CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 ottobre 2017
894.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
Pag. 110

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Martedì 17 ottobre 2017. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. — Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Antonello Giacomelli.

  La seduta comincia alle 13.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Michele Pompeo META, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche mediante la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-12463 Spessotto: Modalità di erogazione dei servizi postali a seguito dell'approvazione del Contratto di programma 2015-2019.

  Arianna SPESSOTTO (M5S), illustra l'interrogazione in titolo sottolineando che il Contratto di programma 2015-2019 siglato Pag. 111tra Poste e Ministero dello Sviluppo Economico, ha introdotto, nel cd. piano di «razionalizzazione» di Poste, la consegna a giorni alterni della corrispondenza, oltre ad aver previsto la chiusura degli uffici postali nei piccoli centri, lasciando così moltissimi Comuni italiani scoperti da un servizio essenziale come quello postale provocando l'accumulo di tonnellate di posta in giacenza nonché bollette consegnate anche dopo la scadenza.
  Ritiene che questo piano di riorganizzazione, messo in atto con il benestare del Governo e che andrà a regime ad inizio 2018, contrasta con la normativa comunitaria in materia di servizio universale postale che, tra l'altro, obbliga tutti gli Stati membri ad assicurare la raccolta e la distribuzione degli invii postali al domicilio del destinatario «come minimo cinque giorni lavorativi a settimana» e che solo in presenza di circostanze o condizioni geografiche eccezionali sia ammissibile la fornitura per un numero inferiore di giorni. Peraltro segnala che è la stessa società Poste italiane ad ammettere che non c’è nessuna circostanza eccezionale che giustificherebbe il recapito della posta a giorni alterni: infatti, difendendosi davanti al tar, Poste Italiane ha ammesso che la riduzione del servizio non dipende da particolari difficoltà nel raggiungere le località interessate, bensì dalla scarsità di popolazione, che renderebbe eccessivamente costoso l'impegno quotidiano di un postino.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Arianna SPESSOTTO (M5S), replicando, ritiene la risposta del rappresentante del Governo insoddisfacente. Inoltre, a suo avviso, la nuova politica attuata da Poste italiane che – tra taglio dei costi, degli sportelli e del numero dei postini – riduce la consegna delle lettere a cinque giorni ogni due settimane (anziché cinque a settimana come previsto dalle norme europee), non garantisce più il diritto di accesso al servizio universale postale.
  In tal senso ricorda al rappresentante del governo che Poste Italiane deve assicurare la copertura del cosiddetto «servizio postale universale» su tutto il territorio nazionale «senza discriminazioni tra gli utenti» e che tale servizio è remunerato dallo Stato con 262,4 milioni di euro annui.
  Sottolinea che nel settembre 2016 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sull'applicazione della prima direttiva postale in cui si ribadiva la necessità, da parte degli Stati membri, di garantire il servizio universale e il mantenimento degli sportelli postali proprio nelle aree remote, montane, disagiate, che sono a maggiore rischio di isolamento. Conclusivamente si domanda la ragione per la quale l'Italia sta facendo tutto l'opposto, rischiando di incorrere in una procedura di infrazione europea per violazione del diritto degli utenti al servizio postale universale.

5-12464 Bruno: Modalità di affidamento del servizio di invio e consegna della corrispondenza nel comune di Lecce.

  Adriana GALGANO (Misto-CIpI), in qualità di cofirmataria, rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione rinviando alla lettura del testo depositato.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Adriana GALGANO (Misto-CIpI), replicando, ritiene la risposta del rappresentante del Governo solo parzialmente soddisfacente, segnalando, peraltro, che nelle more l'appalto è stato aggiudicato. Tuttavia, sottolinea, il punto di interesse politico consisteva, soprattutto, nel sollevare tale problematica. Ciò è coerente con l'indirizzo politico del suo Gruppo che considera favorevolmente il principio della concorrenza, purché non si traduca in pratiche lesive dei diritti degli utenti, dei diritti Pag. 112dei lavoratori o vìoli la sicurezza della corrispondenza. Quanto recato nell'interrogazione in titolo indica che qualcosa non va per il verso giusto provocando danni economici ai cittadini di cui il Governo deve interessarsi e impegnarsi al massimo per evitarli.

5-12465 Tullo: Possibile concentrazione delle attività produttive e amministrative di Postel presso la sede di Poste di Roma.

