CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 16 novembre 2017
911.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 65

RISOLUZIONI

  Giovedì 16 novembre 2017. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli.

  La seduta comincia alle 9.05.

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7-00934 Patrizia Maestri: Iniziative per tenere conto, ai fini dell'accesso al pensionamento, delle differenti aspettative di vita e per inserire tra le categorie di lavoratori impegnati in attività usuranti anche gli operatori socio-sanitari.
7-00983 Rizzetto: Revisione della normativa che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile in relazione all'incremento dell'aspettativa di vita.
7-01092 Ciprini: Iniziative volte a rivedere la normativa che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile in relazione all'incremento dell'aspettativa di vita e ampliamento delle attività considerate usuranti al fine del riconoscimento di benefici previdenziali.
7-01311 Martelli: Iniziative in materia di adeguamento dei requisiti pensionistici in relazione all'incremento dell'aspettativa di vita.
7-01325 Tripiedi: Iniziative volte a rivedere il sistema di adeguamento dei requisiti per l'accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.
7-01354 Gnecchi: Rinvio dell'adozione del provvedimento di adeguamento dei requisiti per l'accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.
7-01373 Airaudo: Iniziative per sospendere fino al 31 dicembre 2022 il procedimento di adeguamento dei requisiti per l'accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni 7-00934 Patrizia Maestri, 7-00983 Rizzetto, 7-01092 Ciprini, 7-01311 Martelli, 7-01325 Tripiedi, 7-01354 Gnecchi e 7-01373 Airaudo, rinviata, da ultimo, nella seduta del 7 novembre 2017.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricordato che, nella seduta del 7 novembre, i gruppi si sono pronunciati a favore della predisposizione di un testo unificato delle diverse risoluzioni, fa presente che ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo.

  La sottosegretaria Franca BIONDELLI, riconoscendo il grande impegno profuso dalla Commissione sul tema della revisione dei meccanismi di adeguamento dei requisiti per l'accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita, fa presente che il Governo non è allo stato in condizione di esprimere un parere compiuto sulle risoluzioni in discussione e su un eventuale testo unificato dei medesimi atti di indirizzo, considerando che è ancora in corso il confronto con le organizzazioni sindacali. Solo all'esito di tale confronto e alla luce dell'accordo che verrà raggiunto, infatti, sarà possibile per l'Esecutivo esprimere più compiutamente il suo avviso sulle risoluzioni in discussione.

