ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00163

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 20 del 21/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: MAGORNO ERNESTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/05/2013


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 21/05/2013
Stato iter:
26/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/06/2013
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 26/06/2013
Resoconto MAGORNO ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/05/2013

DISCUSSIONE IL 26/06/2013

SVOLTO IL 26/06/2013

CONCLUSO IL 26/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00163
presentato da
MAGORNO Ernesto
testo di
Martedì 21 maggio 2013, seduta n. 20

   MAGORNO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il signor Pompeo Panaro, commerciante e consigliere comunale della Democrazia cristiana, scomparve la sera del 28 luglio del 1982 a Paola;
   le modalità della scomparsa e le successive vicende fecero pensare subito ad un caso di «lupara bianca», dato anche il particolare momento storico che si stava vivendo, caratterizzato da ripetuti episodi legati alla criminalità organizzata;
   l'anno dopo, nelle campagne di Paola, la polizia, infatti, ritrovò parti dello scheletro di Panaro, una scarpa e dei frammenti di pantalone dello stesso colore di quello che l'uomo indossava al momento della scomparsa. Tutto venne catalogato dagli agenti della polizia e consegnato alla magistratura; il 10 febbraio del 1984, con atto formale firmato dal sostituto procuratore della Repubblica dell'epoca vennero restituiti alla famiglia i resti della vittima che scomparvero e che sembrerebbero trovarsi nel cimitero di Paola dentro un loculo senza lapide;
   di tutta questa fase non c’è però traccia nei registri cimiteriali, mentre negli uffici del comune tirrenico non esiste la certificazione dell'avvenuto seppellimento di Panaro;
   nonostante il ritrovamento di parte del cadavere e la formale restituzione ai congiunti, avvenuta ventinove anni addietro, il decesso di Panaro sarebbe nei registri anagrafici municipali ancora solo «presunto»;
   la serie di denunce e i numerosi appelli avanzati in più sedi dal figlio di Pompeo Panaro, per far luce sulla morte del padre, sulla misteriosa scomparsa dei suoi resti e per conoscerne cause e colpevoli, hanno determinato, nell'aprile 2013, da parte della procura antimafia di Catanzaro, la riapertura del caso, precedentemente archiviato come omicidio a carico di ignoti;
   il caso, a parere dell'interrogante, è caratterizzato da omissioni, incongruenze e troppi punti oscuri che meritano di essere chiariti –:
   ferma restando l'autonomia dell'autorità giudiziaria di quali elementi disponga il Governo nell'ambito delle sue responsabilità in ordine alla vicenda descritta in premessa. (5-00163)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-00163

