ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00070

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 20 del 21/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: ROMANO PAOLO NICOLO'
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/05/2013
CATALANO IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 21/05/2013
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 21/05/2013
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 21/05/2013
FURNARI ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 21/05/2013
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 21/05/2013
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 21/05/2013
Stato iter:
22/05/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/05/2013
Resoconto ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 22/05/2013
Resoconto ZANONATO FLAVIO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 22/05/2013
Resoconto ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/05/2013

SVOLTO IL 22/05/2013

CONCLUSO IL 22/05/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00070
presentato da
ROMANO Paolo Nicolò
testo presentato
Martedì 21 maggio 2013
modificato
Mercoledì 22 maggio 2013, seduta n. 21

   PAOLO NICOLÒ ROMANO, NICOLA BIANCHI, CATALANO, DE LORENZIS, DELL'ORCO, FURNARI, CRISTIAN IANNUZZI e LIUZZI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   in data 9 maggio 2013 si è riunito il consiglio di amministrazione di Telecom Italia per l'approvazione dei dati trimestrali e per esaminare l'ipotesi di aggregazione con 3 Italia e il progetto di separazione della rete;
   i dati del resoconto di gestione al 31 marzo 2013 esaminati dal consiglio di amministrazione evidenziano un quadro societario caratterizzato da un indebitamento finanziario netto di quasi 29 miliardi di euro, in aumento di 493 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2012, e con un trend negativo di tutti gli indicatori di performance finanziari, tra cui il flusso di cassa della gestione operativa precipitato in un solo anno da 626 milioni di euro a 137 milioni di euro;
   il problema dei conti è talmente grave che è in atto una politica di contenimento dei costi che sta incidendo notevolmente sui livelli occupazionali e sugli investimenti, con tagli già previsti, nel piano industriale del triennio 2013-2015, di 1,3 miliardi di euro e la messa in mobilità di 2.750 lavoratori tra il 2013 e il 2014. Tagli che in questa fase di recessione aggravano ulteriormente il già difficile quadro economico del nostro Paese;
   questo stato finanziario della Telecom, dovuta alla disastrosa privatizzazione avviata nel 1997 dal Governo Prodi, ha spinto il top management ad intraprendere iniziative che non hanno precedenti nel panorama europeo, quali la separazione della rete infrastrutturale dalle attività commerciali e l'aggregazione con 3 Italia, società detenuta al 100 per cento dal magnate cinese Li Ka Shing. Ipotesi quest'ultima che ha già scatenato forti reazioni da parte del mondo politico, economico e mediatico per le sue implicazioni sul piano della sicurezza nazionale, in considerazione dell'importanza strategica che ha per il nostro Paese la principale impresa italiana di telecomunicazioni, che possiede la nostra infrastruttura di rete e, quindi, l'accesso all'immenso patrimonio di dati e di conoscenza che essa contiene;
   il consiglio di amministrazione di Telecom, nella riunione sopra ricordata del 9 maggio 2013, ha deciso la prosecuzione degli approfondimenti in merito alla possibile operazione con la Hutchison Whampoa di Li Ka Shing, in particolare «per accertare l'esistenza di margini di negoziazione realistici ed idonei ad addivenire a un contemperamento delle rispettive posizioni sui valori delle due società», negoziazione che sarà determinante i fini del controllo della stessa Telecom, mentre, in merito al progetto di separazione della rete di accesso, ha rinviato al 23 maggio 2013 la probabile decisione finale, considerata ineluttabile per il destino stesso della società. Da numerose notizie di stampa si evince l'intenzione del management di scorporare l’asset infrastrutturale dai servizi costituendo una newco, con la prospettiva di cedere una quota alla Cassa depositi e prestiti, probabilmente nell'ambito di una ipo (offerta pubblica iniziale), comunque mantenendo la maggioranza assoluta. Secondo i pareri avanzati da Telecom, lo scorporo farebbe ottenere vantaggi sotto il profilo del debito e del rating per: i benefici regolamentati promessi da Bruxelles in presenza di una soluzione che assicuri l’equivalence of input, cioè il trattamento paritario di tutti gli operatori nell'utilizzo dell'infrastruttura (Telecom è stata recentemente multata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato per ostacoli alla concorrenza); la riorganizzazione che consentirebbe un meccanismo di remunerazione «da utility»; la maggiore prevedibilità dei ricavi e flessibilità operativa che oggi è ostacolata dal suo ruolo di incumbent;
   tale scorporo dell'infrastruttura dai servizi non convince i sindacati e molti analisti indipendenti, perché non risolverebbe il problema del debito e per le pesanti ricadute sul piano occupazionale. Il problema del debito, infatti, verrebbe solo in parte risolto, sia se l’incumbent cedesse la maggioranza della società della rete alla Cassa depositi e prestiti – valutata non meno di 15 miliardi di euro, quindi, incassando almeno 8 miliardi di euro, ma Cassa depositi e prestiti ha già prospettato di stanziare risorse non per il rimborso del debito del gruppo, bensì per gli investimenti nello sviluppo della fibra ottica – sia trasferendolo in toto alla newco, ipotesi non realizzabile, dato che l'indicatore Ebitda della rete è stimabile in 2,5 miliardi di euro e, quindi, non potrebbe superare gli 8-10 miliardi di euro di debito. Anche optando per questa ipotesi non è immaginabile, in un mercato altamente competitivo come quello dei servizi di telefonia, la presenza di una società con una ventina di miliardi di euro di indebitamento netto residuo, priva di un asset strategico come la rete infrastrutturale d'accesso;
   molteplici sono gli aspetti ancora poco chiari relativi al futuro della più importante compagnia telefonica del Paese, in particolare sorgono dubbi sulla posizione che la newco avrà nei confronti degli ingenti debiti di Telecom, sul margine di gestione che vi sarà, sulla programmazione e sul controllo che lo Stato si riserverà nei confronti della newco, sul destino degli 82 mila dipendenti all'indomani della cessione, sull'utilizzo futuro delle «centrali» di proprietà Pirelli RE, svenduti da Telecom a Tronchetti Provera durante la sua gestione a giudizio degli interroganti fallimentare e riaffittati dalla stessa a caro prezzo, e, infine, sulla titolarità degli 80 brevetti dei TILab e dei circa 600 brevetti registrati, che hanno permesso al Paese di ritagliarsi, comunque, un ruolo di avanguardia nel settore delle telecomunicazioni e che, nel caso di ingresso del colosso cinese nel board del gruppo, rischiano di essere «sfruttati» da una potenza economica straniera, impoverendo la nostra capacità di innovazione, con contraccolpi durissimi all'intero sistema Paese;
   a giorni il consiglio di amministrazione di Telecom prenderà importanti decisioni che avranno ripercussioni non solo sulla sua struttura societaria ed occupazionale del gruppo, ma sullo sviluppo economico e la sicurezza nazionale del nostro Paese –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per salvaguardare un asset strategico per il nostro Paese, garantendo il controllo nazionale dell'infrastruttura di rete e i posti di lavoro della più importante compagnia telefonica del Paese. (3-00070)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

TELECOM ITALIA

EUROVOC :

direzione d'azienda

sicurezza pubblica

industria delle telecomunicazioni

politica industriale

restrizione alla concorrenza

legislazione antitrust