  Marialuisa GNECCHI (PD), consapevole dell'importanza del confronto in corso tra Governo e organizzazioni sindacali e in attesa del suo esito, previsto per i prossimi giorni, riconosce che sul tema della necessità di correggere il vigente meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita si sono fatti molti e significativi passi avanti, grazie anche all'impegno della Commissione lavoro della Camera dei deputati. Pensa, ad esempio, all'individuazione di alcune attività gravose e pesanti e alla connessa introduzione dell'istituto dell'APE sociale che permette, a determinate condizioni, di accedere al pensionamento ad età inferiori rispetto a quella prevista in via ordinaria. Si tratta di disposizioni introdotte con la legge di bilancio per il 2017, che hanno incontrato notevoli difficoltà di attuazione, che si stanno risolvendo, seppur con notevole ritardo. Ripercorre, quindi, l'impegno della Commissione sul tema, ricordando che, già all'indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 30 gennaio 2014 del decreto direttoriale che ha disposto l'innalzamento dell'età pensionabile a decorrere dal 1o gennaio 2016, in risposta a una specifica interrogazione a risposta immediata da lei presentata, il rappresentante Pag. 67del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in data 8 gennaio 2015, ammetteva l'importanza della questione posta, giudicandola degna di approfondimento ed, evidenziando la necessità di uno studio condiviso con gli altri uffici interessati sotto il profilo tecnico e finanziario, faceva presente che l'INPS si era dichiarato disponibile ad effettuare un approfondimento finalizzato a valutare la possibilità di diversificare il criterio di adeguamento dell'aspettativa di vita in base alle specifiche caratteristiche dell'attività lavorativa. Elenca, quindi, tutti gli atti di sindacato ispettivo e di indirizzo presentati nel corso della legislatura da tutti i gruppi, che testimoniano l'attenzione dei commissari sulla necessità di intervenire, a prescindere dall'accelerazione impressa alla discussione nell'ultimo anno. Sottolinea, inoltre, che sono ormai numerosi gli studi che dimostrano la correlazione tra l'attività lavorativa svolta e l'aspettativa di vita. Ricorda, a tale proposito, che lo stesso rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, rispondendo a una sua interrogazione lo scorso 19 gennaio, ha fatto riferimento ad uno studio coordinato dall'Ordine nazionale degli attuari, cui l'INAIL ha contribuito fornendo i dati che consentono di verificare l'andamento della mortalità e della durata di vita nel periodo 1996-2001 nei percettori di rendita per inabilità permanente da infortunio sul lavoro o malattia professionale in rapporto alla platea della popolazione complessiva. Richiama, poi, gli specifici approfondimenti condotti dal collega Tripiedi con riferimento ai lavoratori edili, dalla collega Casellato con riferimento ai maestri, dalla collega Albanella con riferimento ai lavoratori in altezza e dalla collega Di Salvo, con riferimento ai macchinisti, ricordando altresì l'interrogazione a risposta immediata svolta dal collega Rizzetto nello scorso mese di luglio. Osserva che anche un'organizzazione sindacale come la UIL ha pubblicato recentemente uno studio sulla durata media della quiescenza, mettendo a confronto i dati italiani con quelli europei, mentre l'Ufficio parlamentare di bilancio ha approfondito il tema della flessibilità in uscita, confrontando diversi casi nazionali. In particolare, da tale ultimo studio è emerso che l'Italia è l'unico Paese in cui è previsto un requisito unico di età per il pensionamento, a prescindere dall'anno di nascita del lavoratore e che in Germania, in particolare, l'età di pensionamento a 67 anni si raggiungerà solo nel 2030. L'ISTAT, a sua volta, ha dimostrato, attraverso i dati, che vi è una stretta correlazione anche tra l'aspettativa di vita e il livello di istruzione del singolo. Da tale elencazione, pertanto, risulta che, nonostante gli impegni presi, solo l'INPS, l'unico che, grazie alla base dati di cui dispone, potrebbe dare un contributo definitivo alla discussione, non ha prodotto alcuno studio o rapporto da cui trarre le necessarie indicazioni per la decisione. Osserva che l'innalzamento dei requisiti non interessa solo l'accesso al pensionamento, ma anche l'età per fruire dell'assegno sociale: si tratta di una distorsione, a suo avviso, contraria al valore che la Costituzione, all'articolo 1, attribuisce al lavoro, mezzo di nobilitazione dell'individuo e non di usura e consunzione. È consapevole del fatto che la prossima scadenza della legislatura non consentirà di adottare tutti gli interventi che sarebbero necessari e auspica che, nella prossima, l'impegno sia volto, in particolare, alle donne, che più hanno pagato il prezzo delle riforme che si sono succedute negli ultimi anni.
  Alla luce, quindi, del lavoro già svolto dalla Commissione e in considerazione del fatto che tutte le risoluzioni in discussione oggi hanno lo scopo di sostenere politicamente il confronto in atto tra il Governo e le organizzazioni sindacali, ritiene che la Commissione possa accogliere l'invito della sottosegretaria a rinviare il voto su un testo unificato.

