ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00976

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 477 del 08/09/2015
Abbinamenti
Atto 1/01097 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01101 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01112 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01113 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01114 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01115 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01117 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01118 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01119 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01120 abbinato in data 26/01/2016
Atto 1/01122 abbinato in data 26/01/2016
Atto 6/00197 abbinato in data 26/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI DORINA
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 04/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUTTIGLIONE ROCCO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
ADORNATO FERDINANDO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
BERNARDO MAURIZIO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
BOSCO ANTONINO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
CALABRO' RAFFAELE AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
CERA ANGELO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
CICCHITTO FABRIZIO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
D'ALIA GIANPIERO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
DE MITA GIUSEPPE AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
GAROFALO VINCENZO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
MAROTTA ANTONIO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
MINARDO ANTONINO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
MISURACA DORE AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
PAGANO ALESSANDRO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
PICCONE FILIPPO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
SAMMARCO GIANFRANCO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
SCOPELLITI ROSANNA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
TANCREDI PAOLO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015
VIGNALI RAFFAELLO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
DE GIROLAMO NUNZIA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015 21/01/2016
PISO VINCENZO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 04/09/2015 21/01/2016
Stato iter:
26/01/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/01/2016
Resoconto BOSCO ANTONINO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/01/2016
Resoconto MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SISTO FRANCESCO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CARLONI ANNA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MAGORNO ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MASSA FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TARTAGLIONE ASSUNTA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 26/01/2016
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/01/2016
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto PIEPOLI GAETANO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto BIANCHI DORINA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto D'ATTORRE ALFREDO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MISTO
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 26/01/2016
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

RITIRO FIRME IL 21/01/2016

ATTO MODIFICATO IL 21/01/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/01/2016

DISCUSSIONE IL 26/01/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/01/2016

ACCOLTO IL 26/01/2016

PARERE GOVERNO IL 26/01/2016

APPROVATO IL 26/01/2016

CONCLUSO IL 26/01/2016

Atto Camera

Mozione 1-00976
presentato da
BIANCHI Dorina
testo presentato
Martedì 8 settembre 2015
modificato
Martedì 26 gennaio 2016, seduta n. 555

