ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01892

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 836 del 18/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: MARTELLI GIOVANNA
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 18/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LAFORGIA FRANCESCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 18/07/2017
PICCOLO GIORGIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 18/07/2017
ZAPPULLA GIUSEPPE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 18/07/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 18/07/2017
Stato iter:
21/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/07/2017
Resoconto ZAPPULLA GIUSEPPE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
 
RISPOSTA GOVERNO 21/07/2017
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 21/07/2017
Resoconto ZAPPULLA GIUSEPPE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/07/2017

SVOLTO IL 21/07/2017

CONCLUSO IL 21/07/2017

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01892
presentato da
MARTELLI Giovanna
testo presentato
Martedì 18 luglio 2017
modificato
Venerdì 21 luglio 2017, seduta n. 839

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   nel sistema previdenziale italiano, con due successivi interventi normativi effettuati nel 2009 e nel 2010, è stato introdotto un meccanismo permanente di adeguamento dei requisiti pensionistici, agganciando il requisito anagrafico all'incremento della speranza di vita accertato dall'Istat;
   la riforma attuata con il decreto-legge n. 201 del 2011 ha radicalmente e drasticamente modificato il sistema previdenziale. Il conseguimento dell'obiettivo del contenimento della spesa e dell'impatto di questa sui conti pubblici è stato ritenuto dal Governo dell'epoca prioritario rispetto alle rilevanti conseguenze sociali prodotte;
   la riforma cosiddetta Fornero, tra l'altro, ha prodotto un considerevole aumento dell'età richiesta alle lavoratrici private per accedere alla pensione di vecchiaia; è inoltre intervenuta a modificare la normativa vigente in materia di adeguamento del requisito anagrafico alla speranza di vita, accelerandone la cadenza dell'aggiornamento e trasformandola da triennale a biennale;
   in applicazione della normativa vigente sono già stati operati due adeguamenti dell'età pensionabile, rispettivamente con decorrenza dal 1o gennaio 2013 e dal 1o gennaio 2016, che hanno prodotto in totale un elevamento di 7 mesi dell'età anagrafica richiesta per accedere alla pensione di vecchiaia;
   se si effettua un'analisi comparata dell'età di pensionamento tra l'Italia e gli altri Paesi europei emerge il dato che vede prevista in Italia già oggi l'età più alta per accedere alla pensione. L'attuale sistema di incremento periodico del requisito anagrafico denota un'evidente carenza di gradualità; se a questo si aggiunge un meccanismo di calcolo della pensione esclusivamente basato sui contributi versati, il risultato prodotto è un sistema previdenziale particolarmente penalizzante nei confronti delle lavoratrici donne che, avendo in media carriere contributive che non superano i 25 anni, contro le carriere contributive dei lavoratori uomini che in media si attestano sui 39 anni, hanno come unica via di accesso alla pensione l'opzione della pensione di vecchiaia;
   considerato che il nuovo adeguamento dell'età pensionabile, con l'elevamento di questa a 67 anni, dovrà avere decorrenza dal 1o gennaio 2019 e, in base alle norme vigenti, perché ciò accada è previsto che il decreto direttoriale del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sia adottato almeno un anno prima del termine di decorrenza, entro il 31 dicembre 2017 dovrà essere varato il provvedimento che disporrà un ulteriore incremento dell'età pensionabile;
   da più parti del mondo politico e dalle organizzazioni sindacali è stata avanzata la richiesta di non procedere all'adeguamento dell'età pensionabile con decorrenza dal 1o gennaio 2019;
   a fronte di queste proposte sulla stampa è circolata una notizia, da fonte che è però rimasta anonima, che il mancato adeguamento dell'età pensionabile per il 2019 comporterebbe un costo di circa 1,2 miliardi di euro;
   il 16 luglio 2017 il presidente dell'Inps Tito Boeri ha rilasciato un'intervista a Il Sole 24 ore nella quale in sostanza si dichiarava, anche in maniera alquanto esplicita, contrario ad un intervento volto ad un congelamento del prossimo scatto di età previsto. Il professor Boeri, da un lato, ha dichiarato infondata la cifra circolata nei giorni precedenti che individuava in 1,2 miliardi di euro il costo di un congelamento dell'età pensionabile, dall'altro ha però dato la notizia che un blocco totale del meccanismo di adeguamento dell'età prevista per l'accesso alla pensione alla speranza di vita fino al 2035 produrrebbe un costo di 141 miliardi di euro;
   il dato fornito dal presidente dell'Inps su un'ipotesi, quale quella di un blocco totale e strutturale del meccanismo dell'adeguamento dell'età pensionabile, che al momento concerne un aspetto sostanzialmente diverso dal tema di cui si discute in queste ore e che riguarda invece lo scatto di età previsto dal gennaio 2019, oltre ad una serie di considerazioni politiche che attengono alla persona del presidente dell'Inps ha portato alcuni organi di stampa ad utilizzare termini forti quali «terrorismo sulle pensioni» per titolare in ordine all'intervento di Boeri. Al di là dei titoli forti, a giudizio degli interpellanti l'intervento del presidente Boeri non ha contribuito a fare chiarezza su un tema estremamente rilevante per milioni di cittadini, come l'accesso alla pensione, che invece sarebbe opportuno attendersi da un organo tecnico quale è l'Inps –:
   quali iniziative intenda adottare il Governo in merito all'adeguamento dell'età pensionabile che porterà un innalzamento della stessa a 67 anni a decorrere dal 1o gennaio 2019, ma al quale si dovrà dare attuazione con provvedimenti amministrativi adottati dal Governo entro la fine dell'anno in corso;
   se il Governo sia in grado di fornire una stima ufficiale relativamente al costo prodotto da un mancato adeguamento dell'età pensionabile decorrente dal mese di gennaio 2019;
   quali iniziative intenda porre in essere al fine di rendere meno punitivo l'attuale sistema previdenziale nei confronti delle lavoratrici donne, che dal 2011 hanno subito un aumento molto più elevato, rispetto agli uomini, e che in media, avendo carriere lavorative più discontinue, hanno come unica opzione per l'uscita dal mondo del lavoro quella della pensione di vecchiaia.
(2-01892) «Martelli, Laforgia, Giorgio Piccolo, Zappulla».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pensionato

lavoro femminile

condizione di pensionamento