CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 ottobre 2017
895.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

  Mercoledì 18 ottobre 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Antonio Gentile.

  La seduta comincia alle 8.50.

5-09793 Pinna: Contrasto al telemarketing selvaggio.

  Il sottosegretario Antonio GENTILE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Paola PINNA (PD), replicando, prende atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo.

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5-09852 Ricciatti: Pratiche anticoncorrenziali nella vendita dei biglietti per i concerti.

  Il sottosegretario Antonio GENTILE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Lara RICCIATTI (MDP), replicando, prende atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo.

5-11542 Cimbro: Tutela dei soci delle società cooperative.

  Il sottosegretario Antonio GENTILE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Eleonora CIMBRO (MDP), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta articolata che chiarisce sostanzialmente la maggioranza degli aspetti contenuti nell'interrogazione presentata. Auspica quindi che vi sia a breve, possibilmente prima della fine di questa legislatura, la conferma della disponibilità ad aprire un tavolo di confronto fra le parti volto ad individuare soluzioni per il risanamento della cooperativa Unacoop.

5-12088 Crippa: Partecipazione delle regioni ai processi decisionali relativi alle concessioni dei titoli minerari.

  Andrea VALLASCAS (M5S) dichiara di aver sottoscritto l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Antonio GENTILE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Andrea VALLASCAS (M5S), replicando, prende atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo.

5-12112 Miccoli: Piano industriale della società farmaceutica Alfasigma e tutela occupazionale.

  Eleonora CIMBRO (MDP) dichiara di avere sottoscritto l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Antonio GENTILE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Eleonora CIMBRO (MDP), replicando, prende atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo e sollecita l'apertura di un tavolo di crisi presso il Ministero dello sviluppo economico al fine di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.15.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 18 ottobre 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Antonio Gentile.

  La seduta comincia alle 9.15.

7-01298 Vallascas: Cooperazione rafforzata tra Stati membri dell'Unione europea nel settore della sicurezza di alcuni prodotti di consumo.
7-01356 Galgano: Iniziative a favore del «made in» dei prodotti di consumo non alimentari.
7-01361 Ricciatti: Iniziative a favore del «made in» dei prodotti di consumo non alimentari.
(Discussione congiunta e conclusione – Approvazione delle risoluzioni n. 7-01298, 8-00264 e 8-00265).

  Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che sono state assegnate alla Commissione le risoluzioni n. 7-01356 Galgano e n. 7-01361 Ricciatti che, vertendo sulla stessa materia, saranno discusse congiuntamente alla risoluzione n. 7-01298 Vallascas.

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  Adriana GALGANO (Misto-CIpI) illustra le finalità della propria risoluzione impegna volta ad impegnare il Governo ad adoperarsi nelle opportune sedi europee affinché la proposta recante il «Pacchetto sicurezza dei prodotti e vigilanza del mercato» sia posta rapidamente in discussione in Commissione europea, cercando in particolare di far convergere il maggior numero possibile di delegazioni sull'esigenza di salvaguardare la disposizione di cui all'articolo 7 relativa al «made in» dei prodotti di consumo non alimentari. Sottolinea che la risoluzione è volta altresì ad impegnare il Governo ad assumere iniziative affinché l'emananda normativa europea relativa alla tutela del made in, dei prodotti di consumo non alimentari sia notificata dalla Commissione europea alla membership dell'Organizzazione mondiale del commercio a Ginevra in ossequio all'accordo Technical Barriers to Trade (TBT) per favorire l'adozione di politiche e procedure utili all'introduzione di un generale obbligo dell'indicazione di origine sui prodotti di consumo non alimentari, al fine di tutelare la qualità dei manufatti offerti ai consumatori ed evitarne la contraffazione.

  Lara RICCIATTI (MDP) illustra le finalità della propria risoluzione volta ad impegnare il Governo a rafforzare la propria iniziativa politico-diplomatica, nell'ambito della partecipazione dell'Italia all'Unione europea, al fine di procedere tempestivamente alla conclusione dell’iter normativo volto all'introduzione del regolamento sulla sicurezza dei prodotti non alimentari. Sottolinea che la risoluzione impegna altresì il Governo a valutare, di concerto con gli altri Stati membri interessati, se sussistano gli estremi per l'applicazione dell'istituto della cooperazione rafforzata di cui all'articolo 20 del Trattato sull'Unione europea e agli articoli 326-334 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, al fine di costituire un quadro giuridico comune volto all'introduzione di una etichetta di origine per i prodotti del settore calzaturiero, dell'artigianato e degli arredi.