  Giorgio AIRAUDO (SI-SEL-POS) ritiene che le risoluzioni in discussione acquisteranno senso solo se saranno in grado di influire sul corso del negoziato tra Governo e organizzazioni sindacali in atto. Per questo, se comprende la richiesta della sottosegretaria di rinviare il voto su un Pag. 68testo unificato, non comprende perché la Commissione debba accettarla. Una risoluzione unitaria conferirebbe grande peso alla posizione delle organizzazioni sindacali che intendono bloccare il meccanismo di adeguamento alla speranza di vita dell'età per l'accesso al pensionamento. Esprimendo, quindi, il suo dubbio sul fatto che il confronto in atto avrà esito positivo, si dice convinto che il tema non potrà dirsi esaurito con le decisioni che verranno prese a breve, in quanto qualunque Governo succederà a quello attualmente in carica necessariamente dovrà mettere mano al sistema pensionistico, per rimediare agli errori che negli ultimi anni sono stati commessi.

  Walter RIZZETTO (FdI-AN), dando atto alla sottosegretaria Biondelli dell'impegno sempre profuso, ancora di più dopo che il numero dei sottosegretari del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per ragioni a suo avviso politiche, si è andato via via riducendo nel corso della legislatura, si dichiara pessimista sull'andamento della trattativa, dal momento che, a suo giudizio, è il Governo che guida il confronto. Del resto, sia il Ministro del lavoro e delle politiche sociali sia il Ministro dell'economia e delle finanze hanno più volte affermato di considerare il meccanismo dell'adeguamento alla speranza di vita dei requisiti pensionistici il pilastro del sistema e, come tale, intoccabile. Anche la data della conclusione della trattativa è più volte slittata e ora è prevista per sabato prossimo. Entrando, quindi, nel merito dell'argomento, non condivide il disegno di enucleare singole categorie di attività da sganciare dall'adeguamento alla speranza di vita, perché ciò creerebbe divisioni tra i lavoratori. Meglio sarebbe, a suo avviso, superare completamente il meccanismo anche attraverso la votazione di un testo unificato delle risoluzioni già nella seduta di oggi, perché è aberrante, a suo giudizio, che il legislatore sia ostaggio di condizionamenti esterni.

  Anna GIACOBBE (PD) ritiene che non si possa non considerare la richiesta avanzata dalla rappresentante del Governo, tenendo conto del fatto che la Commissione segue con grande attenzione e fiducia il confronto in corso tra Esecutivo e sindacati. Ritiene, però, doveroso precisare che non si tratta di una delega delle decisioni in materia, in quanto sarà il Parlamento che dovrà pronunciarsi sugli esiti del confronto che si sta svolgendo in questi giorni, allorché dovrà esaminare il disegno di legge di bilancio per l'anno 2018. Quanto al merito del dibattito in corso, evidenzia che dovrebbe approfondirsi con attenzione il tema dell'individuazione delle categorie per le quali prevedere un'esclusione del meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita, accompagnando tale approfondimento alla proroga, almeno fino all'anno 2019, del regime sperimentale dell'APE sociale. Ritiene, inoltre, che si debba considerare con attenzione che diversi degli studi condotti in materia evidenziano che l'aspettativa di vita non è condizionata solo dai lavori svolti, ma anche dalle condizioni economiche e dai tassi di istruzione.

  Patrizia MAESTRI (PD), riconoscendo l'impegno assiduo della sottosegretaria Biondelli, si dichiara consapevole dell'importanza di attendere l'esito della trattativa in corso tra Governo e organizzazioni sindacali, anche se non si sente ottimista sui risultati che ne scaturiranno. Riconoscendo l'impegno della Commissione sul tema, che accomuna tutti i gruppi, esprime la sua preoccupazione perché, in assenza di correttivi, nel 2019 l'Italia sarà il Paese con la più alta età minima di accesso al pensionamento. Osserva che il tentativo di fermare il meccanismo di adeguamento dei requisiti non necessariamente comporta conflitti tra le generazioni, come da più parti accusato, e non è dimostrazione di una volontà conservatrice e immobilista. Ricorda di essersi impegnata in modo particolare per ottenere il riconoscimento del carattere di particolare gravosità all'attività prestata dalle operatrici socio-sanitarie, le cui domande di accesso all'APE sociale sono state respinte per la Pag. 69mancanza del requisito della copertura dell'INAIL. Nella consapevolezza del prossimo scadere della legislatura, si augura che le decisioni concrete siano assunte nella prossima e che si allarghi l'interesse ad altre categorie di lavoratori, come, ad esempio, gli autisti soccorritori, ovvero i conducenti delle ambulanze, i quali, in diverse regioni, tra cui l'Emilia Romagna, non possono continuare a guidare oltre i 65 anni di età, nonostante che l'accesso al pensionamento sia consentito ad età più avanzate. Pertanto, pur rispettando le esigenze del Governo, non può ritenersi soddisfatta dell'attuale stato delle cose.

