ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00196

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 72 del 06/09/2013
Firmatari
Primo firmatario: GIULIETTI GIAMPIERO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/09/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 06/09/2013
Stato iter:
08/04/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/04/2014
Resoconto GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2014
Resoconto TOCCAFONDI GABRIELE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 08/04/2014
Resoconto GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 08/04/2014

SVOLTO IL 08/04/2014

CONCLUSO IL 08/04/2014

Atto Camera

Interpellanza 2-00196
presentato da
GIULIETTI Giampiero
testo presentato
Venerdì 6 settembre 2013
modificato
Martedì 8 aprile 2014, seduta n. 207

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   facendo seguito all'appello dell'Anci Umbria, che da anni si batte per mantenere la scuola sui territori e si chiede che venga garantita un'istruzione di qualità;
   nonostante l'azione forte e determinata ci si trova alla vigilia del nuovo anno scolastico con situazioni di emergenza scolastica, con comuni che presentano scuole in sofferenza o che rischiano di scomparire, soprattutto perché l'aumento delle pluriclassi fa aumentare l'esodo verso i grandi centri;
   essendo documentato che la chiusura di una scuola fa aumentare la marginalità dei territori, scelta gravissima per l'Umbria, è necessario che il Governo si impegni ad assegnare organico per gestire almeno le situazioni di sofferenza segnalate;
   ormai non si contano le sezioni chiuse negli scorsi due anni e le situazioni di difficoltà;
   le pluriclassi attualmente sono circa 90 in Umbria e necessitano di organico aggiuntivo per garantire una didattica di qualità, non vanno comunque misconosciute le capacità di quegli insegnanti che hanno saputo «fare scuola» anche nelle pluriclassi, ma c’è una tendenza negativa che porta i genitori a trasferire in altra scuola, senza pluriclasse, i propri figli;
   altra questione riguarda le liste d'attesa nelle scuole dell'infanzia dei piccoli centri, che non possono essere trattate alla stessa stregua delle liste di attesa dei grandi comuni: pur non trattandosi di scuola dell'obbligo, se le richieste non vengono evase, si favorisce la fuga delle future iscrizioni alla scuola primaria;
   i comuni chiedono che la scuola resti sui territori e che venga potenziata, assicurando il diritto allo studio a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo in cui si vive;
   è necessario che lo Stato garantisca l'istruzione capillare e uniforme sul territorio nazionale; ad oggi, le risposte e le scelte hanno privilegiato un accentramento che non produce alcun beneficio a nessuno dei soggetti interessati, ma che impoverisce il sistema scolastico dentro uno schema in cui le responsabilità vengono rimpallate e in cui non si fa il benché minimo sforzo per garantire quella protezione territoriale che diventa anche protezione sociale. Anche quando si potrebbe fare qualcosa, anche quando si tratta di scegliere, seppur in una condizione difficile e complessa, si privilegia l'accentramento nella logica dei grandi numeri;
   c’è bisogno di un'azione sistemica, ma anche di interventi puntuali e minimali, concreti, immediatamente programmabili e realizzabili che produrrebbero benefici immediati su tutto il sistema, scelte che possono essere compiute e che fanno riferimento a precise responsabilità politiche;
   salvare le scuole dei piccoli comuni significa lasciare presidi territoriali, evitare congestioni a livello centrale, garantire una didattica ricca perché proporzionata e pluricentrica, salvaguardare gli investimenti fatti dai piccoli e grandi comuni in termini di sicurezza e messa a norma degli edifici e di garanzia di servizi di qualità connessi al sistema scolastico. In questo caso la sordità produrrebbe ulteriori danni ad un organismo che già ha bisogno di cure e non si può consentire di svegliarsi tra qualche anno con un sistema scolastico disintegrato e fondato sullo spreco. Sullo spreco perché per risparmiare attraverso tagli indiscriminati si perdono eccellenze e riferimenti importanti per garantire appunto pluralità e valorizzazione dei territori minori: obiettivi da più parti richiamati come fondamentali nella prossima programmazione europea;
   la scuola dei piccoli centri non deve essere trattata come deroga ma con leggi e risorse specifiche, con una strategia di tutela e valorizzazione della permanenza delle popolazioni su territori definiti marginali, ma di grande importanza in merito alla gestione delle risorse naturali, alla qualità territoriale e alla coesione sociale –:
   quali iniziative il Governo intenda mettere in atto per:
    a) considerare le scuole dei comuni montani con una normativa specifica, e non più come deroga, assicurando nella dotazione organica assegnata dal Ministro interrogato la copertura per le scuole montane, stabilendo priorità nell'assegnazione dell'organico a cura degli uffici scolastici regionali;
    b) abbassare il parametro di costituzione della pluriclasse nelle scuole di comuni montani, che al momento è fissato in un massimo 18 alunni, per evitare la creazione di pluriclassi comprendenti più gruppi di alunni di età diverse, anche non contigue;
    c) abbassare il numero minimo di alunni per classe, attualmente a 10 per i comuni montani, portandolo almeno a 6-8 alunni;
    d) valutare l'attivazione di sezioni per la scuola dell'infanzia con numero di 10 alunni nei comuni montani come previsto dal decreto ministeriale n. 176 del 1997;
    e) affrontare il problema delle liste di attesa alla scuola dell'infanzia anche nei piccoli comuni, spesso privi di altri servizi per l'infanzia;
    f) definire l’«ottimale dimensionamento» della rete scolastica attraverso criteri e parametri e non solo il numero degli alunni, cercando di coniugare le istanze degli enti locali con l'esigenza di una qualità del servizio;
    g) investire nella formazione degli insegnanti che lavorano nelle pluriclassi, al fine di garantire un insegnamento di qualità e condizioni adeguate per l'innovazione didattica;
    h) garantire la «continuità» pluriennale degli insegnanti nelle scuole di montagna, legando la concessione di punteggi aggiuntivi ad un'effettiva continuità di servizio, secondo criteri da concordare tra le parti sociali;
    i) impegnare le regioni, come già avviene in alcune parti di Italia, a sostenere progetti innovativi volti a superare le «sofferenze» di organico (docente e personale amministrativo, tecnico e ausiliario) nelle piccole scuole nell'ottica di sostenere, potenziare e valorizzare questi presidi educativi, strettamente legati al loro territorio;
   se il Governo ritenga opportuno istituire un gruppo di lavoro interistituzionale per «la scuola di montagna e la montanità» che potrebbe rivelarsi opportuno strumento per la programmazione educativa del territorio.
(2-00196) «Giulietti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Umbria

formazione degli insegnanti

comune

applicazione della legge

sicurezza sociale

istituto di istruzione

istruzione

alunno

insegnante