Legislatura: 17Seduta di annuncio: 57 del 22/07/2013
Primo firmatario: TACCONI ALESSIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2013 SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2013 DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2013 SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2013 SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2013 DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2013 GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2013
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 22/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 09/02/2016 Resoconto TACCONI ALESSIO PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 09/02/2016 Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE) REPLICA 09/02/2016 Resoconto TACCONI ALESSIO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 09/02/2016
SVOLTO IL 09/02/2016
CONCLUSO IL 09/02/2016
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
negli ultimi anni si è registrato un massiccio flusso di emigrazione che fa ricordare quello del secondo dopoguerra. L'attuale congiuntura economica fa prevedere che il fenomeno, lungi dall'arrestarsi, tenderà ad intensificarsi con un numero di persone, specialmente giovani, che saranno spinte a lasciare il nostro Paese per cercare oltre confine il lavoro che qui manca. Stando alle ultime statistiche, infatti, la disoccupazione ha raggiunto l'allarmante percentuale del 12,2 per cento della forza lavoro, mentre è ancor più drammatico il dato sulla disoccupazione giovanile che, al 31 maggio 2013, registra il livello più alto dal primo trimestre 1977 attestandosi, nella fascia d'età fra i 15 e i 24 anni, al 42 per cento;
le politiche dell'occupazione fin qui varate si sono dimostrate del tutto inadeguate a fermare questa spirale perversa, anzi sembrano incoraggiare «una nuova mobilità internazionale» della forza lavoro, quasi che un «alleggerimento» della pressione sociale, di cui la disoccupazione è al contempo causa ed effetto, possa recare beneficio all'intero sistema. Sappiamo tutti, invece, che con la fuga di tante risorse umane si avvera l'esatto contrario sia in termini economici che umani e sociali. Basti pensare che ogni persona che se ne va, specialmente se qualificata, porta fuori dal Paese un potenziale prodotto interno lordo di quasi 2 milioni di euro nell'arco della sua vita lavorativa (4000 euro mensili per 12 mesi per 40 anni), senza contare la perdita del capitale investito per la sua formazione;
alla mancanza di adeguate politiche occupazionali si deve purtroppo aggiungere la miopia di alcune politiche migratorie che, nell'ambito delle varie fasi di spending review, pur necessarie nell'attuale quadro economico-finanziario, hanno perso di vista quelle attività qualificanti a favore delle collettività italiane all'estero, che, lungi dall'essere considerate una risorsa, sono spesso viste come un peso fastidioso. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito ad un progressivo assottigliamento delle risorse destinate agli interventi per la lingua e la cultura italiane, all'assistenza, all'informazione e alla formazione, con tagli lineari di oltre il 65 per cento. Per questi interventi le rappresentanze diplomatiche e consolari italiane sono difficilmente in grado di garantire un livello minimo di servizi, con il rischio che ciò comporti lo smantellamento di quanto costruito in passato anche grazie all'associazionismo locale;
i connazionali che, loro malgrado, decidono di emigrare, anche se culturalmente pronti ad affrontare le nuove sfide che un cambiamento così radicale comporta, oggi spesso si trovano in grosse difficoltà nei loro primi approcci con la società di accoglimento, difficoltà a cui le rappresentanze diplomatiche e consolari italiane non sono in grado di dare risposte efficaci a causa delle ben note carenze di risorse umane e finanziarie sopra accennate. Si pensi, per esempio, alle difficoltà di trovare casa, di stabilire contatti con il mondo del lavoro, di avere informazioni sull'assistenza sanitaria, sul patrocinio legale, di avere assistenza linguistica, servizi di traduzioni e interpretariato a costi accessibili e altro –:
se, a fronte dei nuovi flussi migratori, il Ministro interpellato non intenda potenziare le strutture consolari di assistenza sociale in modo che esse possano farsi carico di un primo orientamento in loco dei nuovi migranti con la costituzione di appositi sportelli all'interno degli uffici consolari.
(2-00153) «Tacconi, Manlio Di Stefano, Scagliusi, Del Grosso, Sibilia, Spadoni, Di Battista, Grande».
EUROVOC :politica occupazionale
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rappresentanza diplomatica
assistenza sociale