  Marco MICCOLI (PD), pur ritenendo che sarebbe stato preferibile votare già nella seduta odierna un testo unificato delle risoluzioni per aggiungere peso politico al confronto in corso, ritiene che la richiesta di rinvio del Governo sia da accogliere per il rispetto dovuto all'impegno profuso dalle parti. Analoga sensibilità sarebbe, a suo giudizio, da pretendere dal presidente dell'INPS, che, al contrario, non si è astenuto nemmeno oggi dall'ennesima dichiarazione iperbolica, resa in un'intervista a un quotidiano in edicola stamani, sul costo dell'eliminazione del meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita, da lui stimato in circa 140 miliardi di euro. Si tratta di un atteggiamento che non aiuta la discussione e, anzi, potenzialmente può danneggiarla. Ritiene, quindi, che debba essere chiaro che, se oggi la Commissione sceglierà di rinviare il voto su un testo unitario delle risoluzioni, lo farà non perché condizionata dalle dichiarazioni del presidente dell'INPS, ma per aderire alla richiesta del Governo di lasciare terminare il confronto con le organizzazioni sindacali.

  Ernesto AUCI (SC-ALA CLP-MAIE) ritiene opportuno aspettare la fine delle trattative prima di votare un testo unitario delle risoluzioni in discussione. Venendo, quindi, al merito della questione, tiene a ricordare che il Governo è, a suo avviso, l'unico soggetto, tra le parti in causa, a tenere conto della necessità di verificare la sostenibilità del sistema pensionistico e la compatibilità delle decisioni che si vogliono prendere con le generali esigenze della finanza pubblica, parametri di cui nessuna delle risoluzioni in discussione tiene conto. A suo avviso, al contrario, sarebbe opportuno destinare le scarse risorse finanziarie disponibili a obiettivi che consentano di sostenere la crescita economica, in via di consolidamento. Il rischio è quello di perdere di vista i principi fondamentali alla base della società, in quanto, come recita l'articolo 1 della Costituzione, l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro non sulle pensioni. Ricorda che la necessità di intervenire sul sistema pensionistico, in modo anche dettato dall'urgenza della situazione, è dipesa proprio dal fatto che nel passato molte delle decisioni assunte hanno avuto un corto respiro e non si è tenuto conto dei moniti che provenivano da più parti. Per questo, alla fine, quando la questione è divenuta ineludibile si è messo mano al sistema pensionistico in maniera drastica e, forse, affrettata, in un momento nel quale, tuttavia, rimandare ulteriormente l'assunzione di decisi correttivi non sarebbe più stato possibile. Consapevole della necessità di rivedere alcuni meccanismi, tra cui quello dell'adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita, il legislatore è intervenuto, introducendo istituti, quali l'anticipo pensionistico, sociale e volontario, che, di fatto, permettono l'accesso al pensionamento ad età inferiori. Sarebbe preferibile, a suo avviso, lavorare su tali istituti, estendendoli a selezionate categorie di attività, che, oggettivamente, non possono essere esercitate ad età avanzate, ma, in generale, oggi è ben possibile esercitare l'attività lavorativa fino a 70 anni, tenendo comunque ben distinto il requisito minimo stabilito dalla legge dall'età reale a cui mediamente in Italia si accede al pensionamento, che si aggira oggi intorno ai 62 anni.