  Lorenzo BASSO (PD), in qualità di cofirmatario, illustra l'interrogazione in titolo nei termini riportati nel testo depositato.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Lorenzo BASSO (PD), replicando in qualità di cofirmatario, ricorda che la società Postel ha vissuto negli ultimi tempi vicende societarie piuttosto travagliate che hanno visto avvicendarsi molti amministratori e responsabili.
  L'interrogazione in titolo muove anche dal timore che si realizzi l'eventualità che le attività produttive e amministrative di Postel vengano spostate presso la sede di Poste di Roma, provocando gravi problemi nei livelli occupazionali in un settore che ha una sua centralità nelle dimensioni genovesi, soprattutto ora che la città aspira ad assumere un ruolo di rilievo nelle tecnologie e nella comunicazione.

  Michele Pompeo META, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 17 ottobre 2017. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Michele Pompeo META, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 169, concernente le Autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84.
Atto n. 455.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 ottobre.

  Michele Pompeo META, presidente, ricorda che non essendo ancora stati trasmessi i pareri della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato previsti dal comma 5 dell'articolo 8 della legge delega, la Commissione non è nelle condizioni di esprimersi.
  Osserva con rammarico che l'assenza del rappresentante del Governo non consente di ricevere aggiornamenti in ordine ai tempi presunti di acquisizione dei suddetti pareri.

  Roberta OLIARO (Misto-CIpI) rileva che l'articolo 7 del provvedimento non indichi in modo chiaro l'ambito di competenze del presidente dell'autorità di sistema portuale rispetto ai compiti del Comitato di gestione e della stessa Autorità di regolazione dei trasporti, circostanza suscettibile di ingenerare incertezza.
  Inoltre, si riserva di valutare più approfonditamente le possibili ricadute in materia di lavoro portuale, tematica che Pag. 113ritiene comunque opportuno affrontare anche a seguito del confronto che si svolge in più sedi.
  È quindi dell'avviso che sarebbe utile – compatibilmente con i ristretti tempi a disposizione – acquisire il punto di vista degli enti esponenziali maggiormente rappresentativi dei soggetti coinvolti dalla disciplina in esame, sia del mondo del lavoro che delle imprese.

  Vincenzo GAROFALO (AP-CpE-NCD) ritiene opportuno discutere in questa sede la riforma del sistema portuale italiano nel suo complesso. Osserva, innanzitutto, che a seguito della precedente riforma sono stati adottati atti che rischiano di rappresentare una mera operazione di maquillage ove non funzionali ad attuare quella che è la sua filosofia di base diretta ad attuare una visione «di sistema».
  Tale visione deve cogliere le opportunità di sviluppo del nostro Paese individuando come linea strategica l'attenzione sulle enormi potenzialità della portualità, anche, in modo particolare, del Mezzogiorno.
  In tal senso, con la riforma sono state aggregate realtà portuali al fine di sviluppare crescita e non per designare inaccettabili gerarchie tra di esse. Le potenzialità dei singoli porti preesistono alla riforma: si tratta di integrarle in un sistema organizzato affinché tutte contribuissero al raggiungimento di più elevato livelli di sviluppo.
  Segnala che, purtroppo, non sempre sembra perseguirsi questo scopo, come ha avuto già modo di segnalare con l'interrogazione da lui presentata in data 28 luglio 2017 (n. 4-17526), cui non è stata data ancora risposta, concernente l'autorità di sistema portuale del mar Tirreno meridionale e dello Stretto di Messina, ovvero l'unica delle 15 nuove autorità per le quali non si è proceduto alla nomina del presidente.
  Invita, infine, il relatore a voler tenere in considerazione quanto osservato nella proposta di parere.

  Nicola BIANCHI (M5S) segnala che con l'attuale riforma delle Autorità di sistema portuale alcuni importanti porti non possono designare propri rappresentanti nel comitato di gestione. È il caso, ad esempio per la Sardegna, di Porto Torres. Invita, quindi, il relatore a voler tenere in considerazione questo aspetto nella proposta di parere.