   La Camera,
   premesso che:
    con la legge di stabilità per il 2016 il tema del Mezzogiorno è nuovamente entrato nell'agenda della politica italiana;
    questo dato rappresenta un elemento di novità preparato e fortemente voluto dalle forze politiche di maggioranza che non hanno mancato di esercitare un ruolo di stimolo e di indirizzo nei confronti del Governo. Sia attraverso mozioni parlamentari, sia grazie ad una mirata azione emendativa durante l'esame della legge di stabilità, il Parlamento ha permesso di superare una pericolosa tendenza alla rimozione della realtà e dei rischi del grave dualismo economico che colpisce il nostro Paese;
    come da tempo segnalato con allarme, questo dualismo si è accentuato negli anni della lunga crisi. Anche i dati più recenti lo confermano: Istat, rapporto Svimez 2015;
    si deve, peraltro, dare atto al Governo di aver saputo recepire prontamente gli indirizzi parlamentari e di avere accolto – nonostante la difficile situazione dei saldi di finanza pubblica – quegli emendamenti parlamentari che hanno dato sostanza a tali indirizzi;
    con i commi 98 e seguenti dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016 si è introdotto un credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Sud dal 1o gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2019. La misura di questa agevolazione è opportunamente differenziata in relazione alle dimensioni aziendali – 20 per cento per le piccole imprese, 15 per cento per le medie imprese, 10 per cento per le grandi imprese – allo scopo di massimizzarne l'efficacia in relazione alla particolare struttura industriale dell'economia italiana. L'entità di questa misura è pari a 617 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019;
    con i commi 109 e 110 si estende anche alle assunzioni a tempo indeterminato dell'anno 2017 l'esonero contributivo a favore dei datori di lavoro privati operanti nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna;
    con il comma 886 si riserva ad imprese localizzate nelle regioni meridionali una quota non inferiore al 20 per cento delle risorse assegnate dal fondo di garanzia per le piccole e medie imprese costituito presso il Mediocredito centrale s.p.a., di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge n. 662 del 1996;
    inoltre, con i commi 792-803 si introducono una serie di misure di accelerazione della spendibilità delle risorse destinate agli investimenti cofinanziati con le istituzioni europee, intervenendo sia sulla chiusura del ciclo di programmazione 2007-2013 che sul nuovo ciclo 2014-2020. Uno specifico intervento riguarda poi il ruolo della Cassa depositi e prestiti, ai fini dei progetti ricompresi nel Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS);
    a questi quattro interventi principali – che costituiscono gli assi portanti dell'azione di Governo esplicitamente indirizzata al riequilibrio del dualismo economico – si aggiungono una lunga serie di interventi puntuali che – come usualmente accade in occasione dell'approvazione della legge di stabilità – mirano a risolvere specifiche e localizzate criticità: dalla continuità territoriale della Sicilia, al trasporto regionale marittimo della Campania, al collegamento marittimo della Sardegna, al trasporto pubblico locale campano e altro;
    tuttavia non deve essere sottovalutato il dato politico di fondo: la presa d'atto della necessità di aprire una nuova stagione della politica economica nella quale il tema del Mezzogiorno abbia uno spazio specifico e non marginale;
    la valenza di questa scelta ha carattere generale e, non a caso, su di essa si è realizzata la convergenza di un ampio schieramento che travalica la provenienza territoriale dei parlamentari: la ripresa dell'economia meridionale non è una rivendicazione dei parlamentari eletti in questa area geografica, né questo tema può essere monopolizzato dai governatori delle regioni meridionali. La ripresa dell'economia meridionale infatti è molto di più: è una conditio sine qua non della ripresa dell'economia italiana e dello sviluppo di tutto il Paese;
    il Governo e il Parlamento nazionale hanno dimostrato di aver questa consapevolezza e la ferma volontà di intervenire, in una visione unitaria del Paese e in un quadro di rafforzamento delle istituzioni di Governo e di superamento delle tante tendenze centrifughe ancora attive nel sistema istituzionale;
    almeno quattro sono gli elementi all'origine di questa nuova consapevolezza: il dualismo economico deve ridursi perché è troppo alto il rischio che esso dia origine ad una grave crisi sociale; particolarmente preoccupanti sono le tendenze che investono la popolazione giovanile delle aree meridionali; il Sud esprime una economia produttiva rilevante – poco «riconosciuta» e addirittura poco conosciuta – ma manca una politica industriale per il Sud; il Paese fa fatica ad esprimere una efficace proiezione mediterranea che è l'unico contesto nel quale il Mezzogiorno d'Italia può riacquisire centralità;
    il dualismo economico rischia di essere all'origine di una grave crisi sociale, come testimoniato dai dati sulla povertà che hanno visto in questi anni una crescita più che proporzionale nelle aree meridionali rispetto al resto del Paese; la crisi delle aree urbane meridionali si intreccia con la crisi della legalità: annualmente Il Sole 24 ore pubblica un'indagine sulla qualità della vita condotta nelle 107 città italiane capoluogo di provincia. Anche per il 2015 le città decisamente peggio collocate sono tutte quelle meridionali; questi fattori di arretratezza e questo basso livello di benessere rappresentano non solo l'effetto, ma anche il terreno di coltura ideale per la criminalità;
    particolarmente allarmante è lo stato di quei delicati meccanismi che presiedono alla formazione e alla riproduzione del capitale sociale, cioè le competenze che si acquisiscono, si consolidano e si stratificano nella popolazione giovanile di un territorio. Ebbene, sono proprio questi meccanismi che rischiano oggi di incepparsi nel Mezzogiorno. Particolarmente allarmanti sono i dati sul calo demografico della popolazione giovanile: secondo Istat da qui a venti anni si assisterà ad un grave decremento della popolazione giovanile nel Sud, a fronte di un lieve aumento nel resto del Paese, determinato sostanzialmente dall'immissione di giovani immigrati; altrettanto preoccupante è il divario nello stato dell'istruzione universitaria: la pericolosa caduta delle immatricolazioni è molto più accentuata nelle università del Sud; contribuiscono a questa caduta dell'istruzione universitaria nel Mezzogiorno sistemi di certificazione della qualità inadeguati e fatti su misura delle realtà del Centro-Nord, dai quali discendono premialità economiche che danneggiano ulteriormente tutte le università meridionali, quindi i giovani meridionali e in modo particolare (come testimoniato da studi della Banca d'Italia) quelli appartenenti alle fasce di reddito più basse;
    nel Sud è localizzata una base produttiva non irrilevante, ma manca una strategia di sviluppo industriale ed economico per il Sud: il numero di occupati nell'industria degli autoveicoli nel Mezzogiorno è superiore a quello di aree altamente industrializzate quali la Catalogna, il Belgio, la Sassonia, l'Austria; il numero di occupati nell'industria degli altri mezzi di trasporto è superiore a quello dei Paesi Bassi e di poco inferiore a quello della Baviera; il numero di occupati nell'elettronica è superiore a quello dell'intera Danimarca o del Belgio; il numero di pernottamenti turistici supera di gran lunga quello di Paesi come la Svezia, la Repubblica ceca, la Danimarca o di aree ad altissima vocazione turistica come la Provenza-Costa azzurra; questi dati sono ancora troppo poco conosciuti e non formano oggetto di una azione strategica guidata dalle autorità di Governo; si è ancora prigionieri di una parcellizzazione dei temi produttivi e di sviluppo territoriale, ereditata da un regionalismo esasperato, che ha fatto il suo tempo non per una volontà accentratrice del Governo, ma semplicemente perché non ha mantenuto nessuna delle sue promesse;
    infine, il Paese non riesce ancora ad esprimere adeguatamente una sua proiezione mediterranea, premessa indispensabile del recupero di un ruolo attivo e produttivo del nostro Mezzogiorno: al netto dell'instabilità politica legata ai focolai di guerra in Siria e in Nord Africa, frutto di gravissimi errori strategici del recente passato imputabili – in diversa misura – a diversi attori internazionali, l'Italia non riesce ancora a sviluppare una visione coraggiosa e fiduciosa di sé. L'espressione più evidente di tale difficoltà è la perdurante miopia con cui una parte dell'opinione pubblica guarda ad uno sviluppo competitivo della logistica nel Sud e a progetti infrastrutturali ambiziosi e coraggiosi: completamento della rete ferroviaria ad alta velocità fino a Reggio-Palermo, area metropolitana dello Stretto, grande portualità gateway di Taranto e Gioia Tauro e collegamento dei principali porti meridionali alle reti TEN-T per l'instradamento di merci lungo i corridoi continentali; il perdurare di una visione del Mezzogiorno come area vocata ad una utopistica rinaturalizzazione impedisce al Paese di vedere con lucidità la sorda opposizione al ruolo mediterraneo dell'Italia e alle sue potenzialità esercitata dai Paesi dell'Europa del Nord che traggono una rendita di posizione proprio dall'inerzia italiana su queste partite di valenza strategica;
    se questa è la diagnosi, appare urgente e necessario inquadrare gli interventi approvati dalla legge di stabilità 2016 quale espressione di un primo momento di svolta e quali premesse di una nuova politica per il Mezzogiorno che va costruita attraverso successivi interventi, organici e accomunati da una forte visione strategica;
    in questo quadro appare ancora insufficiente il metodo del masterplan lanciato dal Governo, che va messo a punto e potenziato, altrimenti rischia di essere troppo condizionato dal complesso negoziato con le regioni, già visto tante volte in azione, al quale si aggiungono ora le città metropolitane; una strategia per il Mezzogiorno non potrà mai discendere dalla sommatoria delle strategie regionali, ma deve invece partire da una visione del Mezzogiorno come area geoeconomica unitaria, dotata di enormi potenzialità di sviluppo, visione che solo il Parlamento e il Governo possono esprimere, senza aggirare il costante dibattito con le regioni, ma senza neanche delegare ad esse compiti e funzioni che riguardano il futuro dell'intero Paese,