  Davide TRIPIEDI (M5S) fa osservare al collega Auci che, al di là delle questioni economiche, al momento di assumere le decisioni è necessario considerare il fattore Pag. 70umano, mentre i tecnici tendono a ridurre le persone a numeri. Venendo al merito della questione, è ormai assodato che bisogna tenere conto che ad attività diverse corrispondono aspettative di vita diverse e auspica che il tema sia approfondito, anche in un apposito tavolo tecnico. Intende, quindi, ricordare che anche in questa Commissione siedono rappresentanti di gruppi che hanno votato le misure che oggi si vogliono correggere e che non aiutano la causa dei lavoratori nemmeno le estemporanee dichiarazioni del presidente dell'INPS, che, evidentemente, pensa di dovere svolgere un ruolo politico che non gli spetta. In ogni caso, ritiene che la Commissione debba votare già nella seduta odierna un testo unificato delle risoluzioni in discussione per dare un maggiore impulso alla trattativa, spingendola verso un risultato positivo. Infatti, dal blocco del Parlamento le organizzazioni sindacali non possono trarre beneficio nella loro interlocuzione con il Governo.
  Chiede, pertanto, alla sottosegretaria Biondelli di riconsiderare il proprio orientamento in modo da consentire il voto sulle risoluzioni, che si fondano sulla necessità di reintrodurre finalmente nel sistema pensionistico il principio di equità.

  Cesare DAMIANO, presidente, associandosi ai ringraziamenti formulati dai colleghi alla sottosegretaria Biondelli, concorda con il collega Tripiedi sul fatto che il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita è stato introdotto e, successivamente, affinato da Governi del centrodestra. Ricorda anche che la situazione si è consistentemente aggravata quando si è scelto, a suo giudizio in modo sconsiderato, di superare il sistema delle quote, derivanti dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva, introdotto dal Governo in cui era Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Evidenzia, infatti, che con tale sistema, l'età del pensionamento era di 62 anni e non di 66 anni e 7 mesi. Riconosce di avere dovuto adeguarsi alle necessità di scongiurare una crisi finanziaria come quella della Grecia votando nel 2011, come del resto il collega di partito Bersani, la manovra contenuta nel decreto-legge n. 201 del 2011, approvata essenzialmente per ragioni di equilibrio di bilancio, ma ricorda anche di essersi poi impegnato attivamente per la correzione di storture, a volte dovute ad interpretazioni amministrative non condivisibili del dettato normativo, che sono emerse con la progressiva applicazione della nuova disciplina.
  Tra le incongruenze da correggere c’è, a suo avviso, anche l'adeguamento alla speranza di vita, che si applica in modo indistinto a tutte le tipologie di attività. Come la maggior parte dei colleghi, non è per il suo totale superamento e, per questo, trova inaccettabile che il presidente dell'INPS comunichi stime di costi iperbolici, come a voler contrastare un tentativo di addossare i costi di una decisione del genere alla collettività. Ma, in ogni caso, il sistema pensionistico ha pagato e pagherà un importante tributo al risanamento dell'economia italiana, come dimostra il periodico rapporto della Ragioneria generale dello Stato, che quantifica in circa 900 miliardi di euro, pari al 60 per cento del prodotto interno lordo, i risparmi cumulati nel periodo fino al 2060 grazie alle riforme che si sono succedute a partire dal 2004. A suo avviso, non può quindi essere accettato il tentativo di fare politica diffondendo dati non corredati dalle necessarie spiegazioni, senza contare che sarebbe opportuno scorporare dal dato della spesa pensionistica, cui le istituzioni europee fanno riferimento quando chiedono interventi restrittivi, gli effetti fiscali, che ammontano a circa 50 miliardi di euro, senza i quali la spesa pensionistica italiana sarebbe allineata alla media dell'Unione europea. Si dichiara consapevole del fatto che la Commissione è costretta a confrontarsi con istituzioni che mandano precisi messaggi politici, dalla Banca d'Italia, alla Corte dei conti e all'INPS, sottolineando come sia giusto in questa fase concentrarsi sugli strumenti che, come ha fatto notare il collega Auci, già attualmente permettono, a determinate condizioni, l'accesso anticipato al pensionamento. Ricorda, infatti, l'ampio confronto Pag. 71volto a consentire il completamento della sperimentazione relativa alla cosiddetta «opzione donna», reso necessario dalla presenza di una interpretazione amministrativa fortemente restrittiva e i risultati raggiunti con riferimento ai lavori usuranti, per i quali il meccanismo di adeguamento all'aspettativa di vita è stato disattivato fino al 2025 con la legge di bilancio 2017. Osserva, in ogni caso, che molta strada rimane da fare, richiamando – a titolo meramente esemplificativo – ulteriori categorie di lavoratori che operano in condizioni faticose o disagiate, di cui ha personale conoscenza, come i lavoratori impiegati sui vaporetti nella laguna veneta e gli operai delle fabbriche di ceramica di Civita Castellana.
  Conclusivamente, preso atto della richiesta di rinvio della votazione formulata dalla rappresentante del Governo e considerato che tale richiesta è stata accolta dalla maggioranza della Commissione, ritiene che vi siano le condizioni per il rinvio del seguito della discussione delle risoluzioni ad altra seduta.

