CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 dicembre 2017
924.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 6 dicembre 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione.

  La seduta comincia alle 14.15.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 e relativa nota di variazioni.
C. 4768 Governo, approvato dal Senato e C. 4768/I Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 dicembre 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti al provvedimento è scaduto alle 11 della giornata odierna.
  Comunica che sono state presentate proposte emendative riferite alle parti di competenza del disegno di legge (vedi allegato 1) e che tali proposte debbono ritenersi ammissibili.
  A tal proposito tuttavia fa presente che le valutazioni espresse in sede consultiva non hanno carattere definitivo e si limitano ai profili generali di ammissibilità, senza l'effettuazione di una disamina compiuta Pag. 6soprattutto dei profili dell'estraneità della materia rispetto al contenuto proprio del disegno di legge di bilancio e della idoneità e della sufficienza della compensazione indicata rispetto agli oneri recati dall'emendamento.
  Avverte, pertanto, che nel corso dell'esame presso la Commissione bilancio sarà ulteriormente valutata l'ammissibilità sia degli emendamenti approvati o respinti dalla Commissione.
  Segnala, infine, che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione bilancio ha deliberato che gli emendamenti approvati dalle Commissioni di settore, in mancanza di segnalazione da parte dei gruppi, non saranno considerati automaticamente segnalati presso la Commissione bilancio.

  Alessandro NACCARATO (PD), relatore, chiede di rinviare l'esame delle proposte emendative presentate alla seduta di domani, al fine di un necessario approfondimento che gli consenta di esprimere il proprio parere in modo compiuto.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 6 dicembre 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, e la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione del circuito chiuso.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 1o agosto 2006, n. 256, recante riorganizzazione dell'Istituto superiore di polizia.
Atto n. 473.

(Seguito esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 novembre 2017.

  Alessandro NACCARATO (PD), relatore, formula una proposta di parere favorevole con una osservazione (vedi allegato 2).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto legislativo recante determinazione dei collegi elettorali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Atto n. 480.

(Seguito esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 dicembre 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 3).

  Emanuele FIANO (PD), relatore, desidera precisare che, rispetto alla bozza trasmessa informalmente ai deputati componenti della Commissione nella serata di ieri, la sua proposta di parere appena depositata presenta alcune correzioni di carattere formale. In particolare, si sofferma sulla modifica riguardante la circoscrizione Pag. 7della Camera Campania 1, dove il collegio uninominale 02 è denominato con il suo riferimento corretto, Nola.
  Inoltre, nella parte in premessa è stato doverosamente inserito un inciso che rileva che i collegi uninominali del Senato dovrebbero tenere conto, ove possibile, delle ridefinizioni dei collegi uninominali della Camera contenute nel parere, in modo da assicurare l'omogeneità dei bacini elettorali dei due rami del Parlamento.

  Andrea CECCONI (M5S) osserva, anzitutto, sul piano del metodo, che la Commissione è stata costretta ad operare in condizioni non dignitose, peraltro in tempi ristretti e con strumenti limitati. Fa notare che in altri Paesi, tra i quali cita il Regno Unito, i collegi elettorali vengono definiti attraverso procedure ben più rispettose della democrazia. Passando al merito della proposta di parere formulata dal relatore, evidenzia che alcune delle osservazioni in esso contenute, riferite, in particolare, alle circoscrizioni Piemonte e Basilicata, propongono modifiche ingiustificate, che contrastano con il lavoro della Commissione tecnica.
  Altre osservazioni, relative alle circoscrizioni Toscana e Abruzzo, appaiono persino poco rispettose, a suo avviso, della delega legislativa, che impone di mantenere per la Camera, ove possibile, i collegi uninominali del 1993. Seppur si possa individuare, peraltro per la sola regione Abruzzo, una giustificazione di natura geografica per le modifiche proposte, ritiene che sussista, dunque, un principio normativo insito nella delega che non possa essere derogato. Fa poi notare che la proposta di parere fa riferimento solo ad alcune aree territoriali, ignorando circoscrizioni – tra le quali cita le Marche – per le quali, a rigore della logica seguita, potrebbero valere le stesse argomentazioni; si chiede, dunque, se tale impostazione non nasconda in realtà l'intento di lasciare al Senato il compito di completare l'opera, nel tentativo di fornire al Governo un quadro ancora più ampio di modifiche da apportare al provvedimento.

