CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 febbraio 2018
953.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 7 febbraio 2018. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. – Interviene il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Gennaro Migliore.

  La seduta comincia alle 15.05.

Schema di decreto legislativo recante riforma dell'ordinamento penitenziario in attuazione della delega di cui all'articolo 1, commi 82, 83, 85, lettere a), b), c), d), e), f), h), i), l), m), o), r), s), t) e u), della legge 23 giugno 2017, n. 103.
Atto n. 501.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 25 gennaio scorso.

  Donatella FERRANTI, presidente, avverte che l'onorevole Verini, a nome del Gruppo del Partito Democratico, ha richiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. In assenza di obiezioni, ne dispone pertanto l'attivazione.
  (Così rimane stabilito).

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, avverte di aver predisposto una proposta di parere favorevole, con alcune condizioni ed osservazioni (vedi allegato 1). Rammenta che tale proposta di parere, come convenuto nella scorsa riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sarà posta in votazione nella seduta odierna.Pag. 73
  Passa, quindi, ad illustrare la proposta in questione, relativamente alla quale informa che sono stati trasmessi alcuni rilievi ed osservazioni dai gruppi parlamentari, rispettivamente, Movimento Cinque Stelle, Art. 1 e Sinistra Ecologia e Libertà. Al riguardo, fa presente che una parte di tali rilievi, almeno nei principi, sono stati recepiti nella proposta di parere testè illustrata.
  Quanto, in particolare, ad alcuni dei rilievi formulati dal gruppo Movimento Cinque Stelle, ritiene opportuno fare alcune precisazioni. In particolare, in riferimento all'articolo 7, comma 1, lettera c), dello schema di decreto legislativo, che modifica l'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, fa presente di aver ritenuto di accogliere le osservazioni del Procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo, rilevando la necessità, esplicitata alla condizione n. 4 della proposta di parere testé presentata, di prevedere, con riguardo alla concessione dei benefici penitenziari, l'acquisizione del parere non solo del procuratore del distretto in cui è stata pronunciata la condanna, ma anche dello stesso Procuratore antimafia. Rammenta, peraltro, che la previsione di un vero e proprio «potere di veto» del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo rispetto alla concessione dei benefici penitenziari non è in linea con la più recente interpretazione giurisprudenziale della Corte di Cassazione, secondo la quale il giudice, che non può essere privato della sua libertà di giudizio, non può limitarsi a recepire acriticamente l'informativa del medesimo Procuratore, ma deve sottoporla ad un rigoroso controllo per accertarne la logicità, la compiutezza e «l'idoneità preclusiva». Il testo del provvedimento mira, quindi, a rimodulare un modello procedimentale che, attraverso una comunicazione dotata, almeno formalmente, di carattere vincolante, evoca una neutralizzazione dell'autonomia decisionale della magistratura di sorveglianza, lungo la strada dell'individualizzazione del trattamento rieducativo e la differenziazione dei percorsi penitenziari.
  Con riguardo alle disposizioni di cui all'articolo 15, comma 1, numero 3), desidera richiamare l'attenzione sui rilievi esplicitati nella condizione n. 5 della proposta di parere, ove si rappresenta la necessità che l'accesso ai benefici penitenziari alle detenute incinte o madri di prole di età inferiore ai 10 anni o di figli con disabilità grave sia consentito solo nel presupposto dell’«insussistenza di un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti». Ciò in linea con le pronunce della Corte Costituzionale n. 239 del 2014 e n. 76 del 2017.
  Con riguardo, infine, alle osservazioni relative all'articolo 16, comma 1, lettera b), n. 4), del provvedimento, che, nel modificare l'articolo 50 dell'ordinamento penitenziario, dispone che i condannati all'ergastolo, oltre che dopo i 20 anni di pena espiata, possano accedere alla semilibertà anche quando hanno usufruito correttamente per almeno cinque anni consecutivi dei permessi premio, ricorda, in primo luogo, che tale previsione è coerente con il criterio direttivo posto dalla legge delega (articolo 1, comma 85, lettera e). La legge n. 103 del 2017, infatti, delega il Governo a eliminare automatismi e preclusioni che impediscono ovvero ritardano, sia per i recidivi sia per gli autori di determinate categorie di reati, l'individualizzazione del trattamento rieducativo e la differenziazione dei percorsi penitenziari in relazione alla tipologia dei reati commessi e alle caratteristiche personali del condannato, nonché la revisione della disciplina di preclusione dei benefìci penitenziari per i condannati alla pena dell'ergastolo, salvo che per i casi di eccezionale gravità e pericolosità specificatamente individuati e comunque per le condanne per i delitti di mafia e terrorismo anche internazionale. La previsione mira, in realtà, unitamente alla correlata previsione introdotta dall'articolo 54-bis in riferimento all'accesso alla liberazione condizionale, ad accentuare il valore della gradualità del trattamento.
  Relativamente ai rilievi formulati sullo schema di decreto legislativo dai gruppi Art. 1 e Sinistra Ecologia e Libertà, osserva che si tratta, in massima parte di Pag. 74osservazioni che riformulano o sostituiscono integralmente il testo dello schema di decreto legislativo e, per alcune parti, comportano ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato che non possono essere in questa sede valutati.