  Walter RIZZETTO (FdI-AN) ribadisce la richiesta di procedere già oggi alla votazione delle risoluzioni, non essendovi ostacoli di carattere regolamentare.

  Cesare DAMIANO, presidente, osserva che la rappresentante del Governo ha segnalato di non essere in grado di esprimere il parere sulle risoluzioni in discussione nella seduta odierna, chiedendo conseguentemente un rinvio, sul quale si è espressa favorevolmente la maggioranza dei gruppi presenti. Rinvia, quindi, il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.15.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 16 novembre 2017. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli.

  La seduta comincia alle 10.15.

5-12577 Lombardi: Consiglio di amministrazione del Fondo nazionale di previdenza per i lavoratori del giornale quotidiano «Fiorenzo Casella» e rinnovo del contratto collettivo dei lavoratori poligrafici.

  La sottosegretaria Franca BIONDELLI risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Claudio COMINARDI (M5S), intervenendo in sede di replica in qualità di sottoscrittore dell'atto di sindacato ispettivo, si dichiara insoddisfatto della risposta della rappresentante del Governo. Nel sottolineare l'uso spesso troppo disinvolto del denaro versato nei fondi pensionistici, che rappresenta una patologia del nostro sistema previdenziale, evidenzia che i lavoratori sopportano sacrifici per mettere da parte risorse da utilizzare al momento del pensionamento, che spesso subiscono drastiche svalutazioni o riduzioni incomprensibili a causa della cattiva gestione dei fondi stessi. Ritiene, in proposito, che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali dovrebbe svolgere con maggiore efficacia il proprio ruolo di vigilanza, in quanto troppo spesso si ha notizia di casi in cui non sono stati rispettati i basilari principi di trasparenza e di informazione nei confronti degli iscritti, che ignorano in molti casi gli investimenti finanziati con il proprio risparmio previdenziale.
  Ritiene che il conflitto di interessi del Fondo «Casella» sia emblematico di un sistema che gode di una sostanziale immunità, nel quale agli editori si è garantito di non versare i contributi, con la conseguente creazione di un «buco» di circa sedici milioni di euro. A tale situazione hanno contribuito, a suo avviso, i sindacati, che hanno consentito, in sostanza, lo smantellamento del Fondo, costituito anche grazie alle rinunce compiute dai lavoratori in occasione dei rinnovi contrattuali. Pag. 72
  Sottolinea che la crisi del Fondo ha inizio nella seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso e che già nel 2004, in un'indagine conoscitiva svolta presso il Senato con riferimento al reperimento delle risorse pubblicitarie dei mezzi di comunicazione di massa, era emerso che il Fondo era destinatario di diversi interventi di sostegno finanziario da parte del Governo al fine di tutelare gli iscritti, che, tuttavia, fino al 2013 non hanno avuto notizia delle preoccupanti perdite di bilancio dell'ente. Osserva, del resto, che in circa vent'anni le Istituzioni competenti non hanno adottato i necessari interventi e che, pertanto, è necessario che ora si diano risposte cristalline agli iscritti al Fondo, anche con riferimento alle sue prospettive future.

