ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02696

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 724 del 16/01/2017
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/06026
Abbinamenti
Atto 3/01605 abbinato in data 17/01/2017
Atto 3/02697 abbinato in data 17/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2017
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2017
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2017
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2017
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 16/01/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 16/01/2017
Stato iter:
17/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/01/2017
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 17/01/2017
Resoconto CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/01/2017

DISCUSSIONE IL 17/01/2017

SVOLTO IL 17/01/2017

CONCLUSO IL 17/01/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02696
presentato da
CENNI Susanna
testo presentato
Lunedì 16 gennaio 2017
modificato
Martedì 17 gennaio 2017, seduta n. 725

   CENNI, TERROSI, TENTORI, FIORIO, LUCIANO AGOSTINI e CARRA. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:
   in Italia la legge n. 138 del 1974 vieta la detenzione, la commercializzazione e l'utilizzo del latte in polvere e di latte conservato con qualunque trattamento chimico, o comunque concentrati, per la produzione di latte uth e dei prodotti lattiero-caseari;
   le norme vietano esplicitamente, a differenza di quanto apparso in alcune notizia di stampa, l'uso del latte in polvere nei prodotti caseari a denominazione;
   tale norma è stata riconfermata dal decreto-legge n. 175 del 2011 per il recepimento della direttiva UE 2007/61/CE relativa a taluni tipi di latte conservato parzialmente o totalmente disidratato destinato all'alimentazione umana;
   è in corso una procedura di infrazione da parte della Commissione europea nei confronti dell'Italia, in quanto la legge n. 138 del 1974, impedendo di fatto la produzione dei formaggi tramite l'utilizzo di latte in polvere, limiterebbe la libera circolazione delle merci in ambito comunitario;
   tale procedura è stata confermata dal Vice Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali pro tempore Andrea Oliverio che, intervenendo in Commissione agricoltura della Camera dei deputati, il 2 luglio 2015, per rispondere ad interrogazioni a risposta immediata su questa tematica ha dichiarato: «il Governo ha chiesto una proroga del termine fissato al 28 luglio 2016 per rispondere alla richiesta di osservazioni avanzata dalla Commissione europea ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea»; «la competenza su questo caso è stata attribuita congiuntamente al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e a quello dello sviluppo economico», «per quanto di competenza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, come ribadito dallo stesso Ministro Martina, desidero confermare l'assoluta determinazione nella difesa dell'impianto normativo esistente che, ad avviso del Ministero, non comporta alcuna restrizione di mercato cosiddetto “equivalente” all'importazione di latte in polvere, come invece lamentato dalla Commissione europea, atteso che non vi è alcuna norma nell'ordinamento che vieta l'importazione o la circolazione del latte in polvere», «il Ministero ritiene peraltro che le disposizioni nazionali si muovano nell'ambito di una materia non armonizzata, nella quale ciascuno Stato ha la facoltà, nel rispetto del Trattato, di legiferare salvaguardando le proprie specificità e tradizioni»;
   secondo quanto è emerso, inoltre, da organi di informazione la Commissione europea avrebbe già respinto una prima motivazione del Governo italiano rispetto alle norme sull'utilizzo del latte in polvere, ribadendo che le disposizioni nazionali avrebbero l'effetto di impedire l'accesso al mercato interno di tale prodotto;
   l'iniziativa della Commissione europea ha creato allarme, in alcuni produttori, associazioni, consumatori, circa la possibilità che l'uso di latte in polvere possa diminuire la qualità dei formaggi e creare un danno di immagine al made in Italy;
   altre associazioni di categoria, pur difendendo l'attuale disciplina nazionale e le tipicità nazionali, hanno sottolineato che per la produzione dei formaggi italiani di qualità certificata non potrà comunque essere utilizzato il latte in polvere;
   appare infatti evidente che un'eventuale armonizzazione con la normativa europea, e quindi l'eventuale o possibile abrogazione del divieto di utilizzo di latte in polvere, non costituirebbe nessun rischio per le produzioni italiane ad indicazione d'origine dop e igp, per le quali è impiegato oltre il 70 per cento della produzione di latte italiano, che manterrebbero l'obbligo di utilizzare «latte liquido»;
   il Commissario europeo alle politiche agricole Hogan, in occasione di un'audizione svolta martedì 30 giugno 2015 presso il Senato della Repubblica, ha confermato l'esistenza di un'indagine in corso nei confronti del nostro Paese avviata dopo la protesta di un produttore italiano contro la restrizione alla libera circolazione delle merci a base di latte condensato; il Commissario europeo ha inoltre precisato che l'indagine «non riguarda prodotti della filiera lattiero – casearia protetti da dop, igp e neanche la mozzarella»;
   secondo fonti stampa la Commissione europea avrebbe inoltre suggerito all'Italia di utilizzare un sistema di etichettatura per informare i consumatori della presenza di latte in polvere nel prodotto;
   sarebbe quindi auspicabile, in caso di un nuovo stop da parte dell'Unione europea e per coniugare la piena applicazione delle direttive comunitarie sulla liberalizzazione del libero mercato con la necessità di tutelare l'eccellenza della produzione interna salvaguardando aziende e consumatori, valutare l'opportunità di individuare ulteriori strumenti di certificazione. Come, ad esempio, il marchio francese «label rouge», regolato dall'ente nazionale Cnlc (Commission nationale des label set des certifications des produits agricoles et alimentaires) che garantisce la qualità superiore di un prodotto in seguito a specifiche di prodotto controllate ad ogni anello della filiera di produzione, trasformazione e commercializzazione;
   in conseguenza di una fase di deprezzamento del latte che penalizza prevalentemente i produttori, anche di latte di alta qualità, si riterrebbe particolarmente utile ogni iniziativa tesa al massimo rafforzamento della filiera del latte ed a sostegno della giusta valorizzazione delle produzioni casearie di qualità –:
   quali ulteriori iniziative intendano mettere in campo i Ministri interrogati nel confronto aperto con la Commissione europea sulla modifica della legge n. 138 del 1974, al fine di preservare la qualità e la tipicità delle produzioni italiane, e se i Ministri interrogati, anche al fine di contrastare gli effetti causati da una futura necessità di una modifica alla legge n. 138 del 1974 circa la commercializzazione e l'utilizzo del latte in polvere e per la produzione lattiero-casearia, non ritengano opportuno prevedere un rafforzamento degli strumenti di certificazione e tracciabilità lungo tutta la filiera.
(3-02696)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

libera circolazione delle merci

politica delle importazioni

produzione di latte