Legislatura: 17Seduta di annuncio: 457 del 08/07/2015
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 08/07/2015
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
- MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 08/07/2015 MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 08/07/2015 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 27/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 17/01/2017 Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI) REPLICA 17/01/2017 Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/01/2017
DISCUSSIONE IL 17/01/2017
SVOLTO IL 17/01/2017
CONCLUSO IL 17/01/2017
MELILLA. –
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
. – Per sapere – premesso che:
risale al 28 maggio 2015 la notizia, apparsa su Il Corriere della Sera, della diffida che la Commissione europea avrebbe indirizzato al nostro Paese;
tale diffida è relativa all'elaborazione casearia;
è noto che l'Italia col suo prodotto, il made in Italy, detiene l'eccellenza per quello che riguarda la produzione di formaggi e latticini che si basa essenzialmente sull'uso di prodotto latteario fresco. La legislazione nazionale, con la legge n. 138 del 1974, vieta l'uso di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostruito per la produzione dei formaggi. Questo ha fatto sì che la produzione italiana divenisse una delle eccellenze alimentari in Europa, e nel mondo, data l'alta qualità del prodotto certificato ed espressamente riportato in etichetta;
la scelta assunta dall'Unione europea di obbligare l'Italia agli standard europei, sebbene con una piccola clausola che preserverebbe il marchio dop, rappresenta un chiaro attacco alla produzione italiana migliore, minando così la superiorità del prodotto italiano e, quindi, abbassandone la qualità e la competizione economica all'interno dei mercati europei e alterandone il gusto. Il tutto a sfavore dell'economia nazionale e, invece, a favore delle economie altrui;
si viene così a ricreare, anche in questo campo, la supremazia economica di alcune nazioni su altre, modificando sapore e qualità della produzione italiana e omologandola agli standard europei;
a fronte di questa scelta, a parere dell'interrogante, impropria e dannosa, le associazioni nazionali di produttori e consumatori stanno esprimendo il loro disappunto con iniziative e manifestazioni anche di grande levatura (in particolare di Coldiretti, Confagricoltura, Cia). C’è da chiedersi il motivo di questa decisione della Commissione europea, che solleva il dubbio di voler penalizzare una nazione che vanta una produzione alta di qualità di un bene alimentare non dannoso (eccetto le allergie individuali) alla salute pubblica e, oltretutto, non particolarmente dispendioso e abbordabile dalle tasche di molti –:
come intendano operare i Ministri interroganti, nei confronti dell'Unione europea al fine di:
a) salvaguardare la produzione casearia italiana e la legislazione in merito alle scelte nazionali di produzione;
b) difendere l'eccellenza del made in Italy. (3-01605)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):marchio di qualita'
denominazione di origine
sanita' pubblica