5-12665 Baruffi: Tutela dei lavoratori impiegati presso lo stabilimento della società Castelfrigo di Castelnuovo Rangone (Mo).

  La sottosegretaria Franca BIONDELLI risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Davide BARUFFI (PD) osserva che la risposta fornita dalla rappresentante del Governo, che contiene un vero e proprio bollettino di guerra, testimonia in modo evidente la gravità della situazione denunciata nella sua interrogazione e già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo nel corso della presente legislatura. Invita, in particolare, a considerare la condizione di particolare debolezza dei lavoratori coinvolti nelle vicende denunciate, che prestano la propria opera per orari molto lunghi in condizioni particolarmente disagevoli e faticose, spesso alle dipendenze di società cooperative che aprono e chiudono a ritmo rapidissimo. Rileva, inoltre, che in molti casi si tratta di lavoratori stranieri che, dovendo rinnovare il proprio permesso di soggiorno, sono sottoposti a fortissime pressioni per poter continuare a lavorare. Con specifico riferimento alla vicenda affrontata dalla sua interrogazione, auspica che si trovi una soluzione che garantisca la tutela dei centoventisette lavoratori interessati e che alla seconda riunione del tavolo partecipino tutte le parti coinvolte. Ritiene, inoltre, importante che si svolgano i necessari approfondimenti circa l'abuso della forma giuridica cooperativa.

  Cesare DAMIANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 10.30.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 16 novembre 2017. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali Franca Biondelli.

  La seduta comincia alle 10.30.

Modifiche alla legge 20 maggio 1970, n. 300, e altre disposizioni concernenti la tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento illegittimo.
C. 4388 Laforgia e C. 4610 Airaudo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 novembre 2017.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricordato che nella seduta del 15 novembre scorso si è esaurito l'esame delle proposte emendative presentate, avverte che sono pervenuti ulteriori pareri delle Commissioni competenti in sede consultiva, segnalando in particolare che la I Commissione ha espresso parere favorevole, mentre la II e la X Commissione hanno espresso parere contrario. Fa presente, altresì, che la V Commissione, che ha avviato l'esame della proposta di legge nella giornata di ieri, esprimerà il proprio parere direttamente all'Assemblea. Ricorda, infine, che nella seduta di ieri si era già dato conto dei nulla osta espressi dalla XIV Commissione Pag. 73e dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  Preso atto dei pareri espressi, alla luce di quanto prospettato dalla relatrice nella seduta di ieri, pone in votazione la proposta di conferire alla deputata Titti Di Salvo il mandato a riferire in senso contrario in Assemblea sul provvedimento in esame.

  Giorgio AIRAUDO (SI-SEL-POS), nel preannunciare la presentazione di una relazione di minoranza, a nome del proprio gruppo, ribadisce che costituisce un errore grave non affrontare i temi oggetto delle proposte di legge in discussione, scambiando la ricostituzione dei diritti con un'ipotesi di modesto incremento dei risarcimenti in caso di licenziamento illegittimo. Ritiene, comunque, che questi argomenti potranno essere ulteriormente sviluppati nel corso dell'esame in Assemblea.

  Davide TRIPIEDI (M5S) prende atto con rammarico dell'orientamento espresso dalla relatrice e dalla maggioranza e auspica che in Assemblea si possa svolgere una discussione effettiva sulle proposte dei diversi gruppi politici.

  La Commissione delibera di conferire alla deputata Titti Di Salvo il mandato a riferire in senso contrario in Assemblea sul testo del provvedimento.
  Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Cesare DAMIANO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 10.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 16 novembre 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.40 alle 10.45.

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