  Alberto PAGANI (PD) concordando con quanto segnalato dalla collega Oliaro, ricorda che il tema relativo al riordino della legislazione portuale, in questa legislatura, è stato oggetto di molteplici interventi e che tra i diversi tavoli tecnici con il Governo uno è dedicato in modo specifico al lavoro portuale. Tuttavia i suoi esiti non sembrano essere stati tenuti in considerazione nella redazione del testo all'esame.
  Osserva che se non fosse prossima la fine della legislatura avrebbe inteso tale dimenticanza come prova dell'intenzione del Governo di presentare un apposito provvedimento mentre, tenuto conto dei tempi, si paventa il rischio di dissipare il patrimonio accumulato nel confronto fin qui svolto tra l'Esecutivo e le parti sociali e imprenditoriali.
  Invita, in conclusione, il relatore a voler tenere tutto ciò in considerazione nella proposta di parere.

  Michele MOGNATO (MDP) ritiene anch'egli importante che nel provvedimento all'esame venga anche affrontata la tematica del lavoro portuale, evitando che venga rinviata alla prossima legislatura. In proposito ricorda che i tavoli tecnici avviati nel recente passato hanno svolto una intensa e proficua attività e che anche il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti era sembrato propenso a questa soluzione.
  Invita il relatore a tenere conto della tematica del lavoro portuale nella proposta di parere segnalando altresì l'opportunità di riservare qualche riflessione su talune criticità emerse in questo primo periodo di avvio delle Autorità di sistema portuale: si riferisce, ad esempio, alle difficoltà presenti in quella del mare adriatico settentrionale che, al momento, sembra essere costituita solo sulla carta, Pag. 114ove l'Autorità medesima non riesce ad avere accesso a strutture e pertinenze del porto di Chioggia.

  Diego CRIVELLARI (PD) condividendo gli interventi precedenti, segnala, infine, che le difficoltà appena ricordate relative all'Autorità di sistema portuale del mare adriatico settentrionale dipendono anche da talune peculiarità amministrative tra la camera di commercio e il porto di Chioggia.

  Michele Pompeo META, presidente, osserva come in questa legislatura si sia operata una coraggiosa e profonda riforma della normativa relativa all'infrastruttura portuale, non solo intervenendo sulla disciplina recata dalla legge del 1994, ma anche con numerose misure normative che, pur in modo poco organico, hanno contribuito a risolvere situazioni critiche che si protraevano da molto tempo.
  Ritiene quindi utile proseguire in quest'ultimo scorcio di legislatura l'attività di stimolo ad un'azione governativa che si muova lungo due direttrici fondamentali. La prima riguarda il rilancio della competitività delle strutture portuali del Meridione d'Italia, che risulteranno decisive per le sfide commerciali dei prossimi anni.
  La seconda involge una necessariamente radicale aggregazione delle aree portuali dell'Adriatico, al fine di creare un sistema organico dalle Marche fino al confine orientale, in grado di affrontare la competizione agguerrita dei porti che si affacciano sulla sponda opposta.

  Mario TULLO (PD), relatore, ritiene che i contributi recati alla discussione da parte dei colleghi saranno di grande utilità per la proposta di parere che si riserva di formulare nel corso delle prossime sedute, una volta acquisiti i prescritti pareri della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato.

  Michele Pompeo META, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo concernente revisione ed integrazione del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE.
Atto n. 461.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 ottobre.

  Michele Pompeo META, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere sul provvedimento in titolo è scaduto lo scorso 12 ottobre. Tuttavia non essendo la richiesta corredata dalla prevista intesa sancita in sede di Conferenza unificata né essendo stati ancora trasmessi il previsto parere del Consiglio di Stato e del Garante per la protezione dei dati personali, previsti dal comma 2 dell'articolo 6 della legge delega, l'assegnazione del provvedimento è fatta «con riserva». La Commissione, quindi, non può pronunciarsi definitivamente prima che il Governo abbia provveduto a integrare la richiesta di parere nel senso indicato.
  La questione è ancora più delicata rispetto a quella descritta per il precedente provvedimento, in quanto la delega va esercitata entro il 5 novembre e – in più – la norma di delega prevede che, dopo i pareri parlamentari, il Governo ritrasmetta il testo per il parere definitivo delle competenti Commissioni parlamentari, da esprimere entro venti giorni dalla data di trasmissione.
  Osserva con rammarico che l'assenza del rappresentante del Governo non consente di ricevere aggiornamenti su eventuali iniziative volte a consentire in tempi brevi lo scioglimento della riserva per mettere le Commissioni nelle condizioni di esprimersi.
  Nessuno chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

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