  Roberto OCCHIUTO (FI-PdL) ribadisce la preoccupazione che un'attività di revisione da parte del Parlamento del lavoro svolto dalla Commissione tecnica sarebbe suscettibile più di arrecare problemi che soluzioni. Il lavoro della Commissione tecnica, come detto dal suo presidente in audizione, è stato infatti complesso, svolto in un mese circa sulla base dei criteri stringenti recati dalla delega del Parlamento. In merito alle modifiche proposte dal relatore, osserva come sia difficile valutarne le conseguenze con riguardo alla compatibilità con i criteri demografici e con quelli della delega. Al proposito ricorda che tra i criteri vi è non solo quello del rispetto delle unità amministrative ma anche dei sistemi locali. A suo avviso, la situazione consiglia prudenza, che si traduce nel proporre di non modificare o di modificare limitatamente lo schema di decreto. In tutti i casi, ritiene che la proposta di parere del relatore meriti un'attenta valutazione e chiede che sia votata nella giornata di domani, anche al fine di confrontarsi con la 1 ? Commissione del Senato, impegnata nei lavori sul provvedimento in esame. Annuncia fin d'ora che il suo gruppo non è disponibile ad accettare ulteriori proposte di modifica.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che la Commissione è già convocata per domani alle 14 ma che, in assenza di lavori di Assemblea, si potrebbe ipotizzare una convocazione alle 10. Chiede ai rappresentanti dei gruppi di esprimere la loro posizione al riguardo.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) ritiene che l'attuale convocazione della Commissione, che prevede di riunirsi nella giornata di domani alle ore 10, possa essere anche confermata, purché venga assicurata una sincronia di lavori con l'altro ramo del Parlamento, chiamato a pronunciarsi anch'esso sul medesimo provvedimento. Giudica opportuno, infatti, che i due pareri parlamentari siano formulati in modo tale da non introdurre sovrapposizioni o contraddizioni. Ritiene necessario, inoltre, che non siano presentate altre Pag. 8versioni della proposta di parere, volte ad introdurre ulteriori proposte di modifica; altrimenti, sarebbe necessario, a suo avviso, beneficiare di un ulteriore lasso di tempo.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) concorda con la posizione del deputato Giancarlo Giorgetti. Ritiene in ogni caso indispensabile coordinarsi con i lavori della 1o Commissione del Senato, al fine di evitare contraddizioni nei pareri.

  Celeste COSTANTINO (SI-SEL-POS) non condivide la tesi secondo la quale dovrebbe sussistere una stretta correlazione tra il parere della Camera e quello del Senato.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) condivide il fatto di sincronizzarsi con i lavori della 1a Commissione del Senato e auspica un'apertura ulteriore al dibattito e alle proposta avanzate dai gruppi.

  Danilo TONINELLI (M5S) concorda con la proposta di riunirsi nella giornata di domani alle ore 10.

  Emanuele FIANO (PD) dichiara la disponibilità del suo gruppo verso le richieste avanzate dai colleghi intervenuti, anche se non comprende del tutto cosa significhi coordinarsi con la 1a Commissione del Senato.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, alla luce di quanto testé prospettato dai gruppi, ritiene opportuno convocare la Commissione per le ore 12 della giornata di domani, orario che consente, a suo avviso, di dare ai gruppi tempo adeguato per approfondire le questioni di merito del provvedimento, tenendo conto anche delle esigenze di un coordinamento con l'andamento dei lavori presso l'altro ramo del Parlamento.

  Celeste COSTANTINO (SI-SEL-POS) rileva che, a suo avviso, la proposta di parere del relatore non presenta grandi criticità, anche se non si spiega il motivo per cui nel caso di alcune regioni si sia optato per il mantenimento della loro integrità territoriale mentre per altre no. Il suo gruppo ha avanzato informalmente due richieste di correzione di cui una sola, riguardante l'Umbria, è stata accolta. L'osservazione non accolta, e di cui non si spiega il motivo, riguarda la suddivisione della città di Roma. Si chiede, infatti, di spostare Roma Capannelle dal collegio di Roma-Pomezia e di riportarla al quartiere Tuscolano e di spostare l'Ardeatino in Roma-Pomezia. Operando questi spostamenti, ci si mantiene nella soglia, non si creano squilibri e c’è maggiore corrispondenza tra Camera e Senato. Chiede al relatore un supplemento d'istruttoria su tale proposta.