  Il sottosegretario Antonio GENTILE sottolinea che l'espressione «made in Italy» è il risultato di una lunga e fruttifera cooperazione tra cultura, artigianato, abilità manifatturiera, territorio, memorie storiche e «saper fare italiano»; è un marchio d'origine, un'indicazione, apposta sul prodotto e/o sulla confezione, che conferisce l'origine del bene al nostro Paese, al fine di consentire al consumatore di effettuare una distinzione tra merci nazionali e merci importate; è simbolo di eccellenza, di stile e di qualità; è anche il sistema produttivo italiano, costituito essenzialmente da piccole e medie imprese; è tutela sia del prodotto che del consumatore anche al fine di contrastare il dilagante fenomeno della contraffazione. Fa presente che, per quanto concerne il dossier sull'indicazione di origine sui prodotti (cosiddetto made in) cui fanno riferimento, a vario titolo, le risoluzioni in discussione il Governo italiano, sin dalla presentazione della proposta da parte della Commissione europea nel 2013, è impegnato in tutte le sedi istituzionali affinché sull'articolo 7 della proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti si possa trovare in sede di Consiglio una soluzione di compromesso che consenta di sbloccare l'impasse in cui versa il negoziato. Ricorda che il «Pacchetto sicurezza dei prodotti e vigilanza del mercato» è stato presentato dalla Commissione europea nel 2013 e, all'articolo 7 della proposta di Regolamento, contiene disposizioni relative all'introduzione dell'indicazione obbligatoria dell'origine dei prodotti. Sin dall'avvio del negoziato l'Italia è schierata in prima linea nel difendere l'introduzione del made in obbligatorio al fine di tutelare i settori di eccellenza italiani nonché i consumatori. Il negoziato tuttavia è in una situazione di stallo, a causa della netta opposizione da parte Pag. 123della maggioranza degli Stati membri in Consiglio UE, mentre il Parlamento europeo ha già approvato, nel mese di aprile 2014, ad ampia maggioranza il Pacchetto regolamentare inclusa la norma sul made in. Il 26 maggio 2016, il Parlamento europeo ha adottato la sua risoluzione sulla Strategia di mercato interno, nella quale ribadisce il proprio appoggio al made in e invita la Commissione a continuare gli sforzi per arrivare ad una soluzione di compromesso. Ricorda che il tema è stato discusso lo stesso giorno in Consiglio Competitività. Su richiesta dell'Italia e degli altri dieci Stati Membri favorevoli alla normativa made in (Bulgaria, Cipro, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Malta, Portogallo, Romania e Slovenia), la Presidenza di turno olandese ha inserito fra le «Varie» dell'ordine del giorno del Consiglio un punto informativo in merito ai negoziati sul Pacchetto regolamentare «Sicurezza dei prodotti/Sorveglianza del mercato». L'iniziativa faceva seguito alla lettera inviata il 16 marzo 2016 dai Ministri dei Paesi sostenitori della clausola sul made in, con la quale è stata rilanciata una proposta di compromesso – di cui l'Italia si è fatta promotrice – finalizzata a limitare l'applicazione del made in solo ad alcuni settori merceologici (tessile, calzature, ceramica ed arredamento). La proposta rappresenta un segnale della volontà del Gruppo degli undici Stati membri di rilanciare il negoziato al fine di giungere a un accordo complessivo sul Pacchetto. A tale fine è stata manifestata, una volta di più, la disponibilità a discutere anche altre soluzioni di compromesso. È stata invece ribadita l'indisponibilità, come già espresso nella lettera dello scorso marzo, ad aderire a una soluzione che preveda di andare avanti solo sul fronte della «Sorveglianza del mercato» (escludendo quindi la proposta sulla sicurezza dei prodotti, all'interno della quale è contenuto l'articolo 7 sul made in). La discussione al Consiglio Competitività del 26 maggio 2016 ha visto confermata la presenza di due blocchi contrapposti di Stati: 11 a favore del made in (fra cui Italia, Francia, Spagna e Romania) e 16 contrari (in primis Germania, Regno Unito, Paesi Bassi) con la Polonia in posizione neutrale.
  Da parte sua la Commissione, rappresentata dalla Commissaria europea al mercato interno, industria, imprenditoria e PMI, Elzbieta Bienkowska, ha tenuto un atteggiamento incerto: ha fatto presente di essere disposta a discutere soluzioni di compromesso, ma di trovarsi nella posizione di non potere fare molto per modificare le posizioni contrapposte dei due blocchi di Stati membri, ormai cristallizzati, in Consiglio. Ha infatti rimarcato come l'approccio settoriale sia già stato discusso a più riprese in passato, senza riuscire a raccogliere il necessario consenso. Si è quindi mostrata scettica sull'utilità di ulteriori tentativi per raggiungere un compromesso, rinviando la responsabilità dello stallo al Consiglio. L'atteggiamento mostrato in Consiglio dalla Commissaria Bienkowska, a fronte di un'indisponibilità degli Stati membri contrari al made in a discutere qualsiasi proposta di compromesso, potrebbe quindi preludere a un ritiro della proposta legislativa. Circostanza d'altra parte chiaramente evidenziata nella stessa Lettera di risposta della Presidenza pro-tempore del Consiglio UE olandese del 25 maggio 2016, laddove si sottolinea come, nella sua Strategia sul Mercato Interno, la Commissione ha annunciato la sua intenzione di rafforzare l'ambito della Sorveglianza del mercato: una chiara indicazione della preferenza per una soluzione che preveda l'abbandono del Regolamento sulla Sicurezza dei prodotti e in particolare delle sue previsioni sul made in.
  Nel Programma di lavoro 2017 la Commissione europea, anche grazie alla mobilitazione di numerosi Stati membri e del Parlamento europeo, ha deciso di non ritirare la proposta legislativa sulla sicurezza dei prodotti, all'interno della quale è inserito l'articolo sul made in.  Ha però preannunciato una nuova iniziativa sulla vigilanza del mercato cosiddetto Goods Package (Pacchetto Beni, inizialmente calendarizzata per il mese di luglio 2017, Pag. 124rinviata a settembre e, successivamente, riprogrammata per il mese di dicembre 2017, probabilmente il giorno 20) che dovrebbe essere adottato dalla Commissione a dicembre 2017, volta a contenere la disciplina relativa alla sicurezza dei prodotti (mutuo riconoscimento, conformità ed enforcement), superando di fatto l'attuale pacchetto.
