggio, verificato dal Ministero dell'ambiente ed è stato aggiornato al 31 dicembre 2012.
  Rispetto, poi, alle risorse disponibili ammontanti a euro 106.800.000,00, si precisa che:
   1. ai sensi dell'articolo 6 dell'Accordo di Programma del 7 novembre 2008 sono state sottoscritte specifiche Convenzioni con i soggetti attuatori di cui all'articolo 4 dell'Accordo medesimo;
   2. ad oggi sono stati impegnati euro 3.000.000 in quanto tutte le attività sono relative alla esclusiva fase progettuale.

  Al fine di fornire un dettagliato quadro dello stato di attuazione degli interventi di bonifica, è a disposizione dell'interrogante e della Commissione la tabella allegata, riepilogativa degli interventi previsti dall'Accordo in parola, redatta dalla Regione Sicilia ed aggiornata a luglio 2013, con l'indicazione del costo realizzato, dei pagamenti e delle economie per singolo intervento.
  In merito agli interventi di bonifica previsti nell'Accordo di programma del 2008, si è proceduto:
   1. alla caratterizzazione delle acque di falda lungo la fascia degli arenili;
   2. allo studio di fattibilità MISE e la bonifica della falda acquifera, approvato dalla Conferenza di Servizi decisoria del 25 ottobre 2011;
   3. alla Progettazione del 1o stralcio funzionale e messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera con barrieramento antistante le aree industriali prospicienti la Rada di Augusta, approvato con Decreto in data 11 novembre 2011;
   4. alla caratterizzazione dell'area marina antistante l'area industriale di Priolo;
   5. alla caratterizzazione delle Saline di Augusta.

  La realizzazione del progetto di messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera, di cui al sopra citato punto 3, approvato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela e del Mare già dal 25 ottobre 2011, non è stata avviata dal Soggetto attuatore, Commissario delegato per l'emergenza bonifiche e acque della regione Siciliana, anche in seguito ai ricorsi presentati dalle Aziende private interessate dalle opere previste nel Progetto medesimo.
  Lo stesso Commissario ha in corso la revisione del suddetto Progetto per adeguare il costo alle risorse disponibili.
  Al fine di fornire un dettagliato quadro dello stato di attuazione degli interventi di bonifica, si trasmette in allegato una tabella riepilogativa degli interventi previsti dall'Accordo in parola, redatta dalla Regione Siciliana ed aggiornata a luglio 2013, con l'indicazione del costo realizzato, dei pagamenti e delle economie per singolo intervento.
  In merito, poi, alla trasmissione al Ministro per la Coesione Territoriale della documentazione utile per la stipula dell'APQ, per l'utilizzo delle risorse di cui alla Delibera CIPE n. 87 del 3 agosto 2012 (euro 50.000.000,00), si rappresenta che la Regione con nota del 12 giugno 2013 ha proposto di finanziare prioritariamente il «Progetto Definitivo degli Interventi di Messa in sicurezza e bonifica della falda all'interno della Rada di Augusta». Allo stato, il Ministero dell'Ambiente è in attesa di acquisire da parte della Regione Siciliana una nuova proposta di Accordo di Programma Quadro, riformulata alla luce delle osservazioni avanzate dal Ministero dell'ambiente e dal Ministero dello Sviluppo Economico.
  Da ultimo, in merito al protrarsi dei tempi previsti per la bonifica ed il rilancio industriale del SIN di Priolo, si precisa che dalla data di perimetrazione del S.I.N. sono stati approvati n. 17 Progetti di Bonifica di suoli ed acque di falda per un'estensione complessiva di oltre 1.000 ettari. Le Aziende nel corso degli anni si sono opposte per vie legali alle richieste formulate dal Ministero dell'Ambiente, rallentando di conseguenza le attività di bonifica delle aree di propria pertinenza e dell'intero S.I.N..
  In merito ai ritardi nelle attività di bonifica, si precisa che tutti gli atti di questa Amministrazione sono stati oggetto di impugnazione da parte dei Soggetti privati dinanzi al tribunale amministrativo regionale che, in molti casi con sospensiva, ha comportato l'apertura di un nuovo procedimento, rallentando ulteriormente l'iter procedurale.

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Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

AUGUSTA,SIRACUSA - Prov,SICILIA

EUROVOC :

protezione dell'ambiente

sanita' pubblica

rifiuti

disastro naturale

rischio sanitario

deposito dei rifiuti

impianto portuale

risanamento