  Domenico MENORELLO (Misto-CI-EPI) non comprende il motivo per il quale il relatore nella sua proposta si sia concentrato unicamente su problematiche di talune circoscrizioni, ignorando le criticità palesi presenti in altre, tra le quali richiama il caso del Veneto. Fa presente che, in tale circoscrizione, per quanto riguarda i collegi uninominali di Camera e di Senato, sussistono evidenti disparità, non giustificate da ragioni demografiche, geografiche o socio economiche, che premiano la provincia di Verona, a svantaggio dei territori della provincia di Padova e di Vicenza. Analoghe sperequazioni, a suo avviso, si ravvisano anche nell'ambito dei collegi plurinominali, laddove alla Camera e al Senato si è ricondotto il territorio della provincia di Rovigo, in un caso, nell'ambito della provincia di Verona, nell'altro, in quello di altre provincie, tra cui quella di Venezia, senza considerare i profondi legami di Rovigo con la provincia di Padova. Ritiene, pertanto, che il provvedimento delinei per quei territori una mappatura dei collegi lesiva dei principi costituzionali di rappresentanza e di uguaglianza del voto. Auspica, pertanto, che il relatore possa tenere conto di tali considerazioni nella sua proposta di parere, al fine di suggerire al Governo rimedi alle gravi criticità che affliggono il provvedimento in esame.

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  Danilo TONINELLI (M5S) osserva che il percorso iniziato con l'approvazione della nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, con notevoli forzature, non poteva che concludersi nel modo delineato dalla proposta di parere del relatore e, quindi, con ulteriori forzature. Ricorda come lo schema di decreto sia derivato dal lavoro di una Commissione tecnica e di una pre-Commissione, istituita con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la cui reperibilità sul sito del Governo, peraltro, è alquanto complicata. In ogni caso, si tratta di un lavoro tecnico che, con la proposta di parere del relatore, viene ora del tutto stravolto, per puro vantaggio elettorale. Invita a vedere, infatti, come la Toscana sia stata ridisegnata, con la modifica dei collegi del 1993 e, quindi, fuori dai criteri di delega. Ritiene, quindi, che il rispetto per la dignità del Parlamento indurrebbe a non richiedere alcuna modifica del lavoro svolto dalla Commissione tecnica. Dato che questo non avverrà, invita il Governo da cittadino, e non da esponente del Movimento 5 Stelle, a non accettare nessuna modifica proposta dalle Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato.

  Antonio DISTASO (Misto-DI), condividendo le considerazioni svolte dal deputato Occhiuto, auspica che il relatore spieghi i motivi per i quali ha proposto talune modifiche al provvedimento in esame, fornendo anche la documentazione necessaria per approfondire tutte le questioni in gioco. Fa notare, infatti, che, allo stato, non comprende alcune delle argomentazioni svolte, richiamando, ad esempio, quelle riguardanti la regione Basilicata.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) osserva preliminarmente che il vedere concretamente disegnati i collegi uninominale e plurinominali aumenta il giudizio critico sulla nuova legge elettorale. Infatti, in base alla legge, vengono messi insieme collegi uninominali da mezzo milione di elettori e collegi plurinominali con più di due milioni di elettori. La proposta di parere del relatore è la degna conclusione di una legislatura caratterizzata dall'approvazione di provvedimenti in base alla sola logica della convenienza della maggioranza. Proprio per questo ritiene indispensabile, e lo chiede formalmente, che siano forniti ai componenti della Commissione strumenti che permettano di verificare il rispetto dei criteri demografici e della soglie indicate dalla legge. A dimostrazione delle sue affermazioni, cita i casi di due territori a lui ben conosciuti, la Basilicata e la provincia di Salerno. In Basilicata il parere propone di togliere il collegio di Melfi a Potenza per assegnarlo a Matera, da cui Melfi dista più di un'ora e mezza di macchina. Nello stesso modo è stato attribuito il collegio di Lauria a Potenza. In Campania si propone di spostare i comuni di Mercato San Severino e Fisciano dal collegio uninominale di Battipaglia e di aggregarli a quello di Salerno. Sono interventi giustificati solo da una mera convenienza elettorale del maggiore partito della maggioranza. Ricorda infine di aver avanzato una sola proposta di modifica, relativa al territorio di Roma, che non è stata recepita per un motivo che non comprende. Se questo è il metodo che è stato scelto, a suo avviso, considerato che mancano le condizioni per approvare un parere condiviso, è meglio lasciare invariato lo schema di decreto e il lavoro svolto dalla Commissione tecnica nel rispetto dei collegi del 1993, invece di proporre modifiche come quelle che riguardano la regione Toscana che non hanno alcuna motivazione oggettiva.