  Nella citata lettera di marzo 2016, tuttavia, gli 11 Stati che si erano dichiarati a favore del made in in primo luogo l'Italia, si sono espressi negativamente in merito a tale iniziativa e, anche grazie alla mobilitazione del Parlamento europeo, la Commissione non ha ritirato la proposta legislativa in commento, comprensiva dell'articolo 7 sul made in. Tale posizione è stata ulteriormente ribadita dall'Italia, anche a nome degli altri 10 Stati membri, in occasione di un breve incontro bilaterale con la Commissione europea organizzato a margine dell'ultimo Consiglio competitività del 29 maggio 2017. Con riferimento all'applicazione all'istituto della cooperazione rafforzata si rappresenta, alla luce del disposto dell'articolo 20 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che gli Stati membri che desiderano instaurare tra loro una cooperazione rafforzata in uno dei settori di cui ai trattati, eccetto i settori di competenza esclusiva e la politica estera e di sicurezza comune, trasmettono una richiesta alla Commissione precisando il campo d'applicazione e gli obiettivi perseguiti dalla cooperazione rafforzata prevista. La Commissione può presentare al Consiglio una proposta al riguardo; qualora non la presenti la Commissione informa gli Stati membri interessati delle ragioni di tale decisione. L'autorizzazione a procedere a una cooperazione rafforzata di cui al primo comma, dell'articolo in esame, è concessa dal Consiglio su proposta della Commissione e previa approvazione del Parlamento europeo. Dunque, se da un lato è dubbio che l'obbligo dell'indicazione dell'origine rientri nella politica commerciale (settore di competenza esclusiva, pertanto escluso dalla possibilità di cooperazione rafforzata), è acclarato che l'autorizzazione è soggetta ad una prima valutazione della Commissione e poi concessa dal Consiglio. Stante la situazione di minoranza di blocco nello stesso Consiglio che ostacola l'adozione dell'articolo 7, appare incerto che tale metodo possa dare risultati diversi. Nella consapevolezza quindi che l'impegno è gravoso e con alta percentuale di insuccesso, è fondamentale verificare in ambito comunitario ogni possibilità favorevole, anche valutando opzioni alternative rispetto all'attuale testo dell'articolo 7 del Regolamento, che in parte si sta cercando di attuare, al fine di ottenere un risultato migliore per le imprese italiane. Segnala tuttavia che la bozza di Dichiarazione finale dell'imminente Vertice italo-francese contiene il seguente impegno: «La Francia e l'Italia presenteranno una posizione comune per assicurare la protezione al livello europeo delle indicazioni geografiche non-agricole che consentiranno la valorizzazione del saper fare legato ai prodotti artigianali ed industriali prodotti nel territorio europeo, di proteggere i loro diritti di proprietà intellettuale in Europa, e di assicurare la migliore informazione dei consumatori sull'origine dei prodotti immessi sul mercato».
  Segnala, altresì, che è in corso di approvazione definitiva (AG n. 433) lo schema di decreto legislativo recante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui alla direttiva 94/11/CE concernente l'etichettatura dei materiali usati nelle principali componenti delle calzature destinate alla vendita al consumatore ed al regolamento (UE) n. 1007/2011 relativo alle denominazioni delle fibre tessili e all'etichettatura e al contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili. Lo schema di decreto legislativo è stato predisposto in attuazione della delega prevista dall'articolo 3 della legge 9 luglio 2015, n. 114 (legge di delegazione europea 2014) la quale dispone che il Governo, fatte salve le norme penali vigenti, è delegato ad adottare, ai sensi dell'articolo 33 della Pag. 125legge 24 dicembre 2012, n. 234, entro due anni dalla data di entrata in vigore della medesima legge di delegazione europea 2014, disposizioni recanti sanzioni penali o amministrative per le violazioni di obblighi contenuti in direttive europee attuate in via regolamentare o amministrativa, o in regolamenti dell'Unione europea pubblicati alla data dell'entrata in vigore della predetta legge, per le quali non siano già previste sanzioni penali o amministrative. Si è proceduto: a) al riordino dell'apparato sanzionatorio nel settore tessile per dare certezza della sanzione sia agli operatori che ai controllori il cui quadro di riferimento è mutato a seguito dell'entrata in vigore del regolamento (UE) n. 1007/2011 relativo alle denominazioni delle fibre tessili e all'etichettatura e al contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili; b) specifiche disposizioni recanti sanzioni amministrative in materia di etichettatura nel settore delle calzature, attualmente disciplinato dal decreto ministeriale 11 aprile 1996 e successive modifiche, recante l'attuazione della direttiva 94/11/CE concernente l'etichettatura dei materiali usati nelle principali componenti delle calzature destinate alla vendita al consumatore.
  Accoglie quindi l'impegno della risoluzione Vallascas 7-01298.
  Accoglie il primo impegno della risoluzione Galgano 7-01356 e propone la seguente riformulazione del secondo impegno: «ad adoperarsi affinché l'emananda normativa europea relativa alla tutela del made in dei prodotti di consumo non alimentari sia notificata dalla Commissione europea alla membership dell'Organizzazione mondiale del commercio a Ginevra in ossequio all'accordo Technical Barriers to Trade (TBT), per favorire l'adozione di politiche e procedure utili all'introduzione di un generale obbligo dell'indicazione di origine sui prodotti di consumo non alimentari, al fine di tutelare la qualità dei manufatti offerti ai consumatori ed evitarne la contraffazione».
  Accoglie infine il primo impegno della risoluzione Ricciatti n. 7-01361 e propone la seguente riformulazione del secondo impegno: «valutare, di concerto con gli altri Stati membri interessati, se sussistano gli estremi per l'applicazione dell'istituto della cooperazione rafforzata di cui all'articolo 20 del Trattato sull'Unione europea e agli articoli 326-334 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, al fine di costituire un quadro giuridico comune con l'obiettivo di introdurre l'obbligo dell'indicazione di origine per i prodotti del settore calzaturiero, dell'artigianato e degli arredi».