  Vittorio FERRARESI (M5S), nel rammentare che il suo gruppo parlamentare ha da sempre manifestato contrarietà rispetto al contenuto della legge delega n. 103 del 2017, esprime, comunque, apprezzamento nei confronti del lavoro svolto dalla presidente e relatrice nell'elaborazione della proposta di parere testé presentata che, in diversi punti, soprattutto nella parte in cui recepisce le osservazioni formulate dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, indicano la corretta direzione da seguire. In particolare, pur ritenendo insufficiente l'intervento, esprime apprezzamento nel constatare che all'interno della proposta di parere sia stata inserita una osservazione nella quale si richiede che sia introdotta una disposizione diretta a prevedere che l'entrata in vigore delle norme relative all'accesso alle misure alternative sia connessa all'attuazione degli interventi in materia di amministrazione penitenziaria e di esecuzione penale contenuti nella legge di bilancio per l'anno 2018. Apprezza, altresì, l'accoglimento da parte della presidente e relatrice dei rilievi espressi dal Procuratore nazionale antimafia relativi al traffico di stupefacenti. Rileva, tuttavia, che la proposta di parere, a suo avviso, avrebbe dovuto prevedere, all'articolo 7, comma 1, lettera a), la soppressione del numero 8), così da conservare l'attuale, opportuno «potere di veto» del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo alla concessione di benefici penitenziari di cui al comma 3-bis dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, ai detenuti per i quali risultino effettivamente elementi di fatto che dimostrino l'attualità di collegamenti di questi con la criminalità organizzata. Auspica, inoltre, che all'interno della proposta di parere possa essere prevista una condizione che preveda di modificare la disposizione di cui all'articolo 23, comma 1, lettera b) del provvedimento, nel senso di mantenere in capo al magistrato di sorveglianza la piena titolarità dell'autorizzazione all'ingresso negli istituti penitenziari di soggetti che, a qualsiasi titolo riconducibile al volontariato, intendano frequentare la comunità penitenziaria. Sottolinea, altresì, l'opportunità che sia prevista la possibilità di fornire, ai detenuti che ne fanno richiesta, un'alimentazione rispettosa del proprio credo religioso e chiede che sia posta particolare attenzione, fermo restando il diritto all'informazione del detenuto, alla disposizione di cui al numero 5 della lettera g) del comma 1 dell'articolo 25 che consente al detenuto l'utilizzo di ogni moderno strumento tecnologico per accedere a quotidiani e a siti informativi. Ciò premesso, nel chiedere alla presidente e relatrice di valutare questioni testé sollevati al fine di modificare la proposta di parere in esame, preannuncia, comunque, sulla stessa, il voto contrario dei deputati del suo gruppo.

  Nicola MOLTENI (LNA), nel ritenere che il provvedimento in discussione non rispecchi la volontà dei cittadini, osserva che l'Esecutivo dovrebbe, invece che affrettarsi ad emanare un decreto legislativo di riforma dell'ordinamento penitenziario, attendere che i cittadini indichino democraticamente, attraverso le urne, a chi attribuire l'incarico di riformare la giustizia. Evidenzia come, a suo avviso, l'intera XVII legislatura sia stata caratterizzata dall'approvazione di provvedimenti a favore di chi delinque, a partire dalla cosiddetta legge «svuota carceri» sino a questo schema di decreto legislativo, che presenta un impianto complessivo sul quale manifesta la più netta contrarietà. Il provvedimento in esame, a suo avviso, recherebbe, infatti, rilevanti benefici anche ai criminali cosiddetti seriali. Nel dichiarare come lo stesso provvedimento costituisca, in realtà, un «condono giudiziario» effettuato sulla pelle dei cittadini onesti, ritiene che lo stesso sancisca, di fatto, la resa dello Stato e la vittoria della criminalità sulla giustizia. Evidenzia, inoltre, come diverse associazioni del personale di Pag. 75polizia penitenziaria abbiano chiesto che il provvedimento in esame non venga effettivamente emanato. Ciò premesso, preannuncia, quindi, il voto fermamente contrario del suo gruppo parlamentare sulla proposta di parere della relatrice.

  Anna ROSSOMANDO (PD) desidera ringraziare, preliminarmente, la presidente e relatrice per aver predisposto una proposta di parere estremamente completa, tale da porre tutti i componenti della Commissione nelle condizioni di poter valutare compiutamente lo schema di decreto in discussione. Evidenzia come quello all'esame della Commissione sia un provvedimento lungamente atteso, che risponde alla precisa esigenza di sicurezza fortemente sentita dai cittadini e come lo stesso sia il frutto di un lavoro accurato, e non certo improvvisato, da parte di importanti esperti e studiosi. Ritiene che l'unica maniera per rispondere a tale esigenza di sicurezza sia quella di evitare che un soggetto criminale possa reiterare le proprie condotte e che il provvedimento vada proprio in quella direzione. Nel replicare al collega Molteni, ritiene che il riferimento dallo stesso fatto al «condono giudiziario» non sia assolutamente corretto e rammenta come, invece, la legge di bilancio relativa all'anno 2018 abbia istituto presso il Ministero della Giustizia il Fondo per l'attuazione della riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario, al quale è stata attribuita un'importante dotazione per incrementare le risorse umane e tecnologiche del comparto Giustizia, ed in particolare nel Corpo della polizia penitenziaria. Evidenzia, invece, come le scorse legislature siano state caratterizzate da continui tagli alle risorse e al «capitale umano», anche attraverso l'introduzione del cosiddetto «blocco del turn over». Nell'apprezzare come il collega Ferraresi abbia dato atto dell'importante lavoro svolto dalla presidente e relatrice, relativamente alle considerazioni dallo stesso espresse sul «potere di veto» del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, ritiene, invece, che una tale disposizione sarebbe senza dubbio sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale. Rammenta, infatti, che l'unico caso in cui tale parere è vincolante nel nostro ordinamento è quello dell'applicazione della pena su richiesta, non potendosi, relativamente a tutte le altre ipotesi, prevedere alcun vincolo per non intaccare l'autonomia decisionale del giudice. Nel sottolineare come il provvedimento in esame garantisca l'effettività della pena e non una sostanziale e generalizzata depenalizzazione, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere all'esame della Commissione.

  Daniele FARINA (SI-SEL-POS-LU) ritiene che il provvedimento in discussione avrebbe dovuto essere emanato già da tempo e che il suo contenuto avrebbe dovuto essere più aderente ai principi contenuti nella legge n. 103 del 2017. Nel rammentare, infatti, come la parte della delega relativa al diritto all'affettività dei detenuti, così come quella concernente il lavoro intra ed extra murario, non siano state, allo stato, ancora attuate, auspica, tuttavia, che si possa ripartire proprio dall'attuazione di tali principi nella prossima legislatura. Nel constatare con soddisfazione che la presidente e relatrice non ha accolto la richiesta formulata dal collega Ferraresi relativa al cosiddetto «potere di veto» da parte del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, fa presente che il provvedimento va in una direzione da lungo tempo attesa e, per tale ragione, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo parlamentare sulla proposta di parere all'esame della Commissione.

  Il sottosegretario Gennaro MIGLIORE desidera ringraziare la Commissione e la presidente e relatrice per l'attenta valutazione del provvedimento in titolo. Relativamente al percorso della riforma dell'ordinamento penitenziario, intende precisare che lo stesso è iniziato fin dal 2015, con gli Stati Generali sull'esecuzione penale, ed ha visto la collaborazione di esperti ed un incessante lavoro dal parte di diverse Commissioni speciali. Nel replicare all'onorevole Molteni, fa presente che la riforma Pag. 76in esame è stata predisposta nel rispetto di un impegno assunto da parte del Governo nei confronti dei cittadini e degli elettori e ritiene che una campagna elettorale non possa «sospendere» i doveri e le responsabilità assunti dall'Esecutivo. Rammenta che nel corso della XVII legislatura è stato introdotto l'istituto della messa alla prova e che lo stesso sta già producendo importanti risultati sul piano della sicurezza, sottolineando che, a seguito dell'adozione di tale istituto, l'area del controllo penale è aumentata ed è diminuita la recidiva che costituisce il primo obbiettivo per la sicurezza.

  Vittorio FERRARESI (M5S) chiede che il rappresentante del Governo fornisca i dati relativi a quanto ha testé affermato, facendo notare come gli stessi non siano, in realtà, disponibili.

  Il sottosegretario Gennaro MIGLIORE si dichiara disponibile a fornire tali dati.

  Donatella FERRANTI, presidente, nel replicare al collega Ferraresi, precisa che il lavoro statistico sull'istituto della messa alla prova è in fase di perfezionamento, ma che risulta chiaro che si va nella direzione testè indicata dal sottosegretario Migliore. Rammenta che nella proposta di parere all'esame della Commissione si è sottolineato l'avvenuto incremento delle risorse economiche assegnate al comparto Giustizia per l'attuazione della riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario, proprio per evidenziare la volontà del Governo di dotare l'Amministrazione penitenziaria delle risorse necessarie all'attuazione della riforma in discussione. Esprime, da ultimo, un sentito ringraziamento a tutti i colleghi per l'impegno che ha sempre caratterizzato lo svolgimento dei lavori della Commissione nel corso di tutta la legislatura e, da ultimo, anche per l'esame di questo provvedimento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della presidente e relatrice.

Schema di decreto ministeriale concernente modifiche al regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia 10 marzo 2014, n. 55, recante la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense.
Atto n. 499.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e conclusione – Parere favorevole con una osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 25 gennaio scorso.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, presenta e illustra una proposta di parere favorevole con una osservazione sul provvedimento in titolo (vedi allegato 2).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della presidente e relatrice.

  La seduta termina alle 16.10.

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