ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01753

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 496 del 06/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: QUARANTA STEFANO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 06/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/10/2015
Stato iter:
07/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/10/2015
Resoconto QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 07/10/2015
Resoconto ALFANO ANGELINO MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 07/10/2015
Resoconto QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 07/10/2015

DISCUSSIONE IL 07/10/2015

SVOLTO IL 07/10/2015

CONCLUSO IL 07/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01753
presentato da
QUARANTA Stefano
testo presentato
Martedì 6 ottobre 2015
modificato
Mercoledì 7 ottobre 2015, seduta n. 497

   QUARANTA, COSTANTINO, RICCIATTI, PIRAS, DURANTI, DURANTI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
il presidio No borders è attivo da più di 100 giorni, accoglie un centinaio di migranti ed è gestito da attivisti italiani e francesi che assistono gratuitamente e volontariamente i profughi;
la Francia continua con le riammissioni: tra i 50 e 100 profughi riammessi ogni giorno dalla gendarmeria francese verso l'Italia;
all'alba del 30 settembre 2015 poliziotti e carabinieri con decine di blindati – mezzi vari, tra cui anche alcune ruspe – hanno iniziato lo sgombero del presidio No borders a Ventimiglia, a pochi metri dalla frontiera con la Francia;
nella stessa giornata era previsto un incontro serale promosso dal vescovo Suetta, anche al fine di cercare soluzioni alternative di accoglienza al presidio No borders;
durante lo sgombero 20 profughi sono stati condotti coattivamente a Genova e da qui in aereo al centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari. Si tratta di sudanesi, eritrei, afghani e pachistani appena riammessi dalla Francia;
a seguito dell'azione un centinaio di persone, migranti e attivisti italiani e francesi, si sono ritirati sugli scogli, proprio come era accaduto mesi fa quando la Francia aveva chiuso la frontiera, generando una situazione potenzialmente molto pericolosa;
un cordone di poliziotti di fatto impediva lo spostamento dagli scogli, salvo l'identificazione dei profughi e la denuncia dei no border;
sugli scogli c'erano diversi minori e questa situazione di pericolo è durata circa dodici ore, fin dalle 5 del mattino e in tutto questo tempo non hanno potuto mangiare né bere, se non l'acqua portata alle 12 dalla Caritas e dal vescovo Suetta;
la situazione è rimasta in stallo fino al tardissimo pomeriggio, quando migranti e attivisti hanno accettato di lasciare gli scogli in cambio del libero passaggio senza identificazioni e arresti;
la situazione si è sbloccata solo, a quanto si apprende da fonti giornalistiche, grazie all'intervento e alla mediazione di monsignor Antonio Suetta, vescovo di Sanremo e Ventimiglia, che si è impegnato per risolvere la situazione fin dal mattino;
il centro della Croce rossa allestito vicino alla stazione di Ventimiglia era già pieno ben al di sopra della capienza regolamentare e adesso dovrà farsi carico anche del centinaio di profughi che erano ospitati dal presidio No borders;
a quanto si apprende da organi di stampa, diversi attivisti del campo No borders sono stati raggiunti nelle ultime settimane da 20 denunce per manifestazione non autorizzata e occupazione abusiva di suolo pubblico, oltre che da 8 fogli di via che vietano di permanere in città per tre anni;
fra le motivazioni alla base dell'atto amministrativo sopra citato (e che in caso di violazione si riconfigurerebbe in reato penale) vi è la considerazione degli attivisti come soggetti «socialmente pericolosi». Si legge, inoltre, che la decisione viene presa «ritenuto che in quel comune non vi ha residenza né alcuna regolare occupazione lavorativa, e che si reca allo scopo di reiterare quei reati che creano allarme sociale, nonché valutata l'urgente necessità di allontanare (il soggetto) dal comune di Ventimiglia, in quanto si ha fondato motivo di reputarlo elemento pericoloso per l'ordine e la sicurezza pubblica»;
in una situazione straordinaria come quella che sta vivendo il Paese, dato il flusso migratorio che interessa tutto il Mediterraneo, ogni forma di solidarietà e di aiuto diretto ed indiretto è necessaria ed indispensabile –:
se il Ministro interrogato ritenga opportuna l'operazione alla luce dei risultati ottenuti, visto che ha impegnato un numero ingente di uomini e mezzi per l'intera giornata senza aver trovato soluzioni alternative, tali a garantire più sicurezza per tutti, sia per le forze dell'ordine che per i migranti e gli attivisti, oltre che meno onerose per la collettività, avviando un'indagine, nell'ambito delle proprie competenze, volta ad acclarare la fondatezza delle motivazioni alla base dei provvedimenti in oggetto. (3-01753)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

restrizione all'esportazione

sicurezza pubblica