ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02959

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 780 del 18/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: ROCCELLA EUGENIA
Gruppo: MISTO-USEI-IDEA
Data firma: 18/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 18/04/2017
Stato iter:
19/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/04/2017
Resoconto ROCCELLA EUGENIA MISTO-USEI-IDEA
 
RISPOSTA GOVERNO 19/04/2017
Resoconto LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 19/04/2017
Resoconto ROCCELLA EUGENIA MISTO-USEI-IDEA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 19/04/2017

SVOLTO IL 19/04/2017

CONCLUSO IL 19/04/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02959
presentato da
ROCCELLA Eugenia
testo presentato
Martedì 18 aprile 2017
modificato
Mercoledì 19 aprile 2017, seduta n. 781

   ROCCELLA. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:
   si apprende da articoli di stampa che nella regione Lazio si avvierà una sperimentazione per effettuare aborti farmacologici nei consultori regionali;
   lo scopo dichiarato è di alleggerire il carico di lavoro negli ospedali, dove il numero degli obiettori di coscienza causerebbe problemi nell'accesso, e di «umanizzare» il percorso abortivo;
   dai numeri relativi alla situazione del Lazio riguardo all'applicazione della legge n. 194 del 1978, riportati nella relazione annuale al Parlamento, non emergono però criticità per il carico di lavoro del personale non obiettore, sia per le strutture ospedaliere che per i consultori;
   l'articolo 8 della legge n. 194 del 1978 prevede esplicitamente che l'aborto avvenga in strutture ospedaliere o in «poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali ed autorizzati dalla regione», e non in consultori;
   inoltre, tre pareri distinti del Consiglio superiore di sanità indicano che l'aborto medico debba avvenire in regime ospedaliero;
   il primo, nel 2004, ritiene che: «alla luce delle conoscenze disponibili, i rischi dell'interruzione farmacologica di gravidanza si possono considerare equivalenti ai rischi di interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza avviene in ambito ospedaliero»;
   il secondo, nel 2005, ritiene che: «pertanto l'associazione di mifepristone e misoprostolo debba essere somministrata in ospedale pubblico o in altra struttura prevista dalla predetta legge e la donna debba essere ivi trattenuta fino ad aborto avvenuto»;
   nel 2010, il Consiglio superiore di sanità afferma che è «necessario, al fine di garantire il rispetto della legge n. 194 del 1978 su tutto il territorio nazionale, che il percorso dell'interruzione volontaria di gravidanza medica avvenga in regime di ricovero ordinario fino alla verifica della completa espulsione del prodotto del concepimento»;
   in questi anni non sono cambiati i prodotti chimici autorizzati per uso abortivo (mifepristone e prostaglandine) in base ai quali sono stati forniti i pareri riguardo a questa procedura abortiva;
   nella relazione al Parlamento sull'applicazione della legge n. 194 del 1978, trasmessa il 7 dicembre 2016, sono inoltre riportati due decessi di donne a seguito di aborto farmacologico. Si tratta dei primi due decessi a seguito di aborto segnalati dall'entrata in vigore della legge stessa, confermando la maggiore mortalità, anche in Italia, per aborto farmacologico rispetto a quello chirurgico, considerando che per quest'ultimo dal 1978 ad ora non sono stati segnalati decessi;
   secondo la letteratura scientifica la mortalità per aborto chimico è dieci volte maggiore di quella per aborto chirurgico –:
   se il Governo sia a conoscenza della documentazione scientifica e amministrativa alla base della sperimentazione suddetta e come l'aborto farmacologico si concili con la normativa nazionale. (3-02959)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aborto