  Filippo GALLINELLA (M5S) ringrazia il sottosegretario per aver accolto l'impegno della risoluzione presentata dal proprio gruppo, sottolineando anche in questa sede l'importanza di garantire la piena sicurezza dei prodotti commercializzati nel mercato interno. Evidenziata l'urgenza e la necessità di introdurre misure e procedimenti che garantiscano l'identificazione e la tracciabilità dei prodotti lungo la catena della produzione, sollecita il Governo convocare gli Stati generali del made in.

  Adriana GALGANO (Misto-CIpI) accetta la riformulazione proposta al secondo impegno della sua risoluzione e un forte impegno di sensibilizzazione dell'opinione pubblica europea sulle tematiche della sicurezza dei prodotti.

  Lara RICCIATTI (MDP) accetta la riformulazione del secondo impegno della propria risoluzione.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva la risoluzione Vallascas n. 7-01298, la risoluzione Galgano, come riformulata, che assume il numero 8-00264 (vedi allegato 6), e la risoluzione Ricciatti, come riformulata, che assume il numero 8-00265 (vedi allegato 7).

  Guglielmo EPIFANI, presidente, nell'imminenza dell'intervento del Presidente del Consiglio in Assemblea, rinvia la discussione della risoluzione Crippa 7-01351 ad altra seduta.

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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 18 ottobre 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI .

  La seduta comincia alle 14.15.

Schema di decreto legislativo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1025/2012 sulla normazione europea e della direttiva (UE) 2015/1535 che prevede una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione.
Atto n. 459.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 17 ottobre 2017.

  Lorenzo BECATTINI (PD), relatore, ricorda che nella seduta di ieri ha presentato una proposta di parere con una condizione e un'osservazione e che non ha ricevuto proposte di integrazioni.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 8).

  La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 18 ottobre 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.35.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

RISOLUZIONI
7-01351 Crippa: Misure per garantire una maggiore durata di vita dei prodotti di consumo.

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