ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01190

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 533 del 01/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 01/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 01/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 01/12/2015
Stato iter:
15/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/01/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 15/01/2016
Resoconto BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 15/01/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/01/2016

SVOLTO IL 15/01/2016

CONCLUSO IL 15/01/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01190
presentato da
GALGANO Adriana
testo presentato
Martedì 1 dicembre 2015
modificato
Venerdì 15 gennaio 2016, seduta n. 548

   I sottoscrittori chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   il fenomeno della radicalizzazione delle comunità islamiche ha assunto dimensioni decisamente preoccupanti: il recente aumento di correnti radicali all'interno dell'Islam, il sostegno teoretico e logistico della jihad globale e le ripetute minacce di attacchi terroristici sul suolo italiano sollevano questioni di sicurezza nazionale;
   sono oltre ottocento i luoghi di culto sparsi in tutta Italia, da Nord a Sud, isole comprese, definiti impropriamente moschee: una diffusione capillare che si estende per tutto il territorio nazionale, ma che quasi sempre utilizza strutture (comunque «tollerate», perché sono definite «associazioni culturali») in cui mancano i requisiti minimi essenziali per essere riconoscibili come posti in cui si prega;
   a parte la Grande moschea di Roma, e poche altre, come quella di Segrate, Catania e Colle Val d'Elsa (che sono individuabili anche architettonicamente), il resto è costituito da garage, scantinati e cantine che raccolgono fedeli all'occorrenza: una galassia che rimane sempre nella penombra e che espone alla mercé di imam, tabligh itineranti e predicatori d'odio, la parte moderata dell'islam, tentando di inculcare la dottrina fondamentalista;
   oltre alle moschee riconosciute come «moderate», di cui fanno parte i musulmani devoti alla preghiera, al digiuno e all'elemosina, è da segnalare la presenza anche di quelle più inquietanti dei reclutatori e delle «cellule in sonno» (oltre 5,500 attivabili autonomamente in qualsiasi momento), più volte oggetto di indagini dei servizi di intelligence e delle forze di polizia;
   un monitoraggio dell'antiterrorismo ha identificato, in tutta Italia, 184 moschee. Solo a Roma quelle censite sono poco più di 30, ma in realtà sfiorano quota 100 i garage in cui si riuniscono musulmani per pregare; in alcuni di questi centri, infatti, la preghiera è solo una copertura per poter indottrinare alla guerra santa con il grave rischio di infiltrazioni terroristiche;
   dal 2001 al 2011 sono state 146 le condanne di terroristi islamici «italiani». È appena il caso di segnalare come stiano tornando a circolare personaggi che frequentarono l'ex imam di Cremona, Mourad Trabelsi, condannato con sentenza definitiva con l'accusa di terrorismo internazionale di matrice islamica. O come Hamed Gouran, predicatore in Calabria, finito in manette perché incitava fedeli alla cacciata dei miscredenti in nome di Allah. A Vicenza, poi, la Digos ha monitorato ingenti somme di denaro inviate all'estero che potrebbero essere state utilizzate per finanziare campagne terroristiche in Medioriente. Roma, poi, ha visto la presenza di numerosi soggetti vicini al terrorismo islamico, come il finanziatore Aweys Dahir Ubeidullah, cittadino somalo già residente a Roma, a Casalbertone, anch'egli incluso nella black list degli Stati Uniti, stilata successivamente ai fatti dell'11 settembre 2001;
   si rivela, dunque, una rete fitta e a volte impenetrabile, quella degli estremisti islamici, che negli ultimi venti anni è cambiata e si è arricchita anche grazie al progresso tecnologico che facilita le comunicazioni tra le varie reti di jihadisti;
   il «Dossier sulla comunità islamica italiana: indice di radicalizzazione», pubblicato dal Cemiss, Centro militare di studi strategici del ministero della Difesa, fa il punto sulla penetrazione dell'estremismo nella comunità islamica italiana, composta da 1,6 milioni di persone (circa un terzo degli stranieri presenti, cui si aggiungono 60-70 mila italiani convertiti);
   l'analisi tiene conto del fatto che l'Italia non ha subito gravi attacchi dal terrorismo islamista ma non può considerarsi al sicuro, soprattutto se si considera che da tempo molti imam predicano odio, dozzine di centri islamici sono impegnati nel proselitismo e nel finanziamento a gruppi terroristici e che dall'Italia partono volontari per i teatri bellici del jihad; per anni, secondo lo studio, ha esportato kamikaze nei teatri di guerra quali Afghanistan, Cecenia, Balcani e Iraq;
   il panorama dell'Islam italiano, dunque, fatto di realtà sommerse, conta al suo interno centinaia di potenziali estremisti che orbitano nelle moschee non autorizzate, divenute il centro di accoglienza e smistamento di immigrati arrivati sul territorio senza documenti e quindi senza identità;
   per quel che concerne la sicurezza nazionale, non vi è alcun dubbio sul fatto che la radicalizzazione della comunità islamica rappresenti una potenziale seria minaccia, poiché visioni estremiste hanno penetrato varie moschee ed organizzazioni sociali (è opportuno sottolineare che dal 2001 in Italia vi sono stati 13 tentativi e piani per compiere attentati, 6 sono stati effettuati ma non sono riusciti);
   in certi casi, il radicalismo si limita alla retorica ma in altri, sostiene attivamente o passivamente il terrorismo: un certo numero di leader sociali e religiosi predica versioni wahabite e salafite dell'islam, odio razziale, intolleranza religiosa e promozione della jihad attraverso reclutamento di martiri, fondi ed armi;
   con decreto ministeriale del 23 aprile 2007, l'allora Ministro dell'interno ha adottato la carta dei valori della cittadinanza e integrazione – condivisa da numerose comunità religiose, tra cui alcune rappresentate anche nel Comitato per l'Islam italiano – al fine di «dare un concetto unitario di cittadinanza e di convivenza tra le diverse comunità nazionali, etniche, e religiose, che si sono radicate negli ultimi anni sul territorio italiano», ponendo le basi per «un patto tra cittadini e immigrati, in vista di una integrazione che vuole conciliare il rispetto delle differenze di cultura e di comportamento legittime e positive con il rispetto dei valori comuni»;
   al fine di evitare futuri scontri sul piano culturale, sociale e religioso la collaborazione tra ufficiali e forze politiche assume un ruolo di estrema importanza nel fronteggiare la radicalizzazione delle società islamiche –:
   se intenda adottare in tempi rapidissimi incisive ed efficaci misure per contrastare l'estremismo islamico e la sua infiltrazione nella società e procedere, anche con la collaborazione della comunità islamica, ad una mappatura delle moschee, verificando che le loro sedi e le attività che vi si svolgono siano in regola con la normativa vigente e, qualora non lo fossero, assumere per quanto di competenza gli opportuni provvedimenti.
(2-01190) «Galgano, Monchiero».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

terrorismo

islam

sicurezza pubblica