  La vicenda oggetto dell'interrogazione proposta dall'onorevole Magorno ebbe inizio il 28 luglio 1982, allorché il signor Pompeo Panaro, consigliere comunale di Paola (Cosenza) nelle file della D.C., scomparve dopo avere chiuso, verso le ore 21:00, il proprio negozio di generi alimentari, sito in Paola alla via Duomo; il Panaro si sarebbe dovuto recare, a bordo dell'autovettura Fiat 127 di proprietà di suo cognato Francesco Surace, ad un appuntamento con la moglie, che lo stava attendendo a Paola in piazza IV Novembre, dove però il Panaro non ebbe mai modo di giungere.
  La scomparsa di Pompeo Panaro venne denunciata dal fratello Francesco il successivo 30 luglio; nella medesima data, i carabinieri rinvennero in via Baracche, regolarmente parcheggiata e chiusa a chiave, l'autovettura Fiat 127 con la quale Pompeo Panaro si era allontanato dal suo negozio.
  In ordine alla scomparsa del Panaro venne aperto presso la procura della Repubblica di Paola il procedimento penale n. 1297/82, che non registrò particolari novità per circa un anno, sebbene il personale del commissariato di pubblica sicurezza di Paola, sulla scorta di notizie acquisite confidenzialmente (come tali non utilizzabili processualmente), ne avesse attribuito fin da subito la responsabilità ad affiliati al clan mafioso «Serpa».
  In data 15 giugno 1983, sulla base di altre notizie confidenziali e fonti anonime, vennero rinvenuti, in una località montana del comune di Paola denominata Trifoglio, alcuni resti del cadavere del Panaro, in particolare un osso omerale ed alcune ciocche di capelli, e parte degli indumenti che questi indossava quando fu ucciso, consistenti in frammenti di tessuto di pantaloni e biancheria intima, oltre a una penna e ad una lattina che aveva contenuto dell'olio per motore, recante tracce di liquido infiammabile.
  Nel corso di un ulteriore accesso effettuato sul luogo del ritrovamento il giorno successivo (16 giugno), vennero rinvenuti, così come riportato nella segnalazione che il commissariato di pubblica sicurezza di Paola trasmise alla procura della Repubblica, «frammenti ossei umani, verosimilmente di cranio, carbonizzati, un laccio di scarpa annodato a fiocco e un pezzo di tela verosimilmente residuo di scarpa estiva».
  Il successivo 20 giugno, il personale dello stesso commissariato di pubblica sicurezza ritornò in località Trifoglio e rinvenne i resti sgualciti di un pantalone di colore blu, una busta che aveva contenuto dei guanti da chirurgo e della carta da imballaggio recante la scritta «Farmacia Cilento Paola».
  Ulteriori ricerche furono esperite il 24 giugno, questa volta utilizzando alcune unità cinofile, e in tale occasione, nella terra rimossa, ove in precedenza erano stati trovati gli altri reperti, furono trovati una moneta canadese da 25 centesimi, una chiave e, nei pressi, un piccone con il manico spezzato, verosimilmente utilizzato da chi aveva proceduto all'occultamento del cadavere del Panaro.
  I predetti resti di indumenti e la chiave furono mostrati ai familiari dello scomparso, i quali, con riferimento ai primi, dichiararono che poteva trattarsi di parte degli indumenti indossati dal loro congiunto e che il loro congiunto il giorno della sua scomparsa calzava scarpe di tela di colore blu; con riguardo alla chiave, i familiari riferirono con certezza che si trattava di quella della porta d'ingresso di un magazzino di proprietà del Panaro sito in Paola alla via Marina.
  Furono svolti accertamenti anche presso la farmacia «Cilento» di Paola per risalire a chi avesse acquistato i guanti da chirurgo rinvenuti in località Trifoglio, ma con esito negativo.
  L'omicidio di Pompeo Panaro è stato oggetto di trattazione nell'ambito del procedimento penale n. 155/97, iscritto presso la procura della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro – Direzione distrettuale antimafia, nell'ambito di un procedimento più ampio, riguardante le cosche mafiose della zona del Tirreno cosentino.
  In data 18 giugno 2004, il pubblico ministero richiese al GIP l'archiviazione della notizia di reato relativa all'omicidio del Panaro, da considerarsi infondata in ragione della ritenuta inidoneità degli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari a sostenere l'accusa in giudizio; con decreto del 28 giugno 2004, il GIP, condividendo le considerazioni svolte dal pubblico ministero, dispose l'archiviazione del procedimento.
  In data 19 febbraio 2013, il procuratore della Repubblica, sulla base dell'istanza di nuove indagini proposta da Paolo Panaro, figlio di Pompeo, avanzava richiesta di riapertura delle indagini preliminari e il GIP, condividendone le ragioni, autorizzava la riapertura delle indagini medesime.
  Il mese successivo il procuratore, anche sulla scorta di nuovi elementi forniti da Paolo Panaro, conferiva alla squadra mobile di Cosenza la delega a procedere a una più compiuta ricostruzione dei fatti.
  La squadra mobile di Cosenza dava esecuzione alla predetta delega riferendo con nota del 27 aprile 2013, dalla quale emergevano ulteriori temi di indagine che gli inquirenti stanno attualmente vagliando e sviluppando attraverso attività investigative tuttora in corso, come tali allo stato non divulgabili.
  Il contenuto del provvedimento conclusivo delle indagini preliminari verrà tempestivamente portato a conoscenza dell'interrogante.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DIREZIONI DISTRETTUALI ANTIMAFIA

GEO-POLITICO:

CATANZARO - Prov,CALABRIA, PAOLA,COSENZA - Prov,CALABRIA

EUROVOC :

cimitero

inchiesta giudiziaria

morte

partito democratico cristiano