impegna il Governo:

   a monitorare in modo unitario e sistematico – riferendo periodicamente al Parlamento – gli effetti delle misure varate dalla legge di stabilità per il 2016 per il rilancio dell'economia del Mezzogiorno al fine di rafforzare tempestivamente le misure più efficaci e di arricchire ed affinare il quadro normativo in materia di investimenti industriali, nuove assunzioni a tempo indeterminato promosse dall'esonero contributivo, assegnazione di quote del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, con la prospettiva di un potenziamento di tali interventi e di un loro indirizzamento verso obiettivi di politica industriale centrati sullo sviluppo logistico del Mezzogiorno e sull'adeguamento infrastrutturale per la cattura di flussi di traffico internazionali e intercontinentali; in questo quadro ad affrontare il tema della istituzione di zone economiche speciali (ZES) in aree particolarmente vocate ad attrarre investimenti di grandi gruppi internazionali nelle attività indotte dallo sviluppo logistico;
   parallelamente, a sviluppare un'iniziativa politica e legislativa verso obiettivi di politica sociale e della formazione di sviluppo e risanamento delle aree urbane e di rilancio dei processi e delle istituzioni a cui è affidata la formazione del capitale sociale del Sud, anche con riferimento alla ricognizione degli effetti dei meccanismi di valutazione e premialità delle università affinché non penalizzino la popolazione giovanile meridionale e, segnatamente, quella appartenente alle fasce di reddito più basse;
   con riferimento alla programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, a implementare le innovazioni introdotte dai commi 792-803 dell'articolo 1 della legge di stabilità per il 2016 e a prevedere anche meccanismi che consentano l'utilizzo di una quota delle risorse disponibili per la realizzazione di un «masterplan Mezzogiorno» definito e monitorato da una cabina di regia unica, dotata di poteri effettivi, fra i quali il ricorso tempestivo ai poteri sostitutivi del Governo in materia di utilizzo delle risorse comunitarie, previsti dall'articolo 9 del decreto-legge n. 69 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, e dall'articolo 12 del decreto-legge n. 133 del 2014 in caso di ritardo delle regioni nelle assegnazioni ed erogazioni;
   con riferimento alle politiche di coesione, a garantire un robusto contributo della dotazione 2014-2020 del fondo per lo sviluppo e la coesione allo sviluppo infrastrutturale, attraverso una definizione più chiara e un esercizio più deciso e visibile della responsabilità di guida strategica degli interventi, considerato che le risorse non irrilevanti a disposizione del fondo, pari ad oltre 43 miliardi di euro, richiedono una visione di medio termine e una forte capacità di governo dei processi attuativi, anche utilizzando al meglio le innovazioni normative introdotte dalla legge di stabilità per il 2015 (articolo 1, commi 703-706).
(1-00976)
(Nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «Dorina Bianchi, Buttiglione, Adornato, Bernardo, Binetti, Bosco, Calabrò, Cera, Cicchitto, D'Alia, De Mita, Garofalo, Marotta, Minardo, Misuraca, Pagano, Piccone, Sammarco, Scopelliti, Tancredi, Vignali».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rilancio economico

approvazione della legge

trasporto marittimo