  Fabio MELILLI (PD), rivolgendosi ai deputati D'Attorre e Costantino, non condivide le loro perplessità circa la definizione dei collegi della città di Roma, la cui complessità, a suo avviso, non può essere ricomposta con una semplice operazione di ricongiungimento di aree urbane. Fa notare, piuttosto, che la scelta operata dalla Commissione tecnica – peraltro analoga ad altre decisioni riguardanti Pag. 10ulteriori territori ricompresi nei comuni vicino a Roma – è stata quella di considerare i forti legami con la provincia di talune zone della periferia a sud e a nord di Roma, mantenendo i necessari equilibri demografici. Fa notare che, semmai, alcuni rilievi potrebbero essere mossi con riferimento ad altre aree territoriali, laddove, ad esempio, si è preferito indebolire la provincia di Viterbo, spostando alcuni comuni nel collegio di Civitavecchia. Evidenziata, dunque, la necessità di salvaguardare l'unità amministrativa della provincia di Viterbo, svolge, da ultimo, una considerazione di natura generale, sul ruolo primario che dovrebbe rivestire il Parlamento nella definizione dei collegi elettorali, da portare a compimento, a suo avviso, anche attraverso una diretta consultazione delle popolazioni interessate.

  Roger DE MENECH (PD) ricorda la posizione favorevole del suo gruppo al cosiddetto Mattarellum, al quale in parte si avvicina la nuova legge elettorale, anche se sarebbe potuto essere maggiore il numero di collegi uninominali. In ogni caso è indubbio che venga rispristinato il rapporto tra eletto ed elettori. Riguardo alla sua regione, il Veneto, osserva che alcuni collegi del 1993 erano sopra soglia e questo ha reso necessario l'intervento della Commissione tecnica, con un risultato tutto sommato equilibrato e difficilmente migliorabile che ha cercato, nei limiti del possibile, di mantenere l'integrità delle province. Per questo nella proposta di parere non sono state formulate osservazioni al riguardo.

  Andrea CECCONI (M5S), intervenendo per una precisazione, fa notare che alcune delle osservazioni svolte dal relatore nella sua proposta di parere, relative ad esempio alle circoscrizioni Toscana e Marche, mirano a modifiche che assicurerebbero una ricomposizione solo parziale dell'armonia territoriale di alcune zone, penalizzando determinate aree della circoscrizione rispetto ad altre e facendo perdere importanza alla capacità di rappresentanza di quei cittadini. Fa inoltre notare che, in relazione ai collegi plurinominali, talune delle modifiche proposte, mirando a costituire collegi piccoli ai quali attribuire 5 seggi, in controtendenza rispetto a quanto indicato nella delega, rischiano di penalizzare certi territori, in ragione del probabile verificarsi di uno scostamento rispetto ai criteri di delega. Ritiene, in conclusione, che sia preferibile non incidere sul contenuto del provvedimento, piuttosto che apportare modifiche potenzialmente dannose.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) desidera precisare che, con la sua proposta riguardo alla città di Roma, lo scostamento è di 600.000 e non di 800.000 cittadini e che si tratta di un accorpamento in un'area omogenea.

  Andrea GIORGIS (PD) ritiene ragionevole l'osservazione della proposta di parere del relatore relativa alla circoscrizione del Senato Piemonte, facendo notare che la ridefinizione dei collegi uninominali di quelle aree, lungi dal perseguire nascoste finalità politiche, appare necessaria al fine di ricondurli negli ambiti territoriali a loro più vicini dal punto di vista storico, geografico ed economico.
  Osserva, infatti, che si tratta di zone che, seppur contigue, appaiono morfologicamente divise da catene montuose, non apparendo ragionevole ricomporle nell'ambito del medesimo collegio uninominale.

  Pino PISICCHIO (Misto), nel ribadire il suo giudizio complessivamente positivo sullo schema di decreto e sul lavoro del relatore e pur comprendendo le esigenze di rispetto dei criteri demografici, desidera porre in evidenza una discrasia che riguarda la sua regione, la Puglia. Il comune di Monopoli, una cittadina di 45.000 abitanti, che viene accorpato in un caso a Brindisi e in un altro a Bari. A suo avviso, andrebbe tenuto conto in questo caso anche della peculiarità storica.

  Gregorio FONTANA (FI-PdL) fa notare che il provvedimento in esame, caratterizzato Pag. 11da una evidente complessità, è stato elaborato dalla Commissione tecnica e dal Governo dopo un periodo intenso di lavoro e con il supporto di una strumentazione documentale di cui la Commissione, al momento, non ha la disponibilità. Sottolinea, pertanto, la necessità di una riflessione ulteriore, al fine di svolgere i necessari accertamenti tecnici, anche attraverso l'impiego di adeguati supporti documentali, sulle modifiche suggerite dal relatore nella sua proposta di parere, rispetto alle quali si augura vengano fornite motivazioni tecniche e non politiche.

  Cristian INVERNIZZI (LNA) chiede se è possibile ipotizzare i tempi in cui saranno messi a disposizione dei componenti della Commissione gli strumenti per valutare la proposta di parere del relatore, comprese le tabelle con le percentuali di variazione dello spostamento di popolazione conseguente alle proposte di modifica.

  Dore MISURACA (AP-CpE-NCD) auspica che il relatore possa includere nella sua proposta di parere un riferimento all'esigenza di modificare il provvedimento nel senso di spostare – per quanto riguarda i collegi uninominali della Camera nell'ambito della Circoscrizione Piemonte 1 – i comuni di Baldissero Torinese e Pino Torinese dal collegio 07 di Settimo Torinese al collegio 08 di Moncalieri, al quale ritiene siano tradizionalmente più legati, riportando in equilibrio i valori demografici di quei territori.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, ringrazia i deputati intervenuti per le osservazioni poste.
  Osserva preliminarmente di aver avuto a disposizione per il suo lavoro tutti gli strumenti necessari per un'analisi incrociata di dati. Questo gli permette di assicurare che tutte le proposte di modifica avanzate rientrano nel perimetro dei criteri di delega. Nel replicare al deputato Toninelli, osserva come le modifiche proposte non riguardano tutto lo schema di decreto, ma solo 17 configurazioni territoriali su 445 complessive, una percentuale del 3 per cento. Ancora più bassa è poi la percentuale dei comuni interessati dalle modifiche. Sottolinea al proposito come molto più copiose erano le proposte avanzate informalmente dai gruppi o da singoli deputati. Rileva come a molte delle questioni poste, tra cui quella riguardante il Piemonte posta dal deputato Cecconi e quella concernente la città di Roma, posta tra gli altri dal deputato D'Attorre, abbiano già risposto in modo esauriente alcuni deputati intervenuti, tra cui il deputato Melilli. Nel replicare al deputato Menorello, osserva di non aver potuto prendere in considerazione le sue proposte in quanto erano prive della misurazione della popolazione coinvolta dagli spostamenti e, inoltre, erano fuori dai criteri di delega.
  Nel replicare al deputato Cecconi, sottolinea come tra i criteri di delega, il rispetto dei collegi del 1993 è indicato con la locuzione «ove possibile», e come abbia il fine metodologico di assicurare la coerenza tra i bacini elettorali della Camera e del Senato. Osserva, peraltro, che nello schema di decreto tale metodo è stato derogato per la regione Toscana e da qui nasce la sua proposta che riguarda quel territorio. La motivazione delle sue proposta di modifica è quindi quella di risolvere le discrasie tra Camera e Senato e di cercare di riportare i comuni all'interno delle province di appartenenza. Sottolinea, infatti, replicando alle osservazione del deputato D'Attorre in relazione alla regione Basilicata, che in quella regione, dove i collegi uninominali sono tre in meno rispetto al 1993, si propone di riportare i comuni della provincia di Potenza all'interno del territorio della medesima provincia. Nel garantire al deputato Misuraca che valuterà le sue osservazioni, ribadisce al contempo la volontà, concorde con le posizioni espresse da vari deputati in rappresentanza dei propri gruppi, di non apportare ulteriori richieste di modifica alla propria proposta di parere.

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  Celeste COSTANTINO (SI-SEL-POS) ritiene che il relatore non abbia risposto in maniera adeguata alla questione da lei posta con riferimento alla definizione dei collegi della città di Roma, facendo notare che neanche il deputato Melilli ha fornito elementi tecnici in grado di giustificare le scelte operate nel provvedimento. Auspica che il relatore ci ripensi e includa un'osservazione su tale tema nella sua proposta